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Discussione: "La danse" e la fraternità

  1. #1
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    "La danse" e la fraternità


    Henri Matisse, La danse (seconda versione), olio su tela, 1910, Museo dell’Hermitage, San Pietroburgo

    "La Danse" è il nome di due dipinti di Henri Matisse (1869 – 1954).
    La prima versione, del 1909, è conservata a New York al Museo di arte moderna; la seconda versione, del 1910, è al Museo dell’Ermitage di San Pietroburgo.

    Le cinque figure nude danzanti hanno le braccia protese nello slancio di afferrarsi l’un l’altra mentre si muovono in cerchio.

    I loro corpi sono rappresentati in torsione durante il movimento rotatorio.

    Il dipinto è tripartito: il cielo, la terra e le figure danzanti. Anche i delineati colori sono soltanto tre.

    Per questa seconda versione de “La danza” Matisse disse: “Il primo elemento della costruzione fu il ritmo, il secondo una vasta superficie blu scuro (allusione al cielo mediterraneo nel mese di agosto); il terzo un verde scuro (il verde dei pini mediterranei). Partendo da questi elementi, i personaggi non potevano che essere rossi, per ottenere un accordo luminoso”.

    Questo quadro di Matisse evoca lo slancio verso la fraternità e il libro scritto dal sociologo e filosofo francese Edgar Morin, titolato “Fraternità perché ? E quale fraternità ?, pubblicato nel 2020 dall’editrice Ave.

    “Liberté, Egalité, Fraternité” è il famoso motto scaturito durante la Rivoluzione francese.

    La libertà e l'uguaglianza sono sancite in Francia nell'articolo 1 della “Dichiarazione dei diritti dell’uomo e del cittadino”, del 1789.

    Morin evidenzia che nella predetta triade democratica la fraternità rimane emarginata.

    La mancanza di fraternità suscita l’individualismo sfrenato che provoca ingiustizia: sociale, economica e ambientale.

    Basti pensare all’esasperato liberismo provocato dalla globalizzazione e alle conseguenze in termini di diseguaglianza economica e sociale che ne sono derivate.

    Citando le figure vetero-testamentarie di Abele e Caino, Morin ricorda come ogni fraternità possa manifestarsi in una rivalità, se a prevalere sono Polemos e Thanatos, intesi come principi, istinti di separazione e distruzione.

    Allora si capisce meglio il drammatico dialogo tra Caino e Yavhé.

    Dio chiede a Caino: “Dov’è Abele, tuo fratello ?”

    Caino risponde: “Non lo so. Sono forse io il guardiano di mio fratello ?” (Gn 4, 9). Questa risposta evidenzia il rifiuto della fraternità, del sentirsi custode di Abele.

    Lo stesso rifiuto è presente nell’episodio di Giuseppe venduto dai fratelli (Gn 37, 12 – 36), ecc..

    Nell’enciclica “Fratelli tutti”, papa Francesco si chiede: “Che cosa accade senza la fraternità consapevolmente coltivata, senza una volontà politica di fraternità, tradotta in un’educazione alla fraternità, al dialogo, alla scoperta della reciprocità e del mutuo arricchimento come valori ?
    Succede che la libertà si restringe, risultando così piuttosto una condizione di solitudine, di pura autonomia” (n. 103).

    Allo stesso modo, l’uguaglianza, senza la fraternità rimane un valore astratto. L’una e l’altra hanno una sola strada da percorrere se vogliono continuare a essere ispiratrici di un nuovo umanesimo: accettare di accompagnarsi costantemente con la fraternità.

    In un mondo che spesso manifesta il suo lato più individualistico e antagonistico, la fraternità appare sempre più come lo scopo e al tempo stesso il mezzo per superare rivalità e conflitti, diseguaglianze e crudeltà.

    Il sostantivo fraternità (dal latino fraternitas e questo da frater = fratello), allude al sentimento di amicizia, affetto, solidarietà. Viene manifestata verso coloro che non sono fratelli ma vengono considerati come se lo fossero, legati da questo sentimento che esprimono con azioni generose di aiuto disinteressato, presuppone la parità tra individui.

  2. #2
    Candle in the wind L'avatar di conogelato
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    One word: thank you!
    Io mi sento tuo fratello. Anche se non ci conosciamo di persona.
    amate i vostri nemici

  3. #3
    Opinionista
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    Si, va bene, sei mio fratello, però non dimentico che i nostri genitori hanno lasciato a te tutta l'eredità e a me mi hanno diseredato !

    Caro Cono, fraterno amico, anche se oggi non puoi andare a Milano, informo te e le ladies che abitano in questa città o nei dintorni, che al "Piccolo teatro Strehler" si conclude stasera (28 gennaio) la rappresentazione di “Fraternité, conte fantastique”, dell’autrice e regista francese di origini vietnamite Caroline Guiela Nguyen, la quale immagina che una eclisse provochi la sparizione della metà degli esseri umani. Chi è rimasto non sa dove siano le persone care sparite. Sperano nel loro ritorno, mentre anno dopo anno vedono la propria vita avvolgersi intorno al vuoto di quell’assenza. L’afflizione li induce ad affrontare insieme il mistero.

    I sopravvissuti, che parlano lingue diverse e appartengono a culture differenti, vengono accolti e assistiti nei “Centri di cura e consolazione”, luoghi della memoria e del lutto, allestiti nelle scuole e dotati di schermi e tecnologie che permettono di controllare i moti della Terra, il susseguirsi delle eclissi, il ritmo del proprio battito cardiaco. Li si aiuta a registrare messaggi da lanciare nello spazio, nel disperato tentativo di rintracciare gli scomparsi.

    Qui con poesia e delicatezza si confondono realtà e fantascienza, piccoli momenti di vita che, come fremiti improvvisi, animano vite al margine, pronte a svanire nel nulla. Sono le testimonianze di un presente lanciato nello spazio come la luce di una stella, le fievoli luci della fratellanza.

    Caroline Guiela Nguyen ha affidato il suo racconto a una compagnia composta da attrici e attori professionisti e non.

    La fantastica idea pone la questione dell’alterità, è diventa pretesto per raccontare le vite sospese di quanti ignorano il destino dei propri cari, sorte comune ai migranti, ai profughi, alle vittime delle guerre.

    L’autrice evidenzia che spesso tendiamo a confondere la fraternità con “solidarietà”, ma questa è di breve durata e si esaurisce nell’hic et nunc, nel presente. Invece, è possibile avere uno slancio fraterno nel futuro senza averlo provato nel passato.
    Ultima modifica di doxa; 28-01-2023 alle 12:08

  4. #4
    Candle in the wind L'avatar di conogelato
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    Citazione Originariamente Scritto da doxa Visualizza Messaggio
    Si, va bene, sei mio fratello, però non dimentico che i nostri genitori hanno lasciato a te tutta l'eredità e a me mi hanno diseredato !
    Non è così, guarda. Gesù Cristo ha buttato giù il muro di separazione fra credenti e pagani, fra religiosi e atei. È morto infatti per tutti. Ha dato la Vita per tutti. Per me e per te. Sei erede anche te. A tutti gli effetti!
    amate i vostri nemici

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