Pagina 10 di 10 PrimaPrima ... 6 7 8 9 10
Risultati da 136 a 139 di 139

Discussione: Immaginario e "pornografia"

  1. #136
    Opinionista L'avatar di Vega
    Data Registrazione
    04/05/05
    Messaggi
    14,723
    Certo che dipende da chi guarda cosa, ma se il film porno o youporn vengono guardati, non sarà perché alla gente fa schifo quello che vede.
    Tanto vi sarete segati sul Postalmerket!

    Da una situazione che può intrigare alla parafilia o una perversione ci starà un pò di divario, no?

    Per quanto riguarda lo scrittore, parli di farsi in sostanza il film in testa, che ognuno si fa una narrazione con un certo contenuto?
    Pienamente funzionante e programmata in tecniche multiple

  2. #137
    Opinionista L'avatar di Vega
    Data Registrazione
    04/05/05
    Messaggi
    14,723
    Citazione Originariamente Scritto da bumble-bee Visualizza Messaggio
    Tutto questo tempo sprecato in chiacchiere.... avremmo potuto organizzare tre orge!!!
    Voi uomini usate meglio la fava, noi la favella, va bene?
    Pienamente funzionante e programmata in tecniche multiple

  3. #138
    Citazione Originariamente Scritto da Vega Visualizza Messaggio
    Voi uomini usate meglio la fava, noi la favella, va bene?
    "Fatti" non parole!!

    A proposito di eccitazione... ho appena rivisto, dopo almeno trent'anni, il film con Dustin Hofman "Il piccolo grande uomo"... e ho trovato molto eccitanti le scene in
    cui lui, salvato dagli indiani, viene adottato da una coppia di "timorosi" di Dio, lui predicatore e lei, la moglie e mamma adottiva, una donna dedita alla purezza ed
    alla "frustrazione" della carne, la quale geme e brama per portarsi a letto il figlio adottivo. Dopo tante peripezie, rimasta vedova, finisce per praticare in un
    bordello e ritrova il figlio adottivo al quale rivela le sue peccaminose intenzioni del passato e si mostra pronta a portarle a compimento....

    Ecco nel film "Il Piccolo Grande Uomo", interpretato da Dustin Hoffman, declina con eleganza.... ebbene io avrei sostituito lui con Rocco Siffredi o Andrea (si chiama Andrea? Non ricordo) TRENTALANCE....
    e lei con la "Meravigliosa", "Divina", "Epica".... Moana Pozzi... e, piuttosto che declinare l'invito alla "consumazione"....

    sarebbero venute fuori delle scene entusiasmanti ed il film si sarebbe arricchito di contributi "anatomici" che avrebbero tirato su generazioni e generazioni di adolescenti educati sulla storia degli STATI UNITI...
    ma soprattutto sulla scienza e l'arte dello.... STARE UNITI!!!

    Buonanotte!!
    Bambol utente of the decade

  4. #139
    Opinionista L'avatar di axeUgene
    Data Registrazione
    17/04/10
    Località
    sotto una quercia nana in zona Porta Genova
    Messaggi
    21,000
    Citazione Originariamente Scritto da Vega Visualizza Messaggio
    Certo che dipende da chi guarda cosa, ma se il film porno o youporn vengono guardati, non sarà perché alla gente fa schifo quello che vede.
    Tanto vi sarete segati sul Postalmerket!
    sì, ma è parecchio diverso da quello che pensi; così come l'anestesia del dentista non serve a niente se hai un ascesso, mentre l'antibiotico ti risolve anche in poche ore; vallo a spiegare a quello che arriva dal dentista e pretende, ma non sa il perché il dente gli fa male;

    Da una situazione che può intrigare alla parafilia o una perversione ci starà un pò di divario, no?
    certo; siamo tutti dei pervertiti, in misura modica, chi per una cosa, chi per un'altra; il "genere", di qualsiasi cosa si tratti, fissa la perversione; diventa parafilia quando si sostituisce alla vita normale e la rende impossibile;

    Per quanto riguarda lo scrittore, parli di farsi in sostanza il film in testa, che ognuno si fa una narrazione con un certo contenuto?
    e veniamo al mal di denti:

    a prescindere dalla consapevolezza dello spettatore, i meccanismi che presiedono alla produzione di un'emozione sono di tipo artigianale, e valgono per qualsiasi messaggio ed emozione, ma sono anche facilmente fraintendibili;
    vedo che con il porno, chi per un motivo, chi per un altro, intervengono troppi bias cognitivi e inibizioni, e capire è un po' più difficile se ci sono pre-giudizi di tanti tipi, non necessariamente moralisti, come non lo sono i tuoi;

    la prendo alla larga: a me piacciono molto i film "di fuga"; ogni volta che incrocio un Jason Bourne mi fermo e lo guardo; per lo stesso motivo mi piace tantissimo il primo Rambo, ma mi fanno altrettanto cagare i successivi; mia madre era un po' bacchettona sulla violenza; avesse visto quei film, li avrebbe bollati come violenti;
    ma, a ben vedere, la violenza non è l'oggetto emotivo del plot, benché occupi meta dell'azione; l'osservatore distratto fraintende facilmente;
    le due emozioni - di solito, nel cinema commerciale sono due tracce; nel cinema d'autore anche di più - sono la fuga e la sensazione di controllo e capacità del fuggitivo a gratificare lo spettatore che si immedesima nel protagonista;

    in A History of Violence, c'è anche la traccia della violenza vera e propria: Viggo Mortensen appartiene ad una famiglia mafiosa a cui si è ribellato e si è fatto una vita altrove; gli ex-compari lo cercano per farlo fuori, ma lui fa fuori loro; c'è una sottotraccia che riguarda l'istinto, perché anche il figlio e la moglie, altrimenti persone miti, nel momento critico tirano fuori un istinto omicida di difesa; e infatti lì la violenza è narrativamente "forte", non plasticona, come negli ordinari action movie;

    un minuto di accoltellamento in Atlantic City di Louis Malle ti farebbe star male più di tutte le scene violente che hai visto messe assieme;
    quanti omicidi abbiamo visto sullo schermo ? miliardi; ma è tutto stilizzato, astratto e irrealistico; poi, vedi la scena finale di Gomorra, il film, in cui i due scugnizzi, pure armati ma ingenui, vengono fatti fuori da due killer, che non sono i due sopra le righe di Pulp Fiction, ma due panzoni in canotta e ciavatte con lo sguardo inespressivo che si disfano con mestiere in pochi istanti dei due ragazzi, per poi buttarli via come monnezza, con assoluta indifferenza; una scena potente, che a me ha turbato; fatta con mestiere;

    questo per dire che la produzione di un'emozione ha le sue regole; se io mostro dei cazzi e dei culi a un 15enne, probabilmente si arrapa; ma quello si arrapa comunque; ma se io devo eccitare te con delle immagini, o farti paura, ecc... l'emozione - quella - la devo costruire, perché funziona come una molla che va caricata e poi essere liberata; Callaghan uccide un cattivo solo quando lo spettatore ha acquisito che quello è proprio cattivissimo, sadico, pervertito e incorreggibile; allora, e solo allora, lo spettatore gode;
    in negativo, se c'è un terrorista che sta per uccidere un ostaggio tra dieci, istintivamente tu sai già che si tratta di quello più "grigio" del mucchio, magari pusillanime o vigliacco, perché lo sceneggiatore non vuole ingombrare la tua concentrazione col dispiacere, se gli basta mostrare la cattiveria del terrorista; tu devi restare incatenata alla paura per gli altri ostaggi;
    analogamente, se in un dramma il protagonista buono muore, lo farà da eroe, ma solo alla fine del film, come il cap. Miller/Tom Hanks in Private Ryan;

    ora, se un regista deve suscitare emozioni - nel porno, come intendi tu, il desiderio e l'eccitazione in uno spettatore maschio che vedrà una donna piacente che viene trombata in tutte le posizioni - ordinariamente dovrà ricorrere allo stesso metodo di qualsiasi narrazione, caricando quel personaggio di aspettative che rendono pesante l'azione, carica la molla; che è, in effetti, il vero contenuto di erotismo; perché quando si verifica l'evento sessuale lo spettatore deve provare una soddisfazione massima nell'intrusione in quell'intimità; e questo lo posso fare solo in un modulo narrativo più o meno "normale", dove devo creare motivazioni e caratteri, e mostrare con realismo l'azione, per rendere credibile il tutto;

    ora, nel porno, questa cosa non si verifica; è assolutamente vero, come dice Dark, che non c'è erotismo; il punto è che il motivo non è il fatto che si mostrino i genitali in azione, ma l'assenza delle persone, individualizzate, per far posto a corpi anonimi, o manichini di ruolo;
    il porno professionale, ghettizzato o sdoganato, ha un tale carico di sovrastrutture di genere - estetica, ambienti, abiti, situazioni, luoghi comuni, sopra le righe o grotteschi - e talmente svuotato di carica erotica, che difficilmente può essere associato a desiderio e piacere, nell'accezione primaria della cosa;

    ma può verosimilmente incontrare dei bisogni molto più mediati e indiretti, che non sono di eccitazione ma forse di evocazione di altre cose, su cui potrebbe dire meglio uno psicanalista;

    se non hai una formazione narrativa, associ facilmente i corpi all'emozione del desiderio sessuale, ma fraintendi; che è esattamente la stessissima cosa che avviene con tutti i generi, dove salta quella corrispondenza di forma e plot principale; hai una certa forma, ma il lepre è cambiato, i fantasmi sono altri; ti può sembrare violenza anche il film di Bud Spencer e Terence Hill che mollano ceffoni, come sarebbe apparso a mia madre;

    detto per inciso, questa cosa della forbice tra significanti - segni, forme - e significati, è proprio ubiqua, dappertutto; ora che ho citato mia madre, lei non mi comprava le armi giocattolo, perché le vedeva come educazione alla violenza; ma mi ha regalato il Diario minimo, di Eco; il prof ha scritto proprio un articolo sull'equivoco delle armi giocattolo, che al bambino servono da supporto ad una strutturazione di un io eroico, e non "violento"; anche qui hai la perversione di una funzione primaria del segno/oggetto.
    c'� del lardo in Garfagnana

Permessi di Scrittura

  • Tu non puoi inviare nuove discussioni
  • Tu non puoi inviare risposte
  • Tu non puoi inviare allegati
  • Tu non puoi modificare i tuoi messaggi
  •  
  • Il codice BBAttivato
  • Le faccine sono Attivato
  • Il codice [IMG]Attivato
  • Il codice [VIDEO]Attivato
  • Il codice HTML � Disattivato