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Discussione: Ignoranza

  1. #1
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    Ignoranza




    Ciao Carlino, a volte in modo ironico dici a fratel Cono che sei ignorante: ignori un determinato argomento. Mo “vassapé” come stanno le cose.

    Il dizionario informa che il sostantivo "ignoranza" deriva dal latino "ignorantia", formato dal privativo in e dalla radice del verbo (g)noscere (conoscere) quindi letteralmente "mancanza di conoscenza") è la condizione che qualifica l'ignorante, colui che ha trascurato la conoscenza di determinate cose che si potrebbero o dovrebbero sapere.

    L'ignoranza può essere sia un difetto, soprattutto quando induce a diventare arroganti e presuntuosi pur di non ammettere di non sapere;
    l’ignoranza può anche essere l’inizio del ravvedimento quando con umiltà si ammette di non conoscere un determinato argomento e si ha la motivazione per avere informazioni.

    Non basta. L’ignoranza può essere assoluta, relativa o dotta.

    L’ignoranza assoluta è stimolo e presupposto per la conoscenza;

    l’ignoranza relativa è assenza di ciò che si sa. “E credere di sapere quello che non si sa non è veramente la più vergognosa forma di ignoranza?”, disse Socrate;

    la dotta ignoranza, invece, è il perno della dottrina della conoscenza. Essa pone al proprio centro la finitudine della conoscenza umana, quindi la sua inadeguatezza per formulare un concetto adeguato sia dell’infinità del divino sia della verità delle cose finite.

    La dotta ignoranza invita a cercare la verità oltre i confini del noto.

    Io ho detto la mia. Se vi va dite la vostra per continuare questo thread.
    Ultima modifica di doxa; 24-02-2024 alle 09:01

  2. #2
    "Conoscere" é come dissodare il deserto pietroso di Hammada: il "sapere" sono i sassi, da portare alla luce. Ora, si da il caso che per ogni sasso tolto, ne appaiano sotto altri 3/4...e via di seguito. Bene: il mio "sapere" é il mucchietto di sassi che ho dissotterrato. Lo paragono al resto del lavoro di scavo da fare. E dichiaro, oggettivamente (e sconsolato), che sono ignorante. E mi rimetto a scavare. Sisifo con piccone, in un certo senso.
    Ultima modifica di restodelcarlino; 24-02-2024 alle 10:44

  3. #3
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    Sembra facile essere ignoranti, ma non lo è.

    La parola "ignorante" è stata ampliata di significato e di solito la usiamo per definire una persona ineducata, raramente l'attribuiamo a chi non sa.

    Il concetto di ignoranza è abbastanza complesso perché si porta dietro quell’ironia socratica del non-sapere che è il necessario pungolo vitale per la nascita della conoscenza di ognuno di noi.

    Hai ben detto Carlino, i nostri tentativi quotidiani di porre rimedio all’ignoranza somiglia alla fatica di Sisifo, perché l’ignoranza, proprio come il famoso masso del mito, rotola sempre a valle.

    La necessità di conoscere, altrimenti le decisioni sbagliate possono indurre conseguenze persino fatali.

    Il sapiente Confucio disse: “Vuoi che ti dica che cos’è la conoscenza? È sapere sia quel che si sa sia quel che non si sa”.

    Invece messer Alighiero degli Alighieri (Dante) scrisse “Considerate la vostra semenza:/ fatti non foste a viver come bruti/ ma per seguir virtute e canoscenza”.

    Conoscenza e ignoranza sono come la luce e l’ombra.


    Guardate il magister per desumere il mio prossimo post
    Ultima modifica di doxa; 25-02-2024 alle 10:38

  4. #4
    Citazione Originariamente Scritto da doxa Visualizza Messaggio
    Invece messer Alighiero degli Alighieri (Dante) scrisse “Considerate la vostra semenza:/ fatti non foste a viver come bruti/ ma per seguir virtute e canoscenza”.

    Lo fa dire a Ulisse, dannato come consigliere fraudolento. (se non ricordo male...e non ho voglia di alzarmi a prendere il testo)

    Significa qualche cosa, questo?
    vassapé....so' 'gnurant

  5. #5
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    Gentile Carlino, altro che "gnurant", si comprende bene che in quel "deserto" hai raccolto sassi in profondità ....

    Che ne pensi di quel “nostro comune amico” tedesco, Nikolaus Krebs von Kues ?

    A me sembra una brava persona, che merita la nostra fiducia nel frequentarla.

    Correggimi se sbaglio. “Voci di corridoio” dicono che sia nato nel 1401 a Kues, nella Renania-Palatinato, in Germania. La piccola città è oggi denominata Bernkastel-Kues, nata dall’unione delle due vicine località, situate circa 50 km a valle di Treviri.

    Frequentò la facoltà di lettere dell' Università di Heidelberg, ma completò gli studi a Padova, dove si laureò in diritto canonico nel 1423. La laurea magistralis la conseguì in Germania, a Colonia, e divenne doctor in filosofia e teologia.

    Dalla relazione con Henriette Marie Hüßœr ebbe due figli, ma la donna morì dopo aver partorito il secondo figlio. Perciò nel 1436 ebbe la possibilità di essere nominato presbitero.

    Non basta. Era un uomo sapiente e carismatico. Invito i "consoci" del forum a leggere la sua biografia e il suo cursus honorum.

    Nel 1448 fu "elevato alla porpora (rossa) cardinalizia"; dal1450 anche vescovo-principe di Bressanone.

    Scrisse vari libri, fra i quali nel 1440 il noto “De docta ignorantia” (la dotta ignoranza) in cui fonda la possibilità umana della conoscenza sulla proporzione fra noto e ignoto; nel 1449 elaborò l’ “Apologia De docta ignorantia”. Per questo testo afferma di essersi basato su un passo della Lettera a Proba, scritta da Agostino d’Ippona.

    La dotta ignoranza, secondo Nicola Cusano, è un concetto filosofico che riflette l’atteggiamento del pensatore consapevole della limitatezza della conoscenza umana rispetto all’immensità dell’ignoto. Comunque può costruire un’interpretazione del mondo.

    Il cardinal Cusano affermava che tutte le religioni sono delle varianti culturali del culto dell’unica vera divinità. Di fatto, egli sembra voler conferire a tutte eguali diritti nei confronti della ricerca della verità.

    Descrive nei suoi testi un’ideale assemblea tra i rappresentanti di ogni popolo che deve dare a tutti la possibilità di esprimere le proprie posizioni. Questo concilium universalis sarebbe il corrispettivo terreno dell’assemblea divina.

    Benchè l’espressione “De docta ignorantia” sia associata a Cusano essa compare già in filosofi precedenti. A questo cardinale deriva dal pensiero di Agostino.

    Cusano approfondisce il concetto di dotta ignoranza riproponendo le riflessioni a lui precedenti e ampliandole.

    Per lui la dotta ignoranza è una formula gnoseologica, importante per riflettere su Dio, ed è alla base di qualsiasi conoscenza.

    Il limite della conoscenza umana non riguarda solo l’infinito, che sfugge ad ogni proporzione e ci è ignoto.

    Diventare coscienti del proprio limite è la più alta conoscenza raggiungibile. Per questo possiamo definire tale ignoranza “dotta“.

    Come cardinale Niccolò Cusano ebbe a Roma il titolo della basilica di San Pietro in Vincoli, che conservò fino al 1464, anno della sua morte. E’ sepolto in questa chiesa, in una tomba marmorea realizzata dal noto scultore Andrea Bregno. Il cuore di Cusano fu portato a Kues, per sua volontà testamentaria.


    in primo piano il cardinale Niccolò Cusano



    Tomba di Niccolò Cusano. La biografia dice che morì a Todi (prov. di Perugia) l’11 agosto 1464, nell’epigrafe c’è scritto 1465.
    Forse questa data vuol significare che fu deposto in questa tomba nel 1465. “Vassapé” direbbe Carlino …
    Ultima modifica di doxa; 24-02-2024 alle 20:32

  6. #6
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    Carlino che dici le moderatrici mi rimproverano se continuo questo post come se fosse nella sezione di arte e letteratura ? Una tantum è accettabile ?

    Ci sei stato nella basilica di San Pietro in Vincoli ? Io quella chiesa l’ho frequentata soprattutto da adolescente. La domenica pomeriggio con una mia “amica” andavamo prima a Villa Celimontana, poi dal colle Celio al Colle Oppio, verso il Colle Esquilino. Concludevamo la passeggiata scendendo la "Scalinata dei Borgia" per andare alla stazione metro della linea B in via Cavour.


    Scalinata dei Borgia vista da via Cavour.

    Perché si chiama “Scalinata dei Borgia” ? Perché in quell’area c’erano alcune loro proprietà.

    L’arco che si vede in cima alla salita è sovrastato dal palazzo di epoca rinascimentale. Vi abitava Vannozza Cattanei, amante del papa Alessandro VI Borgia, dal quale ebbe quattro figli: Giovanni, Cesare (il famigerato duca Valentino), Goffredo e, la famosa, Lucrezia Borgia.

    Il nome “Vannozza” deriva da Giovanna (es. Giovannozza)



    Scalinata dei Borgia vista dalla piazza San Pietro in Vincoli verso la sottostante via Cavour


    Ora dall’Arco dei Borgia torno su piazza San Pietro in Vincoli


    Veduta parziale della piazza di San Pietro in Vincoli; il portico antistante la facciata della basilica di San Pietro in Vincoli e l’adiacente ex convento oggi è parte della Facoltà di Ingegneria Civile e Industriale dell’Università di Roma “La Sapienza”.



    Roma, chiesa di San Pietro in Vincoli, portico della facciata con cinque arcate sorrette da pilastri ottagonali. Nei capitelli c’è lo stemma del pontefice Giulio II.



    Chiostro della basilica, progettato dal noto architetto Giuliano da Sangallo.



    Interno, navata centrale. L'interno della chiesa è diviso in tre navate, separate da 20 marmoree colonne doriche di epoca romana, si presume sottratte dal Portico di Livia. Furono riutilizzate per la costruzione della prima basilica.


    segue
    Ultima modifica di doxa; 25-02-2024 alle 14:35

  7. #7
    Citazione Originariamente Scritto da doxa Visualizza Messaggio
    in quel "deserto" hai raccolto sassi in profondità

    Che ne pensi di quel “nostro comune amico” tedesco, Nikolaus Krebs von Kues ?
    ...e avoja (axe confermerà la validità o meno della trascrizione del fonema ) quanto devo scavare ancora.....

    Nikolaus Krebs von Kues ...
    Niko, chi?..In che squadra giocava? é stato l'immediato pensiero, oltre allo scurrile e fuoriluogo "Ma chi k...rebs é? "
    Ahhhh......Cusano....sempre solo conosciuto cosi'.
    "Conosciuto", si fa per dire. Meglio "sentito nominare". Non ne ho letto nulla. Quindi, non lo conosco.
    Di passaggio per San Pietro in Vincoli (c'é la Facoltà di Ingegneria) non ho mai mancato un salutino al Mosé. E lui, zitto , non mi ha mai detto della tomba di Cusano. La prossima volta, non manchero'.
    Inutile dire che tutte le "chicche" sulla scalinata etc sono state apprezzate.
    Le mod?...fanno finta di non vedere e ci lasciano fare. Fino a quando?
    Vassapé
    "La Mod é mobile, qual piuma al vento etc etc etc" cantava quel tale


  8. #8
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    Citazione Originariamente Scritto da restodelcarlino Visualizza Messaggio
    ...e avoja (axe confermerà la validità o meno della trascrizione...
    Di passaggio per San Pietro in Vincoli (c'é la Facoltà di Ingegneria) non ho mai mancato un salutino al Mosé.
    lì è nato mio nonno, in via della polveriera, già esplosa; famiglia di Monti da secoli;

    Comunque, visto che sarebbe "hai voglia" , almeno un'acca ci va stata
    c'� del lardo in Garfagnana

  9. #9
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    il rione più esteso della Capitale: è collinare, con strade e scalinate che salgono e scendono un po’ ovunque. Il nome “Monti”, al plurale, perché comprendeva i colli Esquilino, Viminale, parte del Quirinale e del Celio. Oggi alcune zone sono escluse rispetto al passato ma il toponimo è rimasto invariato.


    Piazza della Madonna dei Monti

    Ciao Axe, chissà se tuo nonno monticiano partecipò alle sassaiole contro i trasteverini

    A Roma, nel passato c’era la rivalità tra i ragazzi “monticiani” (abitanti del rione Monti) e quelli trasteverini (abitanti a Trastevere), perché i monticiani corteggiavano le ragazze trasteverine.


  10. #10
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    Ciao Carlino, a volte in modo ironico dici a fratel Cono che sei ignorante: ignori un determinato argomento. Mo “vassapé” come stanno le cose.

    Il dizionario informa che il sostantivo "ignoranza" deriva dal latino "ignorantia", formato dal privativo in e dalla radice del verbo (g)noscere (conoscere) quindi letteralmente "mancanza di conoscenza") è la condizione che qualifica l'ignorante, colui che ha trascurato la conoscenza di determinate cose che si potrebbero o dovrebbero sapere.

    L'ignoranza può essere sia un difetto, soprattutto quando induce a diventare arroganti e presuntuosi pur di non ammettere di non sapere;
    l’ignoranza può anche essere l’inizio del ravvedimento quando con umiltà si ammette di non conoscere un determinato argomento e si ha la motivazione per avere informazioni.

    Non basta. L’ignoranza può essere assoluta, relativa o dotta.

    L’ignoranza assoluta è stimolo e presupposto per la conoscenza;

    l’ignoranza relativa è assenza di ciò che si sa. “E credere di sapere quello che non si sa non è veramente la più vergognosa forma di ignoranza?”, disse Socrate;

    la dotta ignoranza, invece, è il perno della dottrina della conoscenza. Essa pone al proprio centro la finitudine della conoscenza umana, quindi la sua inadeguatezza per formulare un concetto adeguato sia dell’infinità del divino sia della verità delle cose finite.

    La dotta ignoranza invita a cercare la verità oltre i confini del noto.

    Io ho detto la mia. Se vi va dite la vostra per continuare questo thread.
    Un ignorante non conosce l’enorme estensione della sua ignoranza. Un sapiente conosce la piccolezza del suo sapere.
    amate i vostri nemici

  11. #11
    Citazione Originariamente Scritto da conogelato Visualizza Messaggio
    Un ignorante non conosce l’enorme estensione della sua ignoranza. Un sapiente conosce la piccolezza del suo sapere.
    Autore dell'aforisma?

  12. #12
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    Bene, dopo le piacevoli digressioni con questo post concludo il thread per quanto mi riguarda.

    Voglio aggiungere che l’originaria basilica di San Pietro in Vincoli fu costruita nel 442 per volere di Licinia Eudoxia (augusta dell’Impero romano d’Occidente), figlia dell’imperatore d’Oriente Teodosio II e moglie dell’imperatore d’Occidente Valentiniano III.

    “Donna Licinia” fece edificare la chiesa per far custodire le (false reliquie) catene (in latino vincula, perciò il titolo San Pietro in Vincoli) che secoli prima avevano imprigionato l’apostolo Pietro a Roma nel carcere Mamertino, insieme a quelle relative alla prigionia dello stesso discepolo a Gerusalemme. Le due catene sono custodite in un’urna sotto l’altare maggiore. Viene esposta ai fedeli una volta l’anno: l’1 agosto.



    Il reliquiario con le catene.

    Fu la “turca” Licinia (nata a Costantinopoli nel 422 e morta in quella città nel 493 circa) a chiamare a Roma il re dei Vandali Genserico, causando il saccheggio dell’Urbe nel 455.

    La chiesa di San Pietro in Vincoli fu ricostruita nell’ VIII sec. ed ebbe ulteriori interventi edilizi nei secoli successivi.

    Nel braccio del transetto destro c’è il mausoleo che doveva essere la tomba di Papa Giulio II. Fu commissionato a Michelangelo nel 1505, ma l’opera subì varie interruzioni. Fu completata nel 1545, trentadue anni dopo la morte di Giulio II, che invece è sepolto in Vaticano nella basilica di San Pietro, insieme allo zio, il pontefice Sisto IV.

    Nel progetto originale il monumento funebre era più grande. Previste più di 40 statue come ornamento della stanza funebre ed anche l’ampliamento della basilica.
    La versione definitiva, dopo che il progetto ebbe la sesta modifica, fu di sette statue per ornare il monumento funebre, tra le quali il Mosè, realizzato da Michelangelo Buonarroti tra il 1513 e il 1515.


    Michelangelo Buonarroti, monumento funebre per il pontefice Giulio II, basilica di San Pietro in Vincoli.

    Nel registro inferiore, alla destra del Mosè, la scultura che raffigura la biblica Rachele con le mani giunte (simbolo della vita contemplativa), invece sulla sinistra c’è Lia (vita attiva).



    La statua del Mosè, alta m 2,35. E’ seduto, guarda verso destra, ha il piede destro posato sulla base, la gamba sinistra sollevata e la sola parte anteriore del piede poggiata sul basamento.

    Mosé con la mano sinistra si tocca la barba, con il braccio destro regge le tavole della Legge.

    Inizialmente era seduto in posizione frontale. Secondo un documento, 25 anni dopo aver concluso il marmoreo Mosè, Michelangelo ebbe l’incarico di modificarlo: nel 1542 fece ruotare la testa per distogliere lo sguardo del profeta dagli altari nell’abside e nel transetto dove c’erano custodite le cosiddette “catene” di San Pietro.

    Per ottenere la torsione, abbassò la seduta di 7 cm, rimpiccolì il ginocchio sinistro per portare indietro la gamba e girò a destra la barba per mancanza di marmo a sinistra. II naso fu ricavato dalla gota sinistra.



    Le corna sulla testa forse le realizzò per un errore di traduzione del Libro dell’Esodo (34, 29) dove si narra che Mosè mentre scendeva dal Monte Sinai aveva due raggi sulla fronte. La parola ebraica "karan" (= raggi) fu confusa con "keren" (= corna), generando la presenza dell’originale dettaglio nella statua.


    Nel registro superiore: al centro, c’è il gruppo scultoreo della Madonna col Bambino; davanti, la marmorea urna sepolcrale che avrebbe dovuto contenere il corpo di Giulio II, raffigurato sdraiato su un fianco e adagiato sul coperchio del feretro; sulla destra di questo, la statua che simboleggia la Sibilla, sulla sinistra è rappresentato un profeta assiso.


  13. #13
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    @ Doxa

    Adoro quando ci fai da guida e ci fai (ri) visitare i luoghi e le opere ed i monumenti più belli di Roma.

  14. #14
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    Gentile Lady Folle,

    per ringraziarti della tua attenzione ai miei post, un omaggio floreale



    Non basta ! Oltre i fiori ti offro anche un aforisma di tipo conesco...

    “Flowers are the sweetest things God ever made and forgot to put a soul into.” (Henry Ward Beecher)
    Ultima modifica di doxa; 26-02-2024 alle 17:36

  15. #15
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    il rione più esteso della Capitale: è collinare, con strade e scalinate che salgono e scendono un po’ ovunque. Il nome “Monti”, al plurale, perché comprendeva i colli Esquilino, Viminale, parte del Quirinale e del Celio. Oggi alcune zone sono escluse rispetto al passato ma il toponimo è rimasto invariato.


    Piazza della Madonna dei Monti

    Ciao Axe, chissà se tuo nonno monticiano partecipò alle sassaiole contro i trasteverini

    A Roma, nel passato c’era la rivalità tra i ragazzi “monticiani” (abitanti del rione Monti) e quelli trasteverini (abitanti a Trastevere), perché i monticiani corteggiavano le ragazze trasteverine.

    no, le sassaiole risalgono a un passato più remoto; in realtà, il motivo della rivalità è che Monti XVI sec, era il luogo di residenza degli "stranieri", soprattutto lombardi, maestranze edili e artigiani chiamati a progettare, costruire, dipingere e parare le chiese; gente qualificata ma rugantina, arrogante, perché al seguito di cardinali e potenti; anche il mio cognome è lombardo; il più noto di questa antropologia era Caravaggio;

    questa gente scendeva a trastevere che era il porto, e ovviamente luogo di osterie e malviventi, perciò la protezione delle spedizioni destinate agli stranieri suscitava l'ostilità dei tresteverini, che poi si è stemperata in quella rivalità folkloristica; ma i monticiani, anche se pezzenti, hanno continuato a sentirsi superiori residenti della zona dei potenti, delle ville e palazzi;

    da bambino, mio nonno rubava l'uva sulle spalle del fratello a via Veneto, al Ludovisi
    c'� del lardo in Garfagnana

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