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Risultati da 16 a 30 di 47

Discussione: Virgo lactans

  1. #16
    Candle in the wind L'avatar di conogelato
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    Questo l' ho visto! Sono stato un paio di volte all'Accademia. Il tuo post fa pendant con la festa di domani. Grazieeeee!!!!
    amate i vostri nemici

  2. #17
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    XIV secolo

    La “Madonna del latte” nel Trecento


    Nel ‘300 la rappresentazione iconografica della "Madonna del latte" perde le caratteristiche stilizzate per assumerne una più realistica.


    Ambrogio Lorenzetti: “Madonna del latte”, 1325 circa, tempera su tavola, Museo Diocesano di Arte Sacra, Siena

    Questo dipinto è considerato un capolavoro della pittura italiana ed europea del ‘300.

    Nell’immagine la Virgo lactans non ha la frontalità tipica delle icone bizantine. La donna ha le sopracciglia sottili, gli occhi a mandorla, e sembra osservare con malinconia il Figlio tra le sue braccia, perché consapevole del suo destino.

    Il neonato è semicoperto con un panno di colore rosa. Con la mano sinistra sorregge il seno della madre e nel contempo volge lo sguardo verso l’osservatore.

    Maria indossa una tunica rossa, e sopra il maphorion blu che copre il bianco foulard sulla testa.
    I tre colori hanno significati simbolici, ciascuno dei quali rivela un diverso attributo della Madre di Dio. Il colore rosso rappresenta la maternità divina, connessa con il sacrificio di Cristo sulla croce, il blu evoca la trascendenza, il bianco è il simbolo della purezza.

    Lo sfondo dorato nel quadro esprime la realtà spirituale e divina della Madre e del Figlio.

    La forma cuspidata della tavola fa pensare che Maria sia seduta su un trono.

  3. #18
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    Ultima modifica di doxa; 09-12-2023 alle 13:31

  4. #19
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    Ultima modifica di doxa; 09-12-2023 alle 13:31

  5. #20
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    segue XIV secolo


    Andrea Pisano, Madonna del latte, statua a tutto tondo in marmo, 1346 circa, Museo nazionale di San Matteo, Pisa.

    La figura è rappresentata fino alle anche; è drappeggiata e velata; sostiene il bambino con il braccio sinistro.

    Questa scultura viene considerata un capolavoro del Trecento italiano, per la sua espressività e l’innovativo stile.

    Le linee curve del maphorion della Vergine sembrano unirsi a quelle del panno che parzialmente avvolge il Bambino.

    Il pargolo è colto nell’atto di suggere il latte; la sua mano sinistra è poggiata sul seno materno; guarda verso la madre, che corrisponde con il lieve sorriso.

    La dimensione della scultura: fu progettata per essere inserita in una nicchia. Infatti in origine era collocata in un incavo della basilica in stile gotico di Santa Maria della Spina, a Pisa.
    Ultima modifica di doxa; 09-12-2023 alle 13:34

  6. #21

    Ma allora sei proprio tu quello che picchia al portone del forum per farlo aprire

  7. #22
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    Per darvi il buongiorno !

    Di solito al mattino mi sveglio verso le ore 5 e mi preparo per andare in palestra. Si entra alle ore 6. Di mattinieri siamo una decina tra maschi e femmine.

    Le donne lavorano tutte e dopo gli esercizi ginnici (ed anche il sollevamento pesi) se ne vanno a svolgere le loro mansioni: alcune sono insegnanti di scuola media e superiore, una è avvocato (avvocatessa ?), un'altra è parrucchiera.

    Ho cordiali rapporti con tutti, e con loro trascorro piacevolmente un'ora. Poi torno a casa ed affronto la quotidianità.

    Tu ci vai in palestra ?

    Ho letto che LadyHawke ci va. E le altre ? Gli altri ?

  8. #23
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    XV secolo


    La "Madonna del latte" nel Quattrocento

    Il pittore e miniatore rinascimentale francese Jean Fouquet (1420 circa – 1480 circa) fu artista di corte per Carlo VII di Valois, re di Francia dal 1422 al 1461, anno della morte del sovrano.

    Realizzò alcuni dipinti su tavola, tra questi il "Dittico di Melun" (1452 - 1455): il nome deriva dalla sua sede originaria, la Collegiata di Notre-Dame, nella città di Melun (Francia).

    In origine il dittico era composto da due pannelli, poi divisi




    Nello scomparto di sinistra è raffigurato il committente: “Etienne Chevalier, presentato da Santo Stefano”; il pannello è custodito nella Gemäldegalerie di Berlino.

    Etienne Chevalier, tesoriere del re Carlo VII, indossa l’abito rosso, è in ginocchio, con le mani giunte in segno di preghiera; vicino c’è il patrono di Chevalier, santo Stefano, che indossa i paramenti del diacono; la dalmatica è blu con finiture dorate, nella mano sinistra sorregge il libro dei Vangeli con sopra una pietra: simbolico attributo perché fu lapidato a morte con le pietre.

    A identificare Chevalier c'è anche l’incisione sul muro dietro la sua testa, c’è scritto: "IER ESTIEN" (sapete cosa significa ?).

    Nello scomparto di destra la “Madonna del latte in trono col Bambino”, conservato al Koninklijk Museum voor Schone Kunsten di Anversa, Belgio.





    Del dittico faceva parte anche questo medaglione in rame, smalto e oro:



    Autoritratto di Jean Fouquet (diam. 7,5 cm); è a Parigi al Museo del Louvre) costituiva la "firma" del dittico.



    “Madonna del latte in trono col Bambino”.


    la Vergine è seduta su un trono arricchito con perle.

    La donna, più che alla Madre di Dio somiglia ad un’algida regina nordica.

    Sul capo anziché avere il velo o il copricapo del maphorion ha, come una regina, una corona ornata con pietre preziose.

    E’ senza capelli (li ha rasati secondo la moda del tempo ?)

    Ha il volto ovale, il seno sferico.

    Indossa un abito azzurro e un mantello bianco a pois.

    Ha un seno scoperto per allattare il Bambino, che è su un bianco lenzuolo e seduto sulla gamba sinistra della madre; il pargolo col dito indice della mano sinistra allude ai due personaggi sull’altro pannello.

    Tra madre e figlio non c’è il reciproco sguardo affettuoso ma compostezza surreale.

    La Virgo lactans è circondata da angeli cherubini di colore blu e angeli serafini di colore rosso: i loro colori evocano rispettivamente la sapienza e l’amore di Dio.


  9. #24
    Candle in the wind L'avatar di conogelato
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    Citazione Originariamente Scritto da doxa Visualizza Messaggio
    segue XIV secolo


    Andrea Pisano, Madonna del latte, statua a tutto tondo in marmo, 1346 circa, Museo nazionale di San Matteo, Pisa.

    La figura è rappresentata fino alle anche; è drappeggiata e velata; sostiene il bambino con il braccio sinistro.

    Questa scultura viene considerata un capolavoro del Trecento italiano, per la sua espressività e l’innovativo stile.

    Le linee curve del maphorion della Vergine sembrano unirsi a quelle del panno che parzialmente avvolge il Bambino.

    Il pargolo è colto nell’atto di suggere il latte; la sua mano sinistra è poggiata sul seno materno; guarda verso la madre, che corrisponde con il lieve sorriso.

    La dimensione della scultura: fu progettata per essere inserita in una nicchia. Infatti in origine era collocata in un incavo della basilica in stile gotico di Santa Maria della Spina, a Pisa.
    Davanti alla chiesa della Spina ci sono passato per cinque anni di fila in bicicletta per raggiungere il posto di lavoro. A strapiombo sull'Arno, bellissima!
    amate i vostri nemici

  10. #25
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    Buongiorno Cono,

    fammi la cortesia, armati di pinze, tenaglie, giravite e cerca di aggiustare il server del forum,

    Sarò assente per alcuni giorni, perciò t'invio oggi il post che avrei voluto farti leggere domani.

    segue XV secolo


    Jan Van Eyck, Madonna di Lucca, olio su tavola, 1433 – 1436, Städelsches Kunstinstitut di Francoforte sul Meno.

    L'opera è chiamata convenzionalmente Madonna di Lucca poiché fece parte della collezione di Carlo II di Borbone-Parma (1799 -1883), duca di Lucca dal 1824 al 1847.

    La scena è ambientata all’interno di una stretta stanza. Maria è assisa in trono sopra una pedana lignea.

    Nella parte superiore del seggio c’è la struttura della copertura, con lunga e ornata stoffa da parato, visibile anche dietro le spalle della Virgo lactans.

    Sui laterali dello scanno sono affisse quattro piccole sculture lignee dorate, due per lato, che raffigurano leoni.

    La donna guarda amorevolmente il figlio che la ricambia, ma questo nel contempo continua a suggere il latte dal seno materno.

    L’affettuoso gesto è subito trascurato dall’osservatore, intento a guardare nell’ambiente gli altri particolari che l’artista ha inserito.

    Protagonista della composizione è l'ampio mantello rosso di Maria, che riempie tutta la parte inferiore del dipinto. Notare l’ampio panneggio con pieghe.

    Il tappeto in terra contribuisce ad alludere alla donna come regina e Alma Redemptoris Mater.

    Sulla sinistra la finestra con vetri a rulli permette di far entrare la luce solare nella stanza. Sul davanzale ci sono due arance.

    Nell’arcuata nicchia sulla parete destra sono visibili degli oggetti: sulla mensola di legno un portacandela ed una bottiglia di vetro a forma di ampolla contenente acqua, simbolo della purezza di Maria.

    Nella parte sottostante c'è una bacinella in rame.
    Ultima modifica di doxa; 11-12-2023 alle 09:56

  11. #26
    Opinionista L'avatar di Vega
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    E’ senza capelli (li ha rasati secondo la moda del tempo ?)
    Probabilmente sì. Per un periodo andava di moda la fronte alta e le donne si rasavano la parte inziale dei capelli.
    Pienamente funzionante e programmata in tecniche multiple

  12. #27
    Candle in the wind L'avatar di conogelato
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    Molto bella la Madonna di Lucca: richiama il Natale ormai prossimo.
    amate i vostri nemici

  13. #28
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    Ciao Vega,

    nel XV secolo ci fu la convenzionale transizione graduale dalla fine del Medioevo all’inizio del primo Rinascimento, caratterizzato anche dalla trasformazione culturale e artistica.

    In quel secolo ci fu la moda femminile della rasatura dell'attaccatura dei capelli sopra la fronte, però l’usanza era limitata alle nobildonne, ma non tutte.

    Le cronache dell’epoca informano, ad esempio, che i Fiorentini e i Veneziani consideravano bella una fronte alta, derivata dalla rasatura dei capelli; gradivano anche le sopracciglia sottili o rasate.



    Rogier van der Weyden, ritratto di giovane donna, olio su tavola, 1460 circa, National Gallery of Art di Washington

    Il piccolo quadro (cm 37 x 27) fu realizzato dal pittore belga Rogier van der Weyden: questo suo nome è la versione in lingua fiamminga del nome originale, Rogier de la Pasture, nato a Tournai nel 1399 circa e morto a Bruxelles nel 1464.

    Questo artista produsse numerosi quadri anche per alcune casate nobiliari italiane: gli Este, gli Sforza e i Medici.

    Non si sa chi sia la giovane. Alcuni esperti hanno ipotizzato che possa essere Maria di Valengin, figlia illegittima di Filippo il Buono, duca di Borgogna.

    La donna è una dama della nobiltà, ritratta a mezza figura, presentata di tre quarti su sfondo nero. Dello stesso colore è il suo abito, sul quale è evidente la cintura rossa con fibbia.

    Il suo sguardo evita quello di un eventuale spettatore.

    Il suo labbro inferiore è carnoso.

    Nella scollatura del vestito nero si vede la camicia e la collana.

    Le mani della giovane donna sono sovrapposte sembrano poggiate su una balaustra. Ha un anello nel dito anulare della mano destra ed un altro anello nel dito mignolo della mano sinistra.


    Dettaglio del ritratto

    In testa il velo semi-trasparente copre la fronte ed ha i lembi laterali rettangolari. Sovrasta il cappello. L’attaccatura dei capelli è più alta dopo la rasatura per avere la fronte più ampia, secondo il dettame della moda del XV secolo.

    Anche la sopracciglia sono rasate.



    Nel XV secolo un altro esempio femminile di rasatura dei capelli nella parte alta della fronte.


    Andrea Mantegna, Barbara di Brandeburgo, 1474, dettaglio del ciclo in affresco nella Camera degli Sposi, Palazzo Ducale di Mantova.



    Gentile Vega, lo so che sei sfinita dalle continue diatribe con fratel Cono, però t’invito a resistere e continuare la lettura di questo post.

    A Vicenza, nel Palazzo Leone Montanari, da ieri, 14 dicembre 2023, e fino al 7 aprile 2024 c’è la mostra dedicata al tema delle acconciature femminili nei secoli


    L’acconciatura di Faustina Maggiore, moglie dell’imperatore Antonino Pio, considerata simbolo di concordia e di amore coniugale.

    Antonino Pio regnò dal 138 al 161. Fu definito “pio” perché rispettoso del Senato di Roma e delle antiche tradizioni. Tollerante verso i vari culti religiosi, assicurò sufficiente sicurezza ai confini dell’impero romano.

    In epoca rinascimentale le trecce di Faustina ispirarono l’acconciatura di numerose nobili.

    Nel Cinquecento la poetessa veneziana Moderata Fonte, nel suo dialogo “Il merito delle donne” rivendicava la loro libertà, perché “nate per allegrar e adornar el mondo”, di fare dei propri capelli “ciò che ne piace”, volgendoli ora da un lato ora dall’altro senza che gli uomini avessero “da impicciarsi”.

    Ed in effetti, al di là del colore o della foggia del ricciolo, l’acconciatura ha permesso alle donne di proporre modelli estetici o di esprimere il desiderio di rappresentare sé stesse, nonostante le critiche ecclesiastiche.



    Antonio Canova, Lucrezia d’Este, scultura in marmo, 1821, collezione privata



    Con le sue “picciolette masse ricciolute” che confluiscono in una crocchia, divise sulla fronte e raccolte verso le tempie da entrambi i lati del volto.
    Lucrezia d’Este, figlia terzogenita del duca di Ferrara Ercole II d’Este e della principessa Renata di Francia.
    Ultima modifica di doxa; 15-12-2023 alle 18:48

  14. #29
    Candle in the wind L'avatar di conogelato
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    Dalila tagliò i capelli a Sansone, privandolo della sua forza
    Guai se noi uomini osiamo contestare le capigliature femminili
    amate i vostri nemici

  15. #30
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    segue XV secolo

    Torno alla Madonna del latte nel ‘400. Per descrivere una delle sue numerose immagini mi sposto in provincia di Novara, nella medievale chiesa cimiteriale di San Martino di Engravo, nel Comune di Bolzano Novarese, distante pochi chilometri dal Lago d’Orta.


    esterno della chiesa cimiteriale di San Martino

    All'interno di questa chiesa rurale ci sono affreschi che ornano le pareti della navata e l’abside.Ffurono realizzati tra il 1403 e il 1507. Costituiscono una interessante testimonianza della devozione popolare.



    Parete sud della navata: al centro, la crocifissione, 1500 circa, dipinta da Francesco Cagnola (o dal padre, Tommaso); sostituì una precedente figurazione del 1403; ai lati due antiche immagini del XV secolo: sulla sinistra San Grato, secondo vescovo di Aosta, vissuto nel V secolo; sulla destra la Madonna del latte.

    La figura sulla sinistra con i paramenti vescovili viene di solito attribuita a Sant’Orso, ma questo fu un semplice monaco e presbitero nella chiesa cimiteriale di San Pietro, ad Aosta.

    A mio parere, invece, è san Grato, che visse nel V secolo e fu il secondo vescovo di Aosta. E’ il patrono della città e della diocesi aostana. Le sue reliquie sono conservate nella cattedrale di Aosta.

    Nel passato il suo culto era diffuso in Piemonte e Lombardia.

    A Lodi conosco una chiesa ed un quartiere dedicati a San Grato.

    Per quanto riguarda la Virgo lactans, in questo dipinto in affresco essa è raffigurata assisa in trono. Con la mano sinistra porge la mammella al piccolo Gesù per allattarlo; invece col pollice e l’indice della mano destra sorregge un fiore. Simboleggia il “Fiore che sboccia sull’albero di Jesse”, tema iconografico frequente dall’XI al XV secolo. Trae origine dalla profezia di Isaia: "Un germoglio spunterà dal tronco di Iesse, un virgulto germoglierà dalle sue radici. Su di lui si poserà lo spirito del Signore, spirito di sapienza e di intelligenza, spirito di consiglio e di fortezza, spirito di conoscenza e di timore del Signore" (Is. 11, 1-2).



    L’albero di Jesse rappresenta l’albero genealogico di Gesù. Lo schema inizia con Jesse, padre del re Davide.

    Jesse viene solitamente raffigurato mentre dorme seduto in terra, oppure coricato o semi coricato. Con la mano si sostiene la testa. Questa posizione è, a volte, associata ad un sogno profetico concernente la discendenza del dormiente. Dal suo fianco oppure dal suo stomaco o anche dal dorso s'innalza un albero i cui rami sorreggono gli antenati di Gesù, in particolare Davide (riconoscibile per la sua arpa, in alto a sinistra), fino a Maria.

    Questo tema iconografico declinò nel XVI secolo ed eliminato dalla Controriforma cattolica.

    Senza la profezia di Isaia, Iesse, discendente di Booz e padre di Davide, sarebbe rimasto uno degli anelli oscuri della catena degli antenati di Gesù di Nazaret.

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