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Discussione: Il Gesù della storia ed il Cristo della fede.

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  1. #1
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    Tanto per spere: è lunga la storia?
    Avrei da badare agli uccelli.

  2. #2
    Apprezzo la ricerca storica,scientifica,archeologica che è stata fatta sul Gesù storico perché è dettagliata e interessante ma non è abbastanza forte(come dice Axe) per dare più forza alla mia fede.
    Io penso al numero sacro della Bibbia che è il 40( 40 anni gli Ebrei nel deserto,40 giorni il digiuno di Gesù..)Ritengo che la vita di Gesù sulla Terra fosse stata di 40 anni e che egli sia morto(la sua ora) esattamente a quell'età per cui se si considera il 33 d C l'anno della morte Gesù è nato nel 7 a C.Da una ricerca storica le date potrebbero variare ma l'età di Gesù doveva essere di 40 anni.

  3. #3
    Apprezzo la ricerca storica,scientifica,archeologica che è stata fatta sul Gesù storico perché è dettagliata e interessante ma non è abbastanza forte(come dice Axe) per dare più forza alla mia fede.
    Io penso al numero sacro della Bibbia che è il 40( 40 anni gli Ebrei nel deserto,40 giorni il digiuno di Gesù..)Ritengo che la vita di Gesù sulla Terra fosse stata di 40 anni e che egli sia morto(la sua ora) esattamente a quell'età per cui se si considera il 33 d C l'anno della morte Gesù è nato nel 7 a C.Da una ricerca storica le date potrebbero variare ma l'età di Gesù doveva essere di 40 anni.

  4. #4
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    Sono contento che tu lo abbia apprezzato, ma da parte mia smetto di portarlo avanti perché ho perso l'ispirazione, mi dispiace.
    Anche per me è significativo il n. 40, comunque l'autore che ho riportato per la ricerca propende per il 7 Aprile del 30.
    Buona sera
    Ultima modifica di crepuscolo; 06-09-2022 alle 18:30

  5. #5
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    , mi è tornata l'ispirazione

    LE ORIGINI DEL FATTO CRISTIANO

    E' indiscutibile il fatto che i cristiani della prima generazione credevano nella divinità di Gesù.
    Come Martin Hengel ha evidenziato, "è così breve il tempo fra la morte di Gesù e la cristologia completamente sviluppata, presente nei documenti cristiani primitivi (le lettere di Paolo), che la velocità di questo sviluppo può essere considerata stupefacente".
    Però un esame più minuzioso permette di accorciare ancora di più questo lasso di tempo.
    Fra la prima lettera di San Paolo (1 Tes), scritta all'inizio dell'anno 50 d.C., agli albori della sua attività missionaria in Corinto, e l'ultima, la lettera ai Romani, scritta presumibilmente nell'inverno del 56/57 d.C. sempre da Corinto, non si può rilevare alcuna evoluzione in quello che Paolo pensa di Cristo. Il fatto che Paolo utilizzi nelle sue lettere titoli, formule e concetti cristologici delle comunità cui erano indirizzate, il che è evidente visto che non ha bisogno di spiegarglieli, dimostra che i destinatari li conoscevano già grazie all'attività missionaria di quell'apostolo nelle loro comunità.
    Questo implica che tutte le caratteristiche essenziali della cristologia di Paolo erano già completamente sviluppate verso la fine degli anni 40, prima che iniziassero i grandi viaggi missionari. Il che vuol dire che disponiamo soltanto di un periodo di vent'anni per lo sviluppo della cristologia primitiva.
    Però questo lasso di tempo si riduce ancora di più se, in base a Gal 1,2, retrocediamo di 14 o 16 anni, fino alla conversione di Paolo.
    In Gal 1,18, Paolo dice che è salito a Gerusalemme tre anni dopo la sua conversione per incontrare Cefa, e in Gal 2,1 dice che 14 anni dopo è ritornato a Gerusalemme.
    Considerando la data in cui è stata redatta la lettera ai Galati, questi dati cronologici permettono di situare la conversione di Paolo fra il 32 ed il 34 d.C.
    Quindi "adesso ci separano solo due o quattro anni dalla morte e resurrezione di Gesù, i fatti che fecero nascere la comunità cristiana".
    Non c'è da stupirsi se di fronte a dati così schiaccianti Martin Hengel ha affermato: "Se sfogliamo alcune opere della storia del cristianesimo più primitivo, potremmo avere l'impressione che in esse si sia dichiarata guerra alla cronologia".
    Siamo agli antipodi rispetto alle affermazioni di Strauss. Per lui era sufficiente raccontare la storia per mettere in evidenza le falsità del dogma.
    Noi, adesso, possiamo affermare giustamente il contrario: la migliore difesa del dogma, cioè di quello che la Chiesa ha sempre confessato di Cristo, è raccontare la sua storia.
    Come si spiega l’origine della fede che le comunità cristiane della Palestina confessarono così poco tempo dopo la morte di Gesù?
    Per chi rifiuta di riconoscere che la nascita di questa fede è strettamente legata alla persona di Gesù di Nazaret, rimane solo un opzione: attribuirla all’influenza di uno dei mondi culturali in cui questa fede è nata, l’ebreo od il pagano.
    Lo storico non deve mai chiudersi a priori a nessuna possibilità che possa spiegare determinati fatti della storia.
    Per questo è necessario esaminare ambedue le possibilità e verificare se sono in grado di dare ragioni esaustive di questi fatti.

    Continua.
    Ultima modifica di crepuscolo; 09-10-2022 alle 14:16

  6. #6
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    Citazione Originariamente Scritto da crepuscolo Visualizza Messaggio
    - LE ORIGINI DEL FATTO CRISTIANO --
    E' indiscutibile il fatto che i cristiani della prima generazione credevano nella divinità di Gesù. -



    Crep. - quanto evidenziato mi lascia perplesso. Cosa intendi tu "prima generazione" ?



    -

  7. #7
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    Premetto che quanto scrivo, spesso mi riferisco a vari autori, dei quali però condivido certe idee o nel caso di storici certe loro ricerche; altrimenti non avrebbe senso riportare pensieri non capiti a fondo e quindi direi anche non perfettamente condivisi.
    In questo caso, caro esterno, mi sono riferito a Carsten Peter Thiede, noto papirologo e, se ho ben capito, lui, con "prima generazione" si riferisce ai contemporanei di Gesù che avevano vissuto con lui come gli apostoli, o che tramite loro, erano diventati cristiani come Paolo, e che era in costante contatto con gli apostoli, tanto da organizzare collette per la chiesa di Gerusalemme, durante i suoi lunghi viaggi, e con il quali spesso si confrontava.
    A questi potrei aggiungervi anche Luca, Giovanni Marco, probabile estensore del primo vangelo, cugino di Barnaba che accompagnò Paolo in missione.
    Od anche il figlio del cireneo che aveva aiutato Gesù a portare la croce e che era inserito nella comunità di Gerusalemme, come il fratello di Gesù Giacomo.
    Mi vengono in mente anche Aquila e Teuda che, fuggiti da Roma e poi ritornati, che Paolo aveva conosciuto nei sui viaggi.
    Insomma i primi cristiani.
    Ultima modifica di crepuscolo; 10-10-2022 alle 16:59

  8. #8
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    Citazione Originariamente Scritto da crepuscolo Visualizza Messaggio
    - Premetto che quanto scrivo, spesso mi riferisco a vari autori, dei quali però condivido certe idee o nel caso di storici certe loro ricerche....
    mi sono riferito a Carsten Peter Thiede, noto papirologo.... -


    In effetti è giusto il detto: tante teste tante idee..

    E' meno male che non viviamo in quel terrificante periodo della chiesa Trionfante (!).........

    Al tuo citato C.P.Thiede tuttavia altri autori lo contraddicono. Ecco perchè ti avevo chiesto spiegazioni.

    Ti riporto autori che ho letto come per esempio:
    - quello "di parte" _ il catto-cristiano docente presso la pontificia Lateranense R.Penna opp.
    - il "laico" e docente Filoramo (presso l' universita' di Torino).

    Entrambi invece riportano che GIA' subito (!) la scomparsa del Rabbi _ la primitiva setta gesuana NON era unita e compatta come vorrebbe far credere.. l' autore di Atti (il portaborse-facchino del Tarso).

    E per quale motivo ? E qui veniamo alla "vera" causa di quel dissidio che produrra' l' inevitabile e futura scissione dell' ancora giovane comunita' gesuana (pur sempre ancorata al popolo Primogenito !)

    Come ben si sa il giudaismo del II Tempio era caratterizzato da un profondo dissidio, rappresentato dalla diversita' TRA quello palestinese e quello (corrotto) ellenista.
    Questo giudaismo era formato dagli eredi di coloro che ritornarono DA Babilonia e si rifugiarono AL di fuori della sacra terra (i famosi Ellenisti).
    Per questi figli della Torah, avendo dimenticato la loro lingua-madre, si dovette tradurre in greco la celeberrima Torah (la celeberrima '70), alla quale aggiunsero "altri" testi. Quelli stessi che sarebbero considerati NON canonici (tradotto: ispirati) e pertanto RI-puliti nel famoso, e varie volte postato, sinodo di Jevne.

    Il citato docente catto-cristiano (nel suo:
    - Paolo di Tarso _ un cristianesimo possibile / Paoline - pag. 41)

    riporta che "quella" specificita' giudaica del II tempio marco', sin dal suo nascere, la primitiva comunita' (chiesa di Gerusalemme / Giacomo il Giusto).. i cui effetti produrranno la "scandalosa" ellenizzazione della nascente dottrina (sedicente) "salvifica".

    Quindi era GIA' presente una divaricazione.. ad opera dei citati ebrei Ellenisti (es. Stefano e a seguire quel "simpaticone-malaticcio" tarsiota !) i cui effetti produranno la paganeggiante dottrina /ovvero la corruzione della nascente dottrina "redentrice".

    Il dissidio tra le 2 anime del movimento riguardava proprio "la divinizzazione" di quello che sarebbe RI-tornato vivente (pneumaticamente.. alla tarsiota)!

    Chi voleva a tutti i costi operare la corruzione del monoteismo professato dallo stesso Rabbi scomparso erano i baldanzosi e supponenti ellenisti _ mentre gli incorruttibili devoti dell' Abba' si opponevano a questo paganeggiante progetto !

    Prevalse, come anche i sassi sanno, l' illuminato/testa-fasciata di Tarso.. reduce da quell' increscioso incidente (che gli fece vedere.. le "stelle" del cielo - tanto luminose che lo avrebbero reso cieco _ in attesa del miracolo.. alla Tobia).

    Ovviamente gli incorruttibili devoti correligionari del Gesu' terreno (la gia' citata comunita' guidata dal parente prossimo dello scomparso _ Giacomo il Giusto) sostenevano proprio il contrario e si opponevano decisamente alle bizzarrie dottrinarie del convalescente ellenista !
    Infatti i granitici monoteisti NON si lasciarono ingannare/abbindolare dal grande manipolatore "super esperto dottrinario". .
    Per essi infatti il profeta Yeshua ben Joseph era SOLO un illuminato-Inviato dall' Abba' COME altri che lo hanno pre-ceduto. Stop.
    Di certo quel pio giudeo NON era divino !

    Stessa tesi per lo scomparso catto-cristiano Barbaglio e/o del docente Mauro Pesce (universita' di Bologna e autore de:

    - Le 2 fasi della predicazione di Paolo / editor EDB

    Questo docente conclude il suo testo con:

    Gli scritti PROTO-cristiani sono il prodotto di sistemi religiosi "differenti". Ciascun autore Riforma le origini.. alla luce del "suo momento" particolare.

    - Si passa cosi' DA un ebraismo AD un NON-ebraismo +
    - DAL movimento "gesuano" AL (nuovo) cristianesimo +
    - DALLA cultura ebraica ALLA Fusione con la cultura Ellenista +
    - DALLA fervida quanto imminente "Attesa della Parusia" _ ALLA chiesa (spostando il TUTTO in un futuro lontano (l' avvento della fine...) --


    Come vedi... che guazzabuglio intorno a quel presunto redentore-salvatore (di marca tarsiota).

    -
    Ultima modifica di esterno; 11-10-2022 alle 14:22

  9. #9
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    Prendo mentalmente nota di quello che dici e mi ripongo in uno stato di riflessione, per quanto il mio intimo propenda per la resurrezione di Gesù, ma poiché è un sentimento personale non smetterò mai di riflettere su ciò.
    Evidentemente il mio inconscio, e questo non posso negarlo, tende a parteggiare più in un verso che nell'altro, ma anche la ragione vuole la sua parte.
    Sono contento per il tuo intervento perché così mi rendo conto che la ricerca può proseguire senza incorrere in inutili fantasie che corromperebbero la discussione.
    Ho un libro abbastanza voluminoso che ho trovato a suo tempo ma che non ho ancora letto, visto che non è la prima volta che tu citi Giuseppe Barbaglio vorrei chiederti se valga la pena leggerlo; il titolo è: "Gesù ebreo di Galilea. Indagine storica".
    Tu l'hai letto? Se si, qual'è la parte che potrebbe interessare di più considerando che conta ben 620 pagine?

  10. #10
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    Citazione Originariamente Scritto da crepuscolo Visualizza Messaggio
    - .. e valga la pena leggerlo; il titolo è: "Gesù ebreo di Galilea. Indagine storica". Tu l'hai letto? Se si, qual'è la parte che potrebbe interessare di più considerando che conta ben 620 pagine?


    Avevo letto a suo tempo G. Barbaglio:
    - Gesu' di Nazaret e Paolo di Tarso / Confronto storico ( editor EDB)

    Ti ricordo che questo autore, unitamente a Romano Penna della Lateranense, sono considerati i piu' quotati autori del Tarso. Ovviamente da parte catto-cristiana !

    E comunque un arricchimento sempre utile.

    Lo sai che invece "preferisco" gli autori ebrei.. perchè piu' obiettivi e piu' idonei all' interpretazione del LORO Tanak.
    Come per esmpio Riccardo Calimani + H. Bloom + Flusser + rabbi Leo Back ..eccc..eccc....

    Del resto lo sai anche tu che la letteratura è sterminata...
    Se pensi che fino ad un secolo e mezzo fa.. era quasi impossibile scrivere (e soprattutto confutare) la dottrina papista _ pena di NON finire arrostito Vivo, siamo fortunati di vivere in Questo tempo storico... !

    ciaoo

    --

  11. #11
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    Tra i vari libri acquistati durante tutta la mia vita ho trovato in un angolo della mia libreria "Gesù ebreo" di Riccardo Calimani, che inizierò a leggere.
    Grazie ciao

  12. #12
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    Citazione Originariamente Scritto da crepuscolo Visualizza Messaggio
    - Tra i vari libri acquistati durante tutta la mia vita ho trovato in un angolo della mia libreria "Gesù ebreo" di Riccardo Calimani, che inizierò a leggere.



    Bellissimo. Vedrai che lo apprezzerai.
    E' (uno dei tanti) punti di vista di autori ebrei.. alquanto "moderato" !
    Un testo con tanti commenti e riferimenti del Tanak.

    Altri autori non sono cosi' concilianti (del resto è comprensibile _ dopo secoli e secoli di persecuzioni subite dai fratelli "Minori" !

    Addirittura lo scomodo teologo + biblista Hans Kueng ( espulso _ per aver criticato il dogma dell' infallibilita' !) imputa, alla gerarchia papista, di essere l' artefice del plurisecolare Anti-semitismo ! Detto biblista lo definisce: anti-semitismo "Ecclesiale".


    SOLO nel 1969 comparira' la Nostra Aetate (Montini-Paolo VI) che segnera' una Nuova visione della (sedicemte) "sposa Immacolata + senza rughe" verso i correligionari del Gesu' terreno --
    - H.Kueng _ Credo ( Rizzoli)

    E comunque... buona lettura.



    --

  13. #13
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    Grazie

    All'inizio, il pensiero di Calimani espresso nel libro, è verso un'apertura mentale per il lettore sulle usanze ebraiche, per facilitare la comprensione dei riti; che cosa rappresentassero e come fossero celebrati. L'ho trovato molto interessante.
    Mi piace quando rappresenta il rito ebraico del sabato; mi piace perché l'aspetto teologico, di felice attesa futura, e l'aspetto personale del celebrante, che di solito era in gruppo, ma tutti uniti in Jahwè: un solo Dio che li ha scelti perché fossero figli del medesimo padre. Mi piace soprattutto, se avrei qualche riserva nel paragonarli troppo, quando sembra appunto paragonare tale festa con l'ultima pasto che Gesù ebbe con gli apostoli prima della Pasqua.
    Da allora tale rito di ricordo è continuato con il consumo del pane e del vino, vino alla fine.....per la botta finale, come a Cana, ecc.
    Solo che, ora, per Gesù, era proprio l'ultima bevuta.
    Poi, è diventato un rito dei suoi seguaci chiamati Pietro e & (12 apostoli, -1 Giuda + 1 Paolo sempre 12 ) infine, quando più numerosi ed influenti come comunità, furono chiamati cristiani.
    Si può tranquillamente dire che i primi cristiani, cioè la prima generazione, furono proprio gli apostoli ed i simpatizzanti per ricordare Gesù ed i suoi collegamenti con JAHWE.
    I primi cristiani furono proprio quelli presenti, e chi lo aveva conosciuto per bene, e, poiché lo paragonavano, cioè facevano i paragoni, a Dio Padre non contraddicevano come Ebrei alcuno jota della Legge. L'ultimo pensiero era per Dio.
    Come gli ebrei festeggiavano l'arrivo del sabato con una allegra cena, pensando, boccone per boccone, quello che JAHWE aveva farro per loro, così quelli che credettero a Gesù, mangiando il pane da lui spezzato in parti uguali, avrebbero dovuto invece pensare in futuro al suo sacrificio, ampiamente preannunciato nei loro ricordi.
    Insomma, a questo punto non vedo paragoni se non nella fase iniziale del convito perché, poi, mentre gli ebrei, alla fine, brindavano alla felicità del giorno dopo, i presenti alla cena di Gesù si stavano preoccupando, e Gesù, dall'invito fatto a Giuda/Satana di andarsene, credo fosse assai triste per il suo futuro.
    Vorrei rifletterci un po'.
    Tu che pensi?
    Nell'ultima cena non c'è per niente lo zampino di Gesù?
    Ultima modifica di crepuscolo; 13-10-2022 alle 13:32

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