L'ho finito anch'io: quando mi avviserete di aver concluso la lettura, scriverò qualche riga.
L'ho finito anch'io: quando mi avviserete di aver concluso la lettura, scriverò qualche riga.
Sono arrivata a poco più della metà e ammetto che contrariamente all'inizio che mi sembrava interessante, sto facendo fatica a procedere nella lettura. Come per Follemente, ho perso l'entusiasmo, comunque voglio arrivare fino in fondo e scoprire l'autore dei delitti, datemi ancora qualche giorno ma se volete potete comunque procedere con le vostre impressioni.
Credo sia meglio aspettare anche Escolzia e Vega, perché nei commenti potremmo spoilerare e rovinare l'effetto sorpresa.
Il mio commento ma non svelerò il finale.
Di giallo c'è ben poco, tutto viene svelato in maniera frettolosa negli ultimi brevi capitoli.
Basandomi sugli altri libri che ho letto penso che questo romanzo rappresenti l'alzata del sipario, la presentazione del suo Lazzaro Santandrea e del suo singolare modo di scrivere, ben riuscita a mio parere.
Comprendo che possa non piacere, talvolta occorre rileggere le frasi per capire la battuta, la facezia, ma non si può dire che il suo modo di scrivere non sia stato originale.
Va bene, allora oso anch'io, visto che nessun altro si fa vivo.
Come thriller non l’ho gradito, perché in realtà dopo le morti dei bambini non succede nulla di particolare e non viene creata nessuna suspence se non proprio alla fine, quando si svela il colpevole. Però come romanzo di costume è carino, in quanto rappresenta le vacanze in montagna di una generazione di ragazzi fra birre, grappe, corteggiamenti, feste paesane… solo in un romanzo di questo genere il grande numero di personaggi descritti avrebbe un senso.
Tuttavia lo stile di Pinketts non mi ha attratto, visto che è sempre alla ricerca della battuta d’effetto, giochi di parole e acrobazie verbali in cui si perde il senso di continuità del testo. Alle volte questi espedienti sono carini, intelligenti, sorprendenti, ma dopo un po’ francamente saturano.
L'ho finito anch'io.
Di giallo o thriller ha ben poco,, non è ciò che mi sarei aspettata.
C' è poco di indagine sui due casi di omicidio , più che altro un tuffo nel passato, un rivivere i ricordi del protagonista che altro non può essere che Lazzaro, il protagonista della storia cosi come nella citazione nelle prime pagine : " i ricordi sono associazione di oggetti ed atmosfere. Le persone vi sono coinvolte incidentalmente tranne il protagonista dei tuoi ricordi che non puoi essere che tu". Quindi tutto il racconto è un rivivere i ricordi e l'estremo saluto finale quando riprenderà la corriera per far ritorno al suo presente, al lavoro sicuro a Milano, interpreto come un addio definitivo al bambino che è stato, all'infanzia, al passato. Comunque uno stile molto originale indubbiamente ma troppi giochi di parole che impongono una lettura attenta per cercar di capire il senso.
Buonasera ho terminato anche io la lettura del libro. Concordo con molte osservazioni scritte, di giallo c'è ben poco e su questo punto sono rimasta un pochino delusa. Tuttavia ho trovato lo stile narrativo di Pinketts piacevole e per nulla scontato, quindi è mia intenzione leggere qualche altra opera di questo autore.
Purtroppo per vari motivi non ho ancora il libro e poi avrei avuto poco o punto tempo da dedicargli in questi giorni. Vedrò di procurarmelo.
Pienamente funzionante e programmata in tecniche multiple
Mi sono dimenticata di dire che è da tempo che volevo leggere qualcosa di Pinketts e questa è stata un'ottima occasione. Però non credo leggerò altro di suo.
Secondo me l'equivoco di fondo è stato inserire Pinketts nella sezione "gialli e Thriller" quando il suo interesse, come ben si comprende leggendolo, è altrove.
semel in anno licet insanire, cotidie melius
Eppure il romanzo è classificato tra i gialli, Pinketts ha vinto il "premio Scerbanenco", sempre con il suo personaggio Lazzaro Santandrea.
È un giallo insolito, non quello che ci si sarebbe aspettati ma gli elementi ci sono, due casi di omicidio da risolvere fanno da contorno forse al resto della storia, l'autore si perde in tante descrizioni e ricordi del passato che si perde di vista il filo, c'è comunque un collegamento tra i vari personaggi della storia e i casi da risolvere. Diciamo che non mi ha entusiasmato però un'altra chance all'autore gliela darei .