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Discussione: La pipì

  1. #31
    Citazione Originariamente Scritto da doxa Visualizza Messaggio
    Ti segnalo questo libro

    L’autore, Jean-Claude Lebensztejn, è uno storico dell'arte francese ed ex docente alla Sorbona
    Ti ringrazio, anche se non utilizzero' la segnalazione: sono intervenuto perché "invitato". L'argomento mi é indifferente
    Grazie, comunque.

  2. #32
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    Cono, non ti scandalizzare, per secoli, pittori e scultori hanno raffigurato l'atto della minzione.

    Nel passato l’inserimento nei dipinti di carattere religioso di un evento collegato alla quotidianità umana serviva per comunicare al fedele che nulla nella Bibbia aveva la dimensione esclusivamente sovrannaturale.

    Lo so, sei offeso, e questo topic avrei dovuto titolarlo "Pissing nell'arte" anziché "La pipì". Però ammettilo, il titolo subito attira la curiosità dell'eventuale lettore.

    Per farmi perdonare oggi offro alla tua visione un quadro realizzato in epoca rinascimentale da Alessandro Bonvicino, che per la sua carnagione scura era soprannominato “il Moretto” (1498-1554).

    Il dipinto raffigura il profeta Elia (nome in ebraico: Eliyahu, che significa “il mio Dio è Yahweh”). Le sue avventure sono descritte nei due libri del Re, nell’Antico Testamento.

    La sua missione profetica avvenne nel regno di Israele durante il dominio di Acab, dall’875 all’852 a. C..

    L’opera pittorica che ti faccio vedere è denominata: “Elia confortato dall’angelo” ed è nella Cappella del Santissimo Sacramento nel Duomo vecchio di Brescia


    Brescia, duomo vecchio, concattedrale invernale di Santa Maria Assunta, titolo che divide con l'adiacente duomo nuovo.

    L’edificio ecclesiastico del duomo vecchio è su un’area stratificata. Le indagini archeologiche hanno evidenziato resti di epoca romana, forse di un edificio termale del II – III sec. d. C..

    Nel periodo paleocristiano fu costruita una basilica e dopo di questa, nel XII secolo, il duomo (vecchio), che nel tempo ha subìto ampliamenti e modifiche, mantenendo la struttura romanica.

    Al suo interno ci sono numerose opere d’arte, tra le quali tele dipinte dal Romanino e dal Moretto. Di quest'ultimo, come suddetto, ti faccio vedere il dipinto titolato. “Elia (dormiente) confortato dall’angelo”


    Moretto, Elia (dormiente) confortato dall’angelo, 1524 circa, Duomo vecchio, Brescia.

    Il pissing si vede meglio nel dettaglio sottostante.



    l'uomo col cappello sulle spalle e il mantello verde legato alla vita sta facendo la pipì sulla roccia.

    Sulla sinistra c’è un uomo seduto che con un pentolino prende l’acqua che scorre dalla montagna
    Ultima modifica di doxa; 17-05-2023 alle 17:42

  3. #33
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    sens of humor: ..."Beati gli occhi che vedon l'arte in ogni cosa".

    Beneamata Regina, che eviti di commentare i miei “peccaminosi” post in questo topic, stamane ti voglio omaggiare con un dipinto di Tiziano.

    Non scandalizzarti. Devi sapere che la Chiesa cattolica negli anni precedenti la Controriforma permise ai pittori l’inserimento di frammenti di vita quotidiana nell’ambito delle opere sacre, elementi che successivamente furono eliminati perché non pertinenti al tema, che doveva essere elaborato con la minor fantasia possibile, in aderenza con le verità esplicitata dalle narrazioni bibliche.


    Tiziano Vecellio, Adorazione dei Magi, olio su tela, 1560 circa, Pinacoteca Ambrosiana, Milano.

    La breve tettoia poggiata su due pali divide la scena in due parti.

    Con procedere lento, che ha inizio dal fondo a destra, alcune figure a cavallo si avvicinano alla scena principale, spostata sulla sinistra in primo piano e ambientata sotto un’umile capanna diroccata.

    Sopra un tavolato di legno, si vede la Vergine assisa: il lungo velo le copre il capo e giunge fino al ginocchio sinistro; ha indosso la tunica rossa e il mantello blu; regge con le mani il nudo Figlio per sottolinearne l’umanità. Dietro di lei c’è Giuseppe, assorto, poggiato su un bastone.

    Interessante è la stesura cromatica del cielo. Fra i guizzi di luce rosata, una cometa indica al corteo la strada per giungere all’adorazione del Messia.

    Cavalli e cavalieri sono agghindati con particolare attenzione al gusto esotico, come il cavaliere sull’estrema destra, sul cavallo bianco, ritratto di spalle, ha il turbante e il vestito bianchi.

    Al centro della scena un cavallo bianco china il capo, quasi a voler imitare il gesto di devozione del suo padrone nei confronti del redentore.

    Sulla sinistra, invece, ci sono i Magi nell’atto di adorazione e di offerta dei doni: oro, incenso e mirra.

    Da notare anche qui il gusto per l’esotico, come il copricapo di piume rosse del Magio con la giubba verde.

    Il dettaglio che più attira l’attenzione dei visitatori è il bianco cagnolino, raffigurato mentre fa la pipì su uno dei due pali che sorreggono la tettoia d’ingresso nella capanna.

    In un’epoca non precisata l’animale venne coperto con uno strato di colore perché ritenuto scandaloso e irriverente.

    Nel “De pictura sacra” il cardinale Federico Borromeo, definì l’ispiratore di tale rimozione “austero e fanatico” e riporta le parole di Tiziano stesso, secondo il quale “non faceva meraviglia che gente ignorante di ogni arte avesse potuto commettere un simile sfregio”.

    In occasione dell’ultimo intervento restaurativo è stato riportata alla luce la figura del cane, per evidenziare l’interesse naturalistico del geniale pittore veneto.

    In questo dettaglio si vede meglio il piccolo cane con la zampetta alzata nell’atto della minzione.



    Destinatari di questo dipinto: Enrico II di Valois, re di Francia dal 1547 al 1559, e la sua amante, Diana di Poitiers (1500 – 1566), nota per la sua bellezza. Ad attestarlo è la bella cornice: ai quattro angoli ci sono scolpiti nel legno la H di Henri intrecciata con la D di Diane.

    Enrico II aveva vent’anni meno di Diana, la quale ebbe molta influenza sul re.

    Il dipinto venne commissionato dall’ambasciatore alla corte di Francia, il cardinale Ippolito II d’Este, figlio del duca Alfonso I d’Este e di Lucrezia Borgia, nipote dell’omonimo cardinale Ippolito d’Este.

    Causa la morte del destinatario nel 1559, il quadro non venne spedito in Francia e acquistato dal cardinale Carlo Borromeo, noto come San Carlo, 1538 - 1584. Egli fu uno dei riformatori della Chiesa cattolica dopo la Controriforma.

    Il cardinale donò il quadro all’Ospedale Maggiore di Milano, la “Ca’ granda”, attuale sede dell’Università Statale di Milano.

    Infine la tela venne riacquistata dal cugino di San Carlo, il cardinale Federico Borromeo, fondatore della Pinacoteca Ambrosiana, nel 1588.

    A complicare la ricostruzione storica dell’opera è la presenza di altre tre versioni simili, firmate da Tiziano, distribuite fra l’Escorial, il Museo del Prado e il Museum of Art di Cleveland. La critica ha individuato nella redazione milanese una replica del dipinto dell’Escorial, sulla base di riscontri documentari confermati anche dalle indagini riflettografiche.
    Ultima modifica di doxa; 18-05-2023 alle 11:40

  4. #34
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    Oltre al cagnolino che dipinse Tiziano, poi obliterato con vernice, e di nuovo svelato dopo il restauro, c’è l’occultamento artistico di un cane da parte di Picasso (1881 – 1973) nell’opera titolata “Le Moulin de la Galette”

    Prima di argomentare sul dipinto di Picasso voglio brevemente descrivere su questo famoso locale parigino all’angolo di rue Lepic, nel quartiere di Montmartre.


    Oggi all’esterno ha questo aspetto



    Nel XIX secolo era molto più ampio, comprendeva il ristorante, il bar, la sala e lo spazio all’aperto per il ballo, due antichi mulini a vento: il Moulin Radet, e il più grande Moulin Blute-fin; oggi il complesso è tutelato come monumento storico ed è adibito soltanto a ristorante.

    “Le Moulin de la Galette” divenne famoso perché assiduamente frequentato da note personalità e da artisti, come Van Gogh e Renoir.



    Torno a Picasso. Anche lui ambientò un suo dipinto al Moulin de la Galette, questo



    Pablo Picasso, Le Moulin de la Galette, olio su tela, 1900, Guggenheim Museum di New York.

    L’artista ha raffigurato la famosa sala da ballo con persone in abito da sera, eleganti cappelli per le signore e cappelli a cilindro per gli uomini: bevono, ballano, parlano. e, in primo piano, ci sono tre figure sedute a un tavolo.

    Ma questo è solo quello che si scorge alla prima visione del dipinto.

    Alcuni esperti del Guggenheim in collaborazione con altri del Metropolitan Museum of Art e della National Gallery of Art di Washington, D.C., hanno scovato anche un quarto ospite, coperto da un leggero strato di vernice verde.

    Con la "spettroscopia a fluorescenza", i ricercatori sono stati in grado di generare un'immagine di come appariva originariamente il cane




    La nascosta immagine del cane è nell'angolo inferiore sinistro del tavolo. E’ la macchia nera ondulata vicina al gomito della donna in primo piano vestita con abito nero.



    Particolare dell’angolo in basso a sinistra


    Non si sa perché Picasso decise di togliere il cane dalla scena. Secondo Julie Barten, uno degli studiosi dei dipinti conservati al Guggenheim, “il pittore potrebbe aver considerato il cane una fonte di distrazione che avrebbe impedito agli spettatori di guardare più attentamente tutte le altre figure della composizione”.
    Ultima modifica di doxa; 25-05-2023 alle 09:28

  5. #35
    Opinionista L'avatar di Vega
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    Pienamente funzionante e programmata in tecniche multiple

  6. #36
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    Puo andare

    Ma devi aggiungere nella parte alta l'elargitore, perché è dedicato ai maschi

  7. #37
    Sovrana di Bellezza L'avatar di ReginaD'Autunno
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    Molto bello il dipinto di Tiziano che mi hai proposto Doxa!
    Se a certe tue discussioni non partecipo non lo faccio mica perchè mi sei indifferente, anzi!
    Ma perchè pur essendo un'amante dell'arte in tutte le sue forme, certi particolari li trovo sinceramente un pò stravaganti anche se fantasiosi!
    Corteggiata da l'aure e dagli amori, siede sul trono de la siepe ombrosa, bella regina dè fioriti odori, in colorita maestà la rosa CLAUDIO ACHILLINI

  8. #38
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    Regina ha scritto

    pur essendo un'amante dell'arte in tutte le sue forme, certi particolari li trovo sinceramente un pò stravaganti anche se fantasiosi!
    nel post che ho dedicato a Tiziano nella prima riga ho scritto


    sens of humor: ..."Beati gli occhi che vedon l'arte in ogni cosa"
    .

    Anche pissing può entrare nell'arte. E' fisiologia umana, niente di osceno

  9. #39
    Sovrana di Bellezza L'avatar di ReginaD'Autunno
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    Non ho detto osceno ma solo stravagante!
    Corteggiata da l'aure e dagli amori, siede sul trono de la siepe ombrosa, bella regina dè fioriti odori, in colorita maestà la rosa CLAUDIO ACHILLINI

  10. #40
    Citazione Originariamente Scritto da doxa Visualizza Messaggio

    "Beati gli occhi che vedon l'arte in ogni cosa"
    .

    Anche pissing può entrare nell'arte. E' fisiologia umana, niente di osceno

    Passando in un'ottica "duale", vuoi dire che il Petrarca in
    "Chiare, fresche et dolci acque....etc etc etc...tutti conoscono"
    in realtà si riferiva a....?


    E gli occhi che vedono l'organico liquido dorato, sarebbero come...?




  11. #41
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    R.d.C. ha scritto

    Passando in un'ottica "duale", vuoi dire che il Petrarca in
    "Chiare, fresche et dolci acque....etc etc etc...tutti conoscono"
    in realtà si riferiva a....?
    Ebbene sì, gentile Carlino, è giunta l’ora di svelare la verità.

    Messer Francesco soffriva di calcoli renali ed aveva problemi di prostata, ma per decenza non ne parlava. Diceva che andava ad Abano per curare la gotta, ma non solo…

    Ho trovato scritto che...

    “Francesco Petrarca venne a 'passare le acque' ad Abano durante il suo soggiorno veneziano, per curare la gotta.
    Fu in questa occasione che, accompagnato in visita ad Arquà, se ne innamorò e decise di trascorrervi gli ultimi anni della sua vita"


    Perché scelse di costruire la sua dimora ad Arquà ? Ma per andare spesso con la carrozza ad Abano e “passare le acque”.

    Quando era a casa e di notte aveva problemi di minzione si metteva sulla veranda, pensava le terme di Abano e continuamente ripeteva


    Chiare, fresche et dolci acque,
    ove le belle membra
    pose colei che sola a me par donna
    ;

    Infatti non era una donna, ma un’allucinazione provocata dal dolore nel basso addome.

    Sto scherzando. Ma soffriva veramente di gotta.


  12. #42
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    Regina, per allietarti questo pomeriggio domenicale offro alla tua visione un altro cagnolino....

    Guarda in basso a destra del dipinto



    Paolo Caliari, detto il Veronese, Annunciazione, olio su tela, 1560 circa, Museo Thyssen-Bornemsiza, Madrid

    Maria è sulla destra, nel lato chiuso della monumentale composizione architettonica; è genuflessa sull’inginocchiatoio; la sua lettura biblica viene interrotta dall’angelo nunziante, Gabriele, che arriva su una nuvola.

    La donna volge il suo corpo verso l'angelo e accoglie la volontà divina, come indica la posizione delle sue mani e il raggio dello Spirito Santo (la colomba che sovrasta l'angelo) che entra nel suo cuore.

    L'artista introduce nella composizione dettagli come il cagnolino accanto alla Vergine, il pavone appollaiato sopra il capitello della colonna a destra e lo sgabello sulla sinistra su cui poggia il cesto da lavoro di Maria.

    Veronese è un'artista della generazione successiva a Tiziano, ed è noto per le sue ampie ambientazioni, le composizioni con figure sontuose. Fu riferimento per i pittori dello stile Barocco e per Giambattista Tiepolo, per il quale l'opera di Veronese fu di primaria importanza.

    Questo è il mio ultimo post in questo topic.

    Il prossimo lo dedicherò al paesaggio, ma quando potrò, perché sono un clericus vagans, costretto alla peregrinatio academica. Mi guadagno il vitto e l'alloggio quotidiano facendo l'amanuense copio testi per docenti e discenti.
    Ultima modifica di doxa; 28-05-2023 alle 18:37

  13. #43
    Sovrana di Bellezza L'avatar di ReginaD'Autunno
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    Grazie per avermi dedicato questo bellissimo dipinto del Veronese, e... A risentirci Doxa, anche a me piacciono i paesaggi!
    Corteggiata da l'aure e dagli amori, siede sul trono de la siepe ombrosa, bella regina dè fioriti odori, in colorita maestà la rosa CLAUDIO ACHILLINI

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