Originariamente Scritto da
axeUgene
sono desideri, evidentemente comuni e istintivi, se le religioni - e in molti casi le leggi civili - li censurano e inibiscono; tu fai polemica sull'ovvio, ma eravamo partiti da questa tua considerazione:
alla quale io ti ho risposto che la religione interessa perché si occupa di censurare i desideri delle persone;
in alcuni casi in modo convergente alla legge - la vera morale condivisa, per una questione statistica, eh, di numeri - e infatti raramente vedrai discussioni sulla l8ceitrà di rubare o uccidere;
in altri, la quasi totalità, si tratta di desideri leciti per la legge e la morale comune, ma censurati da chi si fa portavoce di una morale religiosa, e questo suscita interesse e coinvolgimento:
tu qui giudichi come peccatori le persone che fanno sesso fuori dal matrimonio, decidono di interrompere una relazione, preferiscono stare da solo, non vogliono figli, ricorrono alla contraccezione ed educano i loro figli alla libertà di fare altrettanto; e quelli ti rispondono, non perché sono venuti a cercare le tue tesi, ma perché tu sei entrato in casa loro;
peraltro, tu non fossi acciecato dal desiderio di far polemica e dai pregiudizi, e leggessi quello che scrivo, avresti inteso che in questo caso io ritengo la funzione della religione - della morale, in seno lato - assolutamente necessaria, perché il limite consente di specificare e agire il desiderio; tu scrivi:
e questo induce ad una riflessione; le persone ragionano e ti dicono che nessuno può essere proprietà di un altro; e che malsano è piuttosto indulgere in una relazione infelice, e argomentano, pure nel caso di eventuali figli;
chiunque, me incluso, vedendo una coppia serena e unita difficilmente si intromette o fa qualsiasi pensiero; ma praticamente tutti - e te lo dicono esplicitamente - di fronte ad una relazione infelice e comportamenti abusivi postulano la libertà di interpretare il precetto;
se una moglie è trascurata dal marito, si propone e mi piace, non solo la desidero, ma la trombo da mane a sera, e facciamo cosa buona e giusta, proprio grazie al limite che il tuo comandamento ha sollecitato nella coscienza, in cui l'ingiustizia non è più il desiderio abusivo e unilaterale che si colloca fuori dall'unione sancita, ma esattamente quello che la regola dall'interno;
ed è la sensibilità generale - la risposta di tutti, la vera morale, la legge che non vieta - ad emergere, grazie al limite che poni.