Pietro Canonica: “L’abisso”, 1909, Roma, Museo Pietro Canonica a Villa Borghese

Questo gruppo scultoreo raffigura l’abbraccio di due amanti come rappresentazione dell’amore passionale che trascina in un vortice fatale, nell'abisso, ed evoca l’amore di “Paolo e Francesca”, citati da Dante Alighieri nel Canto V dell’Inferno. Il poeta li colloca fra i lussuriosi del II Cerchio.

Nell’episodio è Francesca la sola a parlare, mentre Paolo tace e piange alla fine del racconto della donna, la quale tra l’altro dice:

“Amor, ch’a nullo amato amar perdona,
mi prese del costui piacer sì forte,
che, come vedi, ancor non m’abbandona”.


Le due figure sono rappresentate in ginocchio davanti a un immaginario baratro.

Braccia, mani e capelli si uniscono, i loro abiti si confondono nelle pieghe dei vestiti.

I volti sono affiancati e gli sguardi rivolti verso l’invisibile voragine che sta per inghiottirli.

In molti vedono nell’opera la celebrazione dell’esaltazione della giovinezza e della vita.