Io penso che se c'è felicità ci deve essere anche piacere.
In fondo Pietro si è lamentato rammaricandosi per ciò che rinunciava seguendo Gesù (famiglia con suocera compresa); Gesù gli ha risposto promettendogli che avrebbe gustato, moltiplicato per 100, ciò cui rinunciava.
Riflettendo in che maniera Pietro avrebbe ottenuto così tanto cercai di capire il come e sono arrivato alla momentanea e personale conclusione che il pensiero di Gesù si riferisse all'intensità del sentimento di piacevolezza, ad esempio, quello paterno, di marito, di genero, di amici, di parenti ecc.
In fondo credo che sia quell'intensità che si prova quando lo Spirito ti coinvolge.
Riassumendo io credo che la felicità implichi molto il piacere delle persone, degli animali delle piante, insomma delle cose in genere.