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Discussione: "Spazzolare il gatto"

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    "Spazzolare il gatto"

    Si può considerare scabroso un romanzo d’esordio di una ottantenne inglese che con sincerità parla di sesso ?

    Jane Campbell è l’autrice di “Spazzolare il gatto” (edit. Atlantide, pagg. 166): storie di 13 donne, dei loro corpi e dei loro desideri, che tra amori irrealizzabili e strani avvenimenti danno vita a questo libro, che offre una prospettiva inaspettata sulla vecchiaia.

    Le loro storie hanno valore paradigmatico, ma anche liberatorio, perché gli atti di ribellione che riescono a compiere sono la migliore risposta alla società borghese, di cui loro sono il prodotto ma anche le vittime, causa cliché sociali e familiari che impongono di riempire la vita degli anziani, la cui esistenza viene percepita da molti solo come anticamera della morte.

    Le protagoniste sono personaggi che rivelano un loro ambito riservato, da tenere nascosto, come se non esistesse, come se fosse “peccato” anche il solo evocarlo.

    Il primo racconto di erotico non ha quasi nulla, induce alla malinconia, ma ha un incipit che fa meditare: “la voglia di un vecchio è disgustosa, ma la voglia di una vecchia è peggio”.

    Nel libro c’è la donna che scopre il desiderio sessuale quando è ormai nella casa di riposo, quell’altra che deve adattarsi, accettare il tempo che passa e vivere con i figli in casa e un gatto da accarezzare:

    “La gatta e io stiamo imparando il processo di espropriazione. Invecchiare è spesso descritto come un accumulo, di malattie, sofferenze, rughe, ma è in realtà un processo di espropriazione, di diritti, di rispetto, di desiderio, di tutte quelle cose che una volta possedevi e di cui godevi con tanta naturalezza”.
    Le protagoniste sono personaggi che rivelano un loro ambito riservato, da tenere nascosto, come se non esistesse, come se fosse “peccato” anche il solo evocarlo.


    La Campbell ha esordito nella letteratura a ottant’anni e forse proprio per la sua età riesce ad abbracciare mondi diversi: quello di ieri con le donne sottomesse e costrette a seguire uno schema perenne, e quello di oggi:

    “Susan sapeva che era importante essere, prima di tutto, una signora. Non era appropriato, non era mai appropriato, pensare in certi modi, vestire o mangiare o parlare in certi modi. E fantasie come quelle erano oltraggiosamente, terribilmente sbagliate. Erano palesemente sbagliate, si disse. Erano disgustose. E distolse gli occhi da Miffy…”.

    Senza il desiderio, cosa resta della vita? L’amore è pulsione, ma anche attrazione mentale, romanticismo… a qualunque età. Campbell rompe un tabù e lo fa con la sicurezza di chi ha raggiunto un’età in cui si può dire tutto e con l’incoscienza di chi esordisce.
    Ultima modifica di doxa; 10-07-2023 alle 06:28

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