Risultati da 1 a 6 di 6

Discussione: Lasciarsi

  1. #1
    la viaggiatrice L'avatar di dark lady
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    Lasciarsi

    Come un uragano ti sei abbattuto sulla mia esistenza, trascinandovi dentro i tuoi detriti.
    Nel tuo vorticare infinito v'hai portato paranoie, psicosi, ansie e depressioni, picchi d'umore e compulsioni.
    Mi hai trascinato nei meandri della tua mente, e io mi sono fatta cantoniere dei tuoi sentieri sconnessi. Ho sanato crepe, riparato muri, costruito strade dove c'erano viottoli diroccati.
    Colpa mia, lo so: non si possono aggiustare le cose altrui. E' come buttare asfalto per coprire le buche: alla prima pioggia, torneranno più profonde di prima.
    Ora che te ne sei andato, resta una landa di distruzione. La tua, la mia.
    Con una scopa spazzerò via le macerie, per ristabilire un confortante vuoto.
    “Io e il mio gatto... siamo due randagi senza nome che non appartengono a nessuno e a cui nessuno appartiene” [cit. Colazione da Tiffany]

    Noi vogliamo cantare l'amor del pericolo, l'abitudine all'energia e alla temerità [cit: Manifesto futurista] .

  2. #2
    Opinionista L'avatar di follemente
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    Scrivi molto bene, Dark.
    Ultima modifica di follemente; 09-02-2024 alle 20:17

  3. #3
    Opinionista L'avatar di Breakthru
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  4. #4
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    Tutto scorre (panta rei), scrisse Eraclito.

    Anche l'amore !

    Amare è un dono sospeso sull'abisso della perdita. E' soggetto al divenire. Il dolore è sempre in agguato, ma proporzionale all'intensità di quell'amore.


    La persona amata, con la quale si condivide la quotidianità, se all'improvviso ci abbandona o muore, provoca un vuoto, la sua perdita crea una lacerazione psicologica, la sofferenza. Fa capire quanto la persona amata sia decisiva per la propria esistenza.

    Essere o avere

    Come si sa, grammaticalmente il verbo "avere" evoca il possesso, il verbo essere esprime il concetto di esistenza: "io sono".

    La perdita dell’amata/o agisce sull’essere, contribuisce a “svelarlo” induce a modifiche psicologiche: l’avere e l’essere subiscono mutamenti nel divenire, costringe l’individuo a trovare nel dolore lo spazio per evolvere, “scrosta” nel non essere l’imperfezione dell’amore, che è ancora una forma di avere.


    L'amato che se ne va per sempre è un avere che si perde.


    Il poeta e politico britannico George Gordon Byron nella sua poesia titolata "Quando ci separammo" dice:


    “Quando ci separammo
    In lacrime e in silenzio,
    Coi nostri cuori infranti,
    Per anni abbandonandoci,
    La tua guancia divenne fredda e pallida;
    Piú gelido il tuo bacio;
    In verità quell'ora ci predisse
    Di questa il gran dolore!

    La rugiada del mattino
    Fredda mi si posò sul ciglio;
    Mi apparve come il segno
    Di ciò che provo ora.

    Ogni tuo giuramento s'è spezzato,
    La tua reputazione è fragile :
    Pronunciano il tuo nome
    Enumerandone tutte le vergogne.

    Avanti a me pronunciano il tuo nome,
    Come un rintocco funebre ai miei orecchi;
    E mi percorre un fremito —
    Perché tu mi fosti sí cara?

    Essi non sanno che un tempo ti conobbi,
    Che ti conobbi bene :
    A lungo, a lungo ti dovrò rimproverare,
    Ed è troppo difficile parlarti.

    Segretamente noi ci incontravamo:
    Ora in silenzio mi affliggo
    Che il tuo cuore abbia già dimenticato,
    Che il tuo spirito m'abbia ormai ingannato.

    Se io ti dovessi incontrare
    Dopo un lungo periodo di anni,
    Come potrei donarti il mio saluto? —
    Con silenzio e lacrime”.


    (George Gordon Byron)

  5. #5
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    Ciao dark,

    visto che nessuno/a commenta la fine del tuo amore, proseguo io.

    Nel mio precedente post ho sfiorato l’argomento “mettendolo sul poetico”, ma di poetico non ha nulla.

    Allora “entriamo nel vivo”, come si suol dire.

    Molte donne hanno il “vizio” di elencare i difetti del partner quando finisce la relazione amorosa.

    Hai scritto
    “Come un uragano ti sei abbattuto sulla mia esistenza, trascinandovi dentro i tuoi detriti.
    Nel tuo vorticare infinito v'hai portato paranoie, psicosi, ansie e depressioni, picchi d'umore e compulsioni.
    Mi hai trascinato nei meandri della tua mente, e io mi sono fatta cantoniere dei tuoi sentieri sconnessi. Ho sanato crepe, riparato muri, costruito strade dove c'erano viottoli diroccati.
    Colpa mia, lo so: non si possono aggiustare le cose altrui. E' come buttare asfalto per coprire le buche: alla prima pioggia, torneranno più profonde di prima.
    Ciò che hai scritto mi lascia perplesso. Hai lo “spirito della crocerossina” perciò lo hai scelto come compagno pur sapendo i suoi difetti caratteriali ? Di solito basta un mese, due mesi di assidua frequentazione per capirli.

    Se quei tratti caratteriali non ti andavano bene perché sei rimasta con lui ? La “domanda sorge spontanea” !

    Penso che nel vostro rapporto l’attrazione fisica e l’eros siano stati dominanti, perciò l’avete trascinato nel tempo.

    Hai scritto

    Ora che te ne sei andato, resta una landa di distruzione. La tua, la mia.
    Con una scopa spazzerò via le macerie, per ristabilire un confortante vuoto.
    “Resta una landa di distruzione. La tua, la mia”. Ne sei proprio sicura ? Se lui ha deciso di interrompere la laison significa che la sua “landa” non è distrutta. Ma ti vuoi illudere che sia così.

    Dark, ho messo “un po’ di legna nel fuoco” per far ardere la metaforica brace, per suscitare il dibattito e ricevere le critiche, almeno femminili.

    sursum corda !

  6. #6
    la viaggiatrice L'avatar di dark lady
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    Grazie per le vostr parole!
    In realtà non è mia intenzione aprire un dibattito, ho solo voluto mettere nero su bianco alcuni pensieri. Scrivere le emozioni spesso aiuta a razionalizzarle e ad affrontarle meglio.
    “Io e il mio gatto... siamo due randagi senza nome che non appartengono a nessuno e a cui nessuno appartiene” [cit. Colazione da Tiffany]

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