WIKILEAKS, FONDATORE NEI GUAI PER STUPRO: È GIALLO

All'indomani della controversa vicenda giudiziaria che ha coinvolto il fondatore di Wikileaks Julian Assange, contro cui era stato emesso un mandato d'arresto per stupro ritirato dopo appena qualche ora, la procura svedese cerca di spiegare l'accaduto, che ritiene una normale procedura burocratica. Intanto, caduta l'accusa di stupro, lo scomodo haker-giornalista resta ancora indagato per aggressione. «Le informazioni di cui disponeva il procuratore capo Eva Finne, di turno sabato mattina (che ha ritirato il mandato d'arresto, ndr), erano più di quelle che aveva il procuratore di permanenza venerdì sera (quello che ha spiccato il mandato d'arresto, ndr)», si legge in un comunicato della procura. «Una decisione su misure restrittive, come la detenzione (che poi è stata ritirata), deve sempre essere valutata una seconda volta durante l'inchiesta preliminare», prosegue il testo. Ieri sera, il portavoce della procura, Karin Rosander, aveva detto alla France Press che la procedura seguita era «normale», e il procuratore di permanenza aveva emesso il mandato di arresto in quanto procedura automatica in casi gravi come quello di stupro. In un'intervista pubblicata oggi sul tabloid Expressen, che ieri aveva dato per primo la notizia del mandato d'arresto contro Assange, il pm di permanenza venerdì sera, Maria Haljebo Kjellstrand, ha difeso la sua decisione: «Ho ricevuto un rapporto della polizia che l'ho ritenuto sufficiente per emettere l'ordine d'arresto». Assange, ha spiegato il pm, resta ora indagato per aggressione.

IL GIALLO Si tinge sempre più di giallo la vita di Julian Assange, accusato oggi in Svezia di aver stuprato e molestato un paio di ragazze e poi, dopo meno di sei ore, incredibilmente riabilitato almeno dall'accusa più grave. Il controverso fondatore di Wikileaks, l'uomo che ha fatto infuriare il Pentagono per aver pubblicato 76 mila documenti militari top secret, è stato ricercato dalla procura di Stoccolma per una manciata di ore, con l'accusa gravissima di essere un violentatore e un molestatore. A suo carico è stato quindi spiccato un mandato d'arresto. I siti di tutto il mondo hanno subito titolato: 'Assange Wanted'. Ma è durato poco. Dopo una manciata di ore il capo della procura, Eva Finne ha fatto marcia indietro, revocando il mandato: «Non c'erano prove sufficienti per l'accusa di stupro», ha spiegato sul web. In serata una portavoce della Procura, senza fornire dettagli, ha precisato che le indagini sull'accusa di molestie sessuali però proseguono anche se il capo di imputazione è meno grave. La portavoce ha riferito che la procura è venuta a conoscenza delle accuse nella notte tra venerdì e sabato e il procuratore di turno ha emesso automaticamente il mandato di cattura per il caso di presunto stupro, poi revocato. Il tutto è bastato a rendere questa misteriosa vicenda giudiziaria un caso di politica internazionale. Già pochi minuti dopo la diffusione delle accuse, Assange, questo biondo australiano di trentanove anni che i pacifisti americani considerano un eroe, ha reagito considerandosi vittima di un complotto. Si tratta di «accuse false», ha scritto su Twitter. Non fa nomi, ma fa capire chiaramente di essere finito in una trappola: «Eravamo stati avvertiti del fatto che avremmo dovuto aspettarci degli sporchi trucchi. Ora - conclude amaro - abbiamo il primo». La notizia della sua messa in stato d'accusa ha fatto subito il giro del mondo. E soprattutto è rimbalzata negli Stati Uniti, dove da mesi si dibatte se l'attività di Wikileaks sia legale o meno. Proprio oggi, il Wall Street Journal ha raccontato come il Pentagono, assieme agli uomini del Fbi, da tempo stiano verificando la possibilità di inquisire Assange, colpevole di aver pubblicato documenti che mettono in pericolo la vita di tanti soldati americani in Afghanistan. Secondo il giornale, il Dipartimento di Difesa sta cercando in questo modo di convincere Wikileaks a non pubblicare la seconda tranche di documenti segreti, quei 15 mila file che lo stesso Assange ha detto di avere ancora nelle sue mani. Nel frattempo, per tutto il giorno, le maggiori tv americane hanno ripercorso la storia di questo sito le cui rivelazioni imbarazzanti sulla guerra in Afghanistan hanno messo in difficoltà perfino Barack Obama. Il web ha reagito a caldo con vigore, tanto che il sito della Cnn ha titolato un suo pezzo con la domanda che tutti si stavano facendo: «Julian Assange è il bersaglio di una campagna diffamatoria orchestrata dagli Stata Uniti?». Quindi giù i commenti della blogosfera, mai così divisa come oggi. Secondo Alexander Higgins «la corruzione e gli abusi del governo americano sono ormai fuori controllo. A partire dall'assassinio mirato di cittadini americani, all'ampia violazione in giro nel mondo della Costituzione, il governo americano sta evolvendo verso un regime da 'Grande Fratellò». Il londinese Thinq, non ha dubbi: contro Assange «c'è una campagna di calunnie allo scopo di fare pressione sul suo sito perchè eviti la pubblicazione dei documenti militari che ancora non sono stati diffusi». Toni simili anche su Twitter. «L'accusa di stupro ai danni di Assange è un approccio piuttosto inusuale per la Cia. Di solito - commenta sarcastico Deanzoz - fanno fuori le persone con un colpo di pistola in testa». Ma ci sono anche commentatori che hanno creduto alla legittimità delle accuse su di lui: «Non so se si tratta di uno schizzo di fango - scrive Chips in un forum on-line - certamente sembra facile e convincente dimostrare quanto Assange sia una persona orribile».
Il responsabile del web incaricato di filtrare un mucchio di documenti che alcuni vorrebbero che rimanessero in segreto è stato accusato di stupro dopo aver portato alla luce un sacco di documenti in rapporto alla guerra di Afghanistan.

Tra qualche ora si è ritirata l'accusa di stupro.


Cosa ne dite? C'è del marcio a Stoccolma?

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