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Discussione: Urbano VIII

  1. #1
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    Urbano VIII

    Quest’anno ricorre il quattrocentesimo anniversario della “salita al soglio pontificio” del cardinale Maffeo Vincenzo Barberini, che assunse il nome “Urbano VIII”. Fu eletto nel 1623 e pontificò fino al 1644, anno della sua morte. Era nato a Firenze nel 1568.

    Durante il suo pontificato nacquero e vennero diffuse l’architettura e l’arte barocca, in concomitanza con l’attuazione della Controriforma cattolica come risposta alla Riforma protestante. Nell’arte si tradusse col distacco dal manierismo della fine del ‘500 per assumere nuove caratteristiche.

    Il sostantivo “barocco” fu coniato nel XVIII secolo per definire l’arte e l’architettura del ‘600. Originariamente veniva usato come dispregiativo, per indicare in una composizione artistica la mancanza di regolarità, di ordine. Infatti le caratteristiche fondamentali dell’architettura barocca sono le forme curve, gli andamenti sinuosi, come le ellissi e le spirali, la teatralità, il tutto per destare meraviglia.

    Quel nuovo stile dinamico oltre l’architettura coinvolse anche la scultura e la pittura.

    Lo stile Barocco nacque a Roma con i lavori dell’architetto e pittore Pietro da Cortona e del pittore Giovanni Lanfranco, che raccolsero e svilupparono alcuni fermenti culturali presenti in lavori precedenti: i dipinti di Rubens e del Guercino, e nei lavori artistici di quel tempo: le sculture e le architetture di Gian Lorenzo Bernini, le architetture di Francesco Borromini, ecc..

    Nel nostro tempo il termine “barocco” non ha più la valenza negativa.

    Pietro da Cortona elaborò grandi scenografie e fu maestro di riferimento per altri pittori.

    Al pontefice Urbano VIII fece questo bel ritratto.


    Pietro da Cortona, ritratto del papa Urbano VIII, olio su tela, 1627, Collezione Sacchetti.

    Il pontificato di Urbano VIII ha lasciato un’impronta indelebile a Roma, perciò in questa città viene commemorato con due eventi:

    La grande mostra titolata : “L’immagine sovrana. Urbano VIII e i Barberini”: fino al 30 luglio a Palazzo Barberini;

    Il Quirinale di Urbano VIII” è il titolo dell’iniziativa promossa dalla presidenza della Repubblica.

    Il percorso di visita è dedicato ai luoghi e alle opere del Palazzo del Quirinale collegati alla figura del pontefice Urbano VIII.

    Dal 29 aprile al 23 luglio ogni sabato e domenica alle ore 9.45 il pubblico potrà usufruire della visita in lingua italiana di un’ora e venti al costo di euro 1,50 a partecipante (prenotazioni sul sito https://palazzo.quirinale.it).

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  2. #2
    ????? ???????????? L'avatar di Pazza_di_Acerra
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    Citazione Originariamente Scritto da doxa Visualizza Messaggio
    Quest’anno ricorre il quattrocentesimo anniversario della “salita al soglio pontificio” del cardinale Maffeo Vincenzo Barberini, che assunse il nome “Urbano VIII”. Fu eletto nel 1623 e pontificò fino al 1644, anno della sua morte. Era nato a Firenze nel 1568.

    Durante il suo pontificato nacquero e vennero diffuse l’architettura e l’arte barocca, in concomitanza con l’attuazione della Controriforma cattolica come risposta alla Riforma protestante. Nell’arte si tradusse col distacco dal manierismo della fine del ‘500 per assumere nuove caratteristiche.

    Il sostantivo “barocco” fu coniato nel XVIII secolo per definire l’arte e l’architettura del ‘600. Originariamente veniva usato come dispregiativo, per indicare in una composizione artistica la mancanza di regolarità, di ordine. Infatti le caratteristiche fondamentali dell’architettura barocca sono le forme curve, gli andamenti sinuosi, come le ellissi e le spirali, la teatralità, il tutto per destare meraviglia.

    Quel nuovo stile dinamico oltre l’architettura coinvolse anche la scultura e la pittura.

    Lo stile Barocco nacque a Roma con i lavori dell’architetto e pittore Pietro da Cortona e del pittore Giovanni Lanfranco, che raccolsero e svilupparono alcuni fermenti culturali presenti in lavori precedenti: i dipinti di Rubens e del Guercino, e nei lavori artistici di quel tempo: le sculture e le architetture di Gian Lorenzo Bernini, le architetture di Francesco Borromini, ecc..

    Nel nostro tempo il termine “barocco” non ha più la valenza negativa.

    Pietro da Cortona elaborò grandi scenografie e fu maestro di riferimento per altri pittori.

    Al pontefice Urbano VIII fece questo bel ritratto.


    Pietro da Cortona, ritratto del papa Urbano VIII, olio su tela, 1627, Collezione Sacchetti.

    Il pontificato di Urbano VIII ha lasciato un’impronta indelebile a Roma, perciò in questa città viene commemorato con due eventi:

    La grande mostra titolata : “L’immagine sovrana. Urbano VIII e i Barberini”: fino al 30 luglio a Palazzo Barberini;

    Il Quirinale di Urbano VIII” è il titolo dell’iniziativa promossa dalla presidenza della Repubblica.

    Il percorso di visita è dedicato ai luoghi e alle opere del Palazzo del Quirinale collegati alla figura del pontefice Urbano VIII.

    Dal 29 aprile al 23 luglio ogni sabato e domenica alle ore 9.45 il pubblico potrà usufruire della visita in lingua italiana di un’ora e venti al costo di euro 1,50 a partecipante (prenotazioni sul sito https://palazzo.quirinale.it).

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    Quod non fecerunt barbari, fecerunt Barberini (Pasquino). Do you remember?
    semel in anno licet insanire, cotidie melius

  3. #3
    Candle in the wind L'avatar di conogelato
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    Non amo particolarmente il barocco ma....se per esempio vai a Lecce....come fai a non rimanere incantato?
    amate i vostri nemici

  4. #4
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    Grazie Lady Acerra per avermi ricordato il noto detto: “Quel che non fecero i barbari, fecero i Barberini”

    Infatti Urbano VIII per risparmiare sui costi dei materiali edilizi per la costruzione del Palazzo Barberini li fece in parte asportare dal Colosseo.

    Non basta. Per ornare il baldacchino papale e le quattro colonne tortili laterali nell'area dell'altare maggiore nella basilica di San Pietro non esitò a far togliere dal Pantheon il metallo di bronzo che rivestiva le travature del pronao del tempio, che stava lì dal tempo dell’imperatore Adriano. Il baldacchino fu realizzato da Gian Lorenzo Bernini.

    Il bronzo gli servì anche per dotare Castel Sant’Angelo di altri cannoni.

    Furono tante le spoliazioni archeologiche, ordinate anche dai suoi parenti.

    Nominò suo fratello Carlo governatore di Borgo (la zona dove c'è la basilica di San Pietro) e creò cardinali cinque nipoti.

    Ed ora vi presento “Pasquino”




    Pasquino è il nome che fu assegnato ad una cosiddetta “statua parlante”, la più celebre, ma a Roma, tradizionalmente, di “statue parlanti ne abbiamo sei: Pasquino, Madama Lucrezia, Marforio, il Babuino, il Facchino e l’abate Luigi.

    Rammenti lady quei bei film diretti dal regista Luigi Magni, come “Nell’anno del Signore” (1969), “In nome del papa-re” (1977), “In nome del popolo sovrano” (1990), “La notte di Pasquino”, del 2003 ?

    Non mi ricordo in quale di questi film c’è Nino Manfredi nel ruolo di un calzolaio finto analfabeta che scriveva le pasquinate, e Ugo Tognazzi nel ruolo di comandante delle guardie che cercava il responsabile di quelle scritte.

    Adesso vado nel mio documento virtuale e ti faccio leggere cosa scrissi alcuni anni fa riguardo la statua di “Pasquino”. Il testo è un po' lungo, non annoiarti.

    Fu rinvenuta a Roma nel 1501 durante gli scavi per la ripavimentazione stradale intorno piazza di Parione (nome del rione in quell’epoca, oggi piazza di Pasquino) e la ristrutturazione di Palazzo Orsini, poi diventato Palazzo Braschi (la parte retrostante prospetta su piazza Navona).

    La statua è il frammento di una scultura in stile ellenistico attribuibile al III sec. a. C., senza gli arti e danneggiata nel volto. Forse rappresenta un barbuto guerriero greco, oppure è un gruppo scultoreo con due guerrieri, l’uno che sorregge l’altro: raffigura Menelao che sostiene il corpo di Patroclo morente ?

    Per la ristrutturazione di quel Palazzo Orsini si occupò anche il noto architetto e pittore Donato Bramante (1444 – 1514) su commissione del cardinale Oliviero Carafa, che poi abitò in quell’edificio. Questo prelato fece collocare quel frammento di gruppo scultoreo nell’angolo della piazza in cui è ancora allocato, applicandovi lo stemma dei Carafa e un cartiglio celebrativo.

    In poco tempo si diffuse l’usanza, durante la notte, di appendere al collo della statua fogli contenenti le cosiddette "pasquinate": satire in versi o sonetti contro il malgoverno pontificio o personaggi pubblici, di solito appartenenti alla gerarchia vaticana. In quel tempo su quella strada passava il corteo papale.

    Quei testi, detti “pasquinate”, venivano scritti da gente istruita, chierici e laici che frequentavano il Vaticano e la curia papale. La moltitudine della popolazione di Roma era analfabeta.

    Furono scritti prima in lingua latina, poi nella lingua italiana o nel dialetto romanesco.

    Diventarono un genere letterario, quello delle “pasquinate”, scritte prima nella lingua latina e poi nella lingua italiana o nel dialetto romanesco.

    Ogni mattina le guardie toglievano i fogli, ma sempre dopo che erano stati letti da chi sapeva leggere e raccontava agli analfabeti. La statua di Pasquino divenne fonte di preoccupazione, e irritazione, per i potenti presi di mira, primi fra tutti i papi.

    Quei testi venivano scritti da chierici e laici che frequentavano il Vaticano e la curia papale., definiti a suo tempo dal cardinale di Mantova Ercole Gonzaga: “officina di sceleragine”, divisa tra fazioni e rivalità personali, prebende, favori e ruberie.

    Chi scriveva quei testi che poi attaccava alla statua di Pasquino, conosceva bene i meccanismi ed i soprusi, i vertici della gerarchia ecclesiastica ed i loro vizi, contro i quali sfogava i propri risentimenti con la burla, l’ironia, il sarcasmo, l’indignazione, la triviale oscenità.

    Prima che il Concilio di Trento mettesse un argine alla letteratura anti-curiale e spesso anticlericale, furono il pontificato del gaudente Leone X ed i momenti di sede vacante ad offrire le occasioni per denunciare le colpe dei papi appena scomparsi, il loro esasperato fiscalismo, il loro prepotente nepotismo, e per attaccare uno per uno quei tronfi cardinali che si riunivano in conclave, per stilarne cataloghi della loro immoralità, avidità, simonia, vizi.

    Un esempio: “Stanno in conclave questi pecoroni / a beccarsi il cervel la notte e ‘l giorno / pur che se giri dentro, per intorno, / de bone starne e de grassi capponi. / O povero Pietro, o sventurato Cristo, / a chi aveti in mano posto el vostro regno ? A un Colonna, ad un Farnese, a l’antiCristo ?”

    I testi pasquineschi erano ripetitivi negli argomenti, ma dopo la Riforma protestante cambiò la denuncia letteraria contro gli abusi papali.

    In alcune nazioni europee che avevano accolto la religione protestante, furono stampati molti libri con violente pasquinate.

    Il primo a prendere l’iniziativa fu un dotto piemontese rifugiatosi in Svizzera per sottrarsi all’Inquisizione, Celio Secondo Curione (1503 – 1569), che nel 1544 pubblicò a Basilea due volumi con pasquinate in lingua latina. Era un’antologia di testi in versi nel primo volume, in prosa nel secondo; alcuni testi furono redatti dallo stesso Curione, altri tradotti o corretti. Miravano a disvelare l’empietà del papismo. Tuttavia la satira antipapale finiva con l’attenuare e talvolta con lo smarrire il versante sarcastico e triviale per assumere i toni dell’indignazione, della denuncia e della minaccia: “Martin Lutero / farà di te spietato scempio”.

    Ci sono nel libro di Curione 22 componimenti in italiano che hanno lo stile dei versi affissi alla statua di Pasquino.

    Un testo, scritto quando morì il papa Clemente VII, nel 1534: “Dico Clemente cane, / bastardo traditor, guercio, tiranno, / sentina d’ogni vizio e de ogni inganno. O Pietro quanto danno/ arria fatto quel traditor ai paesi / se fosse ancor sol campato sei mesi !”

    Il candidato a succedere a Clemente VII era Alessandro Farnese (poi diventato Paolo III), che “l’ha tanti figli e tanta gente, / che al fine sarria pegio che Clemente.”

    A volte quando transito per piazza Navona o vado a Campo de’ Fiori mi capita di passare davanti quel vetusto cimelio petroso e vedo che ancora vengono appesi dei fogli di denuncia più o meno parodistica, ma di solito non perdo tempo a leggerli.

    Un bel saluto
    Ultima modifica di doxa; 27-04-2023 alle 15:47

  5. #5
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    Palazzo Barberini, entrata in via delle Quattro Fontane, a circa 200 metri da piazza Barberini (fermata metro A).

    L’edificio è un emblema del barocco romano. Voluto da papa Urbano VIII per i suoi familiari, venne costruito dal 1625 al 1633 ampliando il precedente edificio della famiglia Sforza.

    Autore del progetto originario fu Carlo Maderno, noto “archistar” dell’epoca. Successivamente partecipò Gian Lorenzo Bernini e ci furono pure interventi di Francesco Borromini.

    L’interno fu decorato da vari artisti, fra i quali Pietro da Cortona, che dipinse in affresco con i suoi collaboratori la maestosa volta ( circa 600 metri quadri) del salone grande nel cosiddetto “piano nobile” o di rappresentanza. Nel soffitto raffigurò il “Trionfo della Divina Provvidenza e il compiersi dei suoi fini sotto il pontificato di Urbano VIII”, noto nella forma abbreviata “Trionfo della Divina Provvidenza”.



    Questo ciclo pittorico mostra tramite allegorie e temi mitologici quelle che sono le virtù del casato Barberini per il buon governo.

    Il Cortona realizzò prima la parte centrale della scena, quindi la cornice centrale e la Divina Provvidenza, che interviene per l'elezione di Urbano VIII a pontefice, e ordina alla Fama di incoronare con la tiara papale (sorretta dalla dea Roma) lo stemma Barberini con le tre api, circondato da una corona d’alloro retta dalle virtù teologali Fede, Speranza e Carità.

    Il concetto è anche evidenziato dalla raffigurazione delle chiavi di San Pietro (sorrette dalla Gloria) che sormontano lo stemma. Il putto che s’intravede nell’angolo sulla sinistra, dietro il cornicione, porge una corona d’alloro per sottolineare le virtù di Maffeo Barberini.

    Dopo la parte centrale Pietro da Cortona procedette alla realizzazione dei quattro angoli, definendo anche la scansione del finto fregio marmoreo con telamoni.

    Nel 1949 Palazzo Barberini con l’ampio giardino interno fu acquisito dallo Stato italiano per adibirlo a sede della Galleria d’arte antica, con opere dal ‘200 al ‘700.

    A Roma le “Gallerie di Arte Antica” sono due, questa in Palazzo Barberini e l’altra, la Galleria Corsini, è all’interno del Palazzo Corsini, edificato alla fine del XV secolo dai Riario (nobile famiglia originaria di Savona) nipoti di Sisto IV (Francesco della Rovere). Nel grande giardino c’è l’orto botanico, che s’inerpica fino al Gianicolo.

    Le due grandi esposizioni conservano oltre 5000 opere d'arte fra quadri, sculture, bozzetti, arti decorative dal Duecento al Settecento.

    Il nucleo originario delle Gallerie Nazionali venne formato nel 1883.

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  6. #6
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    Veduta aerea del Palazzo del Quirinale

    Nel '400 e all'inizio del '500 intorno alla piazza del Quirinale e lungo l'antica via Alta Semita (oggi via del Quirinale) vennero costruiti palazzi e ville di nobili e prelati, come la villa con vigna del cardinale Oliviero Carafa.

    Nel 1550 la villa Carafa venne presa in affitto dal cardinale Ippolito d'Este, proprietario anche di Villa d'Este a Tivoli. Fece trasformare la vigna in un bel giardino con fontane, giochi d’acqua e sculture antiche.

    La bellezza e amenità del luogo indussero papa Gregorio XIII (che pontificò dal 1572 al 1585) a far ampliare a sue spese la piccola villa. Nel 1580 affidò l'incarico del nuovo fabbricato all'architetto Ottaviano Mascarino, che realizzò tra il 1583 e il 1585, un elegante edificio con facciata a portico e loggia, collegate internamente da una scala elicoidale.

    Gregorio XIII è il papa che fece riformare il calendario giuliano, nome che deriva da Giulio Cesare, e introdusse il calendario riformato, a lui intestato: Calendario gregoriano. E’ quello che dal 1582 viene usato e oggi utilizzato in quasi tutto il mondo.

    Il successore, Sisto V nel 1587 acquistò dai Carafa l’edificio con i giardini per farne la sede estiva del pontificato. Ma non era sufficiente per accogliere la corte pontificia e a soddisfarne le esigenze di rappresentanza. Questo pontefice affidò all'architetto Domenico Fontana l'incarico di ampliare il fabbricato.

    Ulteriori ampliamenti vennero apportati da Clemente VIII (1592 – 1605). Nel 1596 nel grande giardino palatiale fece costruire la Fontana dell’Organo, inserita in una nicchia con stucchi policromi che raffigurano alcune storie della Genesi e di Mosé.

    L'architettura del grande complesso immobiliare fu completata nell'aspetto che ancora oggi vediamo durante il pontificato di Paolo V: dal 1605 al 1621.

    Papa Urbano VIII fece proseguire i lavori di ampliamento, in particolare del giardino, diede ordine di costruire il muro di cinta difensiva nel perimetro del Quirinale. Per la difesa del palazzo fece erigere volle nei pressi del portale d’ingresso un basso torrione con feritoie per le bocche dei cannoni, visibile nella foto che ho inserito sopra.

    Inoltre, fece riallestire l’appartamento estivo, corrispondente all’area dove c’è lo Studio del Presidente della Repubblica.

    Collegato all’appartamento del papa c’era il “Passaggetto di Urbano VIII”: un corridoio che collegava l’appartamento papale estivo con quello invernale.

    Nel 1638 a Gianlorenzo Bernini fu affidato il disegno della Loggia delle Benedizioni, collocata sopra il portale principale della facciata del Palazzo.

    Il Quirinale racchiude al suo interno un giardino di circa quattro ettari, la cui storia è connessa con l’evoluzione del complesso monumentale.



    Parziale veduta dei giardini del Quirinale



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  7. #7
    Cosmo-Agonica L'avatar di Bauxite
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    Citazione Originariamente Scritto da conogelato Visualizza Messaggio
    Non amo particolarmente il barocco ma....se per esempio vai a Lecce....come fai a non rimanere incantato?
    Non è un post sul barocco.
    un po' di possibile, sennò soffoco.
    G. Deleuze

  8. #8
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    mess

    Nino Manfredi, la giudia Giuditta, Tognazzi sono nel film del 69

    Nell'anno del Signore.

    Il film termina purtroppo con i due carbonari Targhini e Montanari

    che vengono ghigliottinati a Piazza del Popolo. Son fatti veramente

    accaduti. Dopo che Roma fu liberata dall'ìoppressione papale fu messa una targa

    a porta Flaminia che ricorda ill martirio dei due carbonari.Sta lì', per chi la vuole vedere.

  9. #9
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    Grazie Fiammetta per la tua informazione sul titolo del film: "Nell'anno del Signore"

    Bauxite, ti dedico la conclusione di questo thread.

    La meriti per aver precisato a fratel Cono il suo errore, causa la veloce lettura.

    Ho cominciato il topic per dire soltanto che a Roma in occasione del quattrocentesimo anniversario della “salita al soglio pontificio” del cardinale Maffeo Vincenzo Barberini sono stati organizzati due eventi per commemorarlo, invece l’egiziana dea Seshat, patrona della scrittura, dell’aritmetica e dell’architettura mi ha obbligato a continuare, mi considera uno scriba prono al suo volere.



    Gian Lorenzo Bernini, ritratto del papa Urbano VIII, 1632


    Allora aggiungo come nota informativa che quando il Barberini fu eletto papa, già da cinque anni c’era la “Guerra dei Trent’anni” (1618 – 1648), suscitata da varie cause, ma la principale fu l’opposizione religiosa tra cattolici e protestanti. Una serie di conflitti armati dilaniarono l’Europa centrale. Fu una delle guerre più lunghe e distruttive della storia europea.

    La guerra ebbe inizio quando il cosiddetto “Sacro Romano Impero” cercò d'imporre l'uniformità religiosa (cattolica) sui suoi domini.

    Gli Stati con religione protestante del nord Europa, indignati per la violazione dei loro diritti acquisiti nel 1555 con la “Pace di Augusta” ( Augsburg in tedesco: è una città della Germania situata nella parte Sud-Ovest della Baviera) si unirono formando l'unione evangelica.

    L'impero contrastò quell’unione di Stati, considerandola un tentativo di ribellione, ma suscitò le reazioni negative dei popoli che avevano scelto la religione protestante.

    Negli scontri belligeranti intervennero la Svezia, la Spagna, l’Olanda, l’Austria, la Francia: questa entrò nella coalizione dei territori protestanti tedeschi per contrastare l’Austria.

    La guerra fu caratterizzata da gravissime e ripetute devastazioni di centri abitati e campagne, da uccisioni di massa, da operazioni militari condotte con spietata ferocia da eserciti mercenari spesso protagonisti di saccheggi, micidiali epidemie e carestie. Fu una catastrofe, in particolare per i territori dell’Europa centrale.

    Secondo lo studioso italiano Nicolao Merker la “Guerra dei Trent’anni” provocò 12 milioni di morti.

    Il “Sacro Romano Impero” fu una confederazione di Stati dell’Europa centrale e occidentale. Traeva il nome dall’Impero romano e voleva essere la continuazione dell’Impero romano d’Occidente, dissolto nel 476.

    Il 25 dicembre dell’anno 800, a Roma, nella basilica di San Pietro, papa Leone III incoronò il re franco Carlo Magno come “imperator Romanorum” (= imperatore dei Romani), ripristinando il titolo in Europa occidentale.

    Alcuni storici si riferiscono all'incoronazione di Carlo Magno come origine del “Romano Impero”, altri come inizio preferiscono l'incoronazione di Ottone I di Sassonia, detto “Ottone il Grande” (912 – 973), formalmente “imperator Romanorum” dal 962 alla morte.

    Il potere imperiale era legato alla religione cristiana e doveva considerarsi voluto da Dio; perciò doveva essere il papa ad incoronare l'imperatore.

    Trono e altare solidarmente insieme per non essere sopraffatti.

    L’aggettivo “sacro” a “Romano Impero” fu aggiunto da Federico I Hohenstaufen, noto come Federico Barbarossa (1122 – 1190), imperatore del Sacro Romano Impero, che fu formalmente dissolto con la “pace di Presburgo” (l’odierna Bratislava, capitale della Slovacchia), firmata il 26 dicembre 1805 tra l’imperatore Francesco I d’Austria e Napoleone I Bonaparte.

    The end

  10. #10
    Candle in the wind L'avatar di conogelato
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    Citazione Originariamente Scritto da Bauxite Visualizza Messaggio
    Non è un post sul barocco.
    Ne ha parlato il nostro grande professor Doxa all'inizio del topic....
    Ciao, buonanotte cara.
    amate i vostri nemici

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