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Discussione: Perché la conoscenza del bene e del male porta alla morte?

  1. #1

    Perché la conoscenza del bene e del male porta alla morte?

    Per l’uomo giungere alla conoscenza del bene e del male ha portato a spezzare la pace interiore che aveva in origine.
    Non era uno stato di incoscienza o di sottomissione ma di beatitudine,di soddisfazione,di una felicità che l’uomo,nonostante la sua ricerca,non è più riuscito a colmare.

    Conoscere il bene e il male ha creato il dubbio,l’incertezza dell’azione originando una vita di angoscia.

    Conoscere l’essenza del male vuol dire avere la possibilità di essere tentati.
    Dio ha la forza di opporsi al male,l’uomo no.
    Se non riesce a contrastare il male l’uomo si immerge nella sua situazione corporea,lo spirito cede alla carne con tutte le conseguenze compresa la morte(come quella di tutti gli animali).

    Conoscere il bene e desiderarlo e non riuscire ad attuarlo dà atto a frustrazione e sofferenza spirituale.

    L’incertezza induce a pensare:-Sarà bene,sarà male?-
    Si è incapaci spesso di una scelta di pensiero e di comportamento.
    Si fraintende il bene e lo si trasforma in male(educazioni errate,integralismi,errori anche in ambiti religiosi).

    La sessualità viene fatta entrare nella categoria del male e diventa vergogna.
    Si conosce la propria nudità di carattere e impotenza d’azione assieme ai limiti di conoscenza.
    Talvolta si cerca un bene forzato,non sincero e diretto ad uno scopo(il premio).

    Il male attira,il bene è faticoso e il conflitto rende infelici.

    Volendo conoscere il bene e il male è come se l’uomo avesse detto a Dio:-Faccio da solo,non impicciarti!-
    Questo nell’idea di molti è positivo in quanto l’uomo diventa padrone di sé,delle sue decisioni,mette in moto l’intelligenza e si crea il proprio destino ma ne consegue che tutto ciò che succede di positivo ma anche di negativo(catastrofi,malattie)non è imputabile a Dio lasciato fuori da tutto ciò.
    La Natura ha le sue regole e la responsabilità risiede nell’incapacità umana di fronteggiare determinate situazioni.
    Se si esclude Dio dalla propria esistenza si è soli ma l’abbandono è dalla parte dell’uomo non per un disinteresse di Dio.

    Gesù come uomo è stato soggetto alla tentazione(che altrimenti sarebbe stata una finzione)
    Vincendo Gesù ci ha proposto un riavvicinamento,una possibilità di tendere la mano verso Dio per non tenerlo escluso per sempre e questo ci dà la prospettiva di una nuova esistenza ma non di una vita così com’è ora che deve concludersi con la morte.

    La conoscenza del bene e del male genera spaccature nei rapporti umani perché si creano divergenze di opinioni che portano a contrasti anche violenti,rivalità,dissidi in parole e fatti:chi si schiera da una parte chi dall’altra,chi crede,chi non crede,chi giustifica e chi condanna e così via.

    Le guerre(non solo fisiche ma anche ideologiche,sociali,religiose,filosofiche)sembrano essere il pane,il gusto di questa Umanità non abituata alla concordia per cui l’andare d’accordo diventa monotonia e noia.
    Il contendere,il litigare dà un certo senso di vitalità e una felicità tutta diversa da quella originale che a noi sembra inconcepibile e totalmente piatta perché non la conosciamo e ci sembra insulsa(il bene e il male ce l’hanno fatta dimenticare ma Gesù ce l’ha ricordata con la regola del “porgi l’altra guancia”che mette fine ad ogni discordia).

    Vivere per sempre nelle attuali condizioni sarebbe una sofferenza continua(nelle contese c’è sempre chi soffre).
    In questo caso la morte è liberatoria,una salvezza da una situazione transitoria che si è venuta a creare con la conoscenza del bene e del male.

  2. #2
    Candle in the wind L'avatar di conogelato
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    Come tutti peccano in Adamo, così tutti sono giustificati in Cristo! Lo abbiamo ascoltato oggi a Messa. La tentazione continua dell'uomo è quella di fare a meno di Dio, di prendere il Suo posto, di sostituirsi a Lui ed eclissarLo dal suo orizzonte di vita....
    Alla fine però cosa accade? Di fronte alla Morte si ritrova solo, si ritrova impaurito, si ritrova nudo.
    La vera Conoscenza sta invece nell'affidarsi al Padre: è solo il Padre che sa cosa è Bene e cosa è Male per noi. Gesù Cristo ha fatto così. Siamo chiamati all'Umilta'. Alla semplicità dei bambini, che credono ciecamente al loro papà.

    "Se non diventerete come bambini, non entrerete nel Regno dei Cieli"
    amate i vostri nemici

  3. #3
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    Ciao Rachele, ben tornata !

    Presumevo che fratel Cono fosse in agguato per essere il primo in questo thread ad esprimerti la sua opinione sul bene e sul male, oggetto di dibattito fin dall’antichità.

    Ed ora ti dico la mia...

    Ad Isaia, profeta di sventure, Dio disse: “Io formo la luce e creo le tenebre, / faccio il bene e provoco la sciagura; / io, il Signore, compio tutto questo” (45, 7).

    Se ciò è vero, Dio è un giocherellone: per passare il tempo piacevolmente si diverte, a suo dire, a fare il bene e il male. Con tono perentorio afferma: “io (sono) il Signore”. Forse non ci credeva nemmeno lui di essere il Dio unico ed ebbe l’esigenza di ribadirlo.

    Sei una donna intelligente, perciò dovresti trascurare la teodicea, la cosiddetta “giustizia di Dio”, perché Egli è “ingiusto”, o per meglio dire, non esiste !.

    All’antico filosofo greco Epicuro (341 a. C. – 270 a. C.) viene attribuito questo sillogismo:

    Se un dio onnipotente e perfettamente buono esiste, allora il male non esiste.

    C'è il male nel mondo.

    Quindi, un dio onnipotente e perfettamente buono non esiste.

    Il filosofo, matematico e teologo tedesco Gottfried Wilhelm von Leibniz (1646 – 1716), scrisse: “Si Deus est, unde malum? Si non est, unde bonum?” (= Se Dio esiste, da dove [viene] il male? E se non esiste, da dove [viene] il bene?). La citazione è tratta dai “Saggi di teodicea sulla bontà di Dio, la libertà dell’uomo e l’origine del male” (parte prima, n. 20) e si basa su una frase dell’antico filosofo Severino Boezio (480 circa – 525 circa), che nel “De consolatione philosophiae” scrisse: “Si quidem deus est, unde mala? Bona vero unde, si non est? (= Se Dio esiste, da dove vengono i mali? Ma da dove vengono i beni, se Dio non esiste?) I, prosa, IV, verso 30.

    La necessità di spiegare l’esistenza del male nasce dalla convinzione che esista Dio, considerato buono e onni-tutto.

    Lo scrittore portoghese José Saramago nel suo romanzo titolato “Vangelo secondo Gesù Cristo”, fa dire a Dio rivolto a Satana che bene e male, vita e morte sono interdipendenti: “Perché io sia il bene, è necessario che tu continui ad essere il male, se il diavolo non esiste come diavolo, Dio non esiste come Dio, la morte di uno sarebbe la morte dell’altro”.
    Ultima modifica di doxa; 27-02-2023 alle 15:22

  4. #4
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    Citazione Originariamente Scritto da Rachele Giacobi Visualizza Messaggio


    Conoscere il bene e desiderarlo e non riuscire ad attuarlo dà atto a frustrazione e sofferenza spirituale.
    Più che non riuscire ad attuarlo, che è possibile, come dice chiaramente Gesù, io direi con più precisione: non ritrovarlo nel mondo.

  5. #5
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    -
    Si è incapaci spesso di una scelta di pensiero e di comportamento.
    Non credo sia un'idea generale quanto piuttosto una tua opinione.

  6. #6
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    -

    Il male attira,il bene è faticoso e il conflitto rende infelici.

    Che il male attiri è sempre un tuo personale pensiero perché, se si conosce la soddisfazione di attuare il bene che c'è in noi, ti assicuro che è una gran soddisfazione, che nobilita l'animo e rende partecipi alla divinità.

  7. #7
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    Come tutti peccano in Adamo, così tutti sono giustificati in Cristo! Lo abbiamo ascoltato oggi a Messa. La tentazione continua dell'uomo è quella di fare a meno di Dio, di prendere il Suo posto, di sostituirsi a Lui ed eclissarLo dal suo orizzonte di vita....
    Anche questa è una convenzionale predicazione ecclesiale che non rivela l'identità di tutte le persone; come è possibile sostituirsi a Dio?
    Come paragone, anche se un po' ridicolo, potrei immaginare una scimmia che cerca di essere un uomo.
    Cono, per me sei un idealista ripetitivo; quello che vuol insegnare agli altri dicendo che tutti gli uomini sono cattivi o peccaminosi per far uscire dal cappello il tuo rimedio; rimedio che a mio avviso non è certo quello che insegnava Gesù.

  8. #8
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    Citazione Originariamente Scritto da conogelato Visualizza Messaggio
    Alla semplicità dei bambini, che credono ciecamente al loro papà.
    Anche quando il papà è ingiusto?
    Il papà come ha detto Gesù non sempre è giusto, e l'ha detto chiaramente.
    Se vuoi ti vado a cercare il versetto.

  9. #9
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    Citazione Originariamente Scritto da doxa Visualizza Messaggio

    Lo scrittore portoghese José Saramago nel suo romanzo titolato “Vangelo secondo Gesù Cristo”, fa dire a Dio rivolto a Satana che bene e male, vita e morte sono interdipendenti: “Perché io sia il bene, è necessario che tu continui ad essere il male, se il diavolo non esiste come diavolo, Dio non esiste come Dio, la morte di uno sarebbe la morte dell’altro”.
    Ciao doxa, ho letto il libro di Saramago ed ho notato che l'autore è un determinista impressionante da lasciare alla fine del libro una tristezza quasi inconsolabile.
    Nel libro è determinata la nascita ed è determinata la morte del personaggio, al limite ciò si può pure accettare perché la nascita non dipende da noi, ed anche la morte, seppure in maniera velata, ma la vita, che è in questo intervallo, per me è nostra, siamo noi che decidiamo che cosa fare o non fare, almeno ciò accade nelle persone normali; invece Saramago sembra avere l'idea che anche la vita non dipenda da noi, e questa idea, personalmente, non lo condivido.
    Imputare tutto a Dio è come non esistere, infatti il Gesù di Saramago, è come se non fosse mai esistito, in quanto forzatamente strumento di Dio.
    Sinceramente non riesco ad immaginare un Dio del genere. Quello che faccio o non faccio è mio, eventualmente Dio mi ha creato lo scenario in cui poter esercitare questa mia sacrosanta libertà.
    Infine nel libro non compare minimamente la figura di un Dio giudice, perché un Dio giudice implica una precedente libertà di agire, sia nel bene che nel male.

  10. #10
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    Anche quando il papà è ingiusto?
    Il papà come ha detto Gesù non sempre è giusto, e l'ha detto chiaramente.
    Se vuoi ti vado a cercare il versetto.
    Visto che avete tutti lo stesso padre e credete nello stesso padre, com'è che state sempre attaccati ai suoi "pantaloni," se non sempre è giusto, se non è questo specchio di bontà e giustizia?
    Se non è giusto e buono del tutto nemmeno lui, allora si capisce perché stiamo messi male!
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  11. #11
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    Visto che avete tutti lo stesso padre e credete nello stesso padre
    Ma se ci sono tanti modi di esistere come si può avere lo stesso padre?
    E' vero che Gesù dice che c'è un solo padre, infatti il padre è quello che è, ma in compenso ci sono pure tanti figli....e figlie.
    Donna sapiens!

  12. #12
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    Se dio è uno ed è il solito, che c'entrano le diversità dei figli ed i differenti modi di esistere?
    Se citi pure l'esistenza di un versetto dove dici che viene affermata l'ingiustizia e/o cattiveria di dio, a che servono i soliti discorsi assurdi e che girano là frittata?
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  13. #13
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    Se dio è uno ed è il solito
    Non capisco che vuoi dire con "il solito" visto che a detta di tutti i credenti, me compreso, Dio è inconoscibile in sé.

  14. #14
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    Se citi pure l'esistenza di un versetto dove dici che viene affermata l'ingiustizia e/o cattiveria di dio
    Dove ho affermato l'esistenza di tale versetto?
    O vaneggi tu o vaneggio io, questo è da chiarire.

  15. #15
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    a che servono i soliti discorsi assurdi e che girano là frittata?
    A dir la verità la frittata l'ho girata ieri quando ho cucinato la frittata con le patate.

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