continui a non rispondere nel concreto di una divergenza radicale nella coppia; e si capisce pure bene il perché:
nel tuo modello ideale contrattualista per forza una relazione si fonda sul potere/rancore che germoglia in quella fase che ti piace tanto e che chiami "fidanzamento";
purtroppo funziona quasi sempre così anche per chi non si vincola a sacramenti, promesse indissolubili, ecc...
quando leggo che le persone cambiano non ci credo troppo; quello che cambia sono i rapporti di forza che si alterano in itinere, proprio in conseguenza della stipulazione di un patto sulla base di un potere contrattuale;
tutte le frustrazioni più o meno inconsapevoli di quella fase diventano palesi dopo, quando si realizza l'obiettivo, la sistemazione, i figli, ecc...
in parte è un fatto biologico, ma chi ha rinunciato a qualcosa in quella contrattazione poi la fa pagare all'altro; per infiniti motivi psicologici originari:
il partner che si è accontentato si lagna dell'altro e lo fa sentire una seconda o terza scelta, un ripiego; quello, magari remissivo da fidanzato, una volta stabilizzato il patto tira fuori tutto il suo rancore per quel mancato entusiasmo - e, verosimilmente, per un bisogno primario che ha rimosso - ritagliandosi più spazi possibile fuori dalla relazione, si riprende un potere e lo ostenta, e ovviamente se trova qualcuno che gli dà quello che il coniuge non gli ha mai dato - l'entusiasmo gratuito che lo riconosce e lo desidera gratuitamente - si de-comprime naturalmente e si sfascia tutto;
per questo una sessualità libera è tanto importante, visto che è il luogo deputato ad esprimere quella gratuità appagante che genera attaccamento PRIMA di affrontare inevitabili compromessi; se i due partner hanno potuto agire quel desiderio, possono rendersi conto di quanto il resto funzioni, proprio grazie a quell'intimità priva di ricatti e contrattazioni, se riescono ad aprire gli occhi e sono persone mediamente equilibrate; soprattutto, evitano gravi errori di investimento nevrotico, "vedono" meglio l'altro e i suoi bisogni, ma anche i propri; magari la cosa non va, e ti pare un "fallimento", che quelli si lasciano alla prima difficoltà; no, hanno solo capito che la stabilità con quella persona non è cosa;
ma se prevale un vincolo nevrotizzato in una promessa impossibile, questo confronto rimosso è solo rimandato in un circolo vizioso di rimozioni e corazze, che prima o poi deflagra;
in tutto questo, non solo diventa un problema veder il partner e le sue potenzialità positive - annegate nel patto - ma persino se stessi e le proprie attrattive, per cui si sta in una relazione senza sapere che cosa si offre di importante all'altro;
in un certo senso - volendo auspicare relazioni, se non proprio felici, almeno modicamente appaganti e serene - ti starei pure dando ragione; solo che la cosa non funziona nel sistema tuo della castità, ecc... e questo perché è rarissimo che senza una bella esperienza consolidata di coppia qualunque persona giovane sia in grado almeno di intuire i propri bisogni, compatibilità, potenzialità, e si finisce nella roulette di prendere quello che capita e in quel momento è funzionale ad esigenze transeunti, andarsene di casa, conformarsi alle pressioni ambientali e famigliari, ecc...
c'� del lardo in Garfagnana
1) Per annunciare, al par di Angelo, che l'ora del redde rationem é venuta?
2) E' uno del trio vestevestito?
3) Ma le Anime Pie, non suonano la cetra?
cono che suona.jpg
ah...in "quel senso".....
Ma no, che dici....
Non c'è solo il vibratore:
Pienamente funzionante e programmata in tecniche multiple
C'è il "secondo cervello" lì
Pienamente funzionante e programmata in tecniche multiple
“Io e il mio gatto... siamo due randagi senza nome che non appartengono a nessuno e a cui nessuno appartiene” [cit. Colazione da Tiffany]
Noi vogliamo cantare l'amor del pericolo, l'abitudine all'energia e alla temerità [cit: Manifesto futurista] .
“Io e il mio gatto... siamo due randagi senza nome che non appartengono a nessuno e a cui nessuno appartiene” [cit. Colazione da Tiffany]
Noi vogliamo cantare l'amor del pericolo, l'abitudine all'energia e alla temerità [cit: Manifesto futurista] .