“Dove andresti a vivere?”
Ce lo siamo chiesti due o tre giorni fa, osservando la città sempre più affollata.
“Tutto sommato resterei qui” è stata la mia risposta, da vecchio qual sono che pesa più i motivi della ragione che quelli del sentimento.
“Che palle..!” il commento più gentile dedicatomi dalla mia compagna, che non ha mai torto.
Invece oggi appena sveglio mi sono sentito riscattato con l'immagine illuminante dell’Alpe Siusi nella mente.
E’ un altopiano bello largo (il più vasto d’Europa) che ti evita la sensazione di avere montagne incombenti su di te da tutti i lati. E’ più come sentirsi su un’isola vicino alle nuvole, ma al posto delle palme solo su un lato hai qualche cima aguzza.
La piana è ondulata e quindi non ne identifichi bene i confini, a meno di salire un po’ e osservare anche l’ unica striscia asfaltata che l’attraversa, con qualche ramificazione laterale verso poche case e alberghi.
Tutto si percorre a piedi, anzi si deve perché l’auto si lascia all’ingresso dell’altopiano oppure puoi proseguire all’interno fino all’ hotel, ma con un il pass che ti limita i movimenti sulle quattro ruote. Così puoi solo camminare, perché alla fine è quello che desideri e se poi ti stremi ogni tanto passa anche un bus che ti salva.
Ci sono stato tre volte in quella zona della provincia di Bolzano, sia d’estate che d’inverno. Lì, a 1600 metri di altezza fa davvero freddo. Ma ci si surgela anche volentieri quando la notte ti sdrai a terra sulla neve per sentirti schiacciato da questo cielo così pieno di stelle di cui non ricordavi più l’effetto straniante. Dicono che a occhio nudo ne possiamo vedere 6.000 in tutto, quindi tremila sono disponibili tutte lì per te, perché il cielo è terso e si trovano facilmente angoli privi di luce umana.
Eppoi, eppoi quando sei proprio stanco stanco, ti capita di entrare nell’ambiente rustico di in un alpeggio (un po' sfigato e quindi fantastico) dove una famigliola in mezzo a galline e animali vari ti prepara le uova fritte più buone mai mangiate in vita mia! Anche migliori delle mie, che poi sono il pezzo forte dello chef che vi scrive (sai che roba..).
Nella foto: l’entusiasmo di un esponente della popolazione locale al diffondersi della notizia del mio prossimo arrivo.
E voi, dove andreste a vivere?
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