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Risultati da 16 a 30 di 110

Discussione: Paesaggi

  1. #16
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    Paesaggio o panorama?


    Lago Carezza, in Val d’Ega: è un lago alpino in provincia di Bolzano

    In un precedente post ho scritto che il paesaggio è formato dall’insieme degli elementi che caratterizzano un luogo. Sono elementi sia naturali (mare, laghi, fiumi, montagne, ecc.) sia antropici (abitazioni, strade, ferrovie, ecc.).

    Invece il panorama è …., un nome di origine greca, composto da “pan” (= tutto ) + “hòrama” (= visione); allude alla veduta di un luogo, che può offrire un’emozione e un’esperienza estetica.

    Da quanto detto è evidente che paesaggio e panorama non sono sinonimi, eppure spesso li usiamo come tali, forse perché nel panorama è insito il paesaggio ?

    Esistono panorami brutti o belli, ma non paesaggi brutti o belli, perché ogni paesaggio rappresenta un’identità culturale e territoriale.

    Tutti vediamo le cose nella stessa maniera, ma le percepiamo in modo personale, spesso diverso gli uni dagli altri.


    Vasto, faro di Punta Penna e la chiesa di Santa Maria della Penna (o di Pennaluce) su un promontorio davanti il Mare Adriatico

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    Ultima modifica di doxa; 01-06-2023 alle 18:41

  2. #17
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    Doxa con le immagini che proponi nelle loro perfezioni artistiche e la dotta descrizione nei particolari attinenti al contesto che ogni artista ha espresso per introdurci nella comprensione e sollecitarci ad approfondire ed esaminare ciò che vuole esprimere l'artista nel profilo e abilità della sua pittura.
    Ultima modifica di Durante; 01-06-2023 alle 21:21

  3. #18
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    Grazie Durante per la tua riflessione.

    Tu ce l’hai un luogo dell’anima ?


    Brisighella, torre dell'orologio

    Un bel panorama suscita emozioni, influenza il nostro stato d’animo.

    Il panorama che amo è anche il mio metaforico paesaggio o luogo dell’anima, in cui ci sono punti di riferimento significativi della mia vita.

    La poetessa milanese Alda Merini (1931 – 2009) nella sua poesia titolata: “Tra le tue braccia”, così lo descrive:

    “C’è un posto nel mondo dove il cuore batte forte,
    dove rimani senza fiato,
    per quanta emozione provi;
    dove il tempo si ferma e non hai più l’età;
    quel posto è tra le tue braccia
    in cui non invecchia il cuore,
    mentre la mente non smette mai di sognare…
    Da lì fuggir non potrò
    poiché la fantasia d’incanto risente il nostro calore e no…
    non permetterò mai ch’io possa rinunciare...
    a chi d’amor mi sa far volare”.
    (Alda Merini)


    “Quel posto è tra le tue braccia” dice la Merini. E’ vero, abbracciarsi è un atto di affetto, di amore, ci permette la connessione tattile con chi si vuole bene.
    Le braccia della persona amata è il luogo che ci permette di dimenticare il resto del mondo, anche se per pochi secondi.

    Il luogo dell’anima non si sceglie, si riconosce, fa stare bene, dona la sua bellezza, suscita piacevoli ricordi.

    La descrizione di un paesaggio è un metodo di scrittura che permette di esporre le proprie emozioni e sentimenti, la dimensione dell'immaginario.



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    Ultima modifica di doxa; 02-06-2023 alle 23:03

  4. #19
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    Doxa questa immagine stranamente è quella che ho pensato immediatamente quando mi hai chiesto se avevo un luogo dell'anima, il mio pensiero è si è focalizzato sulla val D'Orcia, ogni qual volta che sono transitato da questo luogo provavo una sensazione come avere due menti, una atta alla guida dell'auto l'altra nel rimirare il paesaggio e fantasticare.

  5. #20
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    Buon pomeriggio Durante.

    Nel precedente post ho scritto: “Il panorama che amo è anche il mio metaforico paesaggio o luogo dell’anima, in cui ci sono punti di riferimento significativi della mia vita”. Ebbene uno dei miei punti significativi è la domus avita del mio ramo paterno. L’ho descritta nel passato, non mi ricordo in quale sezione, perciò la ripropongo.

    La costa frentana (ormai conosciuta come la "costa dei trabocchi"), i paesi sulle colline vicine la riviera: percorsi di memoria ed illusioni sentimentali in un gioco di riflessi.

    A volte per ricordare bastano le prime note di una canzone che non si ascoltava da tempo per tornare con la memoria a quel tempo…, quando festeggiavo il mio compleanno nella casa avita, che ogni volta sembra accogliermi con un abbraccio affettuoso, consolatore.

    La secolare dimora è su una collina prospiciente il Mare Adriatico, domina il golfo e scruta le cime della Maiella.





    Il bel portale della domus immette nell'androne, che ha sul fondo un ornato cancello in ferro, dietro il quale c'è il giardino con una fontana ed alcune statue.

    Nella casa ci sono varie stanze adibite a diverse funzioni e dislocate su due piani, collegati da un elecoidale scalone in marmo rosso e legno.


    Alcune camere mostrano i segni del tempo che passa ed ognuna ha il pavimento diverso per tonalità e con i disegni tipici delle ceramiche prodotte a Vietri sul Mare, gradite da mio nonno.






    Nello studio-biblioteca lo scorrere del tempo sembra lieve, come il velo di polvere che si posa sugli specchi, sui mobili, sui libri che hanno conosciuto varie generazioni della mia famiglia.

    Nel salotto i segni del tempo sono sui bordi lisi delle vecchie poltrone in pelle, collocate davanti al decorato caminetto marmoreo.

    Gli sbiaditi cuscini sul divano furono ricamati da una mia zia. Nei giorni d’estate si sedeva vicino la finestra che si apre sul golfo per rinfrescarsi con la brezza marina pomeridiana e per carpire la luce solare mentre con ago e filo seguiva il disegno sul tessuto incastrato nel telaio.




    Da quella finestra nelle sere d'estate guardavo le lampare che solcavano le onde, contemplavo le notti stellate e la baia inargentata dalla luce lunare.

    Nel silenzio della notte mi piaceva ascoltare i rintocchi delle due piccole campane che, con diverse tonalità, dal campanile del duomo (concattedrale) indicano l'orario nell’antico centro storico. Con il battaglio una campana comunica l’ora, l’altra, col suono più lieve, la mezz’ora e il quarto d’ora.

    Spesso, pensando a Eleonora, rimanevo sveglio fino all'aurora per ammirare sia il sorgere del sole, che sembra alzarsi dall'Adriatico, sia le Isole Tremiti.

    Poi il giorno. Dalla finestra della mia stanza osservavo la gente sulla spiaggia, guardavo le barche da pesca con le vele colorate ed il volo dei gabbiani.




    Reminiscenze..., pensieri che volano nel luogo dei ricordi…


    Ultima modifica di doxa; 04-06-2023 alle 21:59

  6. #21
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    Prosa, poesia, storia e geografia.....
    In queste pagine ci fai gustare tutto insieme, tutto in una volta!!!
    amate i vostri nemici

  7. #22
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    Buon pomeriggio doxa, ho letto con particolare attenzione il tuo dettagliato racconto che riguarda il luogo dove sei cresciuto e dove ha le origini della tua famiglia. Sei stato così circostanziato che mi hanno fatto affiorare delle sensazioni e percezioni di anni fa quando fui invitato in una antica villa dove il gradevole odore di antico emanato dalla mobilia e dai libri della biblioteca, dagli arazzi e altri particolari di arredi. Guardando la foto del golfo nella sua profondità si prova una sensazione di vuoto nello stomaco come se si sorvolasse. Appartieni a una regione he ha dato i natali a illustri personaggi della letteratura, della pittura e scultura senza scomodare personaggi della poetica dell'antica Roma. Ho visto la foto della chiesa di Vasto dove molti anni fa mi recai, come a Casalbordino e altri paesi dell'entroterra della provincia di Chieti. Fai riferimento alle proprie radici, particolare di notevole importanza perché fa parte della nostra esistenza, anche se non ci rendiamo conto ma da esse ne derivano dei punti di riferimento che a livello psichico è importante per la nostra formazione che è un continuo plasmarsi.

  8. #23
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    Però Doxa non ci hai mai detto se sai dipingere, se riesci a trasferire su tela le emozioni che così mirabilmente ci descrivi.
    amate i vostri nemici

  9. #24
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    Lieto giorno Durante. Nel “luogo dell’anima” ci andavo soltanto d’estate dalla fine dell’anno scolastico alla sua riapertura.

    Sono nato e cresciuto a Roma, e vivo un questa città, perché il ramo materno è da lungo tempo nella capitale, importato dalla regione Marche nella sede dello Stato pontificio.

    Dai 18 anni in poi ho trascorso le stagioni estive in altri luoghi.

    Comunque per motivi parentali vado sovente in quella domus sull’Adriatico, fino a due anni fa abitata da una mia zia, “sacra custode delle memorie familiari”, morta centenaria. Adesso è abitata da un mio cugino con la sua famiglia.

    Buongiorno anche a te Cono. Non sono capace di dipingere. Lo “spirito artistico” ce l’ha mia figlia. L’ha ereditato da mia moglie.

    Descrivere emozioni e sentimenti non è facile. Si può avere “confidenza” con le parole usandole quotidianamente, ed io le utilizzo fin da ragazzo. Cominciai scrivendo lettere d’amore alle mie “fidanzatine”. In quel tempo non c’erano computer né i cosiddetti “telefonini”… Ah destino ingrato, quante occasioni mi hai fatto perdere. Sarebbe stato meglio nascere nell’anno 2000.

    Dopo le digressioni è necessario che torni ad argomentare sul paesaggio, appena posso.
    Ultima modifica di doxa; 08-06-2023 alle 09:13

  10. #25
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    Eh no, lo spirito artistico ce l'hai anche te, altrimenti non ci delizieresti a questo modo coi tuoi post.
    amate i vostri nemici

  11. #26
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    Sono dell'opinione come si è espresso l'amico conogelato, oltre lo spirito artistico evidenzi una profonda passione per la letteratura e opere artistiche e le spiegazioni che dai mettono in evidenza dei tratti sulle pitture e sulle sculture che a volte l'artista che le ha create le cripta, forse per non incorrere nelle severe censure dell'epoca con le dovute ricadute, oppure in modo più celato vuol fare comprendere a chi riesce a carpire ciò che è insito nell'intimo della natura dell'artista nella sua massima espressione.

  12. #27
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    Una domanda, Doxa: in pittura, a proposito dei paesaggi, cos'è la tecnica dello sfumato? È vero che il precursore ne fu Leonardo?
    amate i vostri nemici

  13. #28
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    Genius loci e paesaggio



    genius loci = nume tutelare di un luogo, di una città, di un paesaggio.

    Genius è il nome proprio della divinità, oggetto di culto nella religione romana.

    Locus in latino veniva utilizzato per indicare un luogo riconoscibile nello spazio per la sua peculiare forma, le sue caratteristiche che lo delimitano e lo identificano.



    “Nullus locus sine genio est” (= Nessun luogo è senza un Genio) sostiene alla fine del IV sec. d. C. il retore e grammatico Servio Mario Onorato (in latino Servius Marius Honoratus) nei “Commenti all’Eneide” di Virgilio.

    Oggi, nel linguaggio dei paesaggisti, architetti ed artisti il “genius loci” è un concetto che riassume il carattere tipico di un luogo, la sua essenza, l’architettura e le tradizioni.

    L’architetto norvegese Christian Norberg-Schulz (1926 – 2000) fu docente di teoria dell’architettura all’università di Oslo e scrisse numerosi saggi, fra i quali “Genius loci. Paesaggio ambiente architettura”. In questo libro riflette sull’architettura, il suo modo di inserirsi in un territorio e le modalità con le quali questa può trasformarlo in un luogo con una precisa identità, sempre riconoscibile.

    Come conciliare la bellezza e la protezione di un paesaggio?

    Argomentare sul paesaggio significa confrontarsi con la storia e la geografia, l’economia e la cultura, il modo di vivere delle persone in una località.

    I paesaggi riflettono estetica ed etica, l’operosità umana, l’attiva interazione tra ambiente e società.

    L’invadenza selvaggia dell’urbanizzazione e della cementificazione hanno trasformato o stanno, trasformando il paesaggio della nostra penisola, alterando, irrimediabilmente, non solo il suo aspetto, ma anche il rapporto fra individuo e natura instaurato in millenni.

    Dalla concezione del paesaggio in senso soggettivo (vedutistica e pittorica) al paesaggio oggettivo, inteso come identità ambientale trasformata dall’attività umana. Identità bisognosa di essere salvaguardata da stravolgimenti.

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    Ultima modifica di doxa; 10-06-2023 alle 14:53

  14. #29
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    Buon giorno doxa, hai toccato dei nervi scoperti nello specifico sull' urbanistica che non ha avuto particolare rispetto alla paesaggistica, e qui si evince per motivi strettamente speculativi, il retaggio al dio denaro (Ho scritto in minuscolo volutamente questo sostantivo per differenziarlo al Dio per rispetto di chi ha fede). Con tutta la volontà che possiamo interiorizzare un minimo di alterazione avviene nell'eseguire abitazioni più conformi alla natura, però da eseguire costruzioni urbanistiche selvagge non esiste comparazione con altre più coerenti ai paesaggi. Poi non è detto che in base alla migliore architettura eseguibile attinente alla antropizzazione di determinati luoghi naturali, non sia possibile apportare alcune variabili minimamente e indispensabilmente dissimili. Non per niente gli antichi abitanti della nostra penisola coniarono la famosa frase: quod natura relinquit imperfectum ars perficit. Forse scrissero così per giustificare l'alterazione.

  15. #30
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    Buon pomeriggio Durante.

    Hai scritto: "“quod natura relinquit imperfectum, ars perficit” = “ciò che la natura ha lasciato imperfetto, lo compie l’arte” è vero.

    Lo psicoanalista e filosofo svizzero Carl Gustav Jung (1875 – 1961) nel suo libro titolato: “Ricordi, sogni, riflessioni”, scrisse: "L'uomo è indispensabile al compimento della creazione, è addirittura il secondo creatore del mondo. La coscienza umana ha creato l'esistenza obiettiva e il significato, e così l'uomo ha trovato il suo posto indispensabile nel grande processo dell'essere. Questo è il significato cosmico della coscienza!"

    Purtroppo lo scempio edilizio, il sovraffollamento, le favelas (baraccopoli alle periferie del Sud America e in Oriente), ecc., hanno fatto avanzare il degrado.



    E che dire delle costruzioni selvagge che hanno devastato le coste italiane dagli anni ’60 dello scorso secolo ?

    L’edilizia si mangia 8 km di coste italiane all’anno.

    Su più della metà (precisamente il 51%) delle coste italiane sono stati costruiti palazzi, alberghi e ville. La percentuale è destinata a crescere.

    Solo il 19% della costa (1.235 chilometri) è sottoposta a vincoli di tutela. Inoltre un terzo delle spiagge è interessato da fenomeni erosivi in espansione.

    L’habitat e l’ambiente marino sono costantemente in pericolo: il 25% degli scarichi cittadini ancora non sono stati depurati (in alcune località la percentuale sale 40%).

    Le ragioni della fragilità delle aree costiere italiane sono causate da problemi idrogeologici e sono la conseguenza dell’urbanizzazioni, legali e abusiva, in posti spesso a rischio dissesto.

    Alcuni fenomeni meteorologici si stanno ripetendo con intensità e frequenza nuove e anomale. Si tratta delle avvisaglie dei cambiamenti climatici che rendono le coste italiane più fragili e mettono in pericolo le persone. Il recente caso della Romagna insegna.

    Più di un terzo delle nostre spiagge è in erosione e in futuro sembra prospettarsi un cambiamento, in vista dell’innalzamento del livello del mare e dell’intensificarsi dei fenomeni climatici estremi. Da poco si utilizza la tecnica del ripascimento dei litorali che sembra aver avuto un’efficacia maggiore rispetto agli interventi precedenti.

    Natura sive Deus

    Il fattore naturale e quello umano sono in correlazione. I vincoli paesaggistici dovrebbero servire per il decente compromesso con le esigenze sociali., invece…

    Nelle grandi metropoli il paesaggio naturale spesso non si vede, l'elemento antropico prevale prepotentemente: questo paesaggio urbano può essere detestato o gradito, a chi piace la cosiddetta “vita frenetica”, la presenza delle aziende multinazionali, delle sedi finanziarie e commerciali, il fascino del lusso, delle boutique griffate, dei ristoranti gourmet e degli alberghi a cinque stelle, mentre le periferie sono spesso desolate e tristi, le case in “casermoni”, i quartieri emarginati come dormitori sovraffollati.



    Durante, per consolarci possiamo pensare che senza l'intervento umano la natura sa essere un'artista straordinaria, come nel caso del Gran Canyon, la lunga “gola” (di circa 446 km, profonda fino a 1857 metri, con larghezza variabile dai 500 metri fino a 29 km) creata dal fiume Colorado nel Nord Arizona. Ci sono picchi rocciosi plasmati dagli eventi atmosferici, dal fiume e dal tempo.




    Ultima modifica di doxa; 10-06-2023 alle 21:58

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