Citazione Originariamente Scritto da conogelato Visualizza Messaggio
La vera vergogna dovrebbe provarla chi appiattisce tutto, Axe. Chi annacqua tutto nell'indistinto, nel tutto uguale, amorfo, senza differenze....
non capisco: cioè, non si capisce chi sarebbe il soggetto di questo appiattire; chi è ? e come fa ad "appiattire" ? e perché si dovrebbe vergognare ?


Ma chi l'ha detto scusa che la Donna deve stare al suo posto?
nella sostanza, lo dici tu citando questo documento; ora te lo spiego:

Banalizzare a questo modo ciò di cui stiamo discutendo, questo si che dovrebbe far vergognare. La Donna và considerata per ciò che è, nel profondo. Non per quello che fa'!
prima di tutto, chi decide cosa sarebbe "la donna" ? e poi, sei tu che giudichi "quello che fa", censurando un qualcosa che definisci "appiattire"; pertanto, in effetti intervieni su quell'auto-determinazione; vediamo:

Il punto di partenza di questo ideale dialogo non può che essere il grazie. La Chiesa - scrivevo nella Lettera apostolica Mulieris dignitatem - « desidera ringraziare la santissima Trinità per il "mistero della donna", e, per ogni donna, per ciò che costituisce l'eterna misura della sua dignità femminile, per le "grandi opere di Dio" che nella storia delle generazioni umane si sono compiute in lei e per mezzo di lei » (n. 31).

2. Il grazie al Signore per il suo disegno sulla vocazione e la missione delle donna nel mondo, diventa anche un concreto e diretto grazie alle donne, a ciascuna donna, per ciò che essa rappresenta nella vita dell'umanità.
ora, se io fossi donna, non avrei piacere che qualcuno affermi quale sarebbe o dovrebbe essere la mia vocazione; in base a che, poi ???

Grazie a te, donna-sposa, che unisci irrevocabilmente il tuo destino a quello di un uomo, in un rapporto di reciproco dono, a servizio della comunione e della vita.
bene: quindi, se una donna decide che che il suo destino non è irrevocabilmente unito a quello di quell'uomo, è qualcosa di meno, di sbagliato;

Grazie a te, donna-figlia e donna-sorella, che porti nel nucleo familiare e poi nel complesso della vita sociale le ricchezze della tua sensibilità, della tua intuizione, della tua generosità e della tua costanza.
e se invece una donna avesse altre qualità ? o se queste fossero di un uomo ?

Grazie a te, donna-lavoratrice, impegnata in tutti gli ambiti della vita sociale, economica, culturale, artistica, politica, per l'indispensabile contributo che dai all'elaborazione di una cultura capace di coniugare ragione e sentimento, ad una concezione della vita sempre aperta al senso del « mistero », alla edificazione di strutture economiche e politiche più ricche di umanità.
ma perché mai queste dovrebbero essere prerogative femminili ?

Grazie a te, donna-consacrata, che sull'esempio della più grande delle donne, la Madre di Cristo, Verbo incarnato, ti apri con docilità e fedeltà all'amore di Dio, aiutando la Chiesa e l'intera umanità a vivere nei confronti di Dio una risposta « sponsale », che esprime meravigliosamente la comunione che Egli vuole stabilire con la sua creatura.

Grazie a te, donna, per il fatto stesso che sei donna! Con la percezione che è propria della tua femminilità tu arricchisci la comprensione del mondo e contribuisci alla piena verità dei rapporti umani.

Giovanni Paolo II.
tutta questa pippa, in effetti giudica quello che una donna fa, e prescrive ciò che si ritiene buono e giusto;

col risultato che l'autorità morale di un papa finisce col legittimare chi, vedendo una donna che non corrisponda a questo "modello", trovi moralmente lecito e ammissibile opporsi al desiderio dell'individuo-donna di non corrispondere a questo stereotipo e a questi "carismi";

e tu chiami questo "appiattimento", e sostieni che ci si dovrebbe vergognare di questo, cioè di esercitare la propria libertà o di sostenere chi voglia autodeterminarsi;

comunque, da uomo posso pure capirti; ma tu sei anche padre di femmine, che sicuramente hanno già sofferto e soffriranno per queste idee e che esponi, subiranno umiliazioni e discriminazioni;
come disse De Niro, se questo sta bene a te, non sta bene a me, e chi non sa nuotare, affari suoi