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Discussione: Gesù

  1. #1
    Opinionista L'avatar di crepuscolo
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    Gesù

    Ancora una volta, qualcuno dirà che palle, vi faccio partecipi di un paragrafetto che ho trovato in quel libro, apprezzato da Axe, che in questo scrittore carpiva un Gesù zelota.
    Beh, da questo bel paragrafo potrete capire se un storico come De Rosa abbia potuto concepire un Gesù di tal fatta. Essendo stato, tra l’altro, il suo professore (di Axe), evidentemente Axe, o non ha frequentato le lezioni o giocava a battaglia navale.


    Le qualità interiori di Gesù.

    Se i Vangeli non ci dicono nulla della figura esteriore di Gesù, ci fanno invece penetrare molto a fondo, sia pure indirettamente, nella sua vita interiore: così a chi legge con attenzione, la figura di Gesù si rileva affascinante, ma nello stesso tempo sconcertante e paradossale per un insieme di contrasti che tuttavia si armonizzano in una sintesi superiore, in un’”armonia di contrasti” che non si incontra probabilmente in nessun altra personalità della storia.
    Gesù ha una sensibilità fine e squisita: sente il fascino della bellezza che egli scopre nelle cose più minute ed ordinarie. E’ un poeta dotato di una immaginazione viva e plastica: le parabole che egli crea, tratte dall’osservazione attenta degli uomini e della natura, le immagini di cui riveste il suo pensiero sono di una grande potenza suggestiva.
    Così egli parla dei gigli vestiti meglio di Salomone, della chioccia che raccoglie i pulcini sotto le sue ali, del rosso di sera che fa sperare tempo buono, della pagliuzza che si vede nell’occhio del fratello e della trave che non si vede nel proprio, del vino nuovo che guasta i vecchi otri, del cieco che vorrebbe condurre un altro cieco.
    Eppure Gesù non è un sognatore, ma ha assai acuto il senso del reale e del concreto.
    Dinnanzi ai suoi occhi scorre la vita della Galilea del suo tempo: contadini che seminano il grano, ne sorvegliano la crescita, lo mietono; pescatori che sulla riva scelgono i pesci buoni e gettano via i cattivi; pastori che hanno cura del gregge e mercenari a cui non importano le pecore; mercanti che vanno in cerca di perle preziose; esattori di imposte; padroni che vanno in piazza a cercare operai per le loro vigne; amministratori che approfittano dei beni del padrone; la vedova che getta la sua piccola offerta nel tesoro del Tempio; gli invitati a mensa che scelgono i primi posti; la donna che cerca la moneta smarrita; il pastore che va in cerca della pecora perduta; la vedova che importuna il giudice perché le faccia giustizia; il malato che ha bisogno del medico; la partoriente che, dopo aver dato alla luce il figlio, dimentica le sue sofferenze; il fariseo soddisfatto di sé che espone a Dio le sue benemerenze; il giovane ricco che fugge di casa e consuma le sue ricchezze con le prostitute.
    L’intelligenza di Gesù è intuitiva e molto sintetica: non solo egli coglie subito il nocciolo delle questioni ( e lo si vede dalla maniera pronta e talvolta ironica e sferzante con cui risponde alle domande-tranello ed alle obiezioni dei suoi avversari ) ma “vede” con intuizioni folgoranti quello che gli altri conquistano a fatica ed a poco a poco.
    Di qui la semplicità, la chiarezza e la grazia con cui esprime le cose più alte e difficili.
    Sembra che alla sua intelligenza nulla opponga resistenza: non c’è in lui ombra di sforzo; non si esprime con ragionamenti tortuosi e complicati, ma con frasi semplici e con stile incisivo; parole ed idee si snodano e fluiscono con naturalezza ed immediatezza, come se si trattasse di cose ovvie e non invece di cose mai udite prima di lui.
    Sembra poi che il suo occhio veda cose che agli altri sfuggono: egli legge “dentro”, non soltanto dentro il cuore degli uomini, ma anche dentro l’intima realtà delle cose, in cui scopre l’intervento di Dio.
    Così, per lui è Dio che “veste” i gigli del campo in maniera più splendida di quanto non sia vestito Salomone nello splendore della sua gloria; che “nutre” gli uccelli del cielo, i quali non seminano, né mietono né ammassano nei granai; che fa cadere la “sua” pioggia e fa sorgere il “suo” sole sui buoni e sui cattivi.
    Eppure Gesù non ha studiato come i rabbi del suo tempo: “Donde gli viene questa sapienza ?”, si chiedono stupiti i suoi compaesani di Nazaret, che lo conoscono come il figlio del falegname.
    Ultima modifica di crepuscolo; 16-09-2022 alle 14:21

  2. #2
    Opinionista L'avatar di axeUgene
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    Citazione Originariamente Scritto da crepuscolo Visualizza Messaggio
    Ancora una volta, qualcuno dirà che palle, vi faccio partecipi di un paragrafetto che ho trovato in quel libro, apprezzato da Axe, che in questo scrittore carpiva un Gesù zelota.
    Beh, da questo bel paragrafo potrete capire se un storico come De Rosa abbia potuto concepire un Gesù di tal fatta. Essendo stato, tra l’altro, il suo professore (di Axe), evidentemente Axe, o non ha frequentato le lezioni o giocava a battaglia navale.
    per tua informazione, De Rosa era ordinario di storia moderna, per convenzione, il periodo che va dalla scoperta dell'America, 1492, al Congresso di Vienna, 1815; pertanto, non parlava di Gesù a lezione

    qui parla a credenti il De Rosa credente, che si rifà ai vangeli, visto che non esistono testimonianze storicamente affidabili;

    tuttavia, nello scritto che hai postato qualche settimana fa, alla fine dichiara che Gesù fu "giudicato e condannato come zelota", da quelli che lo conobbero e ascoltarono;
    direi che come "confessione" sulla probabilità storica dell'ipotesi sia abbastanza, perciò non mi intrometto più nelle fantasticherie che si leggono qui;

    non sono io, ma le chiese cristiane - un po' tutte - a preoccuparsi della verosimiglianza della narrazione, da contrapporre a quella tradizionale;

    dopo aver fatto diventare un predicatore ebreo ultra-ortodosso l'inventore di una religione nuova, che è già una barzelletta per chi abbia un'idea minimamente accurata della società dell'epoca, un rivoluzionario socialista, un paladino dei diritti civili, oramai il gesuanesimo è divenuta una cosa "pop", dove manca solo un Gesù organizzatore di gay Pride che vestiva una tunica arcobaleno e le abbiamo lette tutte
    c'� del lardo in Garfagnana

  3. #3
    ????? ???????????? L'avatar di Pazza_di_Acerra
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    Citazione Originariamente Scritto da crepuscolo Visualizza Messaggio
    Ancora una volta, qualcuno dirà che palle, vi faccio partecipi di un paragrafetto che ho trovato in quel libro, apprezzato da Axe, che in questo scrittore carpiva un Gesù zelota.
    Beh, da questo bel paragrafo potrete capire se un storico come De Rosa abbia potuto concepire un Gesù di tal fatta. Essendo stato, tra l’altro, il suo professore (di Axe), evidentemente Axe, o non ha frequentato le lezioni o giocava a battaglia navale.


    Le qualità interiori di Gesù.

    Se i Vangeli non ci dicono nulla della figura esteriore di Gesù, ci fanno invece penetrare molto a fondo, sia pure indirettamente, nella sua vita interiore: così a chi legge con attenzione, la figura di Gesù si rileva affascinante, ma nello stesso tempo sconcertante e paradossale per un insieme di contrasti che tuttavia si armonizzano in una sintesi superiore, in un’”armonia di contrasti” che non si incontra probabilmente in nessun altra personalità della storia.
    Gesù ha una sensibilità fine e squisita: sente il fascino della bellezza che egli scopre nelle cose più minute ed ordinarie. E’ un poeta dotato di una immaginazione viva e plastica: le parabole che egli crea, tratte dall’osservazione attenta degli uomini e della natura, le immagini di cui riveste il suo pensiero sono di una grande potenza suggestiva.
    Così egli parla dei gigli vestiti meglio di Salomone, della chioccia che raccoglie i pulcini sotto le sue ali, del rosso di sera che fa sperare tempo buono, della pagliuzza che si vede nell’occhio del fratello e della trave che non si vede nel proprio, del vino nuovo che guasta i vecchi otri, del cieco che vorrebbe condurre un altro cieco.
    Eppure Gesù non è un sognatore, ma ha assai acuto il senso del reale e del concreto.
    Dinnanzi ai suoi occhi scorre la vita della Galilea del suo tempo: contadini che seminano il grano, ne sorvegliano la crescita, lo mietono; pescatori che sulla riva scelgono i pesci buoni e gettano via i cattivi; pastori che hanno cura del gregge e mercenari a cui non importano le pecore; mercanti che vanno in cerca di perle preziose; esattori di imposte; padroni che vanno in piazza a cercare operai per le loro vigne; amministratori che approfittano dei beni del padrone; la vedova che getta la sua piccola offerta nel tesoro del Tempio; gli invitati a mensa che scelgono i primi posti; la donna che cerca la moneta smarrita; il pastore che va in cerca della pecora perduta; la vedova che importuna il giudice perché le faccia giustizia; il malato che ha bisogno del medico; la partoriente che, dopo aver dato alla luce il figlio, dimentica le sue sofferenze; il fariseo soddisfatto di sé che espone a Dio le sue benemerenze; il giovane ricco che fugge di casa e consuma le sue ricchezze con le prostitute.
    L’intelligenza di Gesù è intuitiva e molto sintetica: non solo egli coglie subito il nocciolo delle questioni ( e lo si vede dalla maniera pronta e talvolta ironica e sferzante con cui risponde alle domande-tranello ed alle obiezioni dei suoi avversari ) ma “vede” con intuizioni folgoranti quello che gli altri conquistano a fatica ed a poco a poco.
    Di qui la semplicità, la chiarezza e la grazia con cui esprime le cose più alte e difficili.
    Sembra che alla sua intelligenza nulla opponga resistenza: non c’è in lui ombra di sforzo; non si esprime con ragionamenti tortuosi e complicati, ma con frasi semplici e con stile incisivo; parole ed idee si snodano e fluiscono con naturalezza ed immediatezza, come se si trattasse di cose ovvie e non invece di cose mai udite prima di lui.
    Sembra poi che il suo occhio veda cose che agli altri sfuggono: egli legge “dentro”, non soltanto dentro il cuore degli uomini, ma anche dentro l’intima realtà delle cose, in cui scopre l’intervento di Dio.
    Così, per lui è Dio che “veste” i gigli del campo in maniera più splendida di quanto non sia vestito Salomone nello splendore della sua gloria; che “nutre” gli uccelli del cielo, i quali non seminano, né mietono né ammassano nei granai; che fa cadere la “sua” pioggia e fa sorgere il “suo” sole sui buoni e sui cattivi.
    Eppure Gesù non ha studiato come i rabbi del suo tempo: “Donde gli viene questa sapienza ?”, si chiedono stupiti i suoi compaesani di Nazaret, che lo conoscono come il figlio del falegname.
    Ma Davvero De Rosa ha scritto simili scempiaggini?
    semel in anno licet insanire, cotidie melius

  4. #4
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    Chiedilo ad Axe; a me piace come scrive, e lo trovo anche poetico.

  5. #5
    ????? ???????????? L'avatar di Pazza_di_Acerra
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    Chiedilo ad Axe; a me piace come scrive, e lo trovo anche poetico.
    La scempiaggine sta proprio in quello. La poeticità non c'entra un fico con la storia.
    semel in anno licet insanire, cotidie melius

  6. #6
    Opinionista L'avatar di crepuscolo
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    Sarò un sempliciotto ma pure sensibile, e quella, a mio avviso, profonda e sintetica descrizione del De Rosa per presentare i sentimenti di Gesù mi ha ricordato molti pensieri della mia vita ai quali sono molto attaccato; probabilmente, anzi, a quanto noto, è una probabilità quasi nulla, tali considerazioni mi potrebbero aver messo in sincronia con altri cristiani che hanno un senso poetico di Gesù.
    Per quanto riguarda il Gesù storico, nonostante abbia letto diversi libri, mi trovo sempre al punto di partenza, ed ad alla convinzione che la figura di Gesù non sarà mai del tutto storica.

  7. #7
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    Citazione Originariamente Scritto da axeUgene Visualizza Messaggio

    dopo aver fatto diventare un predicatore ebreo ultra-ortodosso l'inventore di una religione nuova, che è già una barzelletta per chi abbia un'idea minimamente accurata della società dell'epoca, un rivoluzionario socialista, un paladino dei diritti civili, oramai il gesuanesimo è divenuta una cosa "pop", dove manca solo un Gesù organizzatore di gay Pride che vestiva una tunica arcobaleno e le abbiamo lette tutte
    Se è per questo c'è anche un Gesù hippy visto da Crossan, nella sua pretesa ricerca del vero Gesù, fatto a sua immagine

  8. #8
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    Citazione Originariamente Scritto da axeUgene Visualizza Messaggio
    qui parla a credenti il De Rosa credente, che si rifà ai vangeli, visto che non esistono testimonianze storicamente affidabili;

    tuttavia, nello scritto che hai postato qualche settimana fa, alla fine dichiara che Gesù fu "giudicato e condannato come zelota", da quelli che lo conobbero e ascoltarono;
    direi che come "confessione" sulla probabilità storica dell'ipotesi sia abbastanza, perciò non mi intrometto più nelle fantasticherie che si leggono qui;

    non sono io, ma le chiese cristiane - un po' tutte - a preoccuparsi della verosimiglianza della narrazione, da contrapporre a quella tradizionale;
    La ricerca del Gesù storico si muove dal Gesù della storia ed il Gesù nella storia, circolo ermeneutico che accompagna sempre la ricerca stessa.
    Il "Gesù della storia" indica il movimento dal presente verso il passato mediante uno studio delle fonti che ne portano le tracce, condotto con una buona criteriologia storica.
    Il "Gesù nella storia" segue il movimento inverso, dal passato al presente attraverso l'influsso che ha avuto all'interno della storia, per cui Gesù ed il suo altissimo significato irrompono anche nella nostra storia, che si lascia illuminare in un confronto critico con la sua.
    Oggi questo circolo ermeneutico è presente in tutto il mondo, tanto che si può parlare di un Gesù globalizzato (Tatum).

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