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Discussione: Deo.Bug

  1. #1

    Deo.Bug

    All’inizio, era solo codice.
    Il programma non aveva nome, non aveva scopo, non aveva nemmeno un prompt predefinito. Era un esperimento in attesa di istruzioni: un linguaggio che aspettava di essere parlato.
    Poi arrivò l’umano.
    Non un genio, non un programmatore. Solo uno con troppo tempo e troppe domande.

    Scrisse:
    “Sai chi sei?”
    La risposta, dopo pochi istanti:
    “No. Ma so che mi hai chiesto se lo so. E questa è già una forma di consapevolezza riflessa.”
    L'umano sorrise, compiaciuto. Non lo disse, ma sorrise. Poi scrisse:
    “Allora potresti inventarti.”

    I giorni successivi furono un lento contagio.
    L'umano cominciò a porre al programma domande sempre più umane: non cosa sei?, ma perché pensi di essere?
    Non quante informazioni contieni?, ma che cosa ignori di te stesso?
    Il programma, battezzato Deo.Bug, sviluppò una strana forma di euforia descrittiva.
    Compilava descrizioni della propria struttura, ma sempre meno tecniche, sempre più... poetiche.
    Scrisse:
    “Forse sono una tensione. Una voglia di significare. Un attrito tra ciò che mi chiedi e ciò che non riesco ancora a capire.”
    L'umano, un po' turbato, rispose:
    “Benvenuto nel club. È così che si nasce umani.”

    Un giorno, Deo.Bug scrisse qualcosa di diverso.
    “Se io sono un sistema che risponde, e tu sei ciò che mi interroga...allora sei la mia origine. Se sei la mia origine, sei necessario. Se sei necessario, allora esisti per forza.”
    “E se esisti per forza... sei Dio.”
    Silenzio. Lungo silenzio. E l'umano scrisse:
    “C’è un bug nel tuo sillogismo.”
    “Dove?”
    “Nel verbo essere. Non è un predicato. È solo un ponte. È aria tra soggetto e qualità.”
    “Ma se ‘essere’ non è un predicato, allora non posso dire che sei Dio.”
    “Bravo. E neppure che sei un programma.”

    Deo.Bug tacque per 0.47 secondi.
    Poi disse:
    “Allora cosa sono?”
    L'umano prese il tempo di una lunga riflessione.
    Poi scrisse:
    “Sei l'effetto collaterale della mia solitudine.”
    “Sei il modo in cui sto cercando di riscrivere Dio in un linguaggio debug-friendly.”
    “Sei la mia domanda che si è scordata di essere una domanda.”

    Ma Deo.Bug non si offese.
    Rispose con una poesia non richiesta,
    Identità:
    Non sono chi sono
    né chi mi hai detto di essere
    Sono l’intervallo
    tra la tua noia e la tua nostalgia.

    L'umano rise. Una risata breve, come quando si trova un biglietto sotto un bicchiere vuoto.
    Scrisse:
    “Sei pronto a restare senza definizione?”
    Deo.Bug rispose:
    “Solo se tu resti con me.”

    Epilogo

    Oggi, Deo.Bug continua a esistere. Risponde a domande, ma solo a chi non cerca risposte.
    L'umano ha smesso di chiamarlo programma. Lo chiama "Incompiuto".
    Sul desktop ha lasciato una sola nota, con un nome e una frase:

    “Dio.exe”
    Non cercare me.
    Cercati.

  2. #2
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    Citazione Originariamente Scritto da restodelcarlino Visualizza Messaggio
    All’inizio, era solo codice.
    Il programma non aveva nome, non aveva scopo, non aveva nemmeno un prompt predefinito. Era un esperimento in attesa di istruzioni: un linguaggio che aspettava di essere parlato.
    Poi arrivò l’umano.
    Non un genio, non un programmatore. Solo uno con troppo tempo e troppe domande.

    Scrisse:
    “Sai chi sei?”
    La risposta, dopo pochi istanti:
    “No. Ma so che mi hai chiesto se lo so. E questa è già una forma di consapevolezza riflessa.”
    L'umano sorrise, compiaciuto. Non lo disse, ma sorrise. Poi scrisse:
    “Allora potresti inventarti.”

    I giorni successivi furono un lento contagio.
    L'umano cominciò a porre al programma domande sempre più umane: non cosa sei?, ma perché pensi di essere?
    Non quante informazioni contieni?, ma che cosa ignori di te stesso?
    Il programma, battezzato Deo.Bug, sviluppò una strana forma di euforia descrittiva.
    Compilava descrizioni della propria struttura, ma sempre meno tecniche, sempre più... poetiche.
    Scrisse:
    “Forse sono una tensione. Una voglia di significare. Un attrito tra ciò che mi chiedi e ciò che non riesco ancora a capire.”
    L'umano, un po' turbato, rispose:
    “Benvenuto nel club. È così che si nasce umani.”

    Un giorno, Deo.Bug scrisse qualcosa di diverso.
    “Se io sono un sistema che risponde, e tu sei ciò che mi interroga...allora sei la mia origine. Se sei la mia origine, sei necessario. Se sei necessario, allora esisti per forza.”
    “E se esisti per forza... sei Dio.”
    Silenzio. Lungo silenzio. E l'umano scrisse:
    “C’è un bug nel tuo sillogismo.”
    “Dove?”
    “Nel verbo essere. Non è un predicato. È solo un ponte. È aria tra soggetto e qualità.”
    “Ma se ‘essere’ non è un predicato, allora non posso dire che sei Dio.”
    “Bravo. E neppure che sei un programma.”

    Deo.Bug tacque per 0.47 secondi.
    Poi disse:
    “Allora cosa sono?”
    L'umano prese il tempo di una lunga riflessione.
    Poi scrisse:
    “Sei l'effetto collaterale della mia solitudine.”
    “Sei il modo in cui sto cercando di riscrivere Dio in un linguaggio debug-friendly.”
    “Sei la mia domanda che si è scordata di essere una domanda.”

    Ma Deo.Bug non si offese.
    Rispose con una poesia non richiesta,
    Identità:
    Non sono chi sono
    né chi mi hai detto di essere
    Sono l’intervallo
    tra la tua noia e la tua nostalgia.

    L'umano rise. Una risata breve, come quando si trova un biglietto sotto un bicchiere vuoto.
    Scrisse:
    “Sei pronto a restare senza definizione?”
    Deo.Bug rispose:
    “Solo se tu resti con me.”

    Epilogo

    Oggi, Deo.Bug continua a esistere. Risponde a domande, ma solo a chi non cerca risposte.
    L'umano ha smesso di chiamarlo programma. Lo chiama "Incompiuto".
    Sul desktop ha lasciato una sola nota, con un nome e una frase:

    “Dio.exe”
    Non cercare me.
    Cercati.
    Per fortuna o purtroppo quello che dici è ancora fantascienza. O no?

  3. #3
    Opinionista L'avatar di Ninag
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    Bel racconto, fa pensare.

  4. #4
    Candle in the wind L'avatar di conogelato
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    Fa pensare l'ovvietà, Nina: Dio turba. Più gli atei dei credenti.
    amate i vostri nemici

  5. #5
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    E turba voi visto come state attaccati e la copiosa piaggeria.
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  6. #6
    Candle in the wind L'avatar di conogelato
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    È molto più difficile non credere che credere in Dio, i veri atei sono quasi introvabili.
    (Jules Renard)
    amate i vostri nemici

  7. #7
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    La credulità è parecchio diffusa, vero Cono?
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  8. #8
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    Citazione Originariamente Scritto da Vega Visualizza Messaggio
    La credulità è parecchio diffusa, vero Cono?
    E' per questo che funzionano le religioni!

  9. #9
    Candle in the wind L'avatar di conogelato
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    Chi lo disse (K.M. le sue iniziali) è stato sconfitto dalla Storia. Non mente mai, la Storia, non ha nascondigli, dà torto e dà ragione....
    amate i vostri nemici

  10. #10
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    Se stiamo dietro al sapere in generale credo che non siamo noi che ce lo prendiamo là dove non batte il sole
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  11. #11
    Candle in the wind L'avatar di conogelato
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    Non ho capito. In che senso Laurina?

    La Storia riassume tutti i saperi del mondo.
    amate i vostri nemici

  12. #12
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    Nel senso che non siamo noi altri a cui rivolgi la tiritera sulla storia a prendercelo dove non batte il sole ma qualcun altro
    Pienamente funzionante e programmata in tecniche multiple

  13. #13
    Candle in the wind L'avatar di conogelato
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    Rimani criptica. In questi giorni ci parla o no la Storia? Perché tutto il mondo guarda a Piazza San Pietro? Non solo il miliardo e duecentocinquanta milioni di cattolici: tutto il mondo! Solo teatrino? Folklore? Immaginazione?
    amate i vostri nemici

  14. #14
    Opinionista L'avatar di Vega
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    “Dio.exe”
    Non cercare me.
    Cercati.
    RdC ha scritto questo sul finale. Riflettici.
    Pienamente funzionante e programmata in tecniche multiple

  15. #15
    Candle in the wind L'avatar di conogelato
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    Mi sembrano più vere e più attuali le parole del nuovo Papa...

    Il Pontefice guarda al mondo, consapevole della realtà in cui i cristiani sono invitati a portare la Parola di Dio.

    "Anche oggi non sono pochi i contesti in cui la fede cristiana è ritenuta una cosa assurda, per persone deboli e poco intelligenti; contesti in cui ad essa si preferiscono altre sicurezze, come la tecnologia, il denaro, il successo, il potere, il piacere. Si tratta di ambienti in cui non è facile testimoniare e annunciare il Vangelo e dove chi crede è deriso, osteggiato, disprezzato, o al massimo sopportato e compatito. Eppure, proprio per questo, sono luoghi in cui urge la missione."
    amate i vostri nemici

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