A me il vino piace molto, sia come gusto, sia perché mi calma. Non mi ubriaco, mi rilasso. Però so che fa male e vorrei ridurne l'uso, quindi se trovassi delle alternative tipo "sigaretta elettronica" di gusto piacevole le proverei volentieri, le ho anche cercate al supermercato, dove già esistono dei vini denominati "young" con una gradazione alcolica più bassa, precisamente 8 gradi invece dei canonici 12.
Il vero castigo per chi mente non è di non essere più creduto, ma di non potere credere a nessuno.
(George Bernard Shaw)
Altrimenti c'è questo (ma non è una novità)
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Ho parlato coi produttori del vino che compro qui intorno nella regione: nessuno intende produrre il vino dealcolato, tutti vogliono mantenere la qualità per cui hanno ricevuto numerosi riconoscimenti e non vogliono introdurre nel processo di produzione degli additivi. Non potevo che essere d’accordo con loro.
Magari potrei riservare l'alcool a eventi particolari, e usare il dealcolato quotidianamente, sempre che abbia un gusto gradevole: non giudico prima di assaggiarlo. Amici proprietari di pub e ristoranti si lamentano del fatto che dopo l'entrata in vigore del nuovo codice della strada le vendite sono crollate, anche questo è un elemento di cui tenere conto. Un intero settore rischia la crisi.
Il vero castigo per chi mente non è di non essere più creduto, ma di non potere credere a nessuno.
(George Bernard Shaw)
Credo di averlo già scritto.
Ma quel tipo di vino privo di alcol, come del resto la birra, non credo riuscirei mai a berlo.
Se proprio dovessi bere qualcosa di diverso da un bicchiere di vino dealcolato preferirei una Sprite o una Coca.
A parte che a questo punto bisognerebbe aprire una discussione anche su superalcolici, aperitivi e altro.
Che i gestori di pub, bar, ristoranti altri locali dove si beve si lamentino, è normale.
Ricordate durante la pandemia cosa è successo.
Spero solo che il governo prenda provvedimenti in merito.
Per adesso berro' restando in sicurezza.
Peraltro, viste le mie "ultime" condizioni fisiche, che mi hanno portato "drasticamente" ad accantonare il fumo, arriverò, forse a smettere anche di bere.
Dovrò cambiare regione![]()
"Il mio tempo non è ancora venuto; alcuni nascono postumi"
Rispondo ad ambedue in merito ai produttori di vino ed al crollo delle vendite.
Mah, se non beve solo chi guida, non dovrebbe essere così grave; gli altri possono tranquillamente sorseggiare qualche buon calice...
Col nuovo codice anch'io non assaggio più alcol, nemmeno in dosi minime, quelle lecite, se mi metto alla guida.
Ultima modifica di follemente; 13-01-2025 alle 18:41
E invece questa legge ha evidentemente portato alla luce un problema sommerso e sottaciuto, l'enorme consumo di alcool degli italiani. Nel pub di questo amico, cliente abituale è un tassista che a fine turno non ordina una birra, ma 7 o 8... Voi non avete idea di quanto beve la gente, altro che limiti legali. Io appoggio la nuova legge, anche se non sopporto Salvini: devo riconoscere che è una legge che cambierà i pubblici costumi, come la legge Sirchia sul fumo nei luoghi pubblici. Potrebbe avere un effetto positivo non solo sugli incidenti stradali, ma anche sulla salute pubblica. La parte della legge sulla cannabis invece avrà problemi, già preparano - giustamente - i processi "civetta" per ottenere la declaratoria di incostituzionalità, in quanto i test rilevano consumi anche di parecchi giorni prima.
Il vero castigo per chi mente non è di non essere più creduto, ma di non potere credere a nessuno.
(George Bernard Shaw)
Il consumo di alcol, a mio modesto avviso, cambierà solo per i guidatori, mentre gli altri manterranno le loro medie che al sud non sono nemmeno tanto alte. Non vado a controllare in questo momento, ma rammento che nei paesi nordici gli abitanti si sollazzano a lungo non solo col vino, ma pure coi superalcolici. Sarà il clima?
Certo, si berrà in luoghi più vicini, a portata di taxi e di bus, mentre prima tutti, indistintamente, bevevano ovunque.
Spesso non conosciamo nemmeno il numero di coloro che bevono a casa, magari anche da soli.
Ti risulta che per i vari divieti di fumare, ultimo a Milano, si sia ridotto il fumo di sigaretta?
Ho sentito che a seguito della legge Sirchia diminuzione il numero dei fumatori, ma ovviamente non ho i dati precisi. Io non sono certo una proibizionista, e sono una consumatrici, però dobbiamo prendere atto dei progressi della medicina e lo Stato manda dei segnali. Sarebbe utile anche per la carne rossa, ad esempio. Ma la salute pubblica si scontra contro enormi interessi economici, che influenzano anche il nostro modo di pensare.
Il vero castigo per chi mente non è di non essere più creduto, ma di non potere credere a nessuno.
(George Bernard Shaw)
No, ma lo renderei più difficile e costoso, ad esempio. Uno stato davvero etico destinerebbe alla Sanità i proventi delle accise sui tabacchi e alcool.
Il vero castigo per chi mente non è di non essere più creduto, ma di non potere credere a nessuno.
(George Bernard Shaw)
Un'intervista interessante, che sottolinea che il vino in dosi moderate fa anche bene all'organismo e mette in rilievo la preoccupazione del settore.
«Allarmismo eccessivo, non fa bene al mercato del vino»: i timori dell’imprenditore Bottega
Il titolare della famosa azienda vitivinicola di Conegliano: « Nel Codice della strada pene troppo severe». E ancora: «Etichette anti cancro e dazi acuiscono la crisi del settore»
Maurizio Cescon
21 gennaio 2025
4' di lettura
Sandro Bottega, imprenditore vitivinicolo tra i big del Prosecco
«Allarmismo ingiustificato». Sandro Bottega, imprenditore vitivinicolo di Conegliano, uno dei big del Prosecco, scuote la testa. Inasprimento del Codice della strada, etichette anti cancro, possibili dazi sul made in Italy rischiano di acuire la crisi del settore del vino, già stretto nella morsa del calo dei consumi e delle tendenze del bere che cambiano.
Bottega, stiamo vivendo un’epoca di neo proibizionismo?
«Siamo in un momento in cui c’è un allarmismo eccessivo. L’inasprimento delle multe introdotto dal nuovo Codice della strada in Italia, le avvertenze anti cancro sulle etichette delle bottiglie di bianchi, rossi e spumanti e le richieste degli Usa di applicare bollini ancora più restrittivi, sono una tempesta perfetta».
All’orizzonte si profila pure l’introduzione di tariffe sul vino, sempre negli Stati Uniti.
«I dazi fanno paura, ma vorrei sperare che il nostro governo agisca in maniera preventiva e che si riesca a evitarli. Sarebbero una gran brutta cosa, un danno, speriamo sia stata solo una boutade di campagna elettorale da parte del neo eletto presidente Trump».
Tornando in Italia, cosa non le piace del nuovo Codice della strada?
«Non vengono prese in considerazioni le quantità. Bere un bicchiere o 5 bicchieri fa una differenza enorme. Sia sul fatto di mettersi alla guida, sia per la salute».
I limiti che non si devono superare però sono rimasti gli stessi di prima. ..
«Sì, ma punizioni così severe come sono prospettate nei confronti dei trasgressori non sono la soluzione adatta. Con una quantità di 0,5 grammi di alcol nel sangue non si è ubriachi, non si causano incidenti. Quando furono introdotti i limiti, nel 2008, andai a indagare su quanti fossero gli incidenti d’auto causati dall’eccesso di alcol, ebbene erano il 2%. Da allora non sono state più rese note tali statistiche, se avessimo a disposizione dati ufficiali potremmo fare commenti ragionati».
Ma se ci fossero più taxi e Uber il problema non sarebbe risolto alla radice? Chi ha bevuto a cena chiama un’auto e torna a casa sereno...
«Se avessimo a disposizione un trasporto pubblico efficace saremmo i primi a volerlo promuovere. Al momento, in Italia, non è una cosa facile, dovrebbero esserci più macchine, magari un giorno avremo quelle senza guidatore, ma non stiamo parlando dell’oggi. I taxi sono sempre pochi, anche in una città come Conegliano ci sono sempre problemi a trovarne uno libero. Uber agevolerebbe la situazione, ma attualmente questa opzione non esiste».
Un’altra spina nel fianco dei produttori sono le etichette che avvertono del rischio di cancro, che Stati Uniti e Paesi del Nord Europa introdurranno prossimamente.
«Uno studio delle National Academies statunitensi, pubblicato lo scorso dicembre, a cui si ispirano molte decisioni politiche di Washington, afferma che “un consumo moderato di alcol è associato a un calo del 18% dei decessi per malattie cardiovascolari, a un rischio inferiore del 16% di mortalità per tutte le cause e – dall’altra parte – questo è vero, a un aumento del 10% del rischio di cancro al seno nelle donne”. Per consumo moderato, secondo le stesse linee guida americane, si intende quello di 1, 2 drink al giorno per gli uomini e uno per le donne, contenenti ognuno, al massimo, 14 grammi di alcol, ossia il classico bicchiere di vino, che si beve per puro piacere».
Ma c’è una corrente di pensiero dei medici che è favorevole allo zero alcol sempre e comunque per entrambi i sessi e pare che l’Oms dia credito a questa linea...
«Relativamente alla fondatezza di quanto viene asserito dall’Organizzazione mondiale della sanità sui rischi connessi all’alcol, possiamo dire che non ci sono ricerche precise sulle dosi alle quali si manifesta il pericolo. È intuitivo che consumare uno o 5 calici di vino fa una gran bella differenza, come pure la frequenza, il momento di consumo, i benefici sull’umore legati all’allegria e il relax offerti da un consumo moderato».
I vini dealcolati potrebbero essere una carta da giocare, da parte delle aziende per salvare i fatturati, in un’epoca di neo proibizionismo?
«Il decreto recentemente approvato sulla dealcolazione dei vini, con enorme ritardo rispetto al resto della Comunità europea, purtroppo ha una lacuna che vede le sue radici in leggi ante Seconda guerra mondiale. Esso prevede che i vini potranno essere dealcolati solo in stabilimenti appositamente dedicati: questo significherà tempi e costi (prima bisognerà costruire gli stabilimenti, poi gli impianti e solo dopo finalmente si potrà iniziare a produrre e quindi, a vendere), che ci renderanno non competitivi verso i produttori del resto del mondo, che avranno già preso il volo».
In questo contesto complicato, il mercato del vino come sta reagendo?
«Sta reagendo male, c’è una riduzione dei consumi nei bar e nei ristoranti in particolare nelle aree periferiche, dove nessuno si può permettere di perdere la patente. La difficoltà delle vendite è anche in parte legata alla crisi economica. Noi, come azienda, sopperiamo alla flessione del vino con i prodotti a bassa gradazione o con altre tipologie di bevande, che già realizziamo. In ogni caso riusciamo a tenere il passo, a investire, a fare molta azione di educazione sul bere responsabile, nonostante gli ostacoli. Ma non per tutti gli altri produttori è così».