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Discussione: Biblioteca di Celso e lingue parlate da Gesù

  1. #1
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    Biblioteca di Celso e lingue parlate da Gesù


    Resti della facciata della Biblioteca di Celso.

    La biblioteca di Celso, ad Efeso, fu realizzata in epoca traianea in onore di Tiberio Giulio Celso Polemeano, illustre personaggio,, noto semplicemente come Celso, che visse dal 45 al 120 circa.

    Fu un politico forse nato ad Efeso. Divenne senatore ed ebbe anche la carica di proconsole d’Asia dal 105 al 107.

    La biblioteca fu costruita per volere e con il denaro di Celso, ma realizzata dal figlio, Gaio Giulio Aquila Polemeano (console nel 110) dopo la morte del padre.

    Completata nel 135, nell’edificio fece fare la cripta per collocare il monumento sepolcrale di Celso.

    La biblioteca poteva contenere 12.000 rotoli.

    Dopo l'abbandono di Efeso nel VII secolo l'edificio crollò, ma venne restaurato da una fondazione archeologica austriaca nel 1970

    Segue

  2. #2
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    Statua marmorea dedicata a Celso, originalmente collocata nella nicchia centrale del piano superiore della Biblioteca, oggi nei Musei archeologici di Istanbul.
    Ultima modifica di doxa; 11-10-2023 alle 14:55

  3. #3
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    Particolare della Biblioteca di Celso

    L'iscrizione in lingua greca sulla colonna mi ha fatto pensare alla lingua o lingue parlate da Gesù.

    segue
    Ultima modifica di doxa; 11-10-2023 alle 14:07

  4. #4
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    La lingua greca la conosceva anche Gesù di Nazaret ? Questo quesito può emergere quando nel Vangelo di Giovanni si narra che Jesus aveva incontrato un gruppo di greci nel tempio di Gerusalemme, forse nel cosiddetto “Cortile dei gentili”, dove potevano entrare anche i pagani.

    “Tra quelli che erano saliti per il culto durante la festa (la Pasqua ebraica, Pesach) c'erano anche alcuni Greci. Questi si avvicinarono a Filippo, che era di Betsàida di Galilea, e gli domandarono: ‘Signore, vogliamo vedere Gesù’. Filippo andò a dirlo ad Andrea, e poi Andrea e Filippo andarono a dirlo a Gesù.
    Gesù rispose loro: ‘È venuta l'ora che il Figlio dell'uomo sia glorificato. In verità, in verità io vi dico: se il chicco di grano, caduto in terra, non muore, rimane solo; se invece muore, produce molto frutto. Chi ama la propria vita, la perde e chi odia la propria vita in questo mondo, la conserverà per la vita eterna. Se uno mi vuole servire, mi segua, e dove sono io, là sarà anche il mio servitore. Se uno serve me, il Padre lo onorerà. Adesso l'anima mia è turbata; che cosa dirò? Padre, salvami da quest'ora? Ma proprio per questo sono giunto a quest'ora! Padre, glorifica il tuo nome’. Venne allora una voce dal cielo: L'ho glorificato e lo glorificherò ancora!”
    (Gv 12, 20 – 28).


    Ed ancora, quando Gesù parlò col governatore Ponzio Pilato durante il processo, quale codice linguistico usarono per dialogare ?

    “Pilato allora rientrò nel pretorio, fece chiamare Gesù e gli disse: ‘Sei tu il re dei Giudei?’. Gesù rispose: ‘Dici questo da te, oppure altri ti hanno parlato di me?’. Pilato disse: ‘Sono forse io Giudeo? La tua gente e i capi dei sacerdoti ti hanno consegnato a me. Che cosa hai fatto?’. Rispose Gesù: ‘Il mio regno non è di questo mondo; se il mio regno fosse di questo mondo, i miei servitori avrebbero combattuto perché non fossi consegnato ai Giudei; ma il mio regno non è di quaggiù’. Allora Pilato gli disse: ‘Dunque tu sei re?’. Rispose Gesù: ‘Tu lo dici: io sono re. Per questo io sono nato e per questo sono venuto nel mondo: per dare testimonianza alla verità. Chiunque è dalla verità, ascolta la mia voce’. Gli dice Pilato: ‘Che cos'è la verità?’ " (Gv 18, 33 – 38)
    Ultima modifica di doxa; 11-10-2023 alle 15:36

  5. #5
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    Quali lingue parlava Gesù?

    La questione si pone per le quattro lingue che erano in vigore nella Palestina di allora: il greco, l’ebraico, l’aramaico e il latino.

    Secondo l’evangelista Giovanni il “titolo” (INRI) sulla croce della condanna di Cristo era scritto in ebraico, in latino e in greco.

    Pilato compose anche l'iscrizione e la fece porre sulla croce; vi era scritto: ‘Gesù il Nazareno, il re dei Giudei’. Molti Giudei lessero questa iscrizione, perché il luogo dove Gesù fu crocifisso era vicino alla città; era scritta in ebraico, in latino e in greco” (Gv 19, 19 – 20).

    Sicuramente Gesù imparò l’ebraico nella scuola sinagogale di Nazaret per poter leggere le Scritture.

    Il latino era quasi esclusivamente usato dalle forze di occupazione romane.

    Il greco veniva usato nell’Impero romano come lingua franca, una specie di inglese di allora. A Gerusalemme era conosciuta dalle persone colte, usata soprattutto per le transazioni commerciali; il popolo si accontentava dell’indispensabile per comunicare con gli stranieri presenti in Palestina.

    Forse anche Gesù conosceva la lingua greca, usata poi per il Nuovo Testamento per una comunicazione più universale.
    Ultima modifica di doxa; 11-10-2023 alle 15:08

  6. #6
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    Il cardinale Gianfranco Ravasi in un suo articolo titolato: “La lingua parlata da Gesù”, pubblicato sul quotidiano Il Sole 24 Ore (inserto “Domenica”) dell’8 ottobre scorso ha scritto:

    “L’ebraico subì un declino dopo l’esilio babilonese, sostituito nell’uso comune dall’aramaico, la lingua più comune nell’antico Vicino Oriente di allora. Tuttavia, non si estinse mai come lingua scritta (oltre che come lingua liturgica), secondo quanto è attestato dalle famose scoperte di Qumran, presso il Mar Morto.

    L’ebraico era una lingua colta, usata nelle discussioni esegetico-teologiche e dai gruppi elitari di ebrei rigorosi e zelanti, come appunto quelli di Qumran. Gesù, probabilmente, lo imparò nella scuola sinagogale di Nazaret per poter leggere le Scritture. Al massimo potrebbe aver usato parzialmente l’ebraico nelle controversie teologiche con gli scribi e i farisei riferite dai Vangeli. Tuttavia, come maestro che parlava alla massa dei contadini, dei pescatori e degli artigiani giudei comuni, Gesù ricorreva alla loro lingua quotidiana che era l’aramaico.

    Uno studioso tedesco, Joachim Jeremias, escludendo nomi propri e aggettivi, contava 26 parole aramaiche attribuite a Gesù dai Vangeli o da fonti rabbiniche. E identificava l’aramaico di Gesù come una versione galilaica dell’aramaico ufficiale, tant’è che, durante il rinnegamento di Pietro, gli astanti accusano l’apostolo così: "È vero: anche tu sei uno dei discepoli di Gesù il galileo. Infatti, il tuo modo di parlare ti tradisce" (Mt 26,73).

    Gesù, poi, sapeva leggere e scrivere? Tenendo conto del rilievo che nell’antico Vicino Oriente aveva la cultura orale, per rispondere al quesito ci sono tre passi evangelici da verificare. Nel Vangelo di Giovanni si ha questa osservazione dei Giudei di Gerusalemme: "Come mai costui conosce le Scritture, senza avere studiato?" (7,15). Di per sé l’espressione “conosce le Scritture” in greco (grámmata ói-den) potrebbe anche significare semplicemente: "sa leggere". In realtà, però, l’obiezione è rivolta contro Gesù come un’accusa – insegnare in pubblico – senza aver frequentato la scuola di uno dei vari rabbí o maestri importanti di allora. La dichiarazione, quindi, vorrebbe solo affermare che Gesù aveva un livello sorprendente di cultura teologica.

    Che egli sapesse leggere appare chiaramente dal testo già citato di Luca (4,16-30): a Nazaret, di sabato, “si alza a leggere il rotolo del profeta Isaia, aprendolo al passo dov’era scritto: Lo Spirito del Signore è sopra di me…” (Is 61,1-2). Al termine, "arrotola il volume, lo consegna all’inserviente" e inizia a tenere quell’“omelia” che susciterà una forte reazione tra i suoi compaesani. Cristo, dunque, sapeva leggere. Ma riusciva anche a scrivere? Le due cose non erano necessariamente connesse: spesso l’apprendimento nella scuola sinagogale avveniva secondo il metodo orale, ricorrendo alla fertile vitalità della memoria, soprattutto semitica.

    L’unico cenno, in verità molto vago, alla capacità di scrivere di Gesù lo si ha in un terzo passo. Nel Vangelo di Giovanni si ricorda che, davanti all’adultera e ai suoi accusatori, Gesù "si era chinato e scriveva in terra col dito" (8,6). Si sono sprecate le ipotesi su quelle scritte misteriose. C’è chi ha pensato alla ripresa di testi biblici. Altri hanno ipotizzato un’anticipazione delle sue parole successive: "Chi di voi è senza peccato, scagli per primo la pietra contro di lei». La soluzione più probabile, però, potrebbe essere quella di ritenere che Cristo tracciasse solo linee o lettere casuali. Non si avrebbe, quindi, neppure qui una precisa e diretta attestazione su una capacità di scrittura da parte del Gesù storico.

    È una avventura curiosa la conoscenza delle lingue originali della Bibbia. L’aggettivo “curioso” ha alla base il latino cura che implica impegno, tensione, preoccupazione e affanno. È un “prendersi cura”. La fede comprende anche un sapere che esige studio e apprendimento, persino faticoso. Il grande traduttore della Bibbia dall’ebraico e greco in latino, san Girolamo, confessava: “Ogni tanto mi disperavo, più volte mi arresi, ma poi riprendevo con l’ostinata decisione di imparare”.

  7. #7
    ????? ???????????? L'avatar di Pazza_di_Acerra
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    Il cardinale Gianfranco Ravasi in un suo articolo titolato: “La lingua parlata da Gesù”, pubblicato sul quotidiano Il Sole 24 Ore (inserto “Domenica”) dell’8 ottobre scorso ha scritto:

    “L’ebraico subì un declino dopo l’esilio babilonese, sostituito nell’uso comune dall’aramaico, la lingua più comune nell’antico Vicino Oriente di allora. Tuttavia, non si estinse mai come lingua scritta (oltre che come lingua liturgica), secondo quanto è attestato dalle famose scoperte di Qumran, presso il Mar Morto.

    L’ebraico era una lingua colta, usata nelle discussioni esegetico-teologiche e dai gruppi elitari di ebrei rigorosi e zelanti, come appunto quelli di Qumran. Gesù, probabilmente, lo imparò nella scuola sinagogale di Nazaret per poter leggere le Scritture. Al massimo potrebbe aver usato parzialmente l’ebraico nelle controversie teologiche con gli scribi e i farisei riferite dai Vangeli. Tuttavia, come maestro che parlava alla massa dei contadini, dei pescatori e degli artigiani giudei comuni, Gesù ricorreva alla loro lingua quotidiana che era l’aramaico.

    Uno studioso tedesco, Joachim Jeremias, escludendo nomi propri e aggettivi, contava 26 parole aramaiche attribuite a Gesù dai Vangeli o da fonti rabbiniche. E identificava l’aramaico di Gesù come una versione galilaica dell’aramaico ufficiale, tant’è che, durante il rinnegamento di Pietro, gli astanti accusano l’apostolo così: "È vero: anche tu sei uno dei discepoli di Gesù il galileo. Infatti, il tuo modo di parlare ti tradisce" (Mt 26,73).

    Gesù, poi, sapeva leggere e scrivere? Tenendo conto del rilievo che nell’antico Vicino Oriente aveva la cultura orale, per rispondere al quesito ci sono tre passi evangelici da verificare. Nel Vangelo di Giovanni si ha questa osservazione dei Giudei di Gerusalemme: "Come mai costui conosce le Scritture, senza avere studiato?" (7,15). Di per sé l’espressione “conosce le Scritture” in greco (grámmata ói-den) potrebbe anche significare semplicemente: "sa leggere". In realtà, però, l’obiezione è rivolta contro Gesù come un’accusa – insegnare in pubblico – senza aver frequentato la scuola di uno dei vari rabbí o maestri importanti di allora. La dichiarazione, quindi, vorrebbe solo affermare che Gesù aveva un livello sorprendente di cultura teologica.

    Che egli sapesse leggere appare chiaramente dal testo già citato di Luca (4,16-30): a Nazaret, di sabato, “si alza a leggere il rotolo del profeta Isaia, aprendolo al passo dov’era scritto: Lo Spirito del Signore è sopra di me…” (Is 61,1-2). Al termine, "arrotola il volume, lo consegna all’inserviente" e inizia a tenere quell’“omelia” che susciterà una forte reazione tra i suoi compaesani. Cristo, dunque, sapeva leggere. Ma riusciva anche a scrivere? Le due cose non erano necessariamente connesse: spesso l’apprendimento nella scuola sinagogale avveniva secondo il metodo orale, ricorrendo alla fertile vitalità della memoria, soprattutto semitica.

    L’unico cenno, in verità molto vago, alla capacità di scrivere di Gesù lo si ha in un terzo passo. Nel Vangelo di Giovanni si ricorda che, davanti all’adultera e ai suoi accusatori, Gesù "si era chinato e scriveva in terra col dito" (8,6). Si sono sprecate le ipotesi su quelle scritte misteriose. C’è chi ha pensato alla ripresa di testi biblici. Altri hanno ipotizzato un’anticipazione delle sue parole successive: "Chi di voi è senza peccato, scagli per primo la pietra contro di lei». La soluzione più probabile, però, potrebbe essere quella di ritenere che Cristo tracciasse solo linee o lettere casuali. Non si avrebbe, quindi, neppure qui una precisa e diretta attestazione su una capacità di scrittura da parte del Gesù storico.

    È una avventura curiosa la conoscenza delle lingue originali della Bibbia. L’aggettivo “curioso” ha alla base il latino cura che implica impegno, tensione, preoccupazione e affanno. È un “prendersi cura”. La fede comprende anche un sapere che esige studio e apprendimento, persino faticoso. Il grande traduttore della Bibbia dall’ebraico e greco in latino, san Girolamo, confessava: “Ogni tanto mi disperavo, più volte mi arresi, ma poi riprendevo con l’ostinata decisione di imparare”.
    Gesù e la sua cerchia parlavano l'aramaico. Non vi sono evidenze che parlasse il greco o il latino mentre è ovvio che conoscesse l'ebraico.
    semel in anno licet insanire, cotidie melius

  8. #8

  9. #9
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    Buon pomeriggio Lady Acerra,

    ci sono domande che rimangono senza risposte ed aperte alle congetture.

    Quando Gesù a Gerusalemme, nel tempio, parlò con i Greci quale codice linguistico usò per comunicare con loro ?



    E con il prefetto della Giudea, Ponzio Pilato, di lingua latina ?

    Ultima modifica di doxa; 11-10-2023 alle 15:09

  10. #10
    Opinionista L'avatar di Breakthru
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    Citazione Originariamente Scritto da Pazza_di_Acerra Visualizza Messaggio
    Gesù e la sua cerchia parlavano l'aramaico. Non vi sono evidenze che parlasse il greco o il latino mentre è ovvio che conoscesse l'ebraico.
    è anche ragionevole pensare che dopo tanti anni di dominazione romana molti capissero il latino, è intelligente conoscere la lingua del tuo nemico, SOPRATTUTTO SE SONO SOLDATI, può salvarti la vita e può esserti utile in molti modi

    Forse qualcuno sapeva anche parlarlo, ma decidere di parlare la lingua del dominatore/invasore o non parlarla è una scelta politica

  11. #11
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    Ciao Break, concordo con la tua opinione

    Per chi volesse saperne di più, v'informo che da ieri, 10 ottobre, nelle librerie è in vendita il libro del cardinale Gianfranco Ravasi titolato "L'alfabeto di Dio", edit. San Paolo, pagg. 320, euro 20.
    Ultima modifica di doxa; 11-10-2023 alle 15:50

  12. #12
    ????? ???????????? L'avatar di Pazza_di_Acerra
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    Buon pomeriggio Lady Acerra,

    ci sono domande che rimangono senza risposte ed aperte alle congetture.

    Quando Gesù a Gerusalemme, nel tempio, parlò con i Greci quale codice linguistico usò per comunicare con loro ?



    E con il prefetto della Giudea, Ponzio Pilato, di lingua latina ?

    Si può supporre (ma solo supporre) che i Greci presenti a Gerusalemme parlassero aramaico, lingua che il prefetto Ponzio Pilato, stanziato a Gerusalemme per oltre un decennio, conosceva sicuramente bene e con la quale è verosimile pensare colloquiò con Gesù.
    Non risulta che il latino abbia attecchito in una società chiusa ed elitaria come quella ebraica. Probabilmente lo conoscevano alcuni esponenti delle classi alte e gli scribi per esigenze di lavoro, e molti degli stessi soldati romani non è così scontato che parlassero principalmente latino. Perciò non vi sono indizi precisi che Gesù conoscesse il greco o il latino: per un predicatore ligio alla tradizione sarebbe stato persino controproducente.
    semel in anno licet insanire, cotidie melius

  13. #13
    OT

    Ma come???
    Gesù prima e la sua cerchia dopo, parlavano le loro lingue di falegnami e pescatori e tutti (ma proprio tutti) li capivano... che è una novità???

    Il primo caso del parlare in lingue si verificò nel giorno di Pentecoste in Atti 2:1-4. Gli apostoli uscirono a condividere il Vangelo con le folle, parlando loro nelle loro stesse lingue: “li udiamo parlare delle grandi cose di Dio nelle nostre lingue" (Atti 2:11). Il termine greco tradotto "lingue" significa letteralmente "linguaggi". Pertanto, il dono delle lingue consiste nel parlare in una lingua che non si conosce per ministrare a qualcuno che la parla. In 1 Corinzi 12-14, dove Paolo tratta i doni miracolosi, fa questo commento: “Dunque, fratelli, se io venissi a voi parlando in altre lingue, che vi servirebbe se la mia parola non vi recasse qualche rivelazione, o qualche conoscenza, o qualche profezia, o qualche insegnamento?" (1 Corinzi 14:6). Secondo l’apostolo Paolo, e in armonia con le lingue descritte in Atti, parlare in lingue è di gran valore per chi ascolta il messaggio di Dio nella propria lingua, ma è inutile per chiunque altro, a meno che non sia interpretato o tradotto.

    Una persona con il dono dell’interpretazione del dono delle lingue (1 Corinzi 12:30) potrebbe comprendere che cosa sta dicendo chi parla in lingue, anche se non conoscesse la lingua che questi sta parlando. Chi interpreta le lingue potrebbe, quindi, comunicare il messaggio di chi parla in lingue a chiunque altro affinché tutti comprendano: “Perciò, chi parla in altra lingua preghi di poter interpretare” (1 Corinzi 14:13).


    Miracolo! Miracolo!!!

  14. #14
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    Miracolo si, Kanyu.

    Non mi aspettavo da te la conoscenza di passi del Nuovo Testamento. Stasera hai sicuramente fatto felice fratel Cono.

  15. #15
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    Citazione Originariamente Scritto da Pazza_di_Acerra Visualizza Messaggio
    Si può supporre (ma solo supporre) che i Greci presenti a Gerusalemme parlassero aramaico, lingua che il prefetto Ponzio Pilato, stanziato a Gerusalemme per oltre un decennio, conosceva sicuramente bene e con la quale è verosimile pensare colloquiò con Gesù.
    Non risulta che il latino abbia attecchito in una società chiusa ed elitaria come quella ebraica. Probabilmente lo conoscevano alcuni esponenti delle classi alte e gli scribi per esigenze di lavoro, e molti degli stessi soldati romani non è così scontato che parlassero principalmente latino. Perciò non vi sono indizi precisi che Gesù conoscesse il greco o il latino: per un predicatore ligio alla tradizione sarebbe stato persino controproducente.

    Non si può sapere se Gesù parlasse latino ma per Mel Gibson sì

    NellA scena Ecce Homo Gesù parla in latino con Pilato ma non i sacerdoti del sinedrio

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