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Risultati da 16 a 30 di 35

Discussione: Soluzioni anti parole "scurrili"

  1. #16
    Opinionista L'avatar di axeUgene
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    ma, dico io, vecchio boomer, se si vogliono evitare parole scurrili, non è più immediato ricorrere alle classiche perifrasi da parole crociate. ? tipo: lo prendeva frequentemente nel culo la celebre pornostar Kimberly Scozzafava
    c'� del lardo in Garfagnana

  2. #17
    Cosmo-Agonica L'avatar di Bauxite
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    ma, dico io, vecchio boomer, se si vogliono evitare parole scurrili, non è più immediato ricorrere alle classiche perifrasi da parole crociate. ? tipo: lo prendeva frequentemente nel culo la celebre pornostar Kimberly Scozzafava
    Obbilloc! Axe ... sono dell' Acquario, ascendente Bilancia: ho delle complicazioni mentali un po' diverse
    Sei comunque il benvenuto (scritto attaccato), perché ho Urano in Gemelli

  3. #18
    Cosmo-Agonica L'avatar di Bauxite
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    Mutanda= gerundivo femminile di mutare

  4. #19
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    Obbilloc! Axe ... sono dell' Acquario, ascendente Bilancia: ho delle complicazioni mentali un po' diverse
    Sei comunque il benvenuto (scritto attaccato), perché ho Urano in Gemelli
    diverse, diverse... ma alla fine hai tirato in ballo l'ur-ano, archetipo eterno del dilemma dominazione-fiducia, in esaltazione nel duale segno dei gemelli
    c'� del lardo in Garfagnana

  5. #20
    Cosmo-Agonica L'avatar di Bauxite
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    diverse, diverse... ma alla fine hai tirato in ballo l'ur-ano, archetipo eterno del dilemma dominazione-fiducia, in esaltazione nel duale segno dei gemelli
    Mai detto di essere un tipo potabile, eppure so che è portatore di qualche qualità!

  6. #21
    Cosmo-Agonica L'avatar di Bauxite
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    √

  7. #22
    Rabdomanzia?
    È scurrile?
    "Il mio tempo non è ancora venuto; alcuni nascono postumi"

  8. #23
    Cosmo-Agonica L'avatar di Bauxite
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    Un po' sì...ti invito a trovare una soluzione.
    La successione di due consonanti dà origine a idee un po' forti.

  9. #24
    La vagina = si legga sempre con una pausa dopo il "va" per chiarire che tocca a Gina fare il bucato (o per ricordare la bisnonna Gina)

  10. #25
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    Cosacce= autoerotismo...
    ...lavoretto =masturbazione praticata da la/il partner
    ...cit, la mia prima girl

  11. #26
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    DAL VOCABOLARIO TRECCANI


    Pisèllo s. m. [lat. *pisellum, dim. di pisum, e questo dal gr. πίσον (o πίσος) «pisello»]. – In botanica, genere di papiglionacee (lat. scient. Pisum) comprendente poche specie erbacee annuali o perenni, con foglie pennate terminanti con un cirro; i fiori, solitarî o in racemi ascellari con pochi fiori, sono bianchi o variamente colorati.

    Uccèllo s. m. [lat. tardo aucĕllus, da *avicellus, avicella, dim. di avis «uccello»]. – Nome comune e generico delle varie specie di animali della classe degli uccelli (v. la voce), caratterizzati dal corpo ricoperto di penne e dalla presenza di ali che, nella maggior parte delle specie, li rende atti al volo.

    Mèmbro s. m. [lat. mĕmbrum]. – 1. Ciascuna delle parti in cui si articola il corpo dell’uomo e degli animali superiori, con riferimento soprattutto agli arti; in questa accezione, si adopera per lo più il plur., le membra, con valore collettivo: membra forti, robuste, vigorose, gracili, tenere, delicate, ben proporzionateÈ usato al sing., in genere preceduto da un agg. indefinito, in espressioni quali ogni m., ciascun m. e sim., che gli conferiscono valore collettivo; analogam.: Non avea membro che tenesse fermo (Dante). 2. In botanica, ognuna delle tre parti del cormo (caule, radice e foglia), distinta dalle altre per la morfologia interna ed esterna e per l’origine. 3. Ciascuna delle persone che compongono una collettività, un organo, una associazione e sim. 4. Parte, elemento costitutivo di un tutto. In partic., ciascuna delle parti in cui si può scindere un periodo: il punto e virgola divide i varî m. del periodo; i due m. del periodo ipotetico.

    Péne s. f. [lat. poenae «castighi, molestie, sofferenze», dal gr. ποιναί «ammende, castighi»]. – Punizioni, castighi inflitti a chi ha commesso una colpa, ha causato un danno e sim. In partic., con riferimento alla giustizia umana, sanzione afflittiva comminata dall'autorità giudiziaria nel rispetto di precise disposizioni processuali a chi abbia commesso un reato: Dei delitti e delle pene, opera di C. Beccaria (1764).

    Fàllo s. m. [der. di fallare]. – 1. Errore: cadere in f.; senza f., senza tema di sbagliare, senza dubbio, e, più spesso, con certezza assoluta: ci vedremo senza f. domattina. Con sign. particolare, a. mettere un piede in f., posarlo su terreno malsicuro, sdrucciolevole, o spingerlo inavvertitamente nel vuoto. b. Colpa, errore di natura morale, peccato: un piccolo, un grave f.; un f. imperdonabile; falli di gioventù; commettere un f.; essere in f.; cogliere, trovare qualcuno in fallo. Anche colpa grave, delitto: Non vide mai sì gran fallo Nettuno (Dante). c. letter. Difetto, mancamento (in senso proprio), venir meno: la memoria comincia a fargli f.; la sua mano, di solito così ferma, stavolta gli ha fatto f. d. Difetto, imperfezione in un tessuto, per errore di tessitura: stoffa, calze, piene di falli. 2. Nel linguaggio sport., il termine ha sign. tecnici distinti: a. Nel calcio, inosservanza da parte del giocatore delle regole del gioco: commettere fallo ai danni di un avversario; f. in area di rigore, f. laterale, f. di fondo. b. Nel tennis, f. di piede, se il giocatore, durante la battuta, tocca o oltrepassa con i piedi la riga di fondo, o cammina o salta prima di colpire la palla. c. Nell’atletica leggera: esito negativo di una prova di salto (in alto o con l’asta). d. In genere, atto scorretto nei riguardi di un avversario di gioco.

    Asta s. f. [lat. hasta. – Bastone di legno, o anche di altra materia, più o meno grosso e lungo, ma comunque diritto e liscio, destinato a varî usi e in partic. a reggere qualche cosa o sulla sua cima o lungo il suo corpo: l’a. della bandiera; bandiera a mezz’a., a. del tram, il trolley; le a. del filobus.

    Vérga s. f. [lat. vĭrga]. – 1. a. ant. o letter. Ramo non grosso; ramo secondario: umil colle ..., Ove ’l gran lauro fu picciola verga (Petrarca). b. Bacchetta, bastone lungo e sottile: le verghe dei littori; fustigare, fustigazione con la v., o con le v., con un fascio di verghe, come antica pena e punizione corporale; la v. del pastore, il bastone o il ramo con cui guida il gregge e si appoggia: Guida la greggia a i paschi e la riduce Con la povera v. al chiuso ovile (T. Tasso); Rinnovato hanno verga d’avellano (D’Annunzio). Per estens., in usi letter. o elevati, la v. reale, lo scettro dei sovrani: nell’uno di questi forzieri è la mia corona, la v. reale e ’l pomo (Boccaccio); la v. magica o dei maghi, la v. dell’indovino e del rabdomante, la bacchetta, che è strumento e anche simbolo delle loro capacità eccezionali.

  12. #27
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    Pisèllo s. m. [lat. *pisellum, dim. di pisum, e questo dal gr. πίσον (o πίσος) «pisello»]. – In botanica, genere di papiglionacee (lat. scient. Pisum) comprendente poche specie erbacee annuali o perenni, con foglie pennate terminanti con un cirro; i fiori, solitarî o in racemi ascellari con pochi fiori, sono bianchi o variamente colorati.

    Uccèllo s. m. [lat. tardo aucĕllus, da *avicellus, avicella, dim. di avis «uccello»]. – Nome comune e generico delle varie specie di animali della classe degli uccelli (v. la voce), caratterizzati dal corpo ricoperto di penne e dalla presenza di ali che, nella maggior parte delle specie, li rende atti al volo.

    Mèmbro s. m. [lat. mĕmbrum]. – 1. Ciascuna delle parti in cui si articola il corpo dell’uomo e degli animali superiori, con riferimento soprattutto agli arti; in questa accezione, si adopera per lo più il plur., le membra, con valore collettivo: membra forti, robuste, vigorose, gracili, tenere, delicate, ben proporzionateÈ usato al sing., in genere preceduto da un agg. indefinito, in espressioni quali ogni m., ciascun m. e sim., che gli conferiscono valore collettivo; analogam.: Non avea membro che tenesse fermo (Dante). 2. In botanica, ognuna delle tre parti del cormo (caule, radice e foglia), distinta dalle altre per la morfologia interna ed esterna e per l’origine. 3. Ciascuna delle persone che compongono una collettività, un organo, una associazione e sim. 4. Parte, elemento costitutivo di un tutto. In partic., ciascuna delle parti in cui si può scindere un periodo: il punto e virgola divide i varî m. del periodo; i due m. del periodo ipotetico.

    Péne s. f. [lat. poenae «castighi, molestie, sofferenze», dal gr. ποιναί «ammende, castighi»]. – Punizioni, castighi inflitti a chi ha commesso una colpa, ha causato un danno e sim. In partic., con riferimento alla giustizia umana, sanzione afflittiva comminata dall'autorità giudiziaria nel rispetto di precise disposizioni processuali a chi abbia commesso un reato: Dei delitti e delle pene, opera di C. Beccaria (1764).

    Fàllo s. m. [der. di fallare]. – 1. Errore: cadere in f.; senza f., senza tema di sbagliare, senza dubbio, e, più spesso, con certezza assoluta: ci vedremo senza f. domattina. Con sign. particolare, a. mettere un piede in f., posarlo su terreno malsicuro, sdrucciolevole, o spingerlo inavvertitamente nel vuoto. b. Colpa, errore di natura morale, peccato: un piccolo, un grave f.; un f. imperdonabile; falli di gioventù; commettere un f.; essere in f.; cogliere, trovare qualcuno in fallo. Anche colpa grave, delitto: Non vide mai sì gran fallo Nettuno (Dante). c. letter. Difetto, mancamento (in senso proprio), venir meno: la memoria comincia a fargli f.; la sua mano, di solito così ferma, stavolta gli ha fatto f. d. Difetto, imperfezione in un tessuto, per errore di tessitura: stoffa, calze, piene di falli. 2. Nel linguaggio sport., il termine ha sign. tecnici distinti: a. Nel calcio, inosservanza da parte del giocatore delle regole del gioco: commettere fallo ai danni di un avversario; f. in area di rigore, f. laterale, f. di fondo. b. Nel tennis, f. di piede, se il giocatore, durante la battuta, tocca o oltrepassa con i piedi la riga di fondo, o cammina o salta prima di colpire la palla. c. Nell’atletica leggera: esito negativo di una prova di salto (in alto o con l’asta). d. In genere, atto scorretto nei riguardi di un avversario di gioco.

    Asta s. f. [lat. hasta. – Bastone di legno, o anche di altra materia, più o meno grosso e lungo, ma comunque diritto e liscio, destinato a varî usi e in partic. a reggere qualche cosa o sulla sua cima o lungo il suo corpo: l’a. della bandiera; bandiera a mezz’a., a. del tram, il trolley; le a. del filobus.

    Vérga s. f. [lat. vĭrga]. – 1. a. ant. o letter. Ramo non grosso; ramo secondario: umil colle ..., Ove ’l gran lauro fu picciola verga (Petrarca). b. Bacchetta, bastone lungo e sottile: le verghe dei littori; fustigare, fustigazione con la v., o con le v., con un fascio di verghe, come antica pena e punizione corporale; la v. del pastore, il bastone o il ramo con cui guida il gregge e si appoggia: Guida la greggia a i paschi e la riduce Con la povera v. al chiuso ovile (T. Tasso); Rinnovato hanno verga d’avellano (D’Annunzio). Per estens., in usi letter. o elevati, la v. reale, lo scettro dei sovrani: nell’uno di questi forzieri è la mia corona, la v. reale e ’l pomo (Boccaccio); la v. magica o dei maghi, la v. dell’indovino e del rabdomante, la bacchetta, che è strumento e anche simbolo delle loro capacità eccezionali.
    Manca la mazza...

  13. #28
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    Vagina s. f. [dal lat. vagina "guaina, fodero"]. - (lett.) [oggetto in cuoio dove è riposta la spada] ≈ fodero, guaina. ⇑ astuccio, custodia, involucro, rivestimento.

    Patata s. f. [dallo spagn. patata, der. del quechua papa, nome originario della pianta (con il quale viene indicata in tutta l’America latina), modificatosi per incrocio con il nome della batata, dovuto alla somiglianza dei loro tuberi]. – Pianta erbacea delle solanacee (Solanum tuberosum), originaria delle regioni andine del Sud America e presente in forme selvatiche dagli stati meridionali degli Stati Uniti fino al Cile e all’Argentina, largamente coltivata anche in Europa dal XVI e più intensivamente dal XVII secolo: ha fusti ascendenti e ramosi, alti fino a un metro, con foglie pennatopartite, fiori in corimbi, bianchi, rosei o violetti, a seconda della varietà, e frutto a bacca velenosa con parecchi semi minuti; il fusto nella sua porzione sotterranea emette degli stoloni, i quali nella parte apicale si ingrossano formando tuberi (detti anch’essi patate), ricchi di amido, che rappresentano organi di moltiplicazione agamica, e costituiscono la parte commestibile della pianta.

    Passera s. f. [femm. di passero]. – 1. Propriam., la femmina del passero; in alcuni luoghi (per es., Toscana) e in speciali denominazioni è nome generico riferito sia al maschio sia alla femmina: [...] , p. casolina, p. nostrale, p. reale, p. di tetto, varî nomi con cui è indicata la specie Passer italiae (v. passero).

    Féssa s. f. [femm. sostantivato di fésso]. – Fessura: quella fessa Che tieni ov’han la bocca le persone (Carducci).

    Tòpa s. f. [lat. talpa]. – pop. 1. La femmina del topo. 2. Nome pop. tosc. (e anche emil.) della talpa; in partic., t. cieca, la specie talpa cieca (lat. scient. Talpa caeca). ◆ Dim. topina, topolina; accr. topóna, topolóna; pegg. topàccia.

    Fregna s. f. Cosa di poco conto, sciocchezza, fandonia e sim.: sono tutte f.; raccontare fregne. b. Avere le f., essere di cattivo umore. ◆ Pegg. fregnàccia (v.).

  14. #29
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    Manca la mazza...
    E non solo quella...

  15. #30
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    La dottoressa Merope Generosa fa chiarezza sulla definizione corretta

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