Risultati da 1 a 15 di 28

Discussione: Agape > Carità

Visualizzazione Ibrida

Messaggio precedente Messaggio precedente   Nuovo messaggio Nuovo messaggio
  1. #1
    Opinionista
    Data Registrazione
    30/04/19
    Messaggi
    1,535
    Buon pomeriggio Durante,

    ti ringrazio per aver condiviso con me la tua riflessione. Ho collocato l’immagine del II secolo nella catacomba di Priscilla ma non ho pensato alle connessioni. Hai ragione ! Perché 7 commensali e non 8 o 6 ?

    Per quanto ne so le antiche civiltà svilupparono il simbolismo numerico. E’ presente nell’egiziano “Libro dei morti”, in India nei Veda, nel “Libro dei mutamenti” in Cina.

    I simboli numerici fanno parte della filosofia greca dei pitagorici, i Greci elaborarono la mistica dei numeri, invece gli Ebrei assegnarono ai numeri valenza religiosa.

    Nella cultura semita si usavano i numeri come simboli espressivi del rapporto tra l’individuo e il trascendente, perciò la Bibbia e la letteratura apocalittica sono pervase dal simbolismo religioso dei numeri.

    Per quanto riguarda il numero 7, alcune civiltà lo considerarono sacro. Su questo numero c’è molto da dire. Col copia e incolla dal mio documento virtuale riguardante questo tema ti elenco solo alcune concezioni su di esso.

    L’astrologia babilonese divideva il mese lunare in cicli di 7 giorni, che corrisponde alla nostra settimana.

    7 è il numero primo divisibile solo per sé stesso.

    Secondo il libro dell’Apocalisse la fine del mondo sarà annunciata dalla rottura dei 7 sigilli, seguita dal suono di 7 trombe suonate da 7 angeli.

    Il “settimo giorno” è il nome del Sabato ebraico, che compie e completa la settimana.

    Nell’ebraismo il candelabro, detto menorah, ha 7 braccia per 7 luci: simboleggia la fede eterna.

    7 sono le meraviglie del mondo: i giardini pensili di Babilonia, il colosso di Rodi, il mausoleo di Alicarnasso, il tempio di Artemide ad Efeso, il faro di Alessandria d’Egitto, la statua di Zeus ad Olimpia, la piramide di Cheope a Gizia.

    Sono 7 i colori dell’arcobaleno.

    Nel testo biblico riguardante la Genesi sono 7 i giorni del racconto, e il settimo giorno è collegato al riposo di Dio creatore

    Nel Nuovo Testamento 7 sono i sacramenti, 7 i doni dello Spirito Santo, 7 i peccati capitali, 7 le virtù (4 cardinali e 3 teologali).

    Sono 7 i sacramenti per la Chiesa cattolica: battesimo, cresima, eucarestia, penitenza, unzione degli infermi, ordine sacro, matrimonio.

    L’apostolo Pietro a Gesù disse: ‘Signore, quante volte, peccando il mio fratello contro di me, gli perdonerò io ? Fino a 7 volte ?’ E Gesù a lui: ‘Io non ti dico fino a 7 volte, ma fino a 70 volte 7’ “ (Mt 18, 21 – 22).

    Eccetera...

    Ultima modifica di doxa; 30-12-2023 alle 17:15

  2. #2
    Opinionista
    Data Registrazione
    30/04/19
    Messaggi
    1,535
    Buon pomeriggio Carlino,

    ma sei un giramondo ! Sei stato anche un abitante di Roma, non solo di Napoli

    Nelle catacombe di Priscilla ci sono stato un paio di volte. In quel tempo ero interessato alla prima scena della Natività, questa


    Affresco del III secolo. E’ la più antica rappresentazione della nascita di Gesù E’ nella volta di una nicchia, in corrispondenza di un loculo nel cosiddetto “arenario centrale”, dove i cristiani scavarono le loro sepolture tra la fine del II e gli inizi del III secolo.

    Il piccolo dipinto rappresenta la Vergine con il Bambino e fu eseguito tra il 230 e il 240.

    La Madre di Gesù indossa la tunica a maniche corte ed ha il capo velato. E’ seduta e tra le braccia ha il Bambino. E’ raffigurata mentre allatta il neonato, che sembra voltarsi improvvisamente verso un individuo, che non è San Giuseppe ma un profeta. forse Isaia, o Balaam, oppure Michea. Quello sguardo del Bambino è considerato l’anello di congiunzione del Vecchio Testamento col Nuovo Testamento.

    In quegli anni la continuità ed unità tra i due Testamenti nel Cristo era argomento di dialogo fra i cristiani dotti residenti a Roma nella prima metà del III secolo.
    Pretendevano la nascita di Gesù il Messia atteso dagli Ebrei.

    Per quanto riguarda il profeta, indossa la tunica exterior e il pallio (mantello quadrangolare). Nella mano sinistra tiene un rotolo di pergamena, con il dito indice della mano destra indica verso l’alto una stella, sopra la testa di Maria.

    Ed ora torno alla virtù: la carità.

    Un bel saluto dal mio collega bibliotecario: "Malachia da Hildesheim"
    Ultima modifica di doxa; 30-12-2023 alle 16:25

  3. #3
    Opinionista
    Data Registrazione
    30/04/19
    Messaggi
    1,535
    L’iconografia tradizionale della Carità presenta una donna che allatta più neonati, simbolo dell’amore verso gli altri.


    William-Adolphe Bouguereau, Carità, olio su tela, 1878, collezione privata

    Dello stesso pittore francese un’altra allegoria della Carità


    William-Adolphe Bouguereau, La carità, olio su tela, 1859,

    segue

  4. #4
    Opinionista
    Data Registrazione
    30/04/19
    Messaggi
    1,535

    Tino di Camaino, allegoria della Carità, scultura marmorea a tutto tondo, 1320 circa, Museo Bardini, Firenze

    (Camaino era il nome del padre dello scultore e architetto senese Tino: 1285 – 1337 circa).

    Questo gruppo scultoreo è ispirato dall’iconografia tradizionale della Carità che allatta più fanciulli.

    La donna ha i capelli raccolti in una treccia avvolta attorno alla testa.

    Il suo vestito ha aperture sui seni.

    Regge due "pargoletti", poco più che neonati: uno voltato di spalle, ha la mano destra poggiata sul seno della donna ed è intento a suggere il latte dalla mammella;

    invece l’altro, in posizione frontale, ha la mano sinistra sotto il seno della donna è tenta di raggiungere il capezzolo.


  5. #5
    Opinionista
    Data Registrazione
    30/04/19
    Messaggi
    1,535
    In questo topic nel post che ho dedicato al pittore francese William-Adolphe Bouguereau ho scritto che l’iconografia tradizionale della Carità è quella di una donna che allatta più neonati o bambini, ma ci sono anche varianze.

    Un esempio è l’allegoria della Carità dipinta in monocromo da Giotto con i suoi collaboratori nella Cappella degli Scrovegni, a Padova.


    Cappella degli Scrovegni, Padova. In origine la chiesa era dedicata alla Beata Maria Vergine della Carità.

    Fu commissionata da Enrico degli Scrovegni, figlio di Rinaldo, facoltoso usuraio padovano, che Dante Alighieri nella Divina Commedia lo colloca nella cantica dell’Inferno. Nel XVII Canto (64 – 75) il poeta dice di aver visto Rinaldo nell’anello interno del VII cerchio, dove i sono puniti i violenti.

    L'anello interno del VII cerchio è un deserto rovente con una continua pioggia di fuoco. Gli usurai sono seduti sulla sabbia, tentano di scacciare il fuoco, ma inutilmente. Intorno al collo hanno delle borse decorate con i loro stemmi.

    Dante va ad osservare gli usurai: ….

    “E un che d’una scrofa azzurra e grossa
    segnato avea lo suo sacchetto bianco,
    mi disse: «Che fai tu in questa fossa

    Or te ne va; e perché se’ vivo anco,
    sappi che ’l mio vicin Vitaliano
    sederà qui dal mio sinistro fianco.

    Con questi Fiorentin son padoano:
    spesse fiate mi ’ntronan li orecchi
    gridando: "Vegna ’l cavalier sovrano,
    che recherà la tasca con tre becchi!"».
    Qui distorse la bocca e di fuor trasse
    la lingua, come bue che ’l naso lecchi”.


    [= "E un dannato, che aveva una borsa bianca con l'immagine di una grossa scrofa azzurra (lo stemma degli Scrovegni), mi disse: ‘Cosa fai tu in questo Inferno?

    Ora vattene; e poiché sei ancora vivo, sappi che presto siederà qui alla mia sinistra il mio concittadino Vitaliano del Dente.

    Io sono padovano e sto qui con questi Fiorentini: molte volte mi urlano nelle orecchie, gridando: ‘Venga il nobile cavaliere, che porterà qui la borsa col simbolo dei tre caproni!’ (Giovanni di Buiamonte). A quel punto storse la bocca e tirò fuori la lingua, come un bue che si lecca il naso"].

    Dall’Inferno dantesco torno in superficie per ammirare il ciclo di affreschi dei primi anni del XIV secolo, considerato uno dei capolavori dell’arte occidentale.

    La superficie è di circa 700 mq., compresi i circa 180 mq. della volta dipinta quasi solo di colore azzurro.


    Presbiterio




    Navata e controfacciata

    Nella fascia inferiore delle pareti ci sono 14 allegorie a monocromo, alternate a specchiature in finto marmo.

    Nella parete destra, in basso, le virtù;

    nella parete sinistra, in basso, i vizi.

    In ogni figura il nome del vizio o della virtù è scritto in alto in lingua latina



    Giotto, Carità, dipinto murale in monocromo, 1306 circa, Cappella degli Scrovegni, Padova.

    La Carità è una figura femminile, giovane e incoronata di fiori.

    Con la mano sinistra offre a Dio il suo cuore, come simbolo dell’amore caritatevole;

    nella mano destra, offerente, regge un contenitore in ceramica con dentro frutta, fiori e spighe.

    Per contrappasso, con i piedi calpesta i sacchetti pieni di denari.

Permessi di Scrittura

  • Tu non puoi inviare nuove discussioni
  • Tu non puoi inviare risposte
  • Tu non puoi inviare allegati
  • Tu non puoi modificare i tuoi messaggi
  •  
  • Il codice BBAttivato
  • Le faccine sono Attivato
  • Il codice [IMG]Attivato
  • Il codice [VIDEO]Attivato
  • Il codice HTML � Disattivato