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Discussione: Tolleranza

  1. #1
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    Tolleranza

    Fratel Cono per distinguersi da Arcobaleno, che ha scritto un "trattato sulla temperanza", propone un "trattato sulla tolleranza"

    ed ha scritto nella sua

    Preghiera a Dio


    Non è più dunque agli uomini che mi rivolgo; ma a te, Dio di tutti gli esseri, di tutti i mondi, di tutti i tempi:

    se è lecito che delle deboli creature, perse nell'immensità e impercettibili al resto dell'universo, osino domandare qualche cosa a te, che tutto hai donato,
    a te, i cui decreti sono e immutabili e eterni, degnati di guardare con misericordia gli errori che derivano dalla nostra natura.

    Fa' sì che questi errori non generino la nostra sventura.

    Tu non ci hai donato un cuore per odiarci l'un l'altro, né delle mani per sgozzarci a vicenda;

    fa' che noi ci aiutiamo vicendevolmente a sopportare il fardello di una vita penosa e passeggera.

    Fa' sì che le piccole differenze tra i vestiti che coprono i nostri deboli corpi,

    tra tutte le nostre lingue inadeguate, tra tutte le nostre usanze ridicole,

    tra tutte le nostre leggi imperfette, tra tutte le nostre opinioni insensate,

    tra tutte le nostre convinzioni così diseguali ai nostri occhi e così uguali davanti a te,

    insomma che tutte queste piccole sfumature che distinguono gli atomi chiamati "uomini" non siano altrettanti segnali di odio e di persecuzione.

    Fa' in modo che coloro che accendono ceri in pieno giorno per celebrarti sopportino coloro che si accontentano della luce del tuo sole;

    che coloro che coprono i loro abiti di una tela bianca per dire che bisogna amarti, non detestino coloro che dicono la stessa cosa sotto un mantello di lana nera;
    che sia uguale adorarti in un gergo nato da una lingua morta o in uno più nuovo.

    Fa' che coloro il cui abito è tinto in rosso o in violetto, che dominano su una piccola parte di un piccolo mucchio di fango di questo mondo,
    e che posseggono qualche frammento arrotondato di un certo metallo, gioiscano senza inorgoglirsi di ciò che essi chiamano "grandezza" e "ricchezza",
    e che gli altri li guardino senza invidia: perché tu sai che in queste cose vane non c'è nulla da invidiare, niente di cui inorgoglirsi.

    Possano tutti gli uomini ricordarsi che sono fratelli!

    Abbiano in orrore la tirannia esercitata sulle anime,
    come odiano il brigantaggio che strappa con la forza il frutto del lavoro e dell'attività pacifica!

    Se sono inevitabili i flagelli della guerra, non odiamoci, non laceriamoci gli uni con gli altri nei periodi di pace,
    ed impieghiamo il breve istante della nostra esistenza per benedire insieme in mille lingue diverse,
    dal Siam alla California, la tua bontà che ci ha donato questo istante.

    (Cono = Voltaire)
    Ultima modifica di doxa; 03-06-2023 alle 16:52

  2. #2
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    Vedi Cono cosa mi tocca fare per alimentare questa sezione. Tu dedito al piacevole week end, io a pensare se sei tollerante o un intollerante...

    Nel precedente post ti ho citato Voltaire. Ti aggiungo qualcosa su questo autore. Nel 1763 pubblicò il suo “Trattato sulla tolleranza”, nel quale espone le sue riflessioni sui concetti di tolleranza e libertà.

    Per questo filosofo “La tolleranza è la necessaria conseguenza della comprensione della nostra imperfezione umana. Errare è umano e a noi questo capita continuamente. Perciò perdoniamoci gli uni gli altri le nostre follie. Questo è il primo principio del diritto naturale”.

    Noi dobbiamo ammettere i nostri errori, la nostra imperfezione, la nostra ignoranza.

    Egli è consapevole che i fanatici esistono, perciò osserva che alla tolleranza ci sono dei limiti.

    Ammettilo, anche tu sei affetto da cruento fanatismo religioso, di tipo cristiano, mascherato dal mandylion con l'immagine di Gesù e la scritta "Dio è amore"., invece..., invece, se ti contestano Jesus ti trasformi in una "belva umana", per dirla alla Fantozzi.

    Se si concede alla tua intolleranza il diritto di essere tollerata, si distrugge la tolleranza e diventa confuso “pluralismo” che favorisce la violenza, come quella religiosa, causata dal fanatismo.

    Quando Voltaire scrisse il suo trattato, in Francia erano presenti nella popolazione forti contrasti ideologici e religiosi. Con facilità si praticava l’incriminazione giudiziaria e la tortura di persone poi risultate innocenti, con conseguenti ritorsioni violente verso gli esponenti della parte avversa.

    In quell’ambiente culturale Voltaire si batteva contro il fanatismo religioso, l’incapacità di pensare alle conseguenze del ricorso alla violenza, la sopraffazione, la diffamazione, che spesso spazzava via intere famiglie.

    Insomma Cono, mi sto "arrampicando sugli specchi" per darti la possibilità di discettare sulla tolleranza religiosa cristiana.

    Non volermene

  3. #3
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    Preghiera a Dio


    Non è più dunque agli uomini che mi rivolgo; ma a te, Dio di tutti gli esseri, di tutti i mondi, di tutti i tempi:...
    E' veramente opera di Voltaire questa preghiera? Mi piace.
    Fate l'amore, non la guerra.
    Lavorare tutti, lavorare meno.

  4. #4
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    Buon pomeriggio Arco, la preghiera la scrisse Voltaire ed è nel suo "Trattato sulla tolleranza".

    Questo filosofo era convinto che la reciproca tolleranza e il rispetto delle diversità si basi sul riconoscimento della pari dignità di tutte le religioni del mondo.

    Egli dice che tutte le persone animate dal desiderio del bene comune, al di là della fede che professano, non devono odiarsi.

    Devono essere eliminate le ipocrisie, morali e religiose, che, per ragioni di supremazia politica, corrompono le coscienze delle persone e impediscono il rispetto della loro dignità.

    La tolleranza predicata da Voltaire, che condanna con forza gli uomini di Chiesa che vogliono sottomettere la volontà dei credenti, si prefigge di abbattere gli errori, l'ignoranza e la superstizione, i mali che impediscono all'umanità di imboccare la via del progresso. Questi mali devono essere combattuti dalla fede illuministica nel cosmopolitismo e nel filantropismo.

    Ultima modifica di doxa; 04-06-2023 alle 17:13

  5. #5
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    Ci sono opinioni che la maggioranza della società, pur proclamando apparentemente la libertà di pensiero, di fatto non le accettano, per esempio le opinioni omofobe, il razzismo verso determinati gruppi etnici e religiosi, il sessismo, l'apologia di fascismo, di nazismo, ed anche, perché no, di comunismo.

    Non accettare queste opinioni significa voler imporre il pensiero unico?

    Se non esiste la verità assoluta, allora anche il razzista o l'omofobo dovrebbe essere libero di manifestare le sue opinioni, se esse sono motivate da teorie di carattere genetico, storico o antropologico.

    Il concetto di libertà d'opinione, opinione pubblica e così via, furono concetti rivoluzionari all'epoca dell'Illuminismo e funzionarono da traino di tutta la società per più di un secolo.
    Le forze contrarie si limitavano ad opporsi a quella libertà secondo modalità di contrasto e di dialettica. Infatti la libertà di opinione prevede sempre un contraddittorio, la possibilità di critica e la reciproca tolleranza.

    Ma l’espressione della propria opinione e la libertà di parola sono sempre limitate. Non possono danneggiare gli altri, perciò nel nostro sistema giuridico sono previsti il reato di opinione, di ingiuria, di calunnia, di vilipendio, di procurato allarme, di apologia del fascismo, di apologia di reato, di simulazione di reato, di istigazione a delinquere, e vari altri.
    Il razzismo e l'omofobia sono reati di opinione. Lo sostiene il nostro ordinamento e la nostra Costituzione.

    Le opinioni influenzano le azioni dei singoli e delle masse. Possono condizionare, spingendo al male, perciò non è ammissibile una totale libertà di espressione.

    Per combattere tali reati interviene lo Stato tramite la magistratura.
    Ultima modifica di doxa; 05-06-2023 alle 10:21

  6. #6
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    In ambito sociale la tolleranza viene espressa dimostrando indulgenza e rispetto nei confronti di coloro che pensano e agiscono in modo diverso dal nostro.

    La tolleranza induce a sopportare, però senza ricevere un danno da altri.

    La cosiddetta “tolleranza zero” è un'espressione che indica la volontà, mediante provvedimenti di legge, di reprimere comportamenti che alterino l'ordinata vita sociale o individuale.

    Negli ordinamenti democratici il primo dei valori fondanti è quello di garantire la libera espressione, ma nei limiti previsti dalla legge.

    Se viene limitata la libertà di opinione si rischia l’instaurazione di uno Stato etico e la fine della democrazia. Al contrario, se non vige un discrimine tra legittimo e illegittimo c’è l’anarchia il disfacimento della convivenza sociale tra estranei.

    Se si permette l’apologia di reato o l’incitazione alla violenza non può esistere la società organizzata. E’ necessario il “controllore”, lo Stato, tramite le istituzioni preposte.

    Il funzionamento dei sistemi liberali e democratici si basa su regole sociali collettive. Chi le mette in discussione mette in discussione la stessa libertà di espressione, anche se non se ne rende conto.

    Lo so, il problema è complesso, ma un sistema giuridico con i limiti necessari alla libera espressione del pensiero è fonte di certezza.

    Un conto è avere opinioni, certezze, altro è agire di conseguenza e in coerenza alle proprie idee, se le azioni prevedono atti o parole di violenza!
    E' la violenza che non va mai bene, non il pensare fuori dal coro, finché il pensiero rimane tale.

    Finora ho argomentato sulla tolleranza "laica", adesso è necessario dialogare sulla tolleranza religiosa per sapere un po' di "cose belle"

  7. #7
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    Citazione Originariamente Scritto da doxa Visualizza Messaggio
    ... Finora ho argomentato sulla tolleranza "laica", adesso è necessario dialogare sulla tolleranza religiosa per sapere un po' di "cose belle"
    Credo che la tolleranza "laica", come l'hai esposta tu, sia condivisibile al 100% per una convivenza pacifica finché siamo tutti frammisti nelle stesse nazioni.
    Il discorso cambierà quando alcune terre saranno destinate al paradiso terrestre e, quindi, ci sarà una divisione tra gruppi di persone di convinzioni e atti opposti. Ciò che voglio dire è che chi potrà stare nei territori del paradiso non potrà tollerare quelli che sono destinati ad altri territori, a causa delle loro convinzioni e azioni.
    Fate l'amore, non la guerra.
    Lavorare tutti, lavorare meno.

  8. #8
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    Fratel Cono per distinguersi da Arcobaleno, che ha scritto un "trattato sulla temperanza", propone un "trattato sulla tolleranza"

    ed ha scritto nella sua

    Preghiera a Dio


    Non è più dunque agli uomini che mi rivolgo; ma a te, Dio di tutti gli esseri, di tutti i mondi, di tutti i tempi:

    se è lecito che delle deboli creature, perse nell'immensità e impercettibili al resto dell'universo, osino domandare qualche cosa a te, che tutto hai donato,
    a te, i cui decreti sono e immutabili e eterni, degnati di guardare con misericordia gli errori che derivano dalla nostra natura.

    Fa' sì che questi errori non generino la nostra sventura.

    Tu non ci hai donato un cuore per odiarci l'un l'altro, né delle mani per sgozzarci a vicenda;

    fa' che noi ci aiutiamo vicendevolmente a sopportare il fardello di una vita penosa e passeggera.

    Fa' sì che le piccole differenze tra i vestiti che coprono i nostri deboli corpi,

    tra tutte le nostre lingue inadeguate, tra tutte le nostre usanze ridicole,

    tra tutte le nostre leggi imperfette, tra tutte le nostre opinioni insensate,

    tra tutte le nostre convinzioni così diseguali ai nostri occhi e così uguali davanti a te,

    insomma che tutte queste piccole sfumature che distinguono gli atomi chiamati "uomini" non siano altrettanti segnali di odio e di persecuzione.

    Fa' in modo che coloro che accendono ceri in pieno giorno per celebrarti sopportino coloro che si accontentano della luce del tuo sole;

    che coloro che coprono i loro abiti di una tela bianca per dire che bisogna amarti, non detestino coloro che dicono la stessa cosa sotto un mantello di lana nera;
    che sia uguale adorarti in un gergo nato da una lingua morta o in uno più nuovo.

    Fa' che coloro il cui abito è tinto in rosso o in violetto, che dominano su una piccola parte di un piccolo mucchio di fango di questo mondo,
    e che posseggono qualche frammento arrotondato di un certo metallo, gioiscano senza inorgoglirsi di ciò che essi chiamano "grandezza" e "ricchezza",
    e che gli altri li guardino senza invidia: perché tu sai che in queste cose vane non c'è nulla da invidiare, niente di cui inorgoglirsi.

    Possano tutti gli uomini ricordarsi che sono fratelli!

    Abbiano in orrore la tirannia esercitata sulle anime,
    come odiano il brigantaggio che strappa con la forza il frutto del lavoro e dell'attività pacifica!

    Se sono inevitabili i flagelli della guerra, non odiamoci, non laceriamoci gli uni con gli altri nei periodi di pace,
    ed impieghiamo il breve istante della nostra esistenza per benedire insieme in mille lingue diverse,
    dal Siam alla California, la tua bontà che ci ha donato questo istante.

    (Cono = Voltaire)
    Ahahahahaha quale onore! Spesso Cristianesimo e Illuminismo coincidono.
    "Combatto la tua idea, che è diversa dalla mia, ma sono pronto a battermi fino al prezzo della mia vita perché tu, la tua idea, possa esprimerla liberamente."

    La Verità è una: indubbiamente. Non può mai essere la somma di più. Ma Essa è come un diamante. Il diamante è unico nel suo splendore. Ma riflette la sua luce attraverso tante piccole facce....
    amate i vostri nemici

  9. #9
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    Ciao Arco, ti offro alcune mie riflessioni sulla “tolleranza religiosa”.

    E’ noto che gli antichi Greci e i Romani non fecero mai una guerra per affermare la propria religione (politeista) su un'altra, perciò un elogio al politeismo, considerato “paganesimo” dal cristianesimo vincente.

    I sostantivi politeismo, “idolatria” e “paganesimo” erano ignoti agli antichi. La parola “politeismo” ha significato solo nella prospettiva monoteistica.

    Per i Greci e i Romani era normale credere in numerose deità. La venerazione della divinità era fondata sul rapporto contrattuale: poco inclini al carattere teologico dell'aspetto divino, l'interesse dei Romani era relativo al legame tra la comunità e l'intercessione degli dei su di essa. In un continuo scambio di dare e avere, i Romani ottemperavano scrupolosamente ai propri doveri nei confronti della divinità aspettandosi, in cambio, protezione e fortuna nei diversi settori della vita privata e pubblica.

    Ogni aspetto della loro vita era legato a una specifica divinità, tanto che ogni categoria di persona aveva un dio al quale appellarsi in caso di necessità. Tale aspetto fu influenzato anche dalle dominazioni sulle altre popolazioni, in particolare elleniche.

    Quindi è necessario liberare la religione “classica” dal fuorviante e spregiativo lessico cristiano. In tale prospettiva è centrale la nozione di “tolleranza”, nata dalle guerre di religione che hanno ucciso migliaia di persone.

    Essere tolleranti significa astenersi dall'azione violenta nei confronti dell'altro e della sua fede, ma sempre considerando questa un errore e quello un peccatore.

    Il tollerante e l’intollerante occupano uno spazio religioso comune: il primo astenendosi con prudenza dal trarne conseguenze più o meno violente, il secondo pronto a farlo anche con passione omicida.

    Tra i due contendenti chi si può ergere a giudice di pace ? l’ateo ! Questo non ha vincoli con la religione.

    Per l’ateo non esiste né il Dio unico né il politeismo e nessuna “corte celeste”.

    L’ateo sa che se interviene tra i due sanguinari contendenti deve usare la forza…

  10. #10
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    Cono ha scritto
    Spesso Cristianesimo e Illuminismo coincidono.
    "Combatto la tua idea, che è diversa dalla mia, ma sono pronto a battermi fino al prezzo della mia vita perché tu, la tua idea, possa esprimerla liberamente."
    Caro Cono, fraterno amico e frate, voglio essere generoso, sei anche presbitero della "Compagnia di Gesù", e come gesuita tenti di addomesticare la storia "pro domo tua", anziché "sua".

    La Chiesa cattolica ancora considera l’Illuminismo il Male sulla Terra, perché ne ha subito conseguenze non da poco.

    Voltaire e molti altri sostenevano che le diverse religioni esistenti si erano formate nel tempo per cause storiche non per una rivelazione divina, perciò nessuna era più vera delle altre.

    Tipico del pensiero illuminista è il rifiuto di ogni religione rivelata e in particolare del Cristianesimo, ritenuto origine degli errori e della superstizione.

    Per gli illuministi l’uomo doveva farsi guidare dalla ragione non dalle norme religiose, cercare la verità e non accettare una verità rivelata.

    Alcuni illuministi erano deisti, cioè credevano nell’esistenza di un dio, ma di nessuna religione a lui collegata.

    Altri, invece, erano atei, rifiutavano l’esistenza di qualsiasi dio.

    In entrambi i casi ritenevano che ogni individuo era libero di credere o non credere, di seguire o non seguire una religione. Auspicavano la tolleranza per tutti.
    Ultima modifica di doxa; 05-06-2023 alle 17:56

  11. #11
    Citazione Originariamente Scritto da conogelato Visualizza Messaggio
    Spesso Cristianesimo e Illuminismo coincidono.
    "Combatto la tua idea, che è diversa dalla mia, ma sono pronto a battermi fino al prezzo della mia vita perché tu, la tua idea, possa esprimerla liberamente."
    In realtà la frase citata é di Roberto Bellarmino, Santo per motivi Inquisitori.




    uarning

    non tutto quello che scrive il giullare é da prendere come oro colato

  12. #12
    Candle in the wind L'avatar di conogelato
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    Cono ha scritto


    Caro Cono, fraterno amico e frate, voglio essere generoso, sei anche presbitero della "Compagnia di Gesù", e come gesuita tenti di addomesticare la storia "pro domo tua", anziché "sua".

    La Chiesa cattolica ancora considera l’Illuminismo il Male sulla Terra, perché ne ha subito conseguenze non da poco.

    Voltaire e molti altri sostenevano che le diverse religioni esistenti si erano formate nel tempo per cause storiche non per una rivelazione divina, perciò nessuna era più vera delle altre.

    Tipico del pensiero illuminista è il rifiuto di ogni religione rivelata e in particolare del Cristianesimo, ritenuto origine degli errori e della superstizione.

    Per gli illuministi l’uomo doveva farsi guidare dalla ragione non dalle norme religiose, cercare la verità e non accettare una verità rivelata.

    Alcuni illuministi erano deisti, cioè credevano nell’esistenza di un dio, ma di nessuna religione a lui collegata.

    Altri, invece, erano atei, rifiutavano l’esistenza di qualsiasi dio.

    In entrambi i casi ritenevano che ogni individuo era libero di credere o non credere, di seguire o non seguire una religione. Auspicavano la tolleranza per tutti.
    Il punto d'incontro c'è, ed è ben chiaro: l'Uomo! La centralità dell'Uomo, la sua meravigliosa ed intrinseca dignità. Che poi può essere riassunta nei grandi temi portati a noi dall'Umanesimo....
    Per esplicitare: cosa fa Papa Francesco quando invoca per l'Europa e, in senso lato, per l'Occidente intero, un NUOVO UMANESIMO? Il rimettere al centro (nella cultura, nelle arti, nel lavoro, nell'economia eccetera) la Dignità dell'Uomo come Persona. E non il denaro, come avviene adesso.
    amate i vostri nemici

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