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Discussione: Mi ha visto, mi ha amato

  1. #1
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    Mi ha visto, mi ha amato

    Lo scrittore e poeta americano Wendell Berry nel suo romanzo “Hannah Coulter”, fa dire ad Hannah: “Quando consegni te stessa all’amore per una persona non puoi evitare di consegnarti anche alla sofferenza”. Il consiglio attinge al realismo della vita. Infatti quando t’innamori devi accogliere l’altro non solo per le sue virtù e qualità, ma anche nei suoi limiti. Ogni idealizzazione e illusione sono rischiose nel fluire della convivenza. L’amore non è soltanto sentimento e passione, ma anche raziocinio, confronto, verifica.

    Il personaggio Hannah Coulter: si è sposata due volte ed ha tre figli.

    Hannah e Nathan (il secondo marito) desiderano che i figli studino, ma sanno che proprio quella formazione istituzionale che riceveranno li allontanerà per sempre da loro. Infatti tutti e tre i figli lasceranno presto quel piccolo centro di uno Stato del Sud per stabilirsi nelle megalopoli del grande business.

    Hannah e Nathan li vedono cambiare: i figli vengono di rado a trovarli, hanno tutti situazioni familiari complicate a causa dei ritmi di vita, della frammentazione sociale che subiscono, del lavoro che sconvolge tutto: affetti, amicizie, parentele.

    E alla fine non resta più niente: si sfilacciano i rapporti logorati dal non detto, dal non poter dire, perché non c’è tempo, e non c’è perché “il tempo è denaro”.

    Muore anche Nathan, il secondo marito, e Hannah, ormai anziana e stanca trascorre la vecchiaia nella sua fattoria del Kentucky ricordando le vicende della propria esistenza: “È stata lunga, è stata dura, è stata bella”. Sempre in campagna, a contatto con la terra. È questo un po' il fulcro del romanzo, il legame con la terra e tra le persone che vi sono legate.

    Invece lo scrittore drammaturgo francese Pierre du Ryer (1605 – 1658), nella tragi-commedia del 1636 titolata “Cleomedonte”, fa dire ad Argire (regina, madre di Celiante e Cleomedonte): “… e come un cuore giovane è presto infiammato, / mi ha visto, mi ha amato, ho visto lui, l'ho amato. / Si avvicina a me, mi parla con altrettanti incantesimi / che ha nascosto con finta e mi ha preparato con le lacrime. / Ma non ha avuto difficoltà a conquistare il mio cuore, / dal momento che già il suo occhio era il vincitore” (atto I, scena I, versi 171 – 176).

    In altre parole, ti amo da molto tempo. Da quando ti ho visto ho cessato di essere me stessa. Mi sembra che fin dal primo momento ti avrei seguito, se tu mi avessi chiamata.

    Il cardinale Gianfranco Ravasi in un suo noto articolo pubblicato più volte su vari giornali riflette sulla frase “mi ha visto, mi ha amato, ho visto lui, l'ho amato”, ed ha scritto:
    “È il cosiddetto "colpo di fulmine" che travolge due persone che fino a quel momento si ignoravano e che ora divengono ‘una sola carne, come si dice nella Genesi (2,24).

    La donazione d'amore, totale, pronto a giungere a quell'apice che Gesù ha tratteggiato in modo folgorante nel Cenacolo, nell'ultima sera della sua vita terrena: ‘Non c'è amore più grande di chi dà la vita per la persona che ama’ (Giovanni 15,13).

    "L'amore perfetto va anche oltre la legge dell'amare il prossimo come se stessi (Levitico 19,18), perché ama l'altro con dedizione.
    Questo antico ideale è così diverso dal comportamento contemporaneo
    ”.

    Inoltre, il cardinal Ravasi evidenzia che ormai “l'innamoramento è un incontro superficiale, un contatto di pelle e non certo un dialogo di anime. Tutto si consuma ben presto e si riduce a una fra le tante 'esperienze'. Oppure si rivela un mero possesso che scatena non passione, ma solo gelosia e persino violenza, come spesso accade. È necessario, allora, educare ancora all'amore autentico perché, quando lo si incrocia nell'esistenza lo si scopra in tutto il suo fascino e bellezza, in tutta la sua pienezza vitale”.
    Ultima modifica di doxa; 07-03-2023 alle 08:47

  2. #2
    Candle in the wind L'avatar di conogelato
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    Grazie di esistere, Doxa.
    Ancora di più, San Paolo, arriva a dire che senza l'Amore non si ha niente e non si è niente.

    Grazie, sei una perla preziosa.
    amate i vostri nemici

  3. #3
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    Gentile Cono, tu mi lusinghi per consolarmi della mia afflizione, che voglio far sapere anche agli altri:

    “Ho commesso il peggiore dei peccati che possa commettere un uomo: non sono stato felice”
    (Jorge Luis Borges).


    Ti prego, indossa la talare, la stola e dammi l’assoluzione sacramentale.

    Assolvimi dal mio peccato, però limitati all'Ego te absolvo a peccatis tuis in nomine Patris et Filii et Spiritus Sancti .
    Non fare come al tuo solito: all'assoluzione mi aggiungi un extra-sacramentale, le pene ecclesiastiche come la scomunica o l'interdetto.

    Buon pomeriggio Caro Cono.

    p. s.

    Non dimenticare di mettere sul capo la berretta, detta anche tricorno, con fiocco sulla parte superiore.

    Ultima modifica di doxa; 08-03-2023 alle 16:25

  4. #4
    Candle in the wind L'avatar di conogelato
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    Guarda che sei sempre in tempo....
    Anche Agostino arriva tardi all'Amore e poi se ne abbevera abbondantemente!

    Comunque....

    Ego te absolvo, ci mancherebbe.

    In nomine Patris et Filii et Spiritus Sancti . Vai in pace.
    amate i vostri nemici

  5. #5
    Candle in the wind L'avatar di conogelato
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    "Tardi ti amai, bellezza così antica e così nuova, tardi ti amai. Sì, perché tu eri dentro di me e io fuori. Lì ti cercavo. Deforme, mi gettavo sulle belle forme delle tue creature. Eri con me, e non ero con te. Mi tenevano lontano da te le tue creature, inesistenti se non esistessero in te. Mi chiamasti, e il tuo grido sfondò la mia sordità; balenasti, e il tuo splendore dissipò la mia cecità; diffondesti la tua fragranza, e respirai e anelo verso di te, gustai e ho fame e sete; mi toccasti, e arsi di desiderio della tua pace.”

    Agostino di Ippona
    amate i vostri nemici

  6. #6
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    Buongiorno Cono,

    dai proseguiamo sul tema dell’amore.

    Ti faccio leggere cosa scrisse Jorge Luis Borges:



    "E' l'amore".


    È l'amore. Dovrò nascondermi o fuggire.

    Crescono le mura delle sue carceri, come in un incubo atroce.

    La bella maschera è cambiata, ma come sempre è l'unica.

    A cosa mi serviranno i miei talismani: l'esercizio delle lettere, la vaga erudizione, le gallerie della Biblioteca, le cose comuni, le abitudini, la notte intemporale, il sapore del sonno?

    Stare con te o non stare con te è la misura del mio tempo. È, lo so, l'amore: l'ansia e il sollievo di sentire la tua voce, l'attesa e la memoria, l'orrore di vivere nel tempo successivo.

    È l'amore con le sue mitologie, con le sue piccole magie inutili.

    C'è un angolo di strada dove non oso passare. Il nome di una donna mi denuncia. Mi fa male una donna in tutto il corpo".


    Ti piace ? A me poco !

  7. #7
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    Borges descrive l'innamoramento iniziale, il flash....la scarica elettrica che ci attraversa in quei momenti della Vita....
    Da lì, la passione deve trasformarsi in Amore: l'Eros in Agape.
    amate i vostri nemici

  8. #8
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    Il beneamato confratello Cono ha scritto:

    …la passione deve trasformarsi in Amore: l'Eros in Agape.
    So che tra i laici miscredenti è prassi diffusa, anzi è rito collettivo onorare l’eros con l’attività sessuale; non pensano all’amore disinteressato, all’agape: all’amore di Dio nei confronti dell’umanità, secondo la teologia cristiana.

    Come “gentiluomo di sua santità”, sai che è l’amore ad indurre la passionalità, non è la passione che si trasforma in amore.

    L'amore passionale è un'esperienza totalitaria e chi ne è coinvolto crede che sia eterno, perciò disperante in caso di separazione.

    Per l'amante la persona idealizzata è unica, ne diventa dipendente. Capita con gli amori "adulterini", gli amori "a distanza", come quello tra te e Dio.

    Un bel saluto amico Cono.
    Ultima modifica di doxa; 13-03-2023 alle 21:06

  9. #9
    Candle in the wind L'avatar di conogelato
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    Altrettanto a te, carissimo!

    "L'uomo, composto «di corpo e di anima» diventa «veramente se stesso, quando corpo e anima si ritrovano in intima unità». Da ciò - deriva che «l'eros degradato a puro sesso diventa merce, una semplice cosa che si può comprare e vendere, anzi, l'uomo stesso diventa merce». L'amore vero ha, quindi, necessità di «un cammino di ascesa e di purificazione»; necessità di «esclusività» e del suo essere «per sempre» in quanto «mira all'eternità». «L'eros rimanda l'uomo al matrimonio, a un legame caratterizzato da unicità e definitività (...) all'immagine del Dio monoteistico corrisponde il matrimonio monogamico. Il matrimonio basato su un amore esclusivo e definitivo diventa l'icona del rapporto di Dio con il suo popolo e viceversa». L'amore è definito «estasi», intesa come«cammino, come esodo permanente dall'io chiuso in se stesso verso la sua liberazione nel dono di sé».

    Da questa dimensione di «agape», l'amore può poi scalare le vette dell'offerta totale e assoluta non solo a una persona, come è nella normalità del rapporto di coppia, ma a più persone fino all'intera umanità, come avviene nelle famiglie aperte alla vita e all'accoglienza e anche, in altro ambito, nella vocazione presbiterale o religiosa, facendosi «tutto a tutti». L'amore esige una intima compenetrazione e un profondo equilibrio tra corpo e anima, tra l'eros e l'agape, tra l'umano e il divino".

    Deus Caritas est - Joseph Ratzinger
    amate i vostri nemici

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