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Discussione: Imparare a vivere

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  1. #1
    Opinionista L'avatar di Vega
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    Ma quale monopolio sull'etica sarebbe ceduto? Non capisco il nesso fra peccato, virtù, e monopolio dell'etica. E metti sempre in bocca concetti non detti.

    Virtù o no, io e te sicuramente valutiamo positivamente cambiamenti come l'abolizione della schiavitù o il fatto di considerare esseri umani e non specie/razza inferiore, i neri, anche grazie alla scienza, quella che ha messo i paletti come si deve.

    Conoscenze/scoperte che hanno avuto un effetto positivo, nella pratica, le vaccinazioni. Ma questo vale per qualunque scoperta, di cui poi ci può stare pure l'altro lato della medaglia.
    Premesso che non è nel momento in cui fai una scoperta che arriva l'illuminazione o le rivelazioni cosmiche al genere umano come S. Paolo sulla via di Damasco, sta di fatto che ogni scoperta ha avuto il suo impatto.

    I nazisti e gli scienziati nazisti se le sono pure cantate e suonate, da una mano si sono presi pure il braccio e come con l'uso del socialdarwinismo (non era tra l'altro dimostrato nemmeno all'epoca), hanno piegato più la scienza all'ideologia.
    Poi facevano esperimenti in maniera scientifica sugli esseri umani anche se senza bioetica, senza consenso.
    Pienamente funzionante e programmata in tecniche multiple

  2. #2
    Opinionista L'avatar di axeUgene
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    Citazione Originariamente Scritto da Vega Visualizza Messaggio
    Ma quale monopolio sull'etica sarebbe ceduto?
    guarda, la questione sarebbe abbastanza semplice, se non entrano in gioco difese o rimozioni cognitive:

    quando un moralista - religioso o meno - ti espone un precetto, quello ti sfida su un terreno di assoluti; esempio:
    tu sostieni le pari opportunità di genere; questa è una postura morale, assoluta, come in generale ogni ideologia egualitaria;

    io, patriarcale e maschilista, ti controbatto che tu ed io non siamo affatto uguali: tu hai la topa, io ir billo, lo dice la scienza; non solo, ma siamo anche tutti diversi; pertanto, la tua pretesa è fondata su un falso, e magari sono tutto contento di aver argomentato in modo tanto comprovato; in effetti è certamente vero che siamo diversi, no ?

    chi ci ascolti però, dopo tre ore di dibattito, esce con l'idea che tu effettivamente poni un problema che le persone vivono davvero; mentre io cerco di confutare una tua posizione "forte", significativa, con argomenti tutto sommato irrilevanti, senza confrontarmi davvero sulla questione di valore che poni;

    ora, io posso pure essere infastidito dalla retorica, da certi toni a grillo parlante, ecc...

    però, quando Cono cita i discorsi sulla "cultura dello scarto" io penso a Rita, alla sua vita felice, al carico che si sono presi i genitori; non mi passa nemmeno per l'anticamera del cervello di imporre la gravidanza dopo un'amniocentesi sfavorevole;
    però magari mi posso porre un generale problema di come una rete comunitaria e culturale possa influire in una decisione, senza entrare nel merito delle scelte, ovviamente;
    e così per tante altre questioni che riguardano la tutela di chi o cosa sia potenzialmente definibile come "inutile" o "malato";
    la sfida su queste cose la devo accettare e dare una risposta moralmente forte, quando mi viene lanciata; ora, il religioso può anche sembrare ingenuo, credulone o ridicolo, ma se pone questi problemi e io faccio pippa, ha vinto lui; gli ho riconosciuto un monopolio sulla morale, perché non dico niente di altrettanto assoluto;

    esattamente come uno che contesti alle pari opportunità le difformità biologiche di genere rinuncia ad argomentare sulla questione che invece la sensibilità generale avverte, e cioè una questione di giustizia, equità, ossia un valore, che è autonomo da qualsiasi conoscenza.
    c'� del lardo in Garfagnana

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