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Discussione: Roma, i Santi Quattro Coronati

  1. #1
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    Roma, i Santi Quattro Coronati

    In questi giorni i nuovi post nel forum sono rari, perciò offro alla vostra lettura alcune notizie riguardanti il complesso monastico romano dedicato ai "Santi Quattro Coronati": questo appellativo si riferisce alla corona del martirio.

    I "Santi Quattro" non erano soltanto quattro. Il nome fa riferimento a due gruppi di martiri, le cui agiografie furono "arricchite" di particolari fantasiosi per fini edificanti.

    Il primo gruppo è costituito non da quattro ma da cinque martiri cristiani: Castorio, Claudio, Semproniano, Nicostrato e Simplicio, tutti scalpellini, detti anche marmorari, che lavorano in una cava di marmo nella Pannonia di epoca romana. Quando fu chiesto loro di scolpire una statua dedicata al dio Esculapio, i cinque uomini rifiutarono e vennero uccisi.

    Il secondo gruppo di martiri è formato da quattro anonimi soldati romani, cristiani, che non vollero fare offerte alla statua del dio Esculapio nel tempio a lui dedicato a Roma nelle Terme di Traiano, ubicate sul Colle Oppio.

    Secoli dopo, papa Leone IV (pontificò dall'847 all'855) fece cercare i resti di quei due gruppi di uomini e li fece collocare nella cripta della basilica detta dei "Santi Quattro Coronati", così narra la leggenda, per chi vuol crederci.

    Il fortificato complesso architettonico religioso a loro dedicato, è costituito dalla basilica e da altri spazi sacri e residenziali (cripta, cortili, monastero, ex palazzo cardinalizio).


    facciata esterna del complesso religioso dedicato ai "Santi Quattro Coronati"

    Dal IV secolo d. C. esso occupa l’area dove in precedenza c’era una domus aristocratica di epoca tardoantica, adiacente l’antica via Tuscolana, che cominciava dalla valle del Colosseo e fiancheggiava il “Ludus Magnus”.


    ricostruzione ideale del ludus magnus, sullo sfondo il Colosseo

    La via Tuscolana usciva dalle Mura Serviane dalla "Porta Querquetulana"; era ubicata nell’attuale confluenza tra via dei Santi Quattro e via di Santo Stefano Rotondo, nell’area dell’ospedale San Giovanni, collocato sulla collina del Celio (Mons Caelius), uno dei cosiddetti "sette colli" di Roma (ma sono di più).

    Perché “Querquetulana” ? Il colle "Celio" in origine era denominato “Mons Querquetulanus" (= querceto o bosco di querce). Il nome “Celio”, deriva dalla tradizione che lo collega a Celio Vibenna, un condottiero etrusco che abitò e contribuì a conquistare la zona durante il regno di Tarquinio Prisco.


    Torno alla via Tuscolana.

    Dopo Porta Querquetulana il tracciato proseguiva verso le Mura Aureliane, fatte costruire dall’imperatore Aureliano tra il 270 e il 273 per la difesa dell’Urbe.

    La strada attraversava la "Porta Asinaria".

    Sebbene gli studiosi non siano d'accordo sull'epoca di trasformazione della porta da semplice apertura ad accesso monumentale, concordano invece sul fatto che l'intera area compresa tra la Porta Metronia e l’attuale Porta Maggiore non era sufficientemente sicura per la difesa dell'Urbe, perciò furono edificate le torri cilindriche ai lati del fornice, alte circa 20 metri, ancora conservate, e si provvide al rivestimento in travertino tuttora visibile sul lato esterno e all'apertura delle finestre per le baliste.


    Porta Asinaria – facciata esterna

    E' la sola, tra le porte antiche di Roma, ad avere contemporaneamente torri cilindriche affiancate da precedenti torri quadrangolari e questo conferma che era in origine un'apertura di scarsa importanza, posta al centro di due delle torri a base quadrata che componevano la normale architettura delle mura difensive. Una struttura così poderosa ne faceva, di fatto, una fortezza.

    Questa porta deve il suo nome all'antica via Asinaria, precedente alla stessa cinta muraria, che l'attraversava confluendo nella via Tuscolana, la quale proseguiva verso Tusculum, l’attuale Tuscolo, sull’omonimo monte (670 metri s.l.m.).

    In epoca repubblicana ed imperiale nell'ager Tusculanus furono costruite numerose ville suburbane, tra le quali quella di Marco Tullio Cicerone, che nel 45 a. C. circa scrisse le “Tusculanae disputationes”, opera filosofica in cinque libri per divulgare la filosofia stoica. Cicerone affermava di averle elaborate nella sua villa di Tusculum.


    Antico teatro di Tusculum

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    Ultima modifica di doxa; Ieri alle 17:25

  2. #2

    Come dice il titolo del libro di Silvio Negro "Roma, non basta una vita"...ne ignoravo l'esistenza.
    Scopro, cercando di saperne di più, l'unico abside su tre navate, la sala gotica...e altro...tanto altro.
    Nella prossima puntata a Roma faro' di tutto per una, sia pur fugace, visita.
    Grazie, doxa!!!!!!!!!!!!!!!!

  3. #3
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    Grazie a te Carlino.

    Altre notizie e foto sul “loco santo”.

    Le origini questo complesso architettonico sono del IV sec. d. C., periodo in cui c’era una villa aristocratica, dotata di un ambiente termale (una spa…).

    Nel V secolo una sala absidata della residenza fu dedicata a domus ecclesiae: luogo adibito alle riunioni liturgiche e per l’istruzione religiosa dei fedeli in case private. Di solito essi venivano ospitati nelle domus di ricche persone convertite al cristianesimo.

    Evoluzione delle “domus ecclesiae” furono i “tituli”.

    Titulus è il termine generico con il quale i Romani definivano un’iscrizione su un oggetto di qualsiasi natura. In ambito cristiano, originariamente il titulus (di marmo, legno o metallo) era una tabella con il nome del proprietario della domus o di altro edificio privato che metteva a disposizione dei fedeli una sala o una casa per le adunanze ed il culto, con locale annesso per l’uso liturgico.

    Il nome sulla tabella (o titolo) veniva affisso all’esterno della porta d’ingresso dell’abitazione, come si usa fare anche ai nostri giorni sulle targhette vicino le pulsantiere negli edifici condominiali o nelle villette.

    Nel tempo quei luoghi di culto privati divennero “chiese titolari” o “titoli prèsbiteriali” nella diocesi di Roma: ad ognuna viene assegnato un cardinale quando questo viene “promosso” dal papa: il pontefice gli conferisce il titolo (la titolarità) di un’antica chiesa per simboleggiare il legame dell’eminenza con l'antica comunità dei presbiteri di Roma o di una delle sette diocesi suburbicarie dell’Urbe.

    Ed ora passiamo alla visita del complesso monastico, concesso alle agostiniane di clausura.



    In primo piano veduta aerea del complesso architettonico dei “Santi Quattro Coronati”



    Pianta del complesso con la basilica voluta dal pontefice Leone IV dopo l’incendio del 1084. In verde le parti conservate; in azzurro chiaro le parti fatte ricostruire dal papa Pasquale II (pontificò dal 1099 al 1118, anno della sua morte); in azzurro scuro le parti fatte ricostruire dallo stesso papa nella seconda fase (elaborazione grafica di Lia Barelli).



    La facciata con l’ingresso nel complesso monastico



    Veduta interna dell’ingresso nel primo cortile. L’arco gotico è sovrastato da una torre del IX secolo, successivamente trasformata in torre campanaria con loggia quadrifora.

    segue

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