"...calati nell’impianto di sollevamento delle acque reflue ..."
Allora, se veramente si volesse agire:
1) Sotto inchiesta il Responsabile dell'Impianto ( ed i suoi superiori gererchici): le informazioni e le procedure relative all'identificazione dei pericoli ed alla conseguente messa in sicurezza, esistono, sono state comunicate, realizzate e controllate? Chi ha deciso/autorizzato e coordinato i lavori (come rappresentante del "proprietario" dell'installazione?
2) Sotto inchiesta il Responsabile Tecnico Lavori: i lavori da eseguire erano ben definiti? Con quale criterio é stata effettuato l'appalto? le procedure di controllo della competenza del prestatore d'opera esistono, sono state applicate e controllate? Chi era e con quali compiti il coordinatore di sicurezza dei lavori?
3) Sotto inchiesta la Direzione dalla quale dipendono i precedenti servizi: Procedure e norme riguardanti la sicurezza, la protezione ambientale, il rispetto della normativa sociale e la competenza tecnica in materia di appalti esistono, sono applicate, controllate, aggiornate e verificate da "audit" indipendenti?
...
potrei continuare. Ma, a cosa serve?
Il "maschicidio" sul lavoro non interessa nessuno, e per uno che crepa...dieci ne arrivano, pronti a tutto.
Concludo con una nota, che se non fosse drammatica, sarebbe comica. E spero si tratti della "normale" disinformazione giornalistica:
"Secondo quanto verificato dai vigili del fuoco che hanno recuperato i corpi, gli operai si sarebbero calati nell’impianto di sollevamento delle acque reflue senza la protezione delle mascherine. "
Le "mascherine", per i lavori in luogo confinato hanno la stessa utilità del "caschetto" per lavori in quota. Inutili, se non nefaste.
Per i lavori in "luogo confinato" sono indispensabili la misura/analisi dell'aria, la bonifica e l'uso dell' autorespiratore. Oltre all'imbracatura di sicurezza etc etc etc. Cose che i VVFF dovrebbero ben conoscere. Ma, ripeto, voglio credere si tratti di insipienza giornalistica. Ché é lecita.