Zeev Herzog è stato tra i primi archeologi israeliani a rilevare contraddizioni e incongruenze nel testo biblico
«L'archeologia diventò un vero e proprio hobby nazionale negli anni 50 e 60, le nazioni nuove trovano un sostegno nell'archeologia per rafforzare la coesione nazionale, rifondare la nazione. E i figli degli immigrati avevano bisogno di relazionarsi con la terra. Diventò una passione collettiva, per questo io stesso sono diventato archeologo . Così abbiamo scavato e scavato. Ma lentamente sono cominciate ad apparire le prime contraddizioni. E alla fine tutti questi scavi ci hanno rivelato che gli israeliti non erano mai stati in Egitto, non avevano mai vagato nel deserto, né avevano conquistato militarmente la terra per poi consegnarla alle Dodici tribù d'Israele. Nessuno degli eventi centrali della storia degli israeliti veniva corroborato da quello che trovavamo. Nei tanti documenti egiziani per esempio non c'è traccia dell'esodo, vi si parla invece dell'abitudine di pastori nomadi di entrare in Egitto nei periodi di siccità e accamparsi sulle rive del Nilo. Al massimo l'esodo può aver riguardato qualche famiglia, la cui storia era stata poi allargata e ‘nazionalizzata' per ragioni teologiche ».
L'archeologo israeliano Zeev Herzog