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Discussione: Paesaggi

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    Paesaggi

    Paesaggio: questo sostantivo deriva dal latino “pagus” (= villaggio), da cui “paese”.

    La parola “paesaggio” la troviamo per la prima volta attestata in una lettera scritta l’11 ottobre 1522 dal noto pittore Tiziano Vecellio e indirizzata a Filippo II di Spagna (1527 – 1598), figlio dell’imperatore Carlo V. Il neologismo entrò poi nell’uso della lingua italiana.

    Nel nostro tempo consideriamo il paesaggio la fisionomia di una parte di territorio, determinata dall’azione di fattori naturali e/o umani e dalle loro interrelazioni.


    Un breve tratto della “Costa dei trabocchi”, fotografato dall’abbazia di San Giovanni in Venere, un locus amoenus su una collina davanti il Mare Adriatico, in provincia di Chieti.

    La visione di un paesaggio è un'esperienza estetica che suscita emozioni soggettive. Emozioni che coinvolsero anche Omero ? E' esistito ?

    Nell’Odissea descrive la natura dell’isola Ogigia abitata dalla divinità marina Calipso che amò, riamata, Odisseo (= Ulisse) e lo trattenne con sé per sette anni.

    Ogigia, luogo paradisiaco dell’immortalità e della felicità. L'aedo narra che nei pressi della grotta-abitazione di Calipso c’era un lussureggiante bosco, prati, fiori, uccelli, rigogliosi tralci di vite e quattro sorgenti d’acqua.

    Ancora Omero, racconta di Ulisse naufrago nell’isola dei Feaci, della sua soccorritrice, la principessa Nausicaa, del re Alcinoo. La reggia circondata da un grande giardino con alberi e tanti frutti in ogni stagione.

    Nella letteratura italiana è nota la bravura di Giovanni Boccaccio nel descrivere il paesaggio della zona dove dieci giovani (sette nobili fanciulle e tre ragazzi) che, dopo essersi incontrati nella chiesa di Santa Maria Novella a Firenze, decidono di fuggire alla peste nera del 1348, e rifugiarsi fuori città, in una villa tra le colline intorno Firenze (forse Fiesole) e a turno ogni giorno raccontare una novella.

    Dice Boccaccio: “Era il detto luogo sopra una piccola montagnetta (forse la collina di Fiesole) da ogni parte lontano alquanto alle nostre strade, di varii albuscelli e piante tutte di verdi fronde ripiene piacevoli a riguardare; in sul colmo della quale era un palagio con bello e gran cortile nel mezzo, e con logge e con sale e con camere, tutte ciascuna verso di sé bellissima e di liete dipinture raguardevole e ornata, con pratelli da torno e con giardini maravigliosi e con pozzi d'acque freschissime e con volte piene di preziosi vini: cose più atte a curiosi bevitori che a sobrie e oneste donne. Il quale tutto spazzato, e nelle camere i letti fatti, e ogni cosa di fiori, quali nella stagione si potevano avere, piena e di giunchi giuncata, la vegnente brigata trovò con suo non poco piacere” (dal proemio).


    Franz Xaver Winterhalter, The Decameron, olio su tela, 1837, Liechtenstein Museum, Vienna


    Ancora nell’ambito della letteratura medievale. Ha rilevanza anche il paesaggio descritto da Francesco Petrarca nella più famosa tra le poesie del “Canzoniere”, quella titolata: “Chiare, fresche et dolci acque” (canzone . 126), scritta tra il 1340 e il 1341.

    Questa poesia ha la forma di un dialogo rivolto al luogo, la Valchiusa, che ha visto gli incontri del poeta con Laura.

    Petrarca descrive vari elementi della natura (acque, erbe, fiori, ecc.) ed evoca con la memoria la donna amata.

    segue
    Ultima modifica di doxa; 29-05-2023 alle 16:45

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