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Discussione: Racconti di King Kong

  1. #16
    رباني L'avatar di King Kong
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    Citazione Originariamente Scritto da restodelcarlino Visualizza Messaggio


    Se non si tratta de "I miserabili" (letti moooooto tempo fa), abbandono
    Sveli l'arcano?
    Fatta salva la premessa che è un po’ tirato, ma il marito che butta il prete dal campanile si avvicina al gobbo di Notre Dame
    Aut hic aut nullubi

  2. #17
    رباني L'avatar di King Kong
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    Citazione Originariamente Scritto da follemente Visualizza Messaggio
    Molto bello, King Kong!
    Ed originale, nonostante (o soprattutto per) i richiami.
    Infatti è pensato così…
    Aut hic aut nullubi

  3. #18
    رباني L'avatar di King Kong
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    DSC_0554.JPG

    Seduti in cerchio, i dervisci intonarono la loro cantilena di versi sacri in un antico dialetto aramaico:
    “Tu sei Dio, Tu sei la Verità, Tu sei la Vita…”
    Un’ambulanza sfrecciava sulla via scandendo con la sirena il ritmo dei suoni della notte:
    un bimbo che piangeva –tatú tatà, i sospiri di due amanti – tatú tatà, le note di un contrabbasso uscite da un locale notturno – tatú tatà…
    Massimo, steso su un lettino aperto in terrazza al settimo piano, scrutava la distesa di stelle che attraversano il cielo da est a ovest, come un sentiero da percorrere a piedi, indossando le calzature dei sogni. Che colore avrebbero avuto i suoi occhi, visti da una di quelle stelle? Impossibile dirlo, da lassù lui sarebbe stato meno di un puntino monodimensionale, meno di un atomo, meno di un soffio. Eppure, attraverso i suoi occhi, lui poteva vedere in un istante milioni di stelle, mondi, galassie. Che mistero. E ancora più veloce poteva arrivare su qualsiasi punto luminoso conosciuto e sconosciuto nello spazio infinito con un semplice pensiero. Passeggiare fra paesaggi esotici di un pianeta parallelo e speculare al nostro, riposare su una cometa osservando la distesa del cosmo da un punto di vista sempre diverso e fantastico, percorrere a velocità supersonica le distanze fra uno sciame di meteoriti e una supernova. Il suo fido compagno accucciato ai piedi del letto avrebbe potuto fare altrettanto? Ecco un altro mistero che non avrebbe mai risolto.
    “Non esiste altra divinità all’infuori di Dio” cantavano i dervisci. Pur non conoscendo la loro lingua, la monotonia delle loro litanie lo affascinava. Un gruppo di ubriachi litigava sul marciapiede sette piani più in basso, qualcuno affacciato alla finestra imprecava, il bimbo si risvegliò e ricominciò a piangere. Nessun rumore veniva più dalla finestra aperta degli amanti.
    “E se anche questo fosse un sogno?” si chiedeva ora Massimo. Quante volte aveva afferrato oggetti, guidato automobili, amato una donna per poi riaprire gli occhi nella sua stanza di sempre o sul terrazzo nelle calde notti d’estate. Ogni sensazione ancora viva su tutto il corpo, profumi e sapori difficili da spegnere, muscoli tesi, eppure… Eppure tutto svaniva nel giro di pochi secondi lasciando un ricordo che si spegneva alle prime luci dell’alba. Aveva un senso? Era un segnale? Un avvertimento?
    “Tu sei il Vivente, tu sei l’Eterno. Tu sei l’Affabile, tu sei il Perdonatore”.
    Un aereo attraversava lo spazio di cielo visibile; interpretò la luce intermittente nel buio come un gioco di bimbi: “Dove sono ora? Mi vedi? Ecco che sono di nuovo sparito e immediatamente riappaio”. Non poté fare a meno di sorridere. Che buffo il mondo visto da quassù, nelle notti calde, immersi nel denso fluido della notte. Chissà perché la realtà è così diversa rispetto al giorno. Restava a pensare senza poter decidere quali delle due fosse meglio. Di certo la notte favorisce i pensieri, ma anche gli incubi. Il giorno invece spazza ogni fantasia della mente, ma ci costringe ad affrontare situazioni che in gran parte non abbiamo scelto e che spesso ci risultano difficili da gestire. Fece capolino la luna, enorme, rossa, pronta ad affrontare le tenebre come un cavaliere errante.
    “Non dev’essere stato difficile per gli antiche costruire storie e leggende al proposito” pensò.
    Sfide infinite fra divinità avverse, carri celesti che trasportavano il sole da una estremità all’altra del cielo, epopee eroiche di possenti creature per metà uomini e per metà dèi. Il tutto infarcito di sottili metafore, accenni filosofici, saggezze universali. Siamo così diversi noi dagli antichi?
    “Sì” rispose Massimo ad alta voce, “siamo diversi”. Disturbati da mille fuochi artificiali della durata media di pochi istanti, notizie ed avvenimenti ampliati dai megafoni dell’informazione, esaltazione della futilità come irrinunciabile novella, la parte maggiore del nostro tempo ipotecata in attività irrilevanti: l’oscurità della mente mascherata da progresso del pensiero. Eppure c’è ancora chi è in grado di porsi domande, le più grandi e le più difficili. Massimo chiuse gli occhi.
    “Tu sei il Compassionevole, tu sei il Misericordioso. Tu sei il Custode, tu sei il Sapiente…”
    Il canto dei dervisci lo accompagnò fino alle prime luci dell’alba.

    K.K.
    Berlin
    14 Ramadan 1445
    Aut hic aut nullubi

  4. #19

  5. #20
    Candle in the wind L'avatar di conogelato
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    King Kong
    Very very strong!
    amate i vostri nemici

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