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Discussione: Il vostro pensiero in questo momento - new

  1. #1576
    la viaggiatrice L'avatar di dark lady
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    Buon lunedì forum. Dal tribunale, tanto per cambiare.
    Week end di riposo, ci voleva, anche se ho dormito poco. Sabato sera in realtà mi sono fatta una bella dormita incredibilmente. Stanotte invece nada. Ho spento alla una. e un quarto. Avevo la sveglia alle 7, ma alle 5 ero sveglia e non ho ripreso sonno fino a poco prima della sveglia
    Dopo due giorni di tempo infernale, è tornato il sole. Questa settimana si dovrebbero rialzare le temperature.
    “Io e il mio gatto... siamo due randagi senza nome che non appartengono a nessuno e a cui nessuno appartiene” [cit. Colazione da Tiffany]

    Noi vogliamo cantare l'amor del pericolo, l'abitudine all'energia e alla temerità [cit: Manifesto futurista] .

  2. #1577
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    Buon lunedì a tutti, se tutto va bene oggi potrò prendermi il pomeriggio libero...
    ...peccato per il tempo mufo alla faccia delle previsioni, alla peggio andrò un pò a dormire e questa sera in palestra

  3. #1578
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    Lo pubblico qui, perché non vorrei discuterne, ma solo far sapere cosa accade.
    Oggi su La Stampa, dove potete trovare anche un video sulle condizioni spaventevoli dei migranti nel Silos di Trieste.

    Nella discarica dei migranti: se a Trieste finisce l’umanità
    Al “Silos” 400 migranti vivono senza cibo tra ratti e immondizia. Afghani, pakistani, bengalesi: «Il luogo più brutto e peggiore di sempre»
    NICCOLÒ ZANCAN
    11 Marzo 2024 alle 01:00
    3 minuti di lettura

    «Li vedi questi?». Li vedo, li vedo eccome. Sono buchi nella carne, sono strappi nella maglietta con la scritta New York, sono scarpe da ginnastica rosicchiate. «Big mouse, amico. Hai capito? Qui di notte è pieno di grandi topi. Io mi chiamo Ahamad Aftab, ho 35 anni, sono stato in Turchia, Bulgaria, Serbia, Ungheria, Croazia. Ma questo è il posto più brutto della mia vita, questi sono i giorni peggiori di sempre».
    Piove. Piove forte. Tin tin sulle tende e sui cartoni, su questi tetti senza speranza. Piove e sotto un riparo il signor Aftab si scalda le mani al fuoco di un falò, mentre cucina ali di pollo. Il fuoco è dentro il suo cubicolo, non si respira. «Sono qui da tre mesi e dodici giorni, aspetto che la questura mi chiami per avere il foglio. Voglio vivere in Italia, voglio lavorare. Ma non mi chiamano mai», dice un amico di Aftab in attesa della cena. E dopo la cena, spenti i fuochi, verrà il buio.
    Trieste, il Silos della vergogna - Il videoreportage

    PUBBLICITÀ
    Buonanotte dalla terra dei sorci. Buonanotte da Trieste. Buonanotte da questa discarica di persone, dove esseri umani vivi vengono trattati come morti. Si chiama Silos, ha ospitato gli esuli istriani durante la Seconda Guerra mondiale. Era un deposito di merci e granaglie. È diventata una costruzione in disgrazia ormai da decenni, a fianco della stazione ferroviaria. Qui la vita marcisce, mentre vengono annunciati in continuazione nuovi treni in partenza.
    «Bad situation, help me», dice un ragazzo di vent’anni. «Ho fame», dice il suo amico. Le tende sono ovunque, nello spazio di due campate. C’è la parte dei migranti pakistani, quella dei bengalesi e questa, dei ragazzi scappati da Kabul e dalle persecuzioni dei talebani. «Mi chiamo Muhammad Shaz Zeb Raz, so fare il barbiere e voglio lavorare. Io sono fortunato. Perché sono qui solo da ventitré giorni».
    Trieste è la frontiera nord-est italiana, punto di passaggio per tutti i viaggiatori della rotta balcanica. Ma sta succedendo qualcosa di nuovo, qualcosa di diverso. Qualcosa che non si era mai visto in una città abituata da sempre a essere un luogo di passaggio e di incontro. Adesso al Silos si affollano persone in attesa di risposte da parte dello Stato italiano. Stanno nel pantano di fango, in conseguenza di un pantano istituzionale. «Vite abbandonate». Così si intitola il rapporto scritto dalla rete di associazioni che si occupano dei migranti a Trieste: Ics, Linea d’Ombra, Diaconia Valdese, Comunità di San Martino al Campo, Donk, International Rescue. Quello che si scopre leggendo il report è sorprendente. A Trieste non c’è nessuna emergenza: 13 mila migranti arrivati nel 2022, sono diventati 16 mila nel 2023. L’80% di questi scelgono di abbondare immediatamente la città, dopo una sosta brevissima. La media delle domande di asilo qui è bassa: 5 al giorno d’inverno, 10 in estate. E allora, cosa ci fanno quei 415 esseri umani nel Silos (numero che risale al primo dicembre 2023)? Cosa indicano queste tende e questo abbandono? Sono tutte persone che hanno scelto di fare domanda d’asilo proprio a Trieste, ma non riescono a ottenere neppure la prima risposta, quella che gli permetterebbe l’inserimento nei percorsi di accoglienza.
    «No problem», dice l’aspirante barbiere Muhammad Shaz Zeb Raz. «Io vado ogni giorno in questura. Prima o poi chiameranno il mio nome».
    Intanto stanno qua. Sotto il diluvio che cola dal cemento. Ognuno con i suoi ricordi orribili. «In Ungheria mi hanno picchiato sulla testa». «In Croazia mi hanno tolto le scarpe e mi hanno fatto tornare indietro due volte». «Evita la Bulgaria, amico. Non ti auguro proprio di incontrare certi poliziotti della Bulgaria». Dalle tende risuonano musiche del mondo. I topi aspettano il momento per banchettare.
    Il sindaco di Trieste Roberto Dipiazza ha detto frasi che hanno offeso la sensibilità di molti cittadini. Per esempio: «Anche se in mezzo ai topi, paradossalmente chi sta al Silos sta bene». Due giorni fa ha risposto così alle domande: «Bisogna realizzare un hotspot in Friuli, lo dico da vent’anni». E poi, ancora, rivolto ai giornalisti: «Potrei parlare di Bologna, di Milano, di Torino, non avete idea di che cosa c’è là ma si parla solo del Silos di Trieste».
    Se qualcuno pensasse che i triestini siano indifferenti a tutto questo, commetterebbe un errore imperdonabile. L’iniziativa appena lanciata da alcuni pensionati ha già raccolto 3.500 firme. È un appello al presidente Mattarella: «Per superare l’immobilismo delle istituzioni». Lì c’è scritto tutto: «Condizioni inumane, freddo, ratti». Singoli cittadini e associazioni vengono ogni giorno al Silos per portare coperte e cibo. Ma la situazione non cambia mai. Perché?
    Trieste ricorda Ventimiglia. Quello che succede qui è una conseguenza di precise linee politiche. Non ci sono altre spiegazioni. Ne è convinto Gianfranco Schiavone, il presidente di Ics, il Consorzio di solidarietà: «La chiave di lettura della questione Silos non si trova, o non prevalentemente, nella crisi del sistema di accoglienza italiano, ma in una strategia più perversa con due finalità. La prima è abbandonare per lungo tempo i richiedenti asilo per spingere il maggior numero di loro ad andarsene altrove. La seconda è diffondere la falsa immagine di un’invasione di migranti dalla rotta balcanica, per spingere l’opinione pubblica a pensare che se centinaia di persone affondano nel fango del Silos ciò non è dovuto a inqualificabili inadempienze istituzionali, bensì al fatto che ci sono troppi ingressi. Ma è falso. Lo dicono i numeri. Quindi tenere il Silos in questa situazione risponde a obiettivi politici ben chiari, che non si possono dichiarare perché sono tanto illegali quanto moralmente spregevoli».
    Ecco cosa son questi topi fra le caviglie dei ragazzi afghani, ecco spiegati questi cumuli di rifiuti. Sono una scelta. «No problem, amico. Noi aspettiamo. Vuoi assaggiare un pezzo di pollo?

  4. #1579
    Posh&Rebel L'avatar di efua
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    Buon pomeriggio!
    A farmi vedere la spalla dopo 6 mesi
    Auguratemi tante belle cose
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    -Where there’s will there’s a way-

    -Work hard have fun & be nice-



  5. #1580
    Sovrana di Bellezza L'avatar di ReginaD'Autunno
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    In un incantevole paese della regione dei trulli
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    Buona fortuna Efua!
    Io invece sono qui che scrivo con la testa senza più brutti pensieri...
    Corteggiata da l'aure e dagli amori, siede sul trono de la siepe ombrosa, bella regina dè fioriti odori, in colorita maestà la rosa CLAUDIO ACHILLINI

  6. #1581
    la viaggiatrice L'avatar di dark lady
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    Buon pomeriggio.
    Oggi tornata presto dal tribunale, per doverci tornare al pomeriggio. E ovviamente non finirò alle 16, ca va sans dire.
    Tuttavia se non avessi tutto sto sonno non sarebbe neanche male, la giornata.
    Sono a cena con un mio amico stasera, e mi spiacerebbe dargli buca, ma dire che ho voglia di restare fuori a cena....
    “Io e il mio gatto... siamo due randagi senza nome che non appartengono a nessuno e a cui nessuno appartiene” [cit. Colazione da Tiffany]

    Noi vogliamo cantare l'amor del pericolo, l'abitudine all'energia e alla temerità [cit: Manifesto futurista] .

  7. #1582
    Che il mondo sprofondasse in un baratro nell'eterna Niflheimr...
    C'è poco da pensare oltre.

  8. #1583
    Opinionista L'avatar di Vega
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    Il meteorite Kanyu, il meteorite.
    Pienamente funzionante e programmata in tecniche multiple

  9. #1584
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    Tranquilli che ci stiamo già distruggendo da soli, ci vorrà solo un pò di pazienza...

  10. #1585
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    Dopo le due schizze del tardo pomeriggio adesso piove di nuovo, ancora una volta le previsioni le hanno fatte leggendo i fondi di caffè...
    ...vabbè dai mi è andata bene, nonostante abbia dovuto accettare dei piccoli compromessi oggi pomeriggio ho fatto tutto quel che mi ero prefissato ed anche qualcosina in più

  11. #1586
    Opinionista L'avatar di Vega
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    Tranquilli che ci stiamo già distruggendo da soli, ci vorrà solo un pò di pazienza...
    Ci mettiamo ancora troppo!
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  12. #1587
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    Lo pubblico qui, perché non vorrei discuterne, ma solo far sapere cosa accade.
    Oggi su La Stampa, dove potete trovare anche un video sulle condizioni spaventevoli dei migranti nel Silos di Trieste.

    Nella discarica dei migranti: se a Trieste finisce l’umanità
    Al “Silos” 400 migranti vivono senza cibo tra ratti e immondizia. Afghani, pakistani, bengalesi: «Il luogo più brutto e peggiore di sempre»
    NICCOLÒ ZANCAN
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    «Li vedi questi?». Li vedo, li vedo eccome. Sono buchi nella carne, sono strappi nella maglietta con la scritta New York, sono scarpe da ginnastica rosicchiate. «Big mouse, amico. Hai capito? Qui di notte è pieno di grandi topi. Io mi chiamo Ahamad Aftab, ho 35 anni, sono stato in Turchia, Bulgaria, Serbia, Ungheria, Croazia. Ma questo è il posto più brutto della mia vita, questi sono i giorni peggiori di sempre».
    Piove. Piove forte. Tin tin sulle tende e sui cartoni, su questi tetti senza speranza. Piove e sotto un riparo il signor Aftab si scalda le mani al fuoco di un falò, mentre cucina ali di pollo. Il fuoco è dentro il suo cubicolo, non si respira. «Sono qui da tre mesi e dodici giorni, aspetto che la questura mi chiami per avere il foglio. Voglio vivere in Italia, voglio lavorare. Ma non mi chiamano mai», dice un amico di Aftab in attesa della cena. E dopo la cena, spenti i fuochi, verrà il buio.
    Trieste, il Silos della vergogna - Il videoreportage

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    Buonanotte dalla terra dei sorci. Buonanotte da Trieste. Buonanotte da questa discarica di persone, dove esseri umani vivi vengono trattati come morti. Si chiama Silos, ha ospitato gli esuli istriani durante la Seconda Guerra mondiale. Era un deposito di merci e granaglie. È diventata una costruzione in disgrazia ormai da decenni, a fianco della stazione ferroviaria. Qui la vita marcisce, mentre vengono annunciati in continuazione nuovi treni in partenza.
    «Bad situation, help me», dice un ragazzo di vent’anni. «Ho fame», dice il suo amico. Le tende sono ovunque, nello spazio di due campate. C’è la parte dei migranti pakistani, quella dei bengalesi e questa, dei ragazzi scappati da Kabul e dalle persecuzioni dei talebani. «Mi chiamo Muhammad Shaz Zeb Raz, so fare il barbiere e voglio lavorare. Io sono fortunato. Perché sono qui solo da ventitré giorni».
    Trieste è la frontiera nord-est italiana, punto di passaggio per tutti i viaggiatori della rotta balcanica. Ma sta succedendo qualcosa di nuovo, qualcosa di diverso. Qualcosa che non si era mai visto in una città abituata da sempre a essere un luogo di passaggio e di incontro. Adesso al Silos si affollano persone in attesa di risposte da parte dello Stato italiano. Stanno nel pantano di fango, in conseguenza di un pantano istituzionale. «Vite abbandonate». Così si intitola il rapporto scritto dalla rete di associazioni che si occupano dei migranti a Trieste: Ics, Linea d’Ombra, Diaconia Valdese, Comunità di San Martino al Campo, Donk, International Rescue. Quello che si scopre leggendo il report è sorprendente. A Trieste non c’è nessuna emergenza: 13 mila migranti arrivati nel 2022, sono diventati 16 mila nel 2023. L’80% di questi scelgono di abbondare immediatamente la città, dopo una sosta brevissima. La media delle domande di asilo qui è bassa: 5 al giorno d’inverno, 10 in estate. E allora, cosa ci fanno quei 415 esseri umani nel Silos (numero che risale al primo dicembre 2023)? Cosa indicano queste tende e questo abbandono? Sono tutte persone che hanno scelto di fare domanda d’asilo proprio a Trieste, ma non riescono a ottenere neppure la prima risposta, quella che gli permetterebbe l’inserimento nei percorsi di accoglienza.
    «No problem», dice l’aspirante barbiere Muhammad Shaz Zeb Raz. «Io vado ogni giorno in questura. Prima o poi chiameranno il mio nome».
    Intanto stanno qua. Sotto il diluvio che cola dal cemento. Ognuno con i suoi ricordi orribili. «In Ungheria mi hanno picchiato sulla testa». «In Croazia mi hanno tolto le scarpe e mi hanno fatto tornare indietro due volte». «Evita la Bulgaria, amico. Non ti auguro proprio di incontrare certi poliziotti della Bulgaria». Dalle tende risuonano musiche del mondo. I topi aspettano il momento per banchettare.
    Il sindaco di Trieste Roberto Dipiazza ha detto frasi che hanno offeso la sensibilità di molti cittadini. Per esempio: «Anche se in mezzo ai topi, paradossalmente chi sta al Silos sta bene». Due giorni fa ha risposto così alle domande: «Bisogna realizzare un hotspot in Friuli, lo dico da vent’anni». E poi, ancora, rivolto ai giornalisti: «Potrei parlare di Bologna, di Milano, di Torino, non avete idea di che cosa c’è là ma si parla solo del Silos di Trieste».
    Se qualcuno pensasse che i triestini siano indifferenti a tutto questo, commetterebbe un errore imperdonabile. L’iniziativa appena lanciata da alcuni pensionati ha già raccolto 3.500 firme. È un appello al presidente Mattarella: «Per superare l’immobilismo delle istituzioni». Lì c’è scritto tutto: «Condizioni inumane, freddo, ratti». Singoli cittadini e associazioni vengono ogni giorno al Silos per portare coperte e cibo. Ma la situazione non cambia mai. Perché?
    Trieste ricorda Ventimiglia. Quello che succede qui è una conseguenza di precise linee politiche. Non ci sono altre spiegazioni. Ne è convinto Gianfranco Schiavone, il presidente di Ics, il Consorzio di solidarietà: «La chiave di lettura della questione Silos non si trova, o non prevalentemente, nella crisi del sistema di accoglienza italiano, ma in una strategia più perversa con due finalità. La prima è abbandonare per lungo tempo i richiedenti asilo per spingere il maggior numero di loro ad andarsene altrove. La seconda è diffondere la falsa immagine di un’invasione di migranti dalla rotta balcanica, per spingere l’opinione pubblica a pensare che se centinaia di persone affondano nel fango del Silos ciò non è dovuto a inqualificabili inadempienze istituzionali, bensì al fatto che ci sono troppi ingressi. Ma è falso. Lo dicono i numeri. Quindi tenere il Silos in questa situazione risponde a obiettivi politici ben chiari, che non si possono dichiarare perché sono tanto illegali quanto moralmente spregevoli».
    Ecco cosa son questi topi fra le caviglie dei ragazzi afghani, ecco spiegati questi cumuli di rifiuti. Sono una scelta. «No problem, amico. Noi aspettiamo. Vuoi assaggiare un pezzo di pollo?
    RaiTre ha dedicato una puntata di "Caro marziano" ai profughi di Trieste due settimane fa: agghiacciante! Terrificante!
    amate i vostri nemici

  13. #1588
    Candle in the wind L'avatar di conogelato
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    Citazione Originariamente Scritto da efua Visualizza Messaggio
    Buon pomeriggio!
    A farmi vedere la spalla dopo 6 mesi
    Auguratemi tante belle cose
    Com'è andata?
    amate i vostri nemici

  14. #1589
    Posh&Rebel L'avatar di efua
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    Com'è andata?
    Bene
    Non ho risolto nulla
    Come sempre
    Nella vita qui
    Allegria!
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  15. #1590
    Posh&Rebel L'avatar di efua
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    Questi sono loro
    E come direbbero -sempre loro-
    Ridiculous, unacceptable!

    https://www.corriere.it/esteri/24_ma...040c4f25.shtml
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