nel nostro sistema, sì;
e infatti mi capita spesso di far presenti certe contraddizioni, perché ragiono con la logica del giurista;
quello che non funziona è la logica inversa, e cioè di attribuire al maschilismo tout-court un necessario tratto misogino; mio nonno era certamente un maschilista, ma assolutamente non misogino, che è una patologia relazionale;
il burqa non elimina la donna, la rimuove dalla soggettività pubblica; una cosa per noi brutta e inaccettabile, ma non automaticamente negatrice di personalità;
ché poi siamo noi fuori sincrono con noi stessi, per incoerenza ideologica:
se facciamo le manifestazioni per Giulia, italiana, e i dibattiti in cui si esortano le ragazze a denunciare qualsiasi comportamento abusivo, a partire dal controllo sullo smartphone fino alle risse sulla schwa, e il giorno dopo nessuno è perplesso alla manifestazione pro-Palestina libera, con le ragazze palestinesi velate, c'è un problema:
non ti viene in mente che quello è patriarcato solo perché quelle ragazze sono palestinesi, egiziane, ecc... inserite nel "loro" contesto di valori, che in quel caso ammetti sovrapponibile all'individualità che garantisci e per cui combatti nel caso di Giulia;
qualche giorno fa ho discusso con un amico di Amnesty su questa cosa...
c'� del lardo in Garfagnana
mah...
Ma di quelle ragazze di seconda e magari di terza generazione residenti in Italia dovresti investigare singolarmente, una ad una, se il velo sia stata una scelta o un'imposizioneché poi siamo noi fuori sincrono con noi stessi, per incoerenza ideologica:
se facciamo le manifestazioni per Giulia, italiana, e i dibattiti in cui si esortano le ragazze a denunciare qualsiasi comportamento abusivo, a partire dal controllo sullo smartphone fino alle risse sulla schwa, e il giorno dopo nessuno è perplesso alla manifestazione pro-Palestina libera, con le ragazze palestinesi velate, c'è un problema:
se la vedi sotto il profilo della scelta individuale; ma quella scelta diventa anche un sostegno ideologico ai sistemi che impongono il velo, come legittimo;
a me può piacere il colore nero; ma se il 28 ottobre mi metto una camicia nera, non posso ignorare che manifesto una cosa precisa, anche se posso avere idee diverse;
il punto non è però quello della ragazza romana di origini siriane da cui era scaturita la discussione col mio amico, ma il motivo per cui un italian* progressista vede il patriarcato contro le italiane, ma non contro la vicina egiziana, perché egiziana;
difficile da spiegare in termini di coerenza ideo-logica, se non con un tratto razzista.
c'� del lardo in Garfagnana
Sì, è vero quello che dici, ma se da domani venisse imposto alle donne di non indossare il velo sarebbe comunque una grave ingerenza e limitazione della libertà femminile.
Siamo in un periodo di transizione, i flussi umani necessariamente ci creano scontri e squilibri, ci vorrà del tempo
il punto non è però quello della ragazza romana di origini siriane da cui era scaturita la discussione col mio amico, ma il motivo per cui un italian* progressista vede il patriarcato contro le italiane, ma non contro la vicina egiziana, perché egiziana;
difficile da spiegare in termini di coerenza ideo-logica, se non con un tratto razzista.
Il tuo amico sbaglia, il problema qui andrebbe proprio preso singolarmente, se la ragazza egiziana ha scelto di indossare il velo allora deve essere tutelato il suo diritto di velarsi
t
C'è stata una sentenza recente che ha suscitato scalpore, una famiglia mi sembra di ricordare pakistana, una moglie che subiva violenze domestiche, il giudice ha assolto il marito perché, non mi ricordo bene la motivazione, "iscrivibile ai costumi e alla cultura".
MA in questo caso è lampante che il diritto italiano sovrasta la"cultura", le percosse sono reato penale, non dovrebbe essere messo in discussione
trovato
https://www.ansa.it/lombardia/notizi...af6e6a919.html
questo non sarebbe possibile, se non in via limitata e universale, per un motivo di ordine pubblico, non limitato al velo, ma ai simboli religiosi; una cosa che hanno pensato in Francia, per esempio;
ma "il velo" in sé rientra nella libertà di vestirsi come una vuole, come principio sovraordinato;
non mi sono spiegato; il mio amico è iper-rispettoso delle culture "altre", e io gli facevo presente l'incoerenza;Il tuo amico sbaglia, il problema qui andrebbe proprio preso singolarmente, se la ragazza egiziana ha scelto di indossare il velo allora deve essere tutelato il suo diritto di velarsi
vabbè, il magistrato che voleva andare sui giornali...C'è stata una sentenza recente che ha suscitato scalpore, una famiglia mi sembra di ricordare pakistana, una moglie che subiva violenze domestiche, il giudice ha assolto il marito perché, non mi ricordo bene la motivazione, "iscrivibile ai costumi e alla cultura".
MA in questo caso è lampante che il diritto italiano sovrasta la"cultura", le percosse sono reato penale, non dovrebbe essere messo in discussione
resta che la mia vicina egiziana è nel patriarcato; sgobba come una schiava, sono una bella famiglia, il marito è gentilissimo ed educato e forse lei è pure felice così; dire che "sceglie" è un po' una cosa ineffabile; quello è patriarcato, al pianerottolo di sotto;
il problema non è loro, ma della ragazza del centro sociale che non mette a sistema i problemi e implicitamente esprime un postulato razzista, visto che in pratica distingue la tutela dei diritti e delle prassi in base alla condizione di nascita e appartenenza, laddove un diritto per definizione dovrebbe essere erga omnes;
capisco dicesse:non posso fare la guerra all'Iran per liberare quelle donne dal velo; è realpolitik; ma se poi vuoi la "Palestina libera" - o qualsiasi altra "cultura", personificata - di configurarsi come quella che per le italiane definisci una società oppressiva, allora hai un problema di percezione politica, oltre all'assenza il giorno in cui la prof di filosofia ha spiegato il conflitto tra l'uno e il molteplice
c'� del lardo in Garfagnana