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Risultati da 1 a 15 di 41

Discussione: Il vivere forse

  1. #1
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    Il vivere forse

    ...sulla scia di Neve che Vola
    ...sulla scia di CignoNero
    ...ho deciso di dare un'ordine al mio pensiero facendolo in questo posto.

    Non credo sia difficile iniziare, il difficile

  2. #2
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    Ci sono due posti in cui Io mi senta "completamente libero". Uno è un luogo in uno spazio, l'altro non è propriamente un luogo ma un'azione che Io faccio.
    Il primo è l'acqua.
    Che sia il mare o una piscina, finanche nella mia vasca da bagno, il contatto con l'acqua e l'immergermi in essa, respirarla, viverla, mi crea "libertà". Pur se limitata, finita, anche un oceano è finito, io in essa sento il "tutto".
    Non parlo della libertà fuga da qualcosa, fuga dai propri pensieri, fuga dalla vita reale, non mi riferisco neanche a situazioni di rilassamento che provocano attimi di libertà interiore...NO...io mi riferisco a qualcosa di più "esteso".
    La libertà di cui parlo è la "consapevolezza" che il proprio corpo esiste insieme al "tutto" che compone il pensiero. E' come se raggiungessi quella strana essenza alla quale diamo il nome di Anima e questa si perde nell'acqua perchè Io apro il corpo come fosse uno scrigno le cui chiavi sono solo nel pensiero.
    Mi isolo dagli altri senza dolore, tutte le "cose" della vita assumono altra forma e colore e suono, perchè forse nella libertà vediamo la vita come è stata scritta non come è vissuta da noi umani.
    Se mi immergo è il culmine senza pensiero.
    Evoluzioni che abbiamo tutti conosciuto nell'amniotico di nostra madre.
    "Consapevolezza" che si è nati da soli, non da un miracolo genetico, ma perchè due persone hanno "finto" di amarsi.
    "Consapevolezza" che, un giorno, moriremo da soli, senza tristezza, senza lasciare un Addio che non sia la terra calpestata da noi.
    E se si resta con il corpo a mezz'acqua, supini, come nuotare a morto, con una nostra metà dentro, persa, l'altra a sentinella del reale, le orecchie rigorosamente dentro ad ascoltare i suoni cupi ed il battito del proprio cuore.
    La libertà è annullamento di tutte le radici terrene, è il proprio Io che perde la coscienza di sè tornando ad essere energia.
    La libertà mi fà sorridere ed è un attimo che non ha tempo.
    Tutti i mali del mondo non esistono, restano "cose" ferme, tutta la materialità delle nostre vite si "fermano", tutte le "oppressioni" si fermano, tutto il male che creiamo e ci viene creato si "ferma"...il loro fermarsi è la loro morte...per un attimo che non ha tempo.
    L'acqua è origine.
    Ultima modifica di Hamlet; 12-07-2006 alle 05:46

  3. #3
    Banned L'avatar di CignoNero
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    Come ti ho scritto poco fa in pm, sarò felice di leggere i tuoi pensieri.

  4. #4
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    L'altro posto in cui mi sento estremamente libero non

  5. #5
    Banned L'avatar di CignoNero
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    Un saluto a te, mio caro e dolce amico...

  6. #6
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    Un pensiero passato, le date non sono importanti, gli eventi scatenanti non sono importanti, tanto è "tutto" dentro e forma ognuno di Noi, evolversi, evolversi...senza costruzione.

    Ci stiamo creando un futuro di distruzione e morte.Ci stiamo creando un futuro senza avere adesso nessuna guida nientemeno uno scopo.Siamo ingrigiti, bui, nascosti e pericolosi. Nascondiamo e bruciamo le cose più vere che forse non sono mai esistite veramente ma finché ci abbiamo creduto erano la parte più pulita di noi.Ci stiamo creando un futuro di una solitudine immensa.Creiamo alibi alla nostra solitudine.Crediamo di viverla bene la nostra solitudine.Crediamo che l’odore delle nostre case sporche sia quello del vissuto.E’ puzza di noia, tanfo di pianto, disperazione nascosta in un sorriso accennato ma occhi che parlano.Ci stiamo creando un futuro da grandi esperti della vita, pronti a consigliare, educare, dimostrare ciò che si farà, enunciare le proprie teorie per vivere bene.Poi, da soli, guardandoci dentro, per chi n’è capace, ripetiamo con un filo di voce ciò che in realtà pensiamo.Ci stiamo creando un futuro di falsità, ideali costruiti su acqua ristagnante, case senza fondamenta.Ci stiamo creando un futuro in cui anche noi stessi siamo un dubbio.Ci stiamo creando un futuro che bruciamo il giorno dopo perché uguale al precedente.Esistiamo nel nostro personale presente, con le nostre malformazioni, per bruciare il futuro degli altri e con il loro il nostro.Ci stiamo innamorando della morte ogni giorno di più ma del suo aspetto abbiamo paura così la trucchiamo ogni giorno in un modo diverso, ed in essa ci perdiamo vivendola.Ci stiamo creando un futuro di confusione e indistricabili problemi perché siamo noi confusi e pieni di problemi.
    Ci stiamo creando un futuro di rumori continui, velocità inutile, incontrollabile disgregazione mentale e fisica, incontri inutili, matrimoni falliti, notti insonni, silenzi.
    Eppure deve esistere un dove.Non necessariamente un sogno, non necessariamente senza noi stessi.
    Si deve forse scavare o salire in alto, magari è vicino o lontano, potrebbe essere dentro o è fuori.
    Ci stiamo creando un futuro dove la parola speranza non esiste e se usata se ne è perso il significato.

  7. #7
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    Un pensiero passato:

    I nostri occhi hanno visto cose, queste cose sono vita.Le nostre mani hanno toccato cose, queste cose sono vita, la nostra bocca ha assaggiato cose, queste cose sono vita, le nostre gambe hanno camminato su strade, queste strade sono vita.Le nostre orecchie hanno ascoltato cose, queste cose sono vita. I nostri polmoni hanno respirato aria, quest’aria è vita.Eppure cos’è questa sensazione che ci fa dire di non aver vissuto veramente, cos’è questo senso di solitudine e silenzio che quando entra ci fa pensare che anche l’attimo che stiamo vivendo ed in cui sentiamo solitudine e silenzio non ha un senso di vita.Sarà perché siamo noi che abbiamo dato alla vita stessa un senso affinché essa possa esistere.E’ stato più naturale costruire un Dio, estraneo al Dio vero, costruire falsi Dei e sensi sempre più forti nella loro precarietà. I nostri occhi hanno visto cose, queste cose sono false.Le nostre mani hanno toccato cose, queste cose ci sono estranee. La nostra bocca ha assaggiato cose, queste cose sono veleno.Le nostre gambe hanno camminato su strade, ora sono stanche.Le nostre orecchie hanno ascoltato cose, ma abbiamo rifiutato di ascoltarle. I nostri polmoni hanno respirato aria, quest’aria è l’unica cosa che ci ricorda che siamo vivi.

  8. #8
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    Il segno che mi ha dato la certezza che in me un grande cambiamento c'è stato, o meglio, un'evoluzione accertata che avrebbe portato ad un cambiamento in me, è stato accorgermi che d'improvviso ho cominciato a scrivere parlando direttamente di me e non generalizzando quello che sentivo in me trasferendolo sull'intero genere umano. Inoltre non l'aver buttato, nello specifico, cancellato mediante un "invio", certi pensieri "passati" conoscendo in me l'odio verso il "diario". Questo "passato" scritto l'ho riporterò misto al pensiero di oggi perchè siamo tutto ciò che siamo stati e scrivere solo il pensiero che oggi mi crea, vivendo, sarebbe un espormi incompleto.

  9. #9
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    Circa tre sere fa la mia compagna di una vita mi dice che è difficile definire una persona con un solo aggettivo ma, per gioco, vuole provare. Io gli dico che è molto difficile perché è impossibile. Però sto al gioco. Eravamo in strada. Ciò che ha detto nei miei confronti è stato “spumeggiante”. Ciò che io ho detto nei suoi confronti è stato “pacioccosa”.
    Spumeggiante…è stato bello sentirsi dire una cosa del genere.
    Ieri pomeriggio ho parlato a telefono con un’amica che conosco più di quanto dovrei ed abbiamo parlato il tempo necessario affinché due “ricordi” mi sono ritornati provocandomi la stessa strana sensazione che si ha quando in una giornata estiva in cui la mattina il sole è stato padrone assoluto, d’un tratto, mentre sei occupato in qualcosa di quotidianamente ordinario, l’ombra copre il tuo momento, che sia in casa o fuori, l’arrivo di nuvole alte e nere e quel vento così forte nella sua insistenza, così fuori luogo considerando la stagione e capisci che avrai un temporale ma non ti rattrista la prima goccia che cade ma l’idea che questo avverrà.
    Tra l’essere “spumeggiante” e il ricordo dell’ “ombra” sono passati degli anni. Questi, nel momento che penso, si mescolano e nominarli non ha importanza perché fanno “massa” pur non essendo elencati in nessun ordine cronologico. Fatti, fatti. Oramai accaduti non hanno importanza, figurarsi per chi legge i pensieri degli altri. Fatti, avvenimenti. Eppure…
    …eppure questi creano una persona che ha il diritto di ricordare per se stesso per ogni incontro che fa perché è la vita che richiede questo non regole scritte o tacite di etica e comportamento…

    Quando mi svegliavo con un pugno nello stomaco, l’odore era sempre lo stesso, i rumori intorno erano intrisi di umidità, erano come coperti di un grigio strano, parvenza di colore ma smorto come esistesse tra me e le cose una cataratta grande quando l’immagine stessa che cercavo di focalizzare…il pensiero era un giro lento e ripetitivo che non usciva quando questo accadeva la voce non era quella che faceva ridere gli amici ma era roca, cupa, somigliante ad uno strumento lasciato dimenticato in un posto senza musica perdendo così le vibrazione del legno e nessun liutaio…nessun liutaio doveva avvicinarsi per accordare…
    Nel petto pesantezza, pesantezza, piombo, camminare era strisciare e si doveva fare, sempre e comunque respirare poi era un obbligo al quale avrei fatto benissimo a meno ma le persone intorno erano stranamente simili a me forse più appesantiti di me così da darmi la forza di alzarmi e fingere che il mio strisciare era simile ad un passo e poi un altro ancora un altro ancora un altro ancora fino a camminare.
    Lo specchio, Cristo, lo specchio, per forza riguardarsi ritrovarsi sapere che ero ancora io con strani capelli selvaggi che ora non ho più… disordinati come i pensieri. Pensare che fosse solo una parentesi lunga una vita di noia e non capire niente.

    Gli anni si possono mescolare come si fa con le carte da gioco, 1998, 1984, 1983, un jolly, 1990, 2006, 1968, 1969, 1975, 1997…………………………………che strano gioco ne viene fuori…

    Io ho un’idea ben precisa sul concetto di Pazzia e di Follia.
    Io credo che la Pazzia sia legata ad un’azione, come dire sei un Pazzo se hai commesso un’azione che ti rende tale, azione criminosa, azione che il corpo non vuol fare ma quella voce dentro ti dice di fare, azione vicina al “nero” che una volta fatta ti tinge come avessi fatto un bagno nell’inchiostro di un calamaio gigante che non dovevi aprire, azione, azione,azione, un fatto, un solo fatto e sei fuori…la nevrosi attende ed aspetta, poi sei fuori.
    Ma la follia, oh…la follia colori colori nessuna azione pensieri bozzoli dai quali puoi far nascere ciò che meglio credi e buttare nel pozzo più profondo la Depressione quella strana cagna nera che insinuatasi nel pensiero fa la guardia affinché tutto possa entrare nella mente tranne la vita cagna molto fedele quando si aveva bisogno perché il guinzaglio di cui era dotata non era mai corto abbastanza da concederti di avvicinarti e donarti una leccata dal nome di malinconia la malinconia grande puttana ma grande amica che ha fatto sognare sogni ovattati facendo riposare le membra in attesa di strisciare la mattina dopo perché il guinzaglio della cagna veniva tirato a comando del suo dovere…e il dolore…il dolore senza un dolore quale il suo senso che motivo c’era di aver dolore quale quale?
    La follia protettrice, pagliaccia, bella come sempre, creativa, vestita di mille colori e tra le pieghe un gioco, un fantasma, una matita, un rasoio, un quaderno, una bottiglia, un disco.
    Ed un patto…in presenza della follia la pazzia non deve esistere. Sciogli il patto…avrei trovato il metodo meno doloroso per salutare il mondo.

  10. #10
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    Un tarda mattinata di qualche anno f

  11. #11
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    Qualche tempo fà:

    La completezza è paura di invecchiare. La completezza è osservare, capire, assorbire la vita delle persone che incontri. Ricordare il loro passato, osservare un loro spaccato di presente, immaginare un loro ipotetico futuro e riflettere tutto in noi stessi. Ciò che ne ricaviamo è vivere tante vite pur non vivendone nessuna, ciò ci rende completi e la completezza è paura di invecchiare.La paura di invecchiare è la paura di assomigliare ai tanti incontrati. E’ paura di restare non da soli ma isolati. E’ paura dei limiti, paura di non riconoscere più la musica che c’è intorno, le parole che vengono dette, di non conoscere più i nostri pensieri.

  12. #12
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    Ancora il passato:

    Abbiamo costruito cattedrali di stupidità. Ci siamo avvelenati il sangue di mille porcherie. Ammalato la mente con tante nozioni spesso inutili. A questo punto che cosa sentiamo dentro, siamo soddisfatti della propria esistenza, ci siamo persi o siamo negli altri come loro sono in noi?
    La risposta nel silenzio che spesso ci circonda. Nelle paure che abbiamo. Nell’incapacità di affermare che siamo felici perché siamo nati. Il passato ha un’essenza, il presente No.

  13. #13
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    Solo un ricordo di quando si era "puliti" dentro:

    Che fine hanno fatto certi profumi, che fine hanno fatto certi colori e certe giornate di sole. Che fine ha fatto quella domenica mattina dopo la messa che si passava in una strada poco conosciuta in attesa di tornare a casa e trovare qualcosa come una famiglia. Che fine ha fatto il profumo di certi fiori del giardino del vicino. Che fine ha fatto il giardino in cui la vita era pochi metri quadri. Che fine ha fatto il senso di non avere pensieri accumulati in testa ma quella leggerezza di giornate pulite, sicuramente acerbe, ma pulite. Che fine hanno fatto quelle nottate dove la paura era una scoperta, la magia era reale, dove nel sogno ci aiutavamo. Che fine hanno fatto le giornate vive di qualunque stagione, il profumo del bucato, di un pavimento appena lavato, di luce e aria dalla finestra di un balcone, di una buona porzione di cielo che per noi rappresentava di giorno un’immensità azzurra, di notte l’intero cosmo pieno di tutti i misteri e quante domande. Che fine ha fatto lo specchio che rifletteva l’immagine di chi cresceva. Il letto sul quale si saltava. Il gioco della guerra, le tegole come bombe, pietre per proiettili, una vecchia carrozzina come carro armato, un supporto di una sedia come fucile. Che fine hanno fatto gli anni lenti, i genitori giovani, i fratelli complici, le botte dell’educazione, i pianti del dolore fisico, i pianti dell’orgoglio. Che fine ha fatto il profumo della cucina, lo stipite della porta dal quale si spiava, la stanza in cui si entrava poco. Dove sono gli oggetti che toccammo, i giochi, la legna da ardere. Che fine ha fatto il senso di felicità che non sapevamo di conoscere, la paura di crescere, il mistero delle cose che non si capiva di dover capire per crescere. Che fine hanno fatto le corse in strada, i giochi tra le macchine, la piazza.
    Il presente è interessante perché pieno del nostro passato. Quello più lontano e quello più vicino. Spesso questo ci impedisce di viverlo bene il nostro presente così da togliergli sin dal momento in cui lo viviamo quell’essenza che nel Dopo sarebbe divenuta la vera forza dei ricordi del nostro passato.

  14. #14
    Neve_che_vola
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    [QUOTE=Hamlet]L'altro posto in cui mi sento estremamente libero non è un posto bensì un'azione che svolgo...correre

    ed un raggio di sole che esce dalle nubi che poco prima erano minacciose è un'occhiata di Dio,
    anche una nuvola poi può assumere le sembianze di Dio, un Dio che un pomeriggio di profonda disperazione mi è apparso e mi ha sorriso paterno, proprio quando ho avuto bisogno della sua presenza e di sapere che non ero sola
    siamo tutti una cosa sola, tutti, ciò che gli esseri umani non riescono a fare, nelle Anime c'è l'unità con tutto ciò che abbiamo intorno, perchè si è una sola cosa, "essenza" ed "energia".
    Siamo tutti uniti da un filo sottilissimo e impalpabile, tutti senza distinzioni.
    Io penso che come una sorta di "esorcismo laico" con il mio stancarmi perdendo energia, nelle persone che porto con me e che penso parlandogli o sorridendo, qualche volta ho anche pianto, sudore e lacrime, ebbene penso che ciò che è male in loro vada via, lasciando Anima incolta in cui correre e correre e correre.
    Corri Angelo corri anche per me e libera nos a malo perchè l'Energia di cui ti carichi trovi finalmente un canale e i miei, i nostri affanni, vengano liberati nell'Universo e per quel che mi riguarda sò per certo che corri per me come io nuoterò per te appena potrò tornare ad immergermi nel liquido amniotico artificiale e anche io ad ogni bracciata libererò te almeno per un po' dai tuoi affanni...

    Ti ho letto stanotte prima di addormentarmi e sei stato un'illuminazione...
    Ho letteralmente avuto un'epifania quando ho letto
    l'Amore ha una forma ellittica, continua su se stessa e, chi ama così, è al centro...la distanza dall'oggetto amato varia, ma è continua...e come traccia ellittica qualcosa deve accomunare la continuità e se la si sà riconoscere si ama per sempre.
    dio se è vero...è un'immagine precisissima e molto preziosa e vera, che ormai fa parte di me.
    Tu sei pura Luce.
    E forse è per questo che noi due riusciamo a comprenderci così profondamente...
    :Flower:

  15. #15
    Hell's Angel L'avatar di daimon
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    02/10/05
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    E' molto bello questo thread, e gradevole da leggere.
    Mi sta fornendo molti spunti di riflessione, e mi riconosco molto in diverse cose che riporti.
    "Yes, I am a criminal. My crime is that of curiosity. My crime is that of judging people by what they say and think, not what they look like. My crime is that of outsmarting you, something that you will never forgive me for."

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