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Discussione: Le relazioni dopo i 40 anni

  1. #16
    la viaggiatrice L'avatar di dark lady
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    Citazione Originariamente Scritto da Kanyu Visualizza Messaggio
    Mi ripeto anche perchè presumo che l'amore sia uno dei pochi sentimenti per cui vale la pena vivere. A me non interessa un bel niente di farmi una scopata e poi "ognuno a casa propria"; come tu sei arrivata ad uno stadio nel quale questa situazione ti aggrada e ti soddisfa, io al contrario, alla mia età, sono arrivato a rivalutare un sentimento che mi tiene in vita.
    A 40 anni – o, ancor di più, dopo i 50 - si dispone di un bagaglio di vita e di esperienze che impedisce ai partner di ripetere sempre gli stessi errori, consentendo di relazionarsi meglio.
    Io la vedo così.
    Beh credo che anche queste siano percezioni soggettive, che dipendono dal proprio vissuto e dai propri traumi. E sono posizioni entrambe legittime. Non tutti abbiamo gli stessi bisogni, e immagino che sia anche giusto così. L'importante è trovare persone che hanno gli stessi bisogni nostri.

    Citazione Originariamente Scritto da Ale Visualizza Messaggio
    ...maaa, sbaglio od in questo thread ci stiamo invertindo i ruoli?

    Beh, a occhio e croce vedo che le donne sono molto più disilluse, in effetti.
    Fatevi delle domande, maschietti
    “Io e il mio gatto... siamo due randagi senza nome che non appartengono a nessuno e a cui nessuno appartiene” [cit. Colazione da Tiffany]

    Noi vogliamo cantare l'amor del pericolo, l'abitudine all'energia e alla temerità [cit: Manifesto futurista] .

  2. #17
    Citazione Originariamente Scritto da dark lady Visualizza Messaggio
    Beh credo che anche queste siano percezioni soggettive, che dipendono dal proprio vissuto e dai propri traumi. E sono posizioni entrambe legittime. Non tutti abbiamo gli stessi bisogni, e immagino che sia anche giusto così. L'importante è trovare persone che hanno gli stessi bisogni nostri.
    Guarda che si sta parlando a livello puramente teorico, questo almeno da parte mia. Quindi si, bisogna avere il famoso culo: 1°) di trovare la persona che viva con te le medesime esigenze e abbia fatto le stesse esperienze o quanto meno simili, 2°) che consideri il sentimento "amore" come qualcosa di effettivamente essenziale per vivere.
    Per quanto mi riguarda questa situazione non è quella che sto vivendo in questo momento.
    Praticamente vivere l’ "amore" (come lo intendo io) è quello che vorrei.

  3. #18
    Opinionista L'avatar di axeUgene
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    Citazione Originariamente Scritto da Kanyu Visualizza Messaggio
    Praticamente vivere l’ "amore" (come lo intendo io) è quello che vorrei.
    magari sbaglio, ma quella è una conseguenza di alcune circostanze, non una premessa;

    secondo me, di "amore" - se mai - si può parlare solo dopo che è finito, e con grandissimo realismo;

    prima ci vuole, come dici, molto culo nell'incontro; ma anche fare un vuoto, tipo la tazza di tè della parabola zen; se una persona è molto concentrata sui caxxi suoi, sulla narrazione di se stessa, sui pregressi, ecc... è difficile che abbia spazio per far caso a qualcosa; pure se sta sotto il proprio naso;

    una persona è un universo; vede le cose in quel modo perché ha una motivazione, delle passioni; a parte l'attrazione fisica e "nervosa" di cui dicevo, il "clic" ti scatta se quella esprime un mondo - possibilmente suo, non il suo ambiente - che ti piace, di cui vuoi far parte, se vuoi essere come lei;

    questa cosa, gratificante, quella persona la capisce; ed è una cosa piuttosto diversa dall'essere desiderati per caratteristiche più fungibili, come essere piacenti, disponibili, compatibili, ecc...
    se non ti viene spontaneo un pensiero tipo: insegnami a essere come te, magari la cosa va, ma poi i problemi si ripresentano.
    c'� del lardo in Garfagnana

  4. #19
    la viaggiatrice L'avatar di dark lady
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    Citazione Originariamente Scritto da Kanyu Visualizza Messaggio
    Guarda che si sta parlando a livello puramente teorico, questo almeno da parte mia. Quindi si, bisogna avere il famoso culo: 1°) di trovare la persona che viva con te le medesime esigenze e abbia fatto le stesse esperienze o quanto meno simili, 2°) che consideri il sentimento "amore" come qualcosa di effettivamente essenziale per vivere.
    Per quanto mi riguarda questa situazione non è quella che sto vivendo in questo momento.
    Praticamente vivere l’ "amore" (come lo intendo io) è quello che vorrei.
    Beh ma certo, ovvio, lo davo per scontato che fosse un discorso teorico.
    “Io e il mio gatto... siamo due randagi senza nome che non appartengono a nessuno e a cui nessuno appartiene” [cit. Colazione da Tiffany]

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  5. #20
    la viaggiatrice L'avatar di dark lady
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    Citazione Originariamente Scritto da axeUgene Visualizza Messaggio
    magari sbaglio, ma quella è una conseguenza di alcune circostanze, non una premessa;

    secondo me, di "amore" - se mai - si può parlare solo dopo che è finito, e con grandissimo realismo;

    prima ci vuole, come dici, molto culo nell'incontro; ma anche fare un vuoto, tipo la tazza di tè della parabola zen; se una persona è molto concentrata sui caxxi suoi, sulla narrazione di se stessa, sui pregressi, ecc... è difficile che abbia spazio per far caso a qualcosa; pure se sta sotto il proprio naso;

    una persona è un universo; vede le cose in quel modo perché ha una motivazione, delle passioni; a parte l'attrazione fisica e "nervosa" di cui dicevo, il "clic" ti scatta se quella esprime un mondo - possibilmente suo, non il suo ambiente - che ti piace, di cui vuoi far parte, se vuoi essere come lei;

    questa cosa, gratificante, quella persona la capisce; ed è una cosa piuttosto diversa dall'essere desiderati per caratteristiche più fungibili, come essere piacenti, disponibili, compatibili, ecc...
    se non ti viene spontaneo un pensiero tipo: insegnami a essere come te, magari la cosa va, ma poi i problemi si ripresentano.
    A me questa cosa del "voglio essere come te" non torna molto, sinceramente.
    Credo che la combinazione positiva con qualcuno possa formarsi, al contrario, proprio quando la persona è ben consapevole di se stessa, di quello che è e che vuole, non certo nel desiderio di imitazione di qualcun altro. Concordo sul voler "far parte" del mondo dell'altra persona, ma non sul voler essere come lei. Quello lo trovo un meccanismo decisamente poco sano.
    “Io e il mio gatto... siamo due randagi senza nome che non appartengono a nessuno e a cui nessuno appartiene” [cit. Colazione da Tiffany]

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  6. #21
    Opinionista L'avatar di axeUgene
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    Concordo sul voler "far parte" del mondo dell'altra persona, ma non sul voler essere come lei. Quello lo trovo un meccanismo decisamente poco sano.
    beh, non so;
    prova a spiegarti, perché
    Citazione Originariamente Scritto da dark lady Visualizza Messaggio
    la persona è ben consapevole di se stessa, di quello che è e che vuole...
    a me questo sembra un limite;
    non so se sia effettivamente possibile essere così, ma la vedrei come una specie di morte, o ibernazione;

    io - credo si veda - sono abbastanza pieno di me, ho una certa autostima e centratura, con tutti i se e i ma del caso;

    però, devo ammettere che tutti gli sviluppi davvero felici della mia esistenza sono stati conseguenti all'incontro con persone e concezioni dell'esistenza che non avrei contemplato in via preventiva, contento di com'ero;
    e invece sono stato arricchito, ho voluto condividere e appropriarmi di certi modi di essere; e, detto per inciso, ho individuato a posteriori questo come amore, che è anche intriso di gratitudine;

    per non perdermi in chiacchiere magniloquenti, senza un incontro con una persona che ha una certa filosofia pacificatrice delle relazioni, probabilmente sarei rimasto distante dai miei nel momento del loro tramonto, perché sono estremamente intransigente;
    e vale anche per tante altre sensibilità di cui mi sono appropriato e che mi hanno arricchito;

    per me, il nocciolo è: tu, che sei così figa, che hai da dirmi di bello ? ah, però ! fammi vedere come si fa, voglio provare anche io...
    c'� del lardo in Garfagnana

  7. #22
    la viaggiatrice L'avatar di dark lady
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    Citazione Originariamente Scritto da axeUgene Visualizza Messaggio
    beh, non so;
    prova a spiegarti, perché

    a me questo sembra un limite;
    non so se sia effettivamente possibile essere così, ma la vedrei come una specie di morte, o ibernazione;

    io - credo si veda - sono abbastanza pieno di me, ho una certa autostima e centratura, con tutti i se e i ma del caso;

    però, devo ammettere che tutti gli sviluppi davvero felici della mia esistenza sono stati conseguenti all'incontro con persone e concezioni dell'esistenza che non avrei contemplato in via preventiva, contento di com'ero;
    e invece sono stato arricchito, ho voluto condividere e appropriarmi di certi modi di essere; e, detto per inciso, ho individuato a posteriori questo come amore, che è anche intriso di gratitudine;

    per non perdermi in chiacchiere magniloquenti, senza un incontro con una persona che ha una certa filosofia pacificatrice delle relazioni, probabilmente sarei rimasto distante dai miei nel momento del loro tramonto, perché sono estremamente intransigente;
    e vale anche per tante altre sensibilità di cui mi sono appropriato e che mi hanno arricchito;

    per me, il nocciolo è: tu, che sei così figa, che hai da dirmi di bello ? ah, però ! fammi vedere come si fa, voglio provare anche io...
    Allora, che l'incontro con l'altro possa arricchirci sono pienamente d'accordo. L'autoreferenzialità è sempre decisamente nociva.
    Ma ritengo differente dire "cosa puoi insegnarmi" dal dire "voglio essere come te". Imparare dall'altro è sacrosanto e fa crescere. Lo spirito di emulazione... mah, non so, non mi convince.
    Peraltro, io mi ritengo qualcuno da cui non prendere assolutamente esempio e decisamente da non emulare...
    “Io e il mio gatto... siamo due randagi senza nome che non appartengono a nessuno e a cui nessuno appartiene” [cit. Colazione da Tiffany]

    Noi vogliamo cantare l'amor del pericolo, l'abitudine all'energia e alla temerità [cit: Manifesto futurista] .

  8. #23
    Allora mi pare giusto postarla pure qua:

    “E faremo l’amore”


    -Allora cosa faremo?
    -L’amore.
    -Davvero?
    -Si.
    -Perfetto, allora mi spoglio.
    -E perché ti togli i vestiti?
    -Per fare l’amore.
    -E chi ti ha detto che devi spogliarti per fare l’amore?
    -Che io sappia, si fa così.
    -No, quello non è amore, quello è possesso.
    -Non capisco, e come si fa?
    -Lasciati addosso i vestiti e parliamo fino a stancarci,
    fino a provare a decifrarti, fino a conoscere tutto a memoria,
    fino a scoprire i nostri segreti più profondi,
    fino a scioglierci solo guardandoci,
    fino a quando questi occhi si stanchino e mi obblighino a dormire.
    -E proverai a tenerli ancora aperti?
    -Si, solo per vederti.

    (Charles Bukowski)

  9. #24
    Opinionista L'avatar di axeUgene
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    Citazione Originariamente Scritto da dark lady Visualizza Messaggio
    Allora, che l'incontro con l'altro possa arricchirci sono pienamente d'accordo. L'autoreferenzialità è sempre decisamente nociva.
    Ma ritengo differente dire "cosa puoi insegnarmi" dal dire "voglio essere come te". Imparare dall'altro è sacrosanto e fa crescere. Lo spirito di emulazione... mah, non so, non mi convince.
    eppure, in effetti è il principale meccanismo di trasmissione di qualsiasi desiderio e possibilità;
    la pubblicità e i testimonial hanno questa funzione, perché ricalcano la dinamica di qualsiasi apprendimento che funziona;
    poi, si può discutere sul cosa si impara a desiderare, ovviamente;

    Peraltro, io mi ritengo qualcuno da cui non prendere assolutamente esempio e decisamente da non emulare...
    manco una consulenza su come usare i pugnali in modo letale ? che donna inutile...

    a parte lo scherzo, a 'na certa, quella persona consapevole che dicevi, sarebbe il caso faccia un bel punto di autostima, con tanti motivi, che ci sono sicuramente;

    amo poco la retorica e non sono troppo autoindulgente; solo per un fatto estetico; però, un minimo...
    c'� del lardo in Garfagnana

  10. #25
    Tu Axe, scrivi benissimo, davvero, in modo fluido e accattivante, ma sei complicato...
    tipo i politici quando parlano.
    Alle volte faccio fatica a capire dove vuoi arrivare, dove vuoi portare il discorso.
    Ma scrivi bene
    (questo non c'entra nulla ovviamente, era solo per dire, non volermene)

  11. #26
    Opinionista L'avatar di axeUgene
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    Tu Axe, scrivi benissimo, davvero, in modo fluido e accattivante, ma sei complicato...
    tipo i politici quando parlano.
    sono sembretesooo

    se sono complicato, vuol dire che non scrivo tanto bene; un pochino è complicata la materia, però...
    c'� del lardo in Garfagnana

  12. #27
    Opinionista L'avatar di Vega
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    finché tu bambina non ti sei vista allo specchio con tua madre, non hai potuto elaborare la nozione di essere una cosa distinta da lei, né dare un nome alla frustrazione della circostanza del suo allontanamento; eri solo il tuo bisogno e la relativa aggressività nel momento della sua frustrazione; la quale, ha un oggetto - fantasma - che è tuo padre, il motivo dell'allontanamento, in termini simbolici, il cazzo;
    Non è Freud vero?

    A che età si riferirebbe questo meccanismo e vale anche per il maschio?
    Se devo pensare allo sviluppo del sé ed all'età in cui si riconoscono i bambini allo specchio, già prima dei due anni, questa cosa della madre, del padre e del pene sa un pò di vecchia concezione.
    Pienamente funzionante e programmata in tecniche multiple

  13. #28
    Cosmo-Agonica L'avatar di Bauxite
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    Le relazioni CHI sono?
    Sei tu, dark lady, sempre e comunque?
    (Mi rivolgo a te solo per semplificazione)
    Pensi che essere sempre e comunque TE sia un vantaggio, uno svantaggio, o valuti CHI essere a seconda della persona che hai davanti?
    Eludendo per un attimo il facile equivoco relazione-relazione amorosa,
    a me viene in mente che invece sono le relazioni con coloro con cui non aspiriamo ad avere una relazione sentimentale, quelle più veritiere e quelle da prendere ad esempio.
    Con i colleghi di lavoro siamo sempre noi stessi, ma ci relazioniamo a seconda della persona che è il collega o la collega.
    Amici di vecchia data: sono tutti diversi, ci piace pensare che vogliano bene per come siamo, un po' è vero, un po' si rompono i coglioni anche loro e, a volte, gli girano tanto le palle, ma non ce lo dicono perché ci conoscono e sanno che ci preoccuperemmo, che vorremmo fare cose (a volte inutili) pur di essere presenti, fattivi.
    Parenti: sono tutte relazioni di grande trasparenza e affetto, sempre? A volte non li sopportiamo, ci ricordano chi siamo ad ogni occasione, hanno una visione della nostra persona legata all'ambiente familiare, alle sue dinamiche, a come siamo stati cresciuti... insomma, non ci hanno mai osservati fuori dal cortile di casa.
    (Ed è meglio così, chissà).
    Le relazioni con noi stessi: premesso che nessuno cambia e che veniamo fuori giorno per giorno, siamo sicuri di essere ben visibili al nostro giudizio?
    Sia esso indulgente o cazzutissimo, veritiero o sovrastrutturato, siamo sicuri che sia tutto a posto anche con il CHI che ci riguarda?

    L'età non garantisce nulla.
    Non ci assicura maggiore grip sulla strada, migliore capacità di autocontrollo, non ci indica la strada, a volte ci fa sbagliare perché ci fa tornare indietro, ci fa ascoltare pure la vocina imbecille che dieci anni fa non avremmo ascoltato...
    L'età è quello che vogliamo che sia e se le vogliamo attribuire, ancora una volta anche ad essa, delle aspettative: siamo fottuti.
    un po' di possibile, sennò soffoco.
    G. Deleuze

  14. #29
    Opinionista L'avatar di axeUgene
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    Citazione Originariamente Scritto da Vega Visualizza Messaggio
    Non è Freud vero?

    A che età si riferirebbe questo meccanismo e vale anche per il maschio?
    Se devo pensare allo sviluppo del sé ed all'età in cui si riconoscono i bambini allo specchio, già prima dei due anni, questa cosa della madre, del padre e del pene sa un pò di vecchia concezione.
    distinguiamo:
    c'è l'aspetto cognitivo, clinico, e poi quello analitico, discutibile, ma entro certi limiti;

    Freud è "vecchio", ma le prassi convergono e raffinano, soprattutto su elementi basici e integrati clinicamente;

    piuttosto, è Lacan, in seguito agli studi di linguistica strutturale, ad aver posto il problema di come il linguaggio è adatto/inadatto a tradurre le pulsioni in una dialettica concreta;
    in soldoni, ché già la cosa è complessa in sé, a dare un nome e cognome al bisogno/desiderio e a ciò che vi si oppone;

    e, sì, vale ambosessi, naturalmente, con successive elaborazioni diverse.
    c'� del lardo in Garfagnana

  15. #30
    Cosmo-Agonica L'avatar di Bauxite
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    Infine, dark, capisco che tu sia tornata single ad un'età diversa da quella in cui eri quando ti sei accoppiata,
    ma non sarà l'età che hai ora a darti la possibilità di vivere e conoscere chi sei quando sei senza un uomo.
    Senza è da intendersi anche come senza sesso.
    Sarà altro, non so cosa perché non siamo tutti uguali.
    Forse manco te ne accorgerai.

    Io non faccio testo, non capisco una beneamata e vivo per accumulare istanti di felicità.
    un po' di possibile, sennò soffoco.
    G. Deleuze

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