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Discussione: Un'ipotesi alternativa

  1. #1

    Un'ipotesi alternativa

    "In Principio era il Brodo"
    Nel principio non c’era nulla, o quasi. C’era solo un brodo. Non caldo, non freddo, piuttosto tiepidamente eterno. Era il Grande Brodo Primordiale, e vi galleggiavano pensieri non ancora pensati, proteine ancora indecise, e molecole che si guardavano di sottecchi ma senza sapere il perché.
    Poi, dal centro di un’idrogenasi ancora assonnata, si udì una Voce. Ascoltata da tutti, udita da nessuno perché le orecchie non erano ancora state inventate
    "Vivete e moltiplicatevi, Archaea e Batterio, creature mie! Questo mondo è vostro: scivolate, replicatavi, ma, attenzione, non gustate al frutto della conoscenza."
    Ora, la Voce era autorevole. Risuonava nei pori delle membrane e nei flagelli ancora in erba. "Conoscenza", disse, e la Parola aleggiò tra i codoni come un avviso luminoso in una stazione di provincia: incomprensibile, ma con un certo peso.
    Il Batterio era tondo, pratico, pieno di peptidoglicani e curiosità.
    L’Archaea, invece, era elegante, con certi enzimi che sapevano di mistero e di zolfo vulcanico. Tra loro c’era un’intesa biochimica, una danza silenziosa di impulsi e potenziali di membrana.
    "Ma che significa 'conoscenza'?" chiese l’Archaea, lanciando un segnale attraverso un ponte di protoni.
    "Boh," rispose il Batterio. "Forse è una metafora. Forse è un tipo di endocitosi. Vassapé"
    Eppure, da qualche parte in loro, si accese un’idea.
    Il divieto assoluto, pronunciato da una Voce senza suono, aveva il sapore di una curiosità invincibile.
    Il tempo passava in modi poco comprensibili. Nessun orologio, solo mitosi e fasi lag. Ma col tempo, i due iniziarono a sfiorarsi. All’inizio con rispetto protocellulare. Poi, una notte, durante una tempesta di radiazioni ultraviolette, il Batterio propose:
    "E se… collaborassimo in modo più profondo?"
    "Tipo simbiosi?"
    "Tipo fusione nucleare spirituale."
    L’Archaea arrossì, cioè, attivò un pigmento fotoreattivo, e sorrise. Non seppero dirsi di no. Si conobbero.
    Ed il peccato fu. Primo, microbiologico, ma irreparabile.
    Il giorno dopo, la Voce tornò. Più grave. Più terrificante persino dell’isoelettrico dell’arginina.
    "Avete disobbedito."
    Silenzio tra i ribosomi.
    "Avete gustato la conoscenza. E da questo nascerà qualcosa di ibrido, complesso, inutile e dannatamente curioso. Gli Eucarioti." Le cellule tremarono. La punizione arrivò con ordine e spietata lentezza: compartimentalizzazione, mitocondri intrusi, apparati del Golgi, e il peggio del peggio: la burocrazia genetica. Ogni funzione cellulare divenne oggetto di trascrizione, revisione, correzione e chi più ne ha, più ne metta
    Ma non era finita.
    "Non solo. Dalla vostra colpa discenderanno i flagelli inopportuni, i pesci fuori dall’acqua, i mammiferi bipedi, le zanzare, i filosofi da talk show, la fila al supermercato, influencer, il covid, i complottisti ed i giullari grafomani."
    Il Batterio pianse cloruri. L’Archaea si ripiegò in un ciclo di tristezza semiconservativa.
    "Ci dispiace," dissero in coro, ormai già fusi in una strana creatura con un nucleo più grande del necessario.
    "È tardi. Avete messo in moto la macchina evolutiva. Ormai tutto dovrà procedere."

    Il tempo passò. Eucarioti, dinosauri, mammiferi, influencer. Di male, in peggio.
    La Voce, stanca, osservava da lontano. Mormorò:
    "Avrei potuto lasciarli lì, nel brodo. Felici, semplici, ripetitivi."
    Ma un’altra Voce, più saggia, si intromise. Una Voce nuova, nata forse proprio dall’ibrido sacrilego. Una specie di figlio, tutto spirito e niente sostanza, pure lui: "Forse dovevano farlo. Forse conoscere era parte del gioco. Anche se poi avrebbero scoperto i talk show, gli oniromanti ed i giullari indisponenti e sacrileghi."
    E le Voci tacquero, lasciando le creature all’incombenza della coscienza. Alcune cellule, pentite, tornarono ad essere alghe. Altre, ostinate, continuarono a pensare, amare, fallire.
    Una di esse, molto tempo dopo, avrebbe detto:
    "Il principio fu un errore. Ma che bellezza, l’errore."
    Ultima modifica di restodelcarlino; 13-05-2025 alle 15:31

  2. #2
    Opinionista L'avatar di Adalberto
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    13/02/25
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    Se ben ricordo, proprio nella sezione del Necronomicon dedicata a Darwin, quest’ultimo profetizzava proprio lo “scurra graphomaniacus” come ultima e massima espressione dell’evoluzione prima di YR4, una sigla commentata invano da generazioni di esegeti.
    Ci son dei giorni smègi e lombidiosi...
    ma oggi è un giorno a zìmpani e zirlecchi.
    (Fosco Maraini)

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