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Discussione: Suviana

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  1. #1
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    Il pensiero va verso i famigliari dei morti e dei feriti, non voglio pensare agli ustionati, alle sofferenze che stanno provando e ciò che gli aspetta , nella speranza di una delle migliori guarigioni fisiche e soprattutto psicologiche. Ogni qual volta che succedono di queste tragedie, di morire per il lavoro e sul lavoro viene sempre ripetuto la fatidica frase che non si ripeta mai più, ma sappiamo invece che purtroppo avverrà di nuovo. Già di per se stesso succedono simili disgrazie prendendo le dovute precauzioni antinfortunistiche, figuriamoci quando gli appalti di lavoro le vincono delle ditte che puntano al ribasso, e non solo. avvengono i sub appalti quindi le dovute precauzioni divengono sempre più labili, cercando di assumere meno maestranze e ritmi di lavoro più elevati. Con questo non mi riferisco al grave incidente del lago di Suviana non conoscendo le dinamiche dell'accaduto ma degli innumerevoli infortuni che sono accaduti soprattutto nel settore dell'edilizia che sono successi.

  2. #2
    Opinionista L'avatar di Ninag
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    Il pensiero va verso i famigliari dei morti e dei feriti, non voglio pensare agli ustionati, alle sofferenze che stanno provando e ciò che gli aspetta , nella speranza di una delle migliori guarigioni fisiche e soprattutto psicologiche. Ogni qual volta che succedono di queste tragedie, di morire per il lavoro e sul lavoro viene sempre ripetuto la fatidica frase che non si ripeta mai più, ma sappiamo invece che purtroppo avverrà di nuovo. Già di per se stesso succedono simili disgrazie prendendo le dovute precauzioni antinfortunistiche, figuriamoci quando gli appalti di lavoro le vincono delle ditte che puntano al ribasso, e non solo. avvengono i sub appalti quindi le dovute precauzioni divengono sempre più labili, cercando di assumere meno maestranze e ritmi di lavoro più elevati. Con questo non mi riferisco al grave incidente del lago di Suviana non conoscendo le dinamiche dell'accaduto ma degli innumerevoli infortuni che sono accaduti soprattutto nel settore dell'edilizia che sono successi.
    Già, accade troppo spesso, e purtroppo sembra che la maggior parte delle persone viva sotto anestesia, non ci si ferma a pensare, si vive sempre di corsa o almeno è quello accade quasi a tutti. Ormai non ci scandalizziamo più, se fino a qualche anno fa c'era un barlume di resistenza al male, dopo la Covid, non ci meravigliamo di nulla, il dolore viene consumato come un prodotto a basso costo.

  3. #3
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    Centrale idroelettrica di Suviana

    Ciao Ninah, secondo le ultime notizie gli esperti sono concordi nell'indicare l’alternatore come elemento di incipit del disastro, vista la sua dinamica che ha portato prima a una esplosione e poi a un rogo. Anzi, nello specifico, l'olio del sistema di raffreddamento.

    Il problema è sorto nel gruppo due dell'impianto, il sistema turbina-alternatore-trasformatore gemello del gruppo uno, che era già stato collaudato e non aveva mostrato alcuna criticità.

    L’alternatore pesa circa 150 tonnellate, gira a 370 giri al minuto, circa 5 giri al secondo", ha spiegato Giovanni Toffolo, che fino a due anni fa era commissioning manager del team di Enel Green Power.

    Toffolo suppone che lo sbilanciamento dell'alternatore "potrebbe aver divelto una parte della struttura rompendo anche i cuscinetti". Questa parte dell'impianto è l'unica che presenta olio, sostanza che potrebbe aver contribuito all'incidente in quanto presenta caratteristiche di infiammabilità.

    L’olio è un elemento indispensabile, perché "serve per lubrificare, togliere attrito ad una struttura così grande che gira di continuo".

    L'incidente di Suviana rischia di rallentare lo sviluppo dell'idroelettrico, che tra le fonti rinnovabili è quella che offre migliore efficienza.

    Nel nostro Paese, per esempio, oltre il 40% dell'intera produzione energetica rinnovabile è garantita proprio dagli impianti idroelettrici, che da soli coprono la quantità di energia che viene prodotta assieme da eolico e solare.

    Questa centrale resterà probabilmente chiusa per anni, i danni ammontano a diverse centinaia di milioni di euro, ma soprattutto si dovrà studiare il sito e analizzare con precisione assoluta l'incidente.

  4. #4
    Opinionista L'avatar di Ninag
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    Citazione Originariamente Scritto da doxa Visualizza Messaggio

    Centrale idroelettrica di Suviana

    Ciao Ninah, secondo le ultime notizie gli esperti sono concordi nell'indicare l’alternatore come elemento di incipit del disastro, vista la sua dinamica che ha portato prima a una esplosione e poi a un rogo. Anzi, nello specifico, l'olio del sistema di raffreddamento.

    Il problema è sorto nel gruppo due dell'impianto, il sistema turbina-alternatore-trasformatore gemello del gruppo uno, che era già stato collaudato e non aveva mostrato alcuna criticità.

    L’alternatore pesa circa 150 tonnellate, gira a 370 giri al minuto, circa 5 giri al secondo", ha spiegato Giovanni Toffolo, che fino a due anni fa era commissioning manager del team di Enel Green Power.

    Toffolo suppone che lo sbilanciamento dell'alternatore "potrebbe aver divelto una parte della struttura rompendo anche i cuscinetti". Questa parte dell'impianto è l'unica che presenta olio, sostanza che potrebbe aver contribuito all'incidente in quanto presenta caratteristiche di infiammabilità.

    L’olio è un elemento indispensabile, perché "serve per lubrificare, togliere attrito ad una struttura così grande che gira di continuo".

    L'incidente di Suviana rischia di rallentare lo sviluppo dell'idroelettrico, che tra le fonti rinnovabili è quella che offre migliore efficienza.

    Nel nostro Paese, per esempio, oltre il 40% dell'intera produzione energetica rinnovabile è garantita proprio dagli impianti idroelettrici, che da soli coprono la quantità di energia che viene prodotta assieme da eolico e solare.

    Questa centrale resterà probabilmente chiusa per anni, i danni ammontano a diverse centinaia di milioni di euro, ma soprattutto si dovrà studiare il sito e analizzare con precisione assoluta l'incidente.
    Le notizie sono ancora incerte, di sicuro è che l'esplosione è stata spaventosa e che l'olio ha poi provocato l'incendio, oltre al danno subito da chi ha perso la vita, ci sarà un grande lavoro di ricostruzione e come giustamente dici prima che la centrale riprenda l'attività ci vorranno anni. Chi ancora lavora negli impianti che sono attivi nel Brasimone,( lago su con cui avviene lo scambio) non si sente più molto tranquillo a lavorare, si può capire il loro stato d'animo.

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