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Discussione: Suviana

  1. #1
    Opinionista L'avatar di Ninag
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    Suviana

    Il rumore delle ambulanze riempie l’aria tranquilla del primo pomeriggio, guardo fuori non capisco da dove arrivi il suono se è un’ambulanza che arriva o che sta trasportando qualcuno.
    Il rumore si spegne e torna il silenzio.
    Esco, come sempre, per la solita riunione, mentre penso che qualcuno sia ferito da qualche parte, talvolta alcuni vanno verso il lago con le moto,
    incuranti dei possibili automobilisti che potrebbero incontrare dall’altra parte della carreggiata.
    L’auto va quasi da sola mentre i pensieri vagano, il paesaggio inizia a cambiare, la primavera lascia segni sempre più evidenti, gli Iris adornano le cunette, mentre i rusticani hanno colorato tutti i rami spogli degli alberi, alcuni Cercis Siliquastrum, inondano il paesaggio di un rosa acceso.
    La natura si risveglia, mentre mi avvicino alla sala dove abbiamo l’incontro sento il rumore di un elicottero che vola molto basso.
    Continuo per la mia strada, scendo dall’auto, vado alla riunione, incontro le colleghe che come sempre hanno un’aria affaticata, mentre accendo il computer per registrare l’evento, arriva una delle colleghe che con enfasi annuncia che c’è stato un incidente, un incidente alla centrale.
    La calma dei minuti precedenti viene turbata da questa notizia.
    La centrale si trova a pochi chilometri da noi, ma non è possibile visualizzarla.
    Lei racconta di ambulanze e vigili del fuoco, non sa bene cosa è successo, parla di un incendio. Iniziamo subito una ricerca frenetica sui media, la notizia è confermata, è avvenuta un’esplosione in profondità, la centrale è situata in fondo al lago, e gli impianti si trovano a una quarantina di metri di profondità.
    I volti si fanno preoccupati, un ‘esplosione all’interno di un edificio situato a quelle profondità è un evento tremendo.
    Le prime notizie parlano di persone ustionate, che sono state le prime ad essere soccorse.
    Le notizie si susseguono senza sosta, udiamo il rumore di altre ambulanze, la riunione diventa difficile, inizio a scrivere la breve relazione, ma con difficoltà, le mani sembra non vogliano piaggiare i tasti.
    Arrivano altre notizie, le peggiori, hanno ritrovato tre persone prive di vita, non oso immaginare cosa hanno provato in quei terribili attimi, quando ti rendi conto che qualcosa di spaventoso sta accadendo che là finisce la vita quella di ogni giorno, tuo figlio che chiede una merendina, un nipote che vuole essere preso in braccio, cosa mangiare, cosa indossare, lamentarsi del traffico, del caldo del freddo, dell’aumento della benzina. Il nulla, ti avvolge, ti brucia i polmoni e l’attimo è là, infinito, quando il sangue defluisce, ti lascia, l’aria si ferma, i tuoi occhi fissano l’ultimo istante, l’immagine che è rimasta là dentro la memoria del tuo ultimo attimo.
    Tre persone hanno perso la vita, in quel momento capiamo quanto l’incidente è stato grave, mancano le parole, proviamo a occuparci delle solite inezie, trovare un documento che era incompleto.
    Come ragnatele invisibili i nostri pensieri sono intricati, chi pensa all’amico che forse era là quel giorno, chi alza la voce forse solo per sentirsi vivo, chi si allontana dal gruppo cercando un attimo di silenzio.
    Le notizie arrivano senza sosta, quattro persone sono disperse, la situazione è tremenda, un solaio è crollato investendo il nono piano sotterraneo, e i locali sono stati invasi dall’acqua, come nei peggiori film catastrofici l’immagine di quelle persone là sotto a quelle profondità mi suscita un profondo sgomento, perché, è la domanda che ci poniamo, la vita, i sentimenti, l’essenza di un essere umano, spazzati via senza un perché.
    Il moloch sanguinario richiede sempre più vite è diventato esigente, presenta il conto a questa umanità persa spesso in facezie. La linfa vitale risucchiata, in mille modi, di guerre dichiarate e non, di altre combattute per dare un futuro ai figli, o anche solo per dire di esserci.
    Non bastano guerre, malattie, a flagellare gli esseri umani, esistono migliaia di modi per soffrire, ma ognuno cerca di aggrapparsi a quel ramoscello sperando che le forti correnti non li porti via.
    Sembra che non ci sia pace, che per ogni regalo ricevuto si debba pagare un prezzo molto alto, quali imperscrutabili disegni divini ci riserva l’ignoto, o forse è già tutto scritto e nulla possiamo fare per evitare quello che ci attende, la lotta non ha eguali, per avere un pezzo di cielo in terra a cui ogni persona aspira.

  2. #2
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    Il pensiero va verso i famigliari dei morti e dei feriti, non voglio pensare agli ustionati, alle sofferenze che stanno provando e ciò che gli aspetta , nella speranza di una delle migliori guarigioni fisiche e soprattutto psicologiche. Ogni qual volta che succedono di queste tragedie, di morire per il lavoro e sul lavoro viene sempre ripetuto la fatidica frase che non si ripeta mai più, ma sappiamo invece che purtroppo avverrà di nuovo. Già di per se stesso succedono simili disgrazie prendendo le dovute precauzioni antinfortunistiche, figuriamoci quando gli appalti di lavoro le vincono delle ditte che puntano al ribasso, e non solo. avvengono i sub appalti quindi le dovute precauzioni divengono sempre più labili, cercando di assumere meno maestranze e ritmi di lavoro più elevati. Con questo non mi riferisco al grave incidente del lago di Suviana non conoscendo le dinamiche dell'accaduto ma degli innumerevoli infortuni che sono accaduti soprattutto nel settore dell'edilizia che sono successi.

  3. #3
    Opinionista L'avatar di Ninag
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    Citazione Originariamente Scritto da Durante Visualizza Messaggio
    Il pensiero va verso i famigliari dei morti e dei feriti, non voglio pensare agli ustionati, alle sofferenze che stanno provando e ciò che gli aspetta , nella speranza di una delle migliori guarigioni fisiche e soprattutto psicologiche. Ogni qual volta che succedono di queste tragedie, di morire per il lavoro e sul lavoro viene sempre ripetuto la fatidica frase che non si ripeta mai più, ma sappiamo invece che purtroppo avverrà di nuovo. Già di per se stesso succedono simili disgrazie prendendo le dovute precauzioni antinfortunistiche, figuriamoci quando gli appalti di lavoro le vincono delle ditte che puntano al ribasso, e non solo. avvengono i sub appalti quindi le dovute precauzioni divengono sempre più labili, cercando di assumere meno maestranze e ritmi di lavoro più elevati. Con questo non mi riferisco al grave incidente del lago di Suviana non conoscendo le dinamiche dell'accaduto ma degli innumerevoli infortuni che sono accaduti soprattutto nel settore dell'edilizia che sono successi.
    Già, accade troppo spesso, e purtroppo sembra che la maggior parte delle persone viva sotto anestesia, non ci si ferma a pensare, si vive sempre di corsa o almeno è quello accade quasi a tutti. Ormai non ci scandalizziamo più, se fino a qualche anno fa c'era un barlume di resistenza al male, dopo la Covid, non ci meravigliamo di nulla, il dolore viene consumato come un prodotto a basso costo.

  4. #4
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    Centrale idroelettrica di Suviana

    Ciao Ninah, secondo le ultime notizie gli esperti sono concordi nell'indicare l’alternatore come elemento di incipit del disastro, vista la sua dinamica che ha portato prima a una esplosione e poi a un rogo. Anzi, nello specifico, l'olio del sistema di raffreddamento.

    Il problema è sorto nel gruppo due dell'impianto, il sistema turbina-alternatore-trasformatore gemello del gruppo uno, che era già stato collaudato e non aveva mostrato alcuna criticità.

    L’alternatore pesa circa 150 tonnellate, gira a 370 giri al minuto, circa 5 giri al secondo", ha spiegato Giovanni Toffolo, che fino a due anni fa era commissioning manager del team di Enel Green Power.

    Toffolo suppone che lo sbilanciamento dell'alternatore "potrebbe aver divelto una parte della struttura rompendo anche i cuscinetti". Questa parte dell'impianto è l'unica che presenta olio, sostanza che potrebbe aver contribuito all'incidente in quanto presenta caratteristiche di infiammabilità.

    L’olio è un elemento indispensabile, perché "serve per lubrificare, togliere attrito ad una struttura così grande che gira di continuo".

    L'incidente di Suviana rischia di rallentare lo sviluppo dell'idroelettrico, che tra le fonti rinnovabili è quella che offre migliore efficienza.

    Nel nostro Paese, per esempio, oltre il 40% dell'intera produzione energetica rinnovabile è garantita proprio dagli impianti idroelettrici, che da soli coprono la quantità di energia che viene prodotta assieme da eolico e solare.

    Questa centrale resterà probabilmente chiusa per anni, i danni ammontano a diverse centinaia di milioni di euro, ma soprattutto si dovrà studiare il sito e analizzare con precisione assoluta l'incidente.

  5. #5
    Opinionista L'avatar di Ninag
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    Citazione Originariamente Scritto da doxa Visualizza Messaggio

    Centrale idroelettrica di Suviana

    Ciao Ninah, secondo le ultime notizie gli esperti sono concordi nell'indicare l’alternatore come elemento di incipit del disastro, vista la sua dinamica che ha portato prima a una esplosione e poi a un rogo. Anzi, nello specifico, l'olio del sistema di raffreddamento.

    Il problema è sorto nel gruppo due dell'impianto, il sistema turbina-alternatore-trasformatore gemello del gruppo uno, che era già stato collaudato e non aveva mostrato alcuna criticità.

    L’alternatore pesa circa 150 tonnellate, gira a 370 giri al minuto, circa 5 giri al secondo", ha spiegato Giovanni Toffolo, che fino a due anni fa era commissioning manager del team di Enel Green Power.

    Toffolo suppone che lo sbilanciamento dell'alternatore "potrebbe aver divelto una parte della struttura rompendo anche i cuscinetti". Questa parte dell'impianto è l'unica che presenta olio, sostanza che potrebbe aver contribuito all'incidente in quanto presenta caratteristiche di infiammabilità.

    L’olio è un elemento indispensabile, perché "serve per lubrificare, togliere attrito ad una struttura così grande che gira di continuo".

    L'incidente di Suviana rischia di rallentare lo sviluppo dell'idroelettrico, che tra le fonti rinnovabili è quella che offre migliore efficienza.

    Nel nostro Paese, per esempio, oltre il 40% dell'intera produzione energetica rinnovabile è garantita proprio dagli impianti idroelettrici, che da soli coprono la quantità di energia che viene prodotta assieme da eolico e solare.

    Questa centrale resterà probabilmente chiusa per anni, i danni ammontano a diverse centinaia di milioni di euro, ma soprattutto si dovrà studiare il sito e analizzare con precisione assoluta l'incidente.
    Le notizie sono ancora incerte, di sicuro è che l'esplosione è stata spaventosa e che l'olio ha poi provocato l'incendio, oltre al danno subito da chi ha perso la vita, ci sarà un grande lavoro di ricostruzione e come giustamente dici prima che la centrale riprenda l'attività ci vorranno anni. Chi ancora lavora negli impianti che sono attivi nel Brasimone,( lago su con cui avviene lo scambio) non si sente più molto tranquillo a lavorare, si può capire il loro stato d'animo.

  6. #6
    Candle in the wind L'avatar di conogelato
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    La sicurezza sul lavoro: questa sconosciuta.
    Camminando o guidando in città, noto sempre con amarezza gli operai sui tetti: sempre tutti senza caschetto. Estate o inverno.

    Grazie per il tuo racconto, Nina.
    amate i vostri nemici

  7. #7
    Citazione Originariamente Scritto da conogelato Visualizza Messaggio
    La sicurezza sul lavoro: questa sconosciuta.
    ..........
    gli operai sui tetti: sempre tutti senza caschetto.
    E' vero: sconosciuta.
    Per chi lavora in altezza , l'EPI (Equipaggiamento di Protezione Individuale) necessario e indispensabile é proprio il...caschetto.
    Non la cintura di sicurezza, né il ponteggio, né le balaustre di protezione, né il "cavo di vita"...etc....
    Il "caschetto".
    Se questa é l' idea di "sicurezza", l'omicidio continuo sul lavoro continuerà.
    Con le lacrime di coccodrillo, gli applausi ai funerali, le ferme dichiarazioni di "Mai più".
    Nell'ignoranza e nell'ipocrita menefreghismo totale.
    I morti non votano.
    Ultima modifica di restodelcarlino; 16-04-2024 alle 14:40

  8. #8
    Opinionista L'avatar di Ninag
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    Citazione Originariamente Scritto da conogelato Visualizza Messaggio
    La sicurezza sul lavoro: questa sconosciuta.
    Camminando o guidando in città, noto sempre con amarezza gli operai sui tetti: sempre tutti senza caschetto. Estate o inverno.

    Grazie per il tuo racconto, Nina.
    Ovvio che spesso c'è il problema della sicurezza, ma in questo caso direi che il caschetto, o la cinturina sarebbero serviti a poco.

  9. #9
    Opinionista L'avatar di Ninag
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    Citazione Originariamente Scritto da restodelcarlino Visualizza Messaggio
    E' vero: sconosciuta.
    Per chi lavora in altezza , l'EPI (Equipaggiamento di Protezione Individuale) necessario e indispensabile é proprio il...caschetto.
    Non la cintura di sicurezza, né il ponteggio, né le balaustre di protezione, né il "cavo di vita"...etc....
    Il "caschetto".
    Se questa é l' idea di "sicurezza", l'omicidio continuo sul lavoro continuerà.
    Con le lacrime di coccodrillo, gli applausi ai funerali, le ferme dichiarazioni di "Mai più".
    Nell'ignoranza e nell'ipocrita menefreghismo totale.
    I morti non votano.
    Tutti fanno i famosi corsi sulla sicurezza, anche noi li facciamo, abbiamo tutti i DPI, poi compiliamo documenti che di solito non serviranno, se non a dire abbiamo fatto quanto previsto.
    C'è da dire che ancora nessuno sa cosa ha causato il disastro.

  10. #10
    Candle in the wind L'avatar di conogelato
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    Il tutto è per dire che la prima voce che si taglia quando si vuole "risparmiare" sui costi, è proprio la sicurezza.
    amate i vostri nemici

  11. #11
    Citazione Originariamente Scritto da conogelato Visualizza Messaggio
    Il tutto è per dire che la prima voce che si taglia quando si vuole "risparmiare" sui costi, è proprio la sicurezza.
    E' un assioma, o hai prove di questo?
    Domanda retorica, tanto non mi rispondi o rispondi a pene di segugio, come sempre quando si va sul concreto.
    Il problema della sicurezza (e l'ho detto molte volte, in questa sezione) é un problema di "Cultura". Il fattore "sghei" é influente, certamente.
    Puoi spendere milioni, ma se non investi nella "cultura della sicurezza", a tutti i livelli, cominciando dal più alto...soldi sprecati.

  12. #12
    Non ho commenti "tecnici" da fare in riferimento al tema specifico: le cause precise sono sconosciute. Un fatto apparentemente accertato é che l'accidente sia avvenuto durante operazioni di avviamento di macchinario importante. E quindi sarà fondamentale esaminare il "Commissioning", parolaccia gergale per indicare l'insieme di operazioni da eseguire per il primo avviamento di una installazione. Operazioni che devono venir eseguite secondo un piano strutturato, nel quale le procedure devono essere prestabilite e seguite alla lettera. Piano che deve essere esaustivo, corretto, e preparato da un gruppo di specialisti della materia. Con un responsabile di sicurezza, tecnicamente competente. Non si tratta di "cartaccia da riempire", ma un programma di operazioni definite nei minimi dettagli, con analisi di rischio, e parametri tecnici da misurare e controllare. Un lavoro di "Ingegneria", fatto da chi é competente. E' il punto di partenza dell'inchiesta per determinare le cause di un incidente/accidente. Almeno, cosi' lavora una Direzione Tecnica competente. Ed é cosi' che la Direzione Generale/ Amministratore Delegato deve imporre che si lavori....ed é da qui che si deve andare a cercare "il colpevole".
    Sull'argomento, già ho svanverato. Per esempio:
    https://discutere.it/showthread.php?...applausi/page2

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