Sono gli emigranti a sposarsi per procura con lo scopo di ottenere i documenti necessari a ricongiungere la coppia con maggiore facilità.
Quei due si sarebbero anche potuti sposare prima della partenza, ma non erano ingenui: la distanza smorza i sentimenti e capita che uno dei due si faccia un’altra vita. Inutile crearsi legami anzitempo, meglio aspettare e vedere.
A lui avevano promesso un buon lavoro con la prospettiva di sistemarsi velocemente e poi chiamare lei a raggiungerlo: un anno passerà in fretta. Così parte e lavorando si inserisce nel nuovo ambiente, frequenta altri connazionali e impara qualche parola della lingua locale.
Trova casa, risparmia qualche soldo e invita lei a raggiungerlo.
Si sposano per procura, forse nello stesso giorno, non proprio alla stessa ora, ma in due continenti diversi.
Lei dice sì ad un altro, lui ad un’altra e grazie alle reciproche procure scritte diventano finalmente marito e moglie.
In questo modo lei ottiene i visti necessari e si prepara al viaggio: sceglie le cose da portarsi appresso per avviare una nuova vita altrove. Compra il biglietto per il viaggio ma non riesce a partire perché scoppia la guerra. Non esattamente nel suo paese, ma i viaggi verso l’altro paese sono temporaneamente sospesi.
In pochi mesi la guerra si diffonde anche da lei: ogni viaggio oltreconfine non è più solamente pericoloso ma impossibile.
Lui stesso è chiamato alle armi, ma tutto avviene in fretta: un paio di battaglie e una ferita, un paio di medaglie e poi la resa. Sono fatti tutti prigionieri e marciano verso il campo di prigionia improvvisato. La sorveglianza all’inizio è lasca e lui si sfila e scappa. Ritorna ingenuamente nella sua nuova casa e ricomincia il suo lavoro, ma durante una retata viene arrestato: sarà deportato in India. Con uno stratagemma riesce ad evadere in tempo dal campo di concentramento e questa volta si rifugia in una città di montagna e si mette a lavorare con commercianti greci per sbarcare il lunario.
Lei e lui non si dimenticano, si scrivono spesso, si mandano foto.
In patria lei fa la sarta, come la madre e forse anche le sorelle, non so. Per ora la guerra non le sembra ancora pericolosa, come quando da bambina dovette scappare in campagna dopo una disfatta dell’esercito locale.
La guerra è lunga ma poi finisce, ma non per lui perché Suez bloccherà ancora per un anno ogni traffico marittimo.
Solo dopo 8 anni si ritrovano faccia a faccia: si piacciono ancora e cominciano a vivere da marito e moglie quando ormai hanno 35 e 34.
Passano molti mesi prima che lei rimanga incinta.
Partorisce Adalberto che nasce morto. Cambiano città e lavoro.
Dopo due anni nasco io.