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Risultati da 1 a 15 di 16

Discussione: Che dite? Continuo?

  1. #1
    Opinionista L'avatar di follemente
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    Che dite? Continuo?

    La parrucchiera la accolse col suo sorriso professionale, non sapeva quanto sincero, ma Marta si sentì lo stesso subito a suo agio, alleggerita, tra gli specchi, il chiacchiericcio sommesso delle altre clienti e delle lavoranti, le tinte, le riviste di gossip, le spazzole.
    “Facciamo un taglio come al solito, una spuntatina?”
    “No, vorrei accorciare questi capelli lunghi: credo che un caschetto mi starebbe bene.”
    “Ma è sicura? Un carré non è forse una scelta troppo radicale?”
    “Sì, ho deciso; voglio dare un taglio netto ai miei capelli ed alla mia vita.”
    “Spero non sia successo niente di grave.”
    “No, no, voglio solo cambiar aria.”
    La parrucchiera non indagò ulteriormente, ligia al proprio ruolo di confessore solo se la cliente lo desiderasse, come le accadeva spesso. Conosceva tutti i fatti privati rilevanti delle clienti, ma sapeva anche essere discreta, all’occasione.
    Mentre Marta si avvicinava al lavatesta, non poteva non ricordare i momenti precedenti che l’avevano turbata: finalmente l’aveva lasciato.
    Marco non faceva per lei: troppo presente, troppo asfissiante ed oppressivo, non poteva nemmeno uscire con le amiche che lui aveva da ridire, invitandola a sua volta o dai suoi o a una pizza. Le messaggiava di continuo, mentre lei aveva bisogno di stare un po’ con sé stessa, capire se veramente il futuro che desiderava era metter su famiglia, avere dei figli. Alle volte le pareva che lui fosse un altro padre, più autoritario del suo genitore vero e che volesse incanalare per sentieri circoscritti e troppo stretti la sua vita futura.
    Lei invece non voleva una voliera: desiderava vivere una vita vivace da alternare al lavoro sicuro dove poteva fare carriera; guadagnava abbastanza per permettersi dei viaggetti, sulle spiagge di Zanzibar a praticare i kitesurf, in Patagonia a scalare le montagne, in Argentina a ballare il tango.
    Adorava conversare con le amiche che viaggiavano -una era appena tornata dall’India e non era riuscita ancora a vederla- , ma pure andare a teatro o al cinema. Quanto tempo non vedeva un palcoscenico!
    “E’ meglio che non ci vediamo più, perché io non mi sento bene in questa relazione. “
    “Ma come? Sono già due anni che stiamo insieme, non puoi buttare via tutto così: io ho fatto già dei progetti sul nostro futuro.”
    Alla fine litigarono.
    Tirò un sospiro di sollievo: due anni di lockdown avevano esaurito le sue ambizioni claustrofobiche e meno male che lei avesse conservato l’appartamento ereditato dalla nonna.
    “Desidera un massaggio ai capelli ed alla cute?”
    “Certo, è proprio quello che mi ci vuole.”
    Non voleva pensare più a nulla se non all’aperitivo serale con due amiche d’infanzia: non sapeva se raccontar loro tutto: erano già oberate dal lavoro, una anche dalla famiglia, magari avrebbero voluto solo rilassarsi.
    Marta si concentrò sul taglio di capelli: ebbe ancora un attimo di esitazione e poi si affidò tranquilla alla mano esperta della titolare.
    “Glieli faccio scalati?”
    “Per il momento no, grazie.”
    Quando la parrucchiera ebbe finito e le aveva fatto la piega , constatò che la nuova acconciatura le donava, le metteva in risalto il suo viso ovale ed i suoi occhi azzurri.
    Poi via all’elegante Caffè Tommaseo con la musica soffusa ed i divanetti rossi, dove la aspettavano le sue amiche.
    Una serata divertentissima, tra battute e riflessioni sull’esistenza e sulle persone note. Loro non si sbilanciarono in giudizi sulla sua scelta, la ascoltarono con attenzione e trasporto, ma poi cominciarono subito a proporre possibili mete di viaggio di gruppo o anche solo della prossima rimpatriata.
    Era già mezzanotte, bisognava tornare a casa, ché domani alle 6.30 c’è la sveglia.
    Marta s’incamminò verso il parcheggio; in strada non c’era nessuno.
    Non poté non guardare il mare ed il molo Audace: le lievi onde s’inargentavano sotto la luna piena, come una promessa, e lei aspirò a pieni polmoni il profumo salmastro e l’aria frizzante della notte. La pervase un senso di felicità e di libertà.
    Ad un tratto, da una strada laterale sbucò un’ombra che le si avvicinava. Poi guardò meglio quando essa le fu quasi accanto: era Marco!
    Ebbe un sussulto e provò istantaneamente il desiderio di fuggire.

  2. #2
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    Interessante!
    Certo che devi continuare, vogliamo sapere cosa succede e come va a finire il racconto.
    La vita è veramente molto semplice, ma noi insistiamo nel renderla complicata.
    Confucio

  3. #3

  4. #4
    la viaggiatrice L'avatar di dark lady
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    Vai, vai, che ora siamo curiosi!
    “Io e il mio gatto... siamo due randagi senza nome che non appartengono a nessuno e a cui nessuno appartiene” [cit. Colazione da Tiffany]

    Noi vogliamo cantare l'amor del pericolo, l'abitudine all'energia e alla temerità [cit: Manifesto futurista] .

  5. #5
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    Grazie LayH, RdC e Dark per l'incoraggiamento!

    Comunque devo ancora finire di scriverlo, mo' posto quello che è già pronto, anche se si dovrebbe rivedere un po': si accettano critiche.

  6. #6
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    “Ciao, vai a dormire?”
    “Certo, è tardi.”
    “Ti ho inviato alcuni messaggi, ma tu non mi hai risposto.
    Senti, io non sopporto che tu mi lasci così.”
    “Ieri ti ho spiegato tutto, non ho più altro da aggiungere.”
    Marta avvertì un senso di fastidio e di irritazione, perché non desiderava rimettersi ad esporre e chiarire le sue ragioni ed i suoi desideri.
    Marco le prese la mano stringendogliela con determinazione, ma lei si divincolò come poté.
    “Lasciami! La nostra storia è finita!”
    e corse via velocemente . Era allenata, ma non certa che lui non sarebbe riuscito a raggiungerla.
    A casa controllò il telefono: dodici messaggi di Marco! Bloccò il suo numero di cellulare.
    Non riusciva ad addormentarsi, tanta era l’ansia che l’apparizione di lui le aveva instillato.
    Si addormentò al mattino, poco prima che suonasse la sveglia.
    Era il suo giorno di allenamento: fuori faceva ancora buio e lei si mise la tuta e delle maglie termiche, ché faceva freddo, nonostante l’autunno fosse ancora mite. Prese la macchina per raggiungere il Carso ed alle prime luci dell’alba cominciò a correre per i sentieri che lei conosceva bene, tra il sommacco fiammeggiante, l’intenso odore dell’erba e qualche struggente bramito che la allarmò lievemente. Sentiva il bisogno di stancarsi fisicamente per non pensare a nulla e non badare all’agitazione della notte precedente.
    All’incrocio di due sentieri notò un uomo che correva verso di lei in tenuta sportiva: ebbe una fitta allo stomaco, studiò la sua corporatura e finalmente capì con sollievo che non era Marco.
    Il tipo atletico le passò accanto salutandola con un sorriso attraente e corse verso il bosco.
    ---

    Quel giorno era contenta di recarsi al lavoro anzi, fece gli straordinari perché una questione doveva essere risolta.
    Uscì dall’ufficio e pochi istanti dopo lo vide dall’altra parte della strada: Marta avvertì un immediato dolore allo stomaco come se qualcuno vi avesse lasciato cadere una valanga di pietre.
    Marco attraversò la via rischiando di essere investito dalle macchine e le si avvicinò , agitato;
    “Ti sto aspettando da alcune ore, vieni, andiamo in quel bar per parlare!”
    “Ti ho già detto che non ho più nulla da aggiungere. Lasciami in pace e non perseguitarmi più!”
    Nuovamente lui tentò di fermarla afferrandola per un braccio, ma lei, pronta:
    “Guarda che mi metto a gridare.”
    C’era molta gente a quell’ora che passeggiava, sedeva ai tavolini all’aperto o si affrettava a fare gli ultimi acquisti.
    Lui si convinse e guardandosi in giro mollò la presa, mentre Marta si allontanò a passo veloce; non aveva nessuna voglia di incontrare nessuno: si sentì all’improvviso molto stanca e si diresse verso casa a riposare.

    ….
    Era pronta per uscire, ma non appena in strada la assalì l’ansia: da dove apparirà Marco questa volta? O la lascerà in pace? S’incamminò per prendere l’autobus e tutto andò bene: il viavai delle persone che si recavano al lavoro, qualche conoscente col sorriso. Forse sbucherà da quell’angolo… L’inquietudine saliva e lei provava un’ansia crescente…doveva fare ancora solo pochi passi e sarebbe stata salva.
    Si sentì finalmente protetta solo in ufficio, coi suoi colleghi, immersa nel suo lavoro di capufficio. Prese un caffè con gli impiegati, chiacchierò come se la vita vera fosse quella e non l’incubo che viveva.

    Quando uscì, andò a denunciare Marco alla polizia per stalking. Non poteva più vivere in quel modo: il macigno sullo stomaco era diventato il suo compagno quotidiano di vita.
    Non per questo si sentì sollevata, perché non nutriva molta fiducia nell’operato delle forze dell’ordine.

  7. #7
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    Passarono parecchi giorni e di Marco non c’era più traccia, sicché lei riuscì a rimuovere l’intera vicenda.
    Finalmente riprese in mano la sua vita, le sue corse all’alba, dove incrociava sempre per qualche attimo l’atleta carino e prestante , i suoi aperitivi con le amiche, ricominciò ad andare a teatro e lì, una sera, proprio seduto solo una poltrona più in là per puro caso, trovò il conoscente del mattino.
    “Ciao, non credevo di incontrarti qui!”
    “In effetti, non è il luogo dove di solito ci vediamo.”
    “Vuoi venire a bere qualcosina dopo il teatro?”
    Si accordarono per un incontro al pub lì accanto. Dato che la serata era tiepida, si accomodarono fuori ai tavoli in legno, in modo che lei potesse fumare e non avvertissero gli odori della cucina ed il trambusto dei clienti e della musica.
    Mai aveva scambiato con lui più di qualche parola, ma le bastò qualche sua rapida battuta sullo spettacolo per capire che si sentivano in sintonia.
    “Avevo visto Perfetti sconosciuti già al cinema, ma a teatro lo spettacolo è stato ancora più esilarante”
    “Sì, ha fatto ridere molto, ma l’allusione chiarissima alla nostra vita interiore, tanto diversa dal vestito che indossiamo persino coi nostri compagni di vita è in realtà molto triste,” ribatté lui.
    “Alessandro, hai una fidanzata?”
    “Ce l’avevo anzi, ne ho avute molte, ma con nessuna mi sono trovato a mio agio; non mi sono sentito fedele ai miei sentimenti ed ai miei desideri più autentici. Anch’io finivo per interpretare un ruolo che non mi si addiceva, come nello spettacolo: programmare il matrimonio, il mutuo, avere dei figli, essere inquadrato in una trama di rapporti simile ad una prigione che non mi sono scelto.
    Io vorrei una vita libera: a tempo perso faccio lo skipper ed il mio sogno è fare la traversata atlantica con la mia barca o con quella di qualcun altro.”
    I loro sguardi trovarono un’intesa non solo spirituale e Alessandro le prese delicatamente la mano intrecciando le loro dita: lei lo lasciò fare, affascinata.

    Si sentì uno sparo.
    Marta si accasciò a terra, segnata da rivoli di sangue, mentre Marco, stupito di sé stesso, fuggì lontano.

  8. #8
    o cakkio, è morta? E finisce così???
    P�nta rh�i h?s potam�s

    arecata � il 2� nick-name di Blasel

  9. #9
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    Mi auguro che il racconto non finisca così, che abbia un finale migliore delle tante pagine di cronaca nera a cui ormai siamo abituati ad assistere quasi quotidianamente.
    La vita è veramente molto semplice, ma noi insistiamo nel renderla complicata.
    Confucio

  10. #10
    Citazione Originariamente Scritto da LadyHawke Visualizza Messaggio
    Mi auguro che il racconto non finisca così, che abbia un finale migliore delle tante pagine di cronaca nera a cui ormai siamo abituati ad assistere quasi quotidianamente.

    Ad una prima lettura, si potrebbe essere d'accordo su "...un finale migliore..."
    ....ma....
    Intanto, l'amalgama della "storia", con la "cronaca nera quotidiana" non é assiomatico, ma (quanto meno) discutibile.
    Anche senza tirare in ballo Metastasio ("Non é ver che sia la morte/ il peggior di tutti i mali/é un sollievo dei mortali /perché cessan di soffrir" citato a memoria) o l'ottimismo delirante di Cioran ( e dei "tuttorosavedenti" come lui ), il finale fa intuire una dimensione catartica del vissuto dei protagonisti. Certo, catarsi drammaticamente conclusiva, che nello stesso tempo si apre in un futuro aperto a qualunque nuova prospettiva di libertà per i protagonisti e per chi legge. Infatti, il sipario non cala. Ed il seguito si puo' sviluppare su infiniti piani. Un assassino per amore o disperazione che fugge da se stesso...Una suicida per amore o disperazione ed un terrorizzato testimone...Non é la parola fine, ma un prologo. Forse.

    O forse, l' Autore ha preso in antipatia i personaggi ed ha deciso di liberarsene.
    Vassapé.

    Firmato
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  11. #11
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    Citazione Originariamente Scritto da arecata Visualizza Messaggio
    o cakkio, è morta? E finisce così???
    Citazione Originariamente Scritto da LadyHawke Visualizza Messaggio
    Mi auguro che il racconto non finisca così, che abbia un finale migliore delle tante pagine di cronaca nera a cui ormai siamo abituati ad assistere quasi quotidianamente.
    RdC mi ha preceduto nella risposta :


    Citazione Originariamente Scritto da restodelcarlino Visualizza Messaggio

    Ad una prima lettura, si potrebbe essere d'accordo su "...un finale migliore..."
    ....ma....
    Intanto, l'amalgama della "storia", con la "cronaca nera quotidiana" non é assiomatico, ma (quanto meno) discutibile.
    Anche senza tirare in ballo Metastasio ("Non é ver che sia la morte/ il peggior di tutti i mali/é un sollievo dei mortali /perché cessan di soffrir" citato a memoria) o l'ottimismo delirante di Cioran ( e dei "tuttorosavedenti" come lui ), il finale fa intuire una dimensione catartica del vissuto dei protagonisti. Certo, catarsi drammaticamente conclusiva, che nello stesso tempo si apre in un futuro aperto a qualunque nuova prospettiva di libertà per i protagonisti e per chi legge. Infatti, il sipario non cala. Ed il seguito si puo' sviluppare su infiniti piani. Un assassino per amore o disperazione che fugge da se stesso...Una suicida per amore o disperazione ed un terrorizzato testimone...Non é la parola fine, ma un prologo. Forse.

    O forse, l' Autore ha preso in antipatia i personaggi ed ha deciso di liberarsene.
    Vassapé.

    Firmato
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  12. #12
    la viaggiatrice L'avatar di dark lady
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    Wow, molto interessante Folle! Aspetto con ansia il seguito. Perché ci sarà un seguito, vero?
    “Io e il mio gatto... siamo due randagi senza nome che non appartengono a nessuno e a cui nessuno appartiene” [cit. Colazione da Tiffany]

    Noi vogliamo cantare l'amor del pericolo, l'abitudine all'energia e alla temerità [cit: Manifesto futurista] .

  13. #13
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    Citazione Originariamente Scritto da restodelcarlino Visualizza Messaggio

    Ad una prima lettura, si potrebbe essere d'accordo su "...un finale migliore..."
    ....ma....
    Intanto, l'amalgama della "storia", con la "cronaca nera quotidiana" non é assiomatico, ma (quanto meno) discutibile.
    Anche senza tirare in ballo Metastasio ("Non é ver che sia la morte/ il peggior di tutti i mali/é un sollievo dei mortali /perché cessan di soffrir" citato a memoria) o l'ottimismo delirante di Cioran ( e dei "tuttorosavedenti" come lui ), il finale fa intuire una dimensione catartica del vissuto dei protagonisti. Certo, catarsi drammaticamente conclusiva, che nello stesso tempo si apre in un futuro aperto a qualunque nuova prospettiva di libertà per i protagonisti e per chi legge. Infatti, il sipario non cala. Ed il seguito si puo' sviluppare su infiniti piani. Un assassino per amore o disperazione che fugge da se stesso...Una suicida per amore o disperazione ed un terrorizzato testimone...Non é la parola fine, ma un prologo. Forse.

    O forse, l' Autore ha preso in antipatia i personaggi ed ha deciso di liberarsene.
    Vassapé.

    Firmato
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    Purtroppo la cronaca nera influenza molto la mia visione del finale nefasto del racconto.
    Che la morte sia una liberazione o comunque non il peggiore di tutti i mali....vai a raccontarlo a chi invece ha una gran voglia di vivere .

    Scusate ma i film con finale aperto non sono i miei preferiti, mi spiace sono per un finale finale, sia che finiscono bene o male per i protagonisti comunque apprezzo la creatività di Folle, non è semplice scrivere un racconto.
    La vita è veramente molto semplice, ma noi insistiamo nel renderla complicata.
    Confucio

  14. #14
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    Brava Folle !

    "La letteratura non permette di camminare ma permette di respirare".

    (Roland Barthes, da "Letteratura e significazione")

  15. #15
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    Citazione Originariamente Scritto da dark lady Visualizza Messaggio
    Wow, molto interessante Folle! Aspetto con ansia il seguito. Perché ci sarà un seguito, vero?
    Citazione Originariamente Scritto da LadyHawke Visualizza Messaggio
    Purtroppo la cronaca nera influenza molto la mia visione del finale nefasto del racconto.
    Che la morte sia una liberazione o comunque non il peggiore di tutti i mali....vai a raccontarlo a chi invece ha una gran voglia di vivere .

    Scusate ma i film con finale aperto non sono i miei preferiti, mi spiace sono per un finale finale, sia che finiscono bene o male per i protagonisti comunque apprezzo la creatività di Folle, non è semplice scrivere un racconto.
    Nella futura stagione delle piogge che mi costringerà a rimanere immobile, com'è accaduto nei giorni scorsi, magari penserò ad un finale più dignitoso.

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