Maria Rosa aveva imparato ad arrampicarsi sull’albero di mandorle alla velocità di uno scoiattolo. Arrivata all’incrocio dei rami che formavano la maestosa corolla, si adagiava come in un comodo triclinio romano. La campagna circostante si era abituata presto alla sua presenza. Le cicale frinivano senza sentirsi minacciate, la volpe si accucciava all’ombra delle frasche e, al tempo della raccolta, Tonio passava sullo sterrato col suo carretto carico di olive coratine senza prestarle attenzione. Maria Rosa allora estraeva dal tascapane indiano il libro e all’improvviso, all’orizzonte, dietro l’ultima fila di ulivi, apparivano le due catene ininterrotte di monti che includevano il ramo del lago che volge a mezzogiorno mentre Achille con il suo manipolo di eroi infliggeva infiniti lutti agli Achei. Intanto, nell’ora di un caldo tramonto primaverile apparvero presso gli stagni Patriaršie due cittadini. Lei li riconobbe subito: il primo altri non era che Michail Aleksandrovič Berlioz, direttore di una rivista letteraria e presidente della direzione di una delle più importanti associazioni letterarie di Mosca e il suo giovane accompagnatore era il poeta Ivan Nikolaevič Ponyrëv. Al richiamo della madre, scendeva a malincuore dal suo rifugio non senza aver origliato presso il chiostro dell’abbazia le ultime considerazioni bisbigliate da William von Baskerville, moderno monaco francescano prigioniero dei pregiudizi e degli intrighi dei suoi correligionari benedettini, con il novizio Adson von Melk.
Così scorrevano pigre le lunghe estati di Maria Rosa.
Un mattino, quando una leggera brezza che saliva dal mare rinfrescava l’aria, sotto il mandorlo si affacciò, vestita di nero, Maria Addolorata, l’anziana megera turbata da visioni scomposte e da un sicuro principio di follia. Nello stretto dialetto locale chiamò la ragazza:
“Che fate lassù, signoria?”
“Leggo” rispose asciutta l’interpellata.
“Voi sapete leggere?” incalzò l’anziana donna.
“Certo” rimandò Maria Rosa.
“Anch’io avrei voluto imparare, ma restai orfana da piccola e dovetti arrangiarmi nel pagliaio di compare Filippo dove gli uomini, al calare del buio, iniziarono a farmi visita che ancora non avevo dieci anni. A tredici restai incinta senza sapere chi fosse il padre e, non fosse stato per l’aiuto del farmacista, dell’avvocato e di Rodolfo, il latifondista, non avrei mai potuto allevare la mia Berta”. Maria Rosa sbirciava il ripostiglio degli attrezzi, dove Emma teneva fra la mani la lettera di addio del suo ricco amante che avrebbe riacceso le sue frustrazioni di donna persa in un anonimo villaggio in fondo alla campagna francese. Il giorno seguente, proprio mentre la compagnia dell’anello attraversava di corsa la radura, riapparve Addolorata, nelle mani un volume che appariva essere di un certo valore.
“Signoria, disse rivolta a Maria Rosa, questo me lo ha lasciato il vecchio prelato in pegno per la salvezza dell’anima mia e per il mio silenzio. Ma la sua vita non l’ha salvata, quando Piero, il marito della bella Pietrina li colse sul fatto e lo gettò dal campanile. Mi farebbe piacere che me ne leggesse una pagina, una sola. Per la salvezza dell’anima mia”.
“Un soffio del vento, recitò con voce tremula, un soffio del vento, tutto non è che un soffio del vento.
Quale utilità ricava l'uomo da tutto l'affanno per cui fatica sotto il sole?
Una generazione va, una generazione viene ma la terra resta sempre la stessa.
Il sole sorge e il sole tramonta, si affretta verso il luogo da dove risorgerà.
Il vento soffia a mezzogiorno, poi gira a tramontana; gira e rigira e sopra i suoi giri il vento ritorna.
Tutti i fiumi vanno al mare, eppure il mare non è mai pieno: raggiunta la loro mèta, i fiumi riprendono la loro marcia. Tutte le cose sono in travaglio e nessuno potrebbe spiegarne il motivo.
Non si sazia l'occhio di guardare né mai l'orecchio è sazio di udire.
Ciò che è stato sarà e ciò che si è fatto si rifarà; non c'è niente di nuovo sotto il sole.”
Le lacrime rigavano il volto delle due donne, una Cadillac del 1947 attraversava il deserto diretta al Messico sollevando nuvole di polvere sulla Highway deserta.

K.K.
Berlin
22 Sha'aban, 1445