"Pet Therapy", quali problemi?
chi é interessato a questo mondo, e pensa di iniziare a conoscerlo meglio per poi proseguire oltre, non deve sottovalutare alcuni problemi:
Non possono essere coinvolte certamente persone affette da fobie per gli animali.
Gli animali coinvolti come supporto alla "Pet Therapy" devono possedere delle precise qualità fisiche e caratteriali (livello di reattività molto basso alla presenza di altri animali o di altre persone o di gruppi numerosi, agli stimoli, soprattutto a quelli negativi), buona capacità di memoria, consequenzialità e direzione ecc.
Gli animali devono essere accuditi in maniera adeguata e il ruolo del medico veterinario nei loro confronti è di garantirne la salute, eventualmente di individuare che nel proseguo delle varie esperienze i soggetti impiegati non abbiano a modificare in senso patologico il loro comportamento.
Quando si utilizza un cane di grosse dimensioni è indispensabile assicurarlo.
Se coinvolta una struttura pubblica o privata, bisogna lavorare con il personale che si occuperà del progetto stabilendo delle regole precise, valutando la loro reale motivazione e il grado di impegno.
Qualsiasi progetto deve essere monitorato da una équipe di tecnici, allo scopo di non iniziare un lavoro "fai da te" poco attendibile.
Bibliografia essenziale:
Natoli, E. 1997. Attività e terapie con l'ausilio di animali: quadro internazionale e stato dell'arte in Italia. ANNALI DELL'ISTITUTO SUPERIORE DI SANITA'.
"La Pet Therapy: gli animali e la salute dell'uomo", in collaborazione con l'Istituto Zooprofilattico Sperimentale dell'Abruzzo e del Molise "G. Caporale", giugno 1996.
La Conferenza Internazionale sulle interazioni uomo-animale "Animals, Health and Quality of Life", settembre 1995.
"Animali e uomini imparano insieme". PET MAGAZINE, novembre 1997
La fonte da cui ho tratto le informazioni è www.amicianimali.it