Io credo che, in questo periodo storico, ci sia abbastanza libert� per scegliere tra convivenza e matrimonio. A mio parere, ogni coppia fa un percorso molto diverso e, ognuno, dovrebbe scegliere la soluzione che meglio si adatta al proprio caso. Non credo si possano criticare completamente l'una o l'altra scelta. Non sposarsi perch� "non credo all'istituzione del matrimonio", secondo me non ha senso; come pure non ha senso affermare che "se non ti sposi, non � vero amore".

In passato ho convissuto, per un breve periodo, diciamo un anno circa, con una persona con cui poi � stato un disastro. Fortunatamente, mi � bastato mandarlo a quel paese per chiudere il tutto e, comunque non ho mai avuto la sensazione che la nostra convivenza fosse equiparabile ad un matrimonio. Mi sembrava sempre che fosse tutto forzato, ma era la relazione in s� che non funzionava.

Con il mio compagno attuale, un po' scherzando, � uscito fuori l'argomento. Non stiamo escludendo il matrimonio con rito civile, per varie ragioni. Fino ad ora abbiamo "convissuto" per non pi� di 2-3 settimane consecutive ed � sempre andato tutto bene, ma viste le mie disastrose esperienze passate, ci vogliamo pensare ancora un pochino. Forse saremo dei romanticoni o dei sognatori, ma se dovessimo decidere di fare "il grande passo", sarebbe per volerci prendere un impegno costante e vorremmo condividere il momento con le persone a cui vogliamo bene. L'unica cosa certa � che, in caso, faremmo un matrimonio piuttosto intimo e sobrio. Pochi invitati, niente eccessi e niente richieste assurde. Ci basta un pranzo in piedi, in un agriturismo o in un prato con qualche amico e parente. Niente abiti da cerimonia, niente zuccheriere come bomboniere ecc ecc. Niente liste nozze et simili!
In fondo non viviamo negli anni '50 dove sposarsi era praticamente un obbligo e, comunque, odiamo i matrimoni-evento...
Deve essere una scelta intima, non un'occasione per mettersi in mostra!