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Discussione: Allegoria dell'Italia

  1. #1
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    Allegoria dell'Italia


    Valentin de Boulogne, Allegoria dell’Italia, olio su tela, 1628 circa, Roma, Villa Lante, Istituto culturale finlandese, sulla collina del Gianicolo.

    Questo dipinto ha una storia singolare. Fu commissionato dal cardinale Francesco Barberini al pittore francese, residente a Roma, Valentin de Boulogne, seguace della scuola caravaggesca.

    Per la figura dell’Italia (o di Roma?), la ragazza che domina la scena, Valentin utilizzò l’immagine di Minerva-Atena, armata, mentre nasce trionfante dalla testa di Zeus-Giove, simbolo dell’unione tra la forza militare e la filosofia, intesa come dominio e amore di ogni aspetto del sapere e del creare.

    Ai piedi della donna ci sono due uomini sdraiati, nudi e barbuti, simboleggiano i fiumi Tevere e Arno.

    A fianco della statua del Tevere, sulla sinistra guardando il dipinto, ci sono due infanti, i leggendari Romolo e Remo, collegati alla fondazione di Roma, sul colle Palatino.

    La personificazione del fiume Arno, sulla destra del quadro, fu invece un omaggio all’origine toscana della famiglia Barberini.

    Con le dita artigliose della mano sinistra la donna regge al suo fianco lo scudo con i simboli papali, con la mano destra regge la lancia. Intorno a lei, appena visibili, volano alcune api, emblema della famiglia Barberini, ascesa ai vertici del potere.

    Il maestoso mantello che avvolge la donna è gonfiato dal vento. L’immagine non è statica. Sembra si stia muovendo. La statua del Tevere osserva intimorita la Minerva che avanza verso di loro, camminando sopra i frutti fuoriusciti dalla cornucopia. L’altro fiume, invece, è quasi nell’ombra.

    Valentin si ispirò alle statue fluviali che si possono ammirare a Roma sulla piazza del Campidoglio.


    Questa fontana fu progettata (insieme alla piazza) da Michelangelo Buonarroti, addossata al Palazzo Senatorio. Completata nel 1593, presenta Minerva, successivamente interpretata come la Dea Roma, affiancata da due statue marmoree raffiguranti il Nilo e il Tevere.

    Una curiosità. Nel 1886 lo scultore francese Frédéric-Auguste Bartholdi progettò e costruì, con la collaborazione dell’ingegnere Gustave Eiffel (autore dell’omonima Torre Eiffel, a Parigi) la Statua della Libertà, che è a New York, nella baia di Manhattan.

    Si dice che per la statua Bartholdi propose il modello del connazionale Valentin, “Allegoria dell’Italia”, di cui sopra.

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    Ultima modifica di doxa; 15-08-2025 alle 08:05

  2. #2
    Citazione Originariamente Scritto da doxa Visualizza Messaggio
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    ....acquolina in bocca....

  3. #3
    Sovrana di Bellezza L'avatar di ReginaD'Autunno
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    Bellissimo quadro e un eccellente commento, per me che sono un'appassionata d'arte per me questa è manna! Grazie Doxa
    Corteggiata da l'aure e dagli amori, siede sul trono de la siepe ombrosa, bella regina dè fioriti odori, in colorita maestà la rosa CLAUDIO ACHILLINI

    La regina del sud sorgerà nel giudizio. Ed ecco, qui vi è uno più grande di Salomone (Matteo 12:42)

  4. #4
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    Carlino e Regina, forse vi piace anche questa storia

    2 giugno 1946. Proclamazione della Repubblica Italiana, in seguito al referendum istituzionale che sancì la fine della monarchia e l'inizio della forma di governo repubblicana. In quella data, gli italiani furono chiamati a votare per scegliere tra monarchia e repubblica, e scelsero quest'ultima.

    Della proclamazione della Repubblica Italiana rimane impressa nella mente l’immagine della ragazza che sorride, con in mano il Corriere della Sera che titola in prima pagina “E’ nata la Repubblica Italiana”, che arriva dopo anni di dittatura ponendosi come sinonimo di democrazia.

    La ragazza di cui non si conosceva il nome, rappresentava tutte le 12.998.131 donne che per la prima volta si recarono alle urne ad esprimere il proprio voto.



    Per le donne che votarono era la rivoluzione. Una svolta epocale, non erano più escluse dalla vita politica nazionale. Consegnandole in mano una matita per tracciare la X sulla scheda elettorale la donna poteva avere le stesse facoltà di decisione e le stesse libertà di opinione di un uomo.

    Ma chi era la ragazza scelta per simboleggiare l'immagine del referendum del 2 giugno 1946 ?

    Nel 2016 un’indagine giornalistica condotta da Mario Tedeschini Lalli e Giorgio Lonardi, riuscì a dare un nome a quella ragazza, simbolo del 2 giugno 1946. Si chiamava Anna: Anna Iberti. Il fotoreporter Federico Patellani. Non uno qualsiasi, era considerato il caposcuola del fotogiornalismo italiano: collaboratore di quotidiani come La Stampa e l’Avanti. Puntò 41 volte l’obiettivo della sua Leica sul volto di Anna, poi scelse l’immagine simbolo dell’appena nata Repubblica italiana.

    La foto scattata il 6 giugno, venne pubblicata per la prima volta il 15 giugno del 1946 sulla copertina del settimanale Tempo, fondato nel 1939 da Alberto Mondadori sull'esempio dell'americano Life.

    Quel bel viso sorridente divenne ed è ancora oggi l’immagine totem.

    Ma come ci arrivò Patellani, morto silente nel 1977, a scegliere Anna per quello scatto.

    Lui frequentava le redazioni dei quotidiani. In particolare collaborava con l’Avanti. Ed Anna era un’impiegata di amministrazione proprio del quotidiano socialista. Aveva 24 anni . Aveva completato gli studi magistrali e aveva insegnato brevemente, ma in quel periodo lavorava come impiegata.

    Il padre di lei, Alberto, era caporeparto in una fabbrica automobilistica milanese e un vecchio socialista.

    Nel giugno 1949, Anna sposò Franco Nasi, giornalista. Il matrimonio fu celebrato con trafiletti augurali su tutta la stampa milanese, senza distinzioni politiche, e ebbe come testimoni alcuni dei più noti giornalisti del dopoguerra, tra cui Paolo Murialdi e Mino Monicelli.

    Anna Iberti è morta nel 1997, portando con sé il segreto delle circostanze che la portarono a posare per quella fotografia.

    La figlia, Gabriella Nasi, vive ancora nell'appartamento dei genitori in un quartiere semicentrale di Milano, dove custodisce poche stampe del famoso servizio fotografico.

  5. #5
    Sovrana di Bellezza L'avatar di ReginaD'Autunno
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    Che bella storia Doxa! Dev'essere stata una donna molto coraggiosa e innovativa per quei tempi così retrò...
    Complimenti Anna!
    Corteggiata da l'aure e dagli amori, siede sul trono de la siepe ombrosa, bella regina dè fioriti odori, in colorita maestà la rosa CLAUDIO ACHILLINI

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