scusate sono andato fuori tema
Grazie per il pezzo "morbido" di prima.
un po' di possibile, sennò soffoco.
G. Deleuze
"brutto" è un concetto difficile da applicare all'arte; ha più senso per l'artigianato, quindi musica di genere, eventualmente;
cioè, una cosa è "brutta" se realizza male, in modo approssimativo e sgraziato, con scarsa ispirazione, un'idea che avrebbe connotati standard che ne descrivono la riuscita; l'edilizia - distinta dall'architettura con pretese - può essere bella o brutta, a seconda di criteri riconoscibili;
nell'arte, o sue emulazioni e tentativi, c'è una relazione tra l'artista e il pubblico, tale che la lettura è molteplice; Zappa poteva fare cose "bruttissime", che comunicavano però ad un pubblico in grado di leggere quel brutto come citazione; è il kitsch inteso, che diventa "camp";
Renga per me è terribile, e così la Pausini, ma non è musica brutta; sono prodotti intenzionalmente costruiti per emozionare ad un certo livello di linguaggio; se li passano a isoradio mentre sono in autostrada li ascolto avidamente; Flaubert direbbe: con quel perverso piacere che spinge, dopo un peto a mettere il naso sotto le coperte
i Queen sono "camp", un kitsch inteso;
poi ci sono casi particolari, illuminanti; Claudio Baglioni è un grandissimo talento, come autore di canzoni; purtroppo non ha mai avuto un gran gusto, e questo spiega il suo grandissimo successo tra un pubblico privo di gusto; se le canzoni di per sé potrebbero essere di altissimo livello, i testi, anche quando non sdolcinati, pieni di formule poetiche in sé - la cosa da evitare assolutamente, lezione n.1 del manuale per aspiranti poeti; la voce troppo carica emotivamente; il risultato è come uno di quei dolci inglesi troppo dolci, sovraccarichi; la musica di Baglioni avrebbe dovuto avere testi crudi, alla De André, e una voce fredda a cantarli;
lo stesso, in un'ottica di artigianato della canzone varrebbe per Renga e Pausini, col loro sovraccarico di pathos; ma è un brutto che ha una sua collocazione;
le cose per me veramente brutte sono i tentativi malriusciti di fare del pop raffinato - Nek, per esempio, che è banale - o certi talenti quando cadono, come Venditti, che dopo il primissimo periodo si è perso, fino all'obbrobrio del Mondo di Ladri; oppure Pino Daniele dopo i primi dischi, anche se ha mantenuto più decoro; i Genesis e tutti di dinosauri prog degli anni 80, eccettuati i King Crimson; gli Stones metà anni '80, e tanti altri; in genere, tutti quelli che hanno continuato a far dischi una volta finita l'ispirazione replicando il cliché di successo;
una cosa che veramente trovo ripugnante sono operazioni tipo questa, in cui un brano già al limite del gusto "bianco", ma con un suo standard viene stravolto col cantato soul e i vocalizzi della squinzia, che è come aggiungere stucchi barocchi finto Luigi XIV ad un mobile Ikea:
c'� del lardo in Garfagnana
Imprevedibilmente e incredibilmente, sono QUASI d'accordo con Axe.
Il fatto è che Renga e la Pausini, in più rispetto a Baglioni hanno la banalità retorica di molti testi. Per quanto Baglioni possa risultare ridondante nei testi, la banalità non è proprio il primo dei suoi difetti.
Cioè, dai… Prese a caso:
Urli, parole buttate al vento
Qualcosa ti brucia dentro
E non sai nemmeno tu cos'è
Scusa, ma non ho voglia di ascoltarti
Sei confusa non sai spiegare
Quel che è successo è molto semplice
Soltanto sesso vuoto a perdere
Ho incollato
sul muro
l'innocenza
e l'ho lasciata là
Ho squarciato
il cielo
con un dito
per la libertà
la mia libertà
Mio malgrado devo ammettere che il primo Venditti è rimasto ineguagliato, ma ci sono affezionata lo stesso e poi tanti più famosi e più bravi di lui sono caduti allo stesso modo per mantenere i contratti e la baracca. La canzone In questo di mondo ladri però se la poteva risparmiare.
al corso di poesia del circolo anziani di Pizzighettone la prima lezione riguarda l'estrema cautela nell'uso di parole concettualmente poetiche in sé; cioè, una frase tipo: avrai la stessa mia triste speranza sarebbe cassata istantaneamente
un po' diverso da sparagli Piero, sparagli ora, o la virtù meno apparente
la questione si compone in termini relativi, quando il messaggio arriva all'ascoltatore e suggerisce una risposta; il primissimo Baglioni era genuino e simpatico, col suo gozzanesimo spontaneo, diretto ad un pubblico della sua estrazione, e anche il modo di cantare era meno carico; poi ha trovato una formula di successo col Piccolo Grande e Sabato pomeriggio e lì è scattata la trappola;
questi di oggi, tipo Renga o Pausini, soprattutto la seconda, sono suoi nipotini, ma hanno dietro meccanismi produttivi ammazza-creatività, quand'anche ci fosse: l'autore/arrangiatore/produttore, che appiattisce ogni possibile "errore", che a quei livelli sarebbe il sale, e che sa fin dove si può spingere per rientrare in una programmazione radiofonica;
notare che cose come Pensieri e parole o I giardini di marzo oggi - e anche 30 anni fa - non sarebbero arrivate in radio nazionali;
poi, per me la vera bruttezza sono gli ammiccamenti - in ritardo di 5 o 6 anni - sanremesi ai suoni stranieri che i produttori usano come cosmesi per rinfrescare le hit dei protetti; i suoni plasticoni del pop commerciale inglese mid-'80s, le chitarrone finto-metal con la distorsione saturatissima, ecc...
infine, gli stili canori esibizionistici di questi, figli di contest, col fuori misura emotivo come timbro, come Renga; ma la peggio è la Ferreri, con quella specie di emulazione dei gorgheggi polifonici di Stratos
venite siòri, venite al zirco...
c'� del lardo in Garfagnana
Oddio la Ferreri...ma pure la Malika Ayane di cui mi piace molto la voce, cerca l'originalità ma finisce in ostentazione, il risultato è deludente, ai limiti del comico. Almeno però alcune sue melodie sono belle.
Sempre una a caso:
la salsa di soia
ha sporcato la tovaglia
che dev’essere stata bianca
forse una volta
e forse è di cenere quell’altra ombra
evidente cosa è passato
beh, secondo me lei mette quella tecnica al servizio dei brani, che sente molto di più; insomma, si vede che c'è una ricerca in cui partecipa come musicista;
un'altra che avrebbe tante potenzialità, ma è matta come un cavallo e si è messa nelle mani dell'ex autore che le fa vincere sanremo con cose sciapette sarebbe Arisa; senti come la voce fredda e misurata rende su cose scritte da altri più tosti: l'autrice originale canta nel coro alla fine:
c'� del lardo in Garfagnana
axe qui si parla di cattivezza, non di bruttezza
https://genius.com/Rem-drive-lyrics
non penso ci sia bisogno di spiegare, ma se serve spiego
tu sembri pensare che il commento laconico sembri autorevole;
ma se vuoi esprimere un parere sensato dovresti motivarlo, pure se ti fa fatica;
per me, una musica cattiva, nel senso di cattiva qualità, non è necessariamente brutta, anche se le cose possono coincidere; ma avrei anche spiegato cosa intendo in un post precedente, tu l'avessi letto;
perché non provi a definire cosa intendi per cattiva musica, oppure musica cattiva, visto che sembri avere concezioni curiose di eticità dell'espressione musicale ?
c'� del lardo in Garfagnana
Avrei dovuto usare il termine cattivista nel titolo, ma in ogni caso musica cattiva e brutta per me coincidono abbastanza, perchè non mi immagino un messaggio negativo su una musica soave. Sarebbe schizofrenico elevarsi nello spirito per il bel suono e incattivirsi per il testo...Non so, magari esistono canzoni così, esistono? In musica non dovrebbe esserci armonia fra forma e sostanza?