non era questo il punto;
la questione che facevo presente alla mia amica è che lei è rimasta in una postura da sedicenne che cerca di negoziare coi fidanzati un surplus unilaterale di attenzioni da parte di soggetti "adatti" e strumentali;
ma questo le produce inevitabilmente una frustrazione perché in effetti manca puntualmente di essere lei stessa un punto di riferimento esistenziale per questi compagni, se non come "bisognosa";
ed è una cosa che lei capisce benissimo, ma di cui si compiace, nutrendosi della componente di potere che la appaga, ma pagando puntualmente questo squilibrio in altre circostanze che la fanno soffrire per mancanza di autorevolezza; che ricade un po' nel punto b): cioè, lei si percepisce come sufficiente nella misura in cui si concede, ma in effetti non può riconoscere il suo valore di partner infungibile, e si svaluta;
ad effetto domino, nel momento in cui deve essere assertiva, magari ha una crisi importante con uno dei figli, non è capace di argomentarsi come modello, perché lei stessa adolescente e va nel pallone.