Or, quando il Figliuol dell'uomo sarà venuto nella sua gloria, avendo con sé tutti gli angeli, allora sederà sul trono della sua gloria. E tutte le genti saranno radunate dinanzi a lui. (Matteo 25:31,32)

Da cosa deriva la gloria di Cristo? Dall'avere sul capo una corona e, quindi, molto potere? Dall'avere molto denaro? No, dall'essere stato perseguitato e assassinato ingiustamente. Questo nel caso della prima venuta.
Ma anche alla seconda venuta viene respinto e ignorato ingiustamente. Da qui procede la sua gloria.
Quindi la gloria non è quella mondana, ma quella conseguente ai suoi sacrifici a favore dell'umanità credente.
Quanto agli angeli, che accompagnano la seconda venuta, si tratta dei messaggeri umani che trasmisero il pensiero divino all'uomo.
Le loro parole, i loro scritti rimangono vivi. Loro stessi potrebbero essere già presenti nuovamente su questa terra e sicuramente sono vivi in anima e spirito.

Per far comprendere il concetto della gloria è utile riferirsi al discorso delle “beatitudini” (Matteo 5:3-12):

Beati i poveri di spirito, perché di essi è il regno dei cieli.
Beati i miti, perché essi erediteranno la terra.
Beati gli afflitti, perché essi saranno consolati.
Beati gli affamati e assetati della giustizia, perché essi saranno saziati.
Beati i misericordiosi, perché essi otterranno misericordia.
Beati i puri di cuore, perché essi vedranno Dio.
Beati quelli che procurano pace, perché saranno chiamati figli di Dio.
Beati i perseguitati per la giustizia, perché di essi è il regno dei cieli.
Beati siete voi, quando vi insultano e perseguitano, e dicono male contro di voi, mentendo, per causa mia.
Rallegratevi ed esultate, perché la vostra ricompensa è grande nei cieli: similmente, infatti, perseguitarono i profeti, che furono prima di voi.


Mentre gli uomini praticano queste virtù, per le quali sono proclamati beati, sono effettivamente beati o stanno soffrendo? Sono già beati davanti a Dio, ma al momento stanno soffrendo e la loro beatitudine si rifierisce a un futuro di ricompensa divina. Così è anche per la gloria: si soffre per conquistarla ed è già presente davanti a Dio, ma è legata a un futuro di ricompensa.
Ciò che voglio dire è che non bisogna confondere un futuro di ricompensa con un presente di sofferenza. Il presente, comunque, precede il futuro.