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Discussione: "La Nonna": realtà, mito o leggenda metropolitana?

  1. #1

    "La Nonna": realtà, mito o leggenda metropolitana?

    “Pasta della nonna”, “torta della nonna”, “polpette della nonna”: Ma questa benedetta nonna chi è? Nessuno l’ha mai vista, eppure tutti ne parlano. È la stessa che porta i regali assieme a Babbo Natale, la Befana e la fatina dei denti? O é quella che convive con l'Uomo-del-Monte, in un mulino bianco, situato nella “Valle degli Orti", con grembiule candido e sorriso pre-mondiale? Oppure la Nonna vera, nata intorno al ’50, che ha fatto il ’68 (senza bisogno che io scivoli nelle battute scollacciatete dei bar sport) e che, più che cucinare torte, sperimentava la libertà sessuale e le lasagne Findus?

    Perché, chi oggi ha 25 anni, diciamolo chiaro, è cresciuto con una madre anni ’70 che sapeva a malapena distinguere il forno dal microonde (che se andava in tilt rischiava la denutrizione) e che riesciva a bruciare persino le uova sode, e una nonna che , nata intorno al ’50, più che sbucciare piselli, nel ’68 sbucciava il sistema borghese, e non passava le giornate a stendere sfoglie: piuttosto apriva confezioni di cannelloni Buitoni e imparava il significato esistenziale della parola “surgelato”.

    Chi oggi ha 25 anni ha conosciuto un’infanzia segnata da riti gastronomici di plastica:
    -risotti Knorr con “zafferano” da laboratorio chimico,
    -lasagne surgelate che hanno visto Bologna in cartolina,
    -pizza Cameo Ristorante, più sottile della carta d’identità,
    -bastoncini Findus ,sacramento penitenziale,
    -sughi Barilla con tappo a vite, religiosamente riscaldati col microonde (il vero altare della famiglia

    E così, i giovani 25enni sono cresciuti senza sapere cosa sia la stagionalità, senza mai sentire il profumo del passato di pomodoro fatto in casa (vietato dal regolamento condominiale), ma con una cieca fede nel packaging e nelle scritte “gourmet”.

    Per fortuna, c'é la TV. Con la teologia urlata di Cannavacciuolo (e la banda di personaggi similari, pluristellati più di una galassia) che annuncia verità esoteriche:
    -l’acqua si sala prima di buttare la pasta (e no, il dado Star non basta),
    -il pomodoro fresco non è un “formato speciale” di salsa,
    -il vino da cucina non è il fondo di Tavernello aperto da una settimana
    -“rosolare” non vuol dire “distruggere la padella con fiamme olimpiche”,
    -l’olio extravergine non è vergine “perché non ha mai fatto certe cose”.
    -E il Santo Graal della vera cucina, che si trasmette con la segretezza dei Templari, è il guanciale nella carbonara, senza panna di soia e senza peccati capitali.

    Intanto, nella nebbia della memoria, si dissolvono le nonne mitiche: quelle che sbucciavano piselli e capavano fagiolini, le zie zitelle che calibravano gli struffoli con rigore geometrico al decimo di millimetro, mani sapienti che tiravano sfoglie sul pianale di legno, che spezzavano ziti con un colpo secco e l’occhio al ragù pippiante. Tutto ormai mito polveroso, come le parole misteriose di un grimorio gastronomico: “sagne e ceci”, “pici all’aglione”, “maccu di fave”, “taccu marchigiano”… formule arcaiche da evocare col tono ieratico di un officiante, residui linguistici di un’epoca mitologica. Tra poco sembreranno formule magiche di Harry Potter: Maccu-favium! Pici-allaglionem!

    La conclusione ?
    La "Nonna" é ormai un'entità mitologica culinaria.
    Una leggenda con un lontano fondo di verità.


    Note

    Etimologia.: Dal latino nonnula (“zia di qualcun altro”) e dall’italico gnò-gnò (“voce infantile di richiesta di biscotto”).
    Definizione: Figura femminile ancestrale, collocata in un passato indistinto e perennemente “migliore”, attribuitale la capacità soprannaturale di preparare manicaretti ineguagliabili. La nonna non è un essere storico, bensì un costrutto mitopoietico nato dall’unione di tre forze: nostalgia, marketing pubblicitario e desiderio di carboidrati.
    Iconografia: Capelli bianchi raccolti in crocchia o permanente azzurrina. Grembiule a fiori (sempre lindo, anche dopo tre ore di frittura di melanzane).Sorriso benevolo, spesso simulato da attrici in spot del Mulino Bianco. Mano capace di tirare la sfoglia sottile come un papiro egizio, ma solo nella fantasia popolare.
    Funzioni mitiche:
    1. Custode della Tradizione
    2. Dispensatrice di piatti che “nessuno farà mai più come lei” (per fortuna o per sfortuna, secondo casi clinici).
    3. Simbolo pubblicitario utilizzato per giustificare l’acquisto compulsivo di prodotti “alla nonna”.
    Culto:
    La nonna viene venerata invocando piatti come “torta della nonna”, “pasta della nonna”, “polpette della nonna”.
    Le sue ricette autentiche risultano per lo più leggendarie o di difficile reperibilità, simili ai manoscritti di Qumran.
    È considerata progenitrice di tutti i programmi TV di cucina, benché non abbia mai visto un fornello a induzione.
    Declino.
    L’entità nonna è stata progressivamente sostituita:
    dal microonde (culto della rapidità),
    dal sugo Barilla (culto dell’imbroglio gastronomico),
    da chef televisivi urlanti (culto della spettacolarizzazione).
    Note comparative: La nonna si affianca ad altre figure mitologiche della cultura occidentale: Babbo Natale, la Pensione INPS, e la Dieta Mediterranea “autentica”. La Trattoria-dove-si-mangia-bene-e-si-spende-niente
    Stato attuale: Rara, avvistata in zone rurali o in documentari di Alberto Angela.
    In via di scomparsa, se ne prevede la sopravvivenza in forma di ologramma nei supermercati del futuro.

  2. #2
    Per completezza, e dovere di memoria, faccio un elenco dei piatti "della Nonna" perduti o in via di disparizione.


    Sagne e Ceci
    Formula apotropaica centro-meridionale, invocata per richiamare prosperità e continuità comunitaria. Preparazione mistica in cui la pasta, dalla forma volutamente indefinita, si unisce al legume in un matrimonio tanto semplice quanto solenne. Condita con olio profondo, pepe nero e peperoncino discreto, la pietanza richiama i sapori antichi, custoditi nei cortili assolati e nelle cucine di pietra.
    Pici all’Aglione
    Rito toscano di purificazione collettiva. Chi partecipa al banchetto rimane protetto da vampiri, ex fidanzati e colloqui di lavoro per almeno 72 ore, grazie alla persistenza dell’aglio in ogni fibra corporea.
    E' sontuoso nella sua semplicità. I pici, grossi spaghetti tirati a mano, si intrecciano con un sugo rosso acceso, dominato dall’aglione della Valdichiana, grande e gentile, meno pungente ma profondo nel profumo. È un piatto che racconta campi assolati, mani che impastano senza fretta, convivialità rumorose attorno a tavole rustiche: memoria viva della cucina come gesto comunitario.
    Maccu di Fave
    Crema arcaica della tradizione siciliana, preparata da secoli come gesto di abbondanza e fertilità. Le fave, ridotte a velluto con olio e finocchietto selvatico, evocano la forza della terra e la pazienza di chi la lavora. È un piatto che sa di primavera, di riti agresti e di sapori profondi, custoditi come un’eredità nei paesi e nelle campagne dell’isola.
    Il maccu è considerato un piatto “panteistico”: in esso il legume diventa universo, purea, cosmo.
    Taccu Marchigiano
    Enigma gastronomico noto solo ai saggi delle colline marchigiane, tra la minestra e il trattato medievale
    E' un rito di famiglia: lasagne sottili, spezzate e calate nel brodo, che sanno di domeniche lunghe, di tavole grandi e di gesti misurati. È un piatto che appartiene alla memoria contadina: semplice, robusto, ma capace di racchiudere la tenerezza della cucina che non ha bisogno di stupire, solo di scaldare.
    Struffoli
    Globuli di dorata frittura al miele con canditi e diavolilli, calibrati al decimo di millimetro dalle zie zitelle, con precisione da orologiai svizzeri. Ogni struffolo ha valore sacrale: mangiarne uno fuori stagione equivale a bestemmiare in sagrestia.
    Sartù di Riso
    Architettura napoletana in forma commestibile. Parente del Vesuvio e dei Palazzi Barocchi, è una montagna di riso ripiena di ragù, piselli, uova e aromi intrecciati in strati armonici quanto misteriosi. Leggenda vuole che, se ben riuscito, possa resistere a un assedio francese di sei mesi.
    Insalata di Rinforzo
    Rito natalizio partenopeo: piatto tessuto di verdure bollite e sott'olio, alici salate, peperoni arrostiti e olive. Ogni ingrediente conserva la propria identità, ma insieme compone un insieme armonico e vivace. È un rituale di preparazione e attesa. Non è chiaro cosa rinforzi: i muscoli? La fede? Il coraggio di affrontare i parenti? Studi recenti sostengono che serva unicamente a garantire la sopravvivenza delle papille gustative dopo sette portate di seguito.
    Genovese
    Pietanza napoletana, e sugo "storico" per paccheri o ziti, dal nome enigmatico e beffardo: a Genova non la conosce nessuno. È un rito di lentezza, in cui cipolle e carne si sciolgono in un abbraccio dolce e profondo. La sua cottura, interminabile e vigile, è scandita dai sospiri di chi la sorveglia e dall’attesa carica di desiderio di chi pregusta il piatto. Una poesia carnale trasformata in sugo, specchio di un’antica pazienza domestica.
    Ultima modifica di restodelcarlino; 17-08-2025 alle 15:35

  3. #3

    Le "Polpette della Nonna"

    E per finire, il "mito universale":

    Le Polpette della Nonna

    C'era una volta...
    In un angolo caldo della cucina, dove la luce filtra dal vetro appannato e l’orologio segna tempi antichi, la Nonna apre la madia. Dentro ci sono ricordi e ingredienti: un pugno di pane secco, qualche avanzo di carne o legumi, erbe aromatiche un po’ stanche, formaggi e un filo d’olio che odora di estate.
    Le polpette nascono da qui: dalla necessità e dalla magia. Non c’è ricetta scritta, solo istinto, memoria gustativa e la convinzione che niente, assolutamente niente, vada sprecato. Tutto ciò che incontra la mano della Nonna si trasforma in una pallina rotonda di amore e sapore. Ogni famiglia ha la sua variante: chi mette prezzemolo, chi un po’ di menta, chi una punta di peperoncino o un filo di miele avanzato. E alla fine, tutte queste polpette, pur diverse, sono ugualmente perfette ed indimenticabili: le "Polpette della Nonna"

    Ricetta Universale delle Polpette della Nonna

    Ingredienti indspensabili
    Avanzi di pane (raffermo o fresco)
    Qualsiasi carne cotta o cruda, pollo, manzo, maiale, tacchino, coniglio, vitello, bue muschiato, struzzo, cinghiale....
    Formaggi stagionati o freschi : ciò che resta
    Erbe aromatiche: prezzemolo, basilico, timo, origano, salvia… tutto ciò che c’è
    Spezie a piacere: pepe, paprika, noce moscata, cumino…
    Uova (per legare)
    Aglio o scalogno
    Olio e/o burro avanzato
    Avanzi di verdure cotte o crude, tritate finemente
    Un filo di latte, panna o acqua se il composto è troppo secco

    Procedimento “universale”:
    1. Ammollare il pane con un po’ di latte o acqua.
    2. Tritare tutto ciò che c’è di commestibile: carne, verdure, formaggio, erbe.
    3. Mescolare pane, triti, uova, spezie e aromi fino a ottenere un impasto compatto ma morbido.
    4. Formare delle palline o polpette della forma desiderata.
    5. Cuocere a piacere: in padella con olio/burro, al forno, o addirittura in brodo per polpette “brodose”.
    6. Servire caldo, magari accompagnato da un sugo semplice, ma anche così, da mangiare con le mani, come faceva la Nonna.

    La caratteristica delle "Polpette della Nonna" che le rende universali é che è che non esistono due versioni uguali: ogni madia, dispensa o frigorifero ha la sua storia.
    E ogni morso racconta un frammento di vita, un avanzo trasformato in festa.

    Ed hanno con loro il sapore del ricordo della Nonna e del (bel) tempo che fu.

  4. #4
    Opinionista L'avatar di LadyHawke
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    Le "polpette della nonna" le faccio anch'io
    La vita è veramente molto semplice, ma noi insistiamo nel renderla complicata.
    Confucio

  5. #5
    Opinionista L'avatar di axeUgene
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    le mie nonne non sapevano cucinare granché; nonna Michela però faceva quei 4 o 5 classici, cappelletti e arrosto a natale, ecc...
    la peculiarità che ho ereditato - forse da rami mantovani e dintorni, è la mortadella profumatissima, e la noce moscata in polpette e polpettoni; anche negli involtini, di cui faccio una versione nouvelle cuisine a cottura rapidissima;

    papà mi faceva sempre le polpette di tonno e spinaci, che ripassava rapidamente in polpa di pomodoro.
    c'� del lardo in Garfagnana

  6. #6
    رباني L'avatar di King Kong
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    Non ho conosciuto nessuna nonna, ma una bisnonna Luigina.
    La sua specialità: minestra di riso con aglio, patate, cotiche, prezzemolo.
    Non ricordo con esattezza, ma ha vissuto oltre gli ottant'anni.
    Aut hic aut nullubi

  7. #7
    Citazione Originariamente Scritto da King Kong Visualizza Messaggio
    La sua specialità: minestra di riso con aglio, patate, cotiche, prezzemolo.
    me la segno!
    ci sono diritti da pagare?

  8. #8
    Citazione Originariamente Scritto da axeUgene Visualizza Messaggio
    papà mi faceva sempre le polpette di tonno e spinaci, che ripassava rapidamente in polpa di pomodoro.
    tonno/tonnina/bonito fresco o in scatola?
    me la segno. Diritti?

  9. #9
    رباني L'avatar di King Kong
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    Citazione Originariamente Scritto da restodelcarlino Visualizza Messaggio
    me la segno!
    ci sono diritti da pagare?
    No, nessun diritto. Era un piatto abbastanza diffuso nelle case contadine padane. Unica variante, il lardo al posto delle cotiche.
    Poi ci starebbe bene un robusto digestivo.
    Aut hic aut nullubi

  10. #10
    Cosmo-Agonica L'avatar di Bauxite
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    Io so solo una cosa: quando sono in famiglia, non posso cucinare nulla che non sia per me.
    Ove mai osassi, ci sarebbe un ammutinamento matronale non indifferente.
    Il ritorno di fiamma non sarebbe legato all' apparizione di un ex venuto dalla galassia di Checcazzocifaiqui, ma una procedura - non solo di infrazione - ad opera delle figure femminili presenti.
    Mia nonna non ha mai abdicato, se non proprio quando non poteva più.
    E in effetti, ha cucinato per mezzo mondo senza pensare che un giorno avremmo detto che un tale piatto era:"della nonna".
    E non era in grado solo di fare da mangiare.
    Insomma, siamo nipoti di nonne e nonni, tutti non replicabili.

  11. #11
    Citazione Originariamente Scritto da Bauxite Visualizza Messaggio
    Io so solo una cosa: quando sono in famiglia, non posso cucinare nulla che non sia per me.
    Ove mai osassi, ci sarebbe un ammutinamento matronale non indifferente.
    Il ritorno di fiamma non sarebbe legato all' apparizione di un ex venuto dalla galassia di Checcazzocifaiqui, ma una procedura - non solo di infrazione - ad opera delle figure femminili presenti.
    Mia nonna non ha mai abdicato, se non proprio quando non poteva più.
    E in effetti, ha cucinato per mezzo mondo senza pensare che un giorno avremmo detto che un tale piatto era:"della nonna".
    E non era in grado solo di fare da mangiare.
    Insomma, siamo nipoti di nonne e nonni, tutti non replicabili.
    ...tu non hai 25 anni e sei sud-gariglianica.
    Buin sangue borbonico, non mente

  12. #12
    Cosmo-Agonica L'avatar di Bauxite
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    Citazione Originariamente Scritto da restodelcarlino Visualizza Messaggio
    ...tu non hai 25 anni e sei sud-gariglianica.
    Buin sangue borbonico, non mente
    A 25 anni era uguale!
    È questo il punto!

    No, in famiglia c'è chi ti direbbe che non so fare nulla.
    Ma tanto cucino per altri quando posso e va bene lo stesso. Sono tutti vivi dopo, quindi ok.

  13. #13
    Opinionista L'avatar di axeUgene
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    Citazione Originariamente Scritto da restodelcarlino Visualizza Messaggio
    tonno/tonnina/bonito fresco o in scatola?
    me la segno. Diritti?
    papà ? poveretto, in scatola, o vetro; magari quello dello scatolone; olio discutibile; leggeva una 15ina di lingue, ma le raffinatezze gastrnomiche oltre il basico gli sembravano sempre fanatismo; non riusciva a fissare l'immaginazione; io, se leggo un tuo menu è quasi come se mangiassi, tipo letteratura;

    comunque il tonno si presta con svariate verdure; puoi aggiungere patata lessa come addensante, zucchina, olive, quella parentela...
    c'� del lardo in Garfagnana

  14. #14
    Astensionista L'avatar di nahui
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    Citazione Originariamente Scritto da Bauxite Visualizza Messaggio
    Io so solo una cosa: quando sono in famiglia, non posso cucinare nulla che non sia per me.
    Ove mai osassi, ci sarebbe un ammutinamento matronale non indifferente.
    Il ritorno di fiamma non sarebbe legato all' apparizione di un ex venuto dalla galassia di Checcazzocifaiqui, ma una procedura - non solo di infrazione - ad opera delle figure femminili presenti.
    Mia nonna non ha mai abdicato, se non proprio quando non poteva più.
    E in effetti, ha cucinato per mezzo mondo senza pensare che un giorno avremmo detto che un tale piatto era:"della nonna".
    E non era in grado solo di fare da mangiare.
    Insomma, siamo nipoti di nonne e nonni, tutti non replicabili.
    Anche a casa di Madre mi è proibito toccare i fornelli: dà di matto, letteralmente eh...
    Nonna paterna, non pervenuta, frequentata poco.
    Nonna Rosa invece mi arruolava per preparare i dolci e impastare, ammirava le mie mani grandi e forti, cucinavo con lei i cudduraci, le chiacchere, le seadas. Sono così vecchia da aver ancora visto tirare il collo a qualche gallina nella vasca da bagno, loro erano la prima generazione urbanizzata. Poi giocavo con la testa e le zampe del gallo, altro che riti Vodoo
    Il vero castigo per chi mente non è di non essere più creduto, ma di non potere credere a nessuno.
    (George Bernard Shaw)

  15. #15
    Puoi condividere, per i posteri, qualche "ricetta/tecnica" del passato?
    ..."esecuzione di animali da cortile" esclusa

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